Non ha alcun senso che s’incontrino il Ministro dell’Interno o altri Ministri della Repubblica, con le rappresentanze dell’Upi e dell’Anci, e che tentino faticosamente di trovare delle intese, se poi qualcuno, all’interno del Governo, lavora sistematicamente per fa saltare gli accordi raggiunti.
Il fatto che il ministro dell’Interno abbia proposto al Consiglio dei Ministri i risultati di un’intesa faticosamente conseguita con le Associazioni delle Province e dei Comuni d’Italia – un’intesa indispensabile per consentire in molti casi una corretta chiusura dei conti consuntivi 2002 ed una veritiera approvazione dei bilanci di previsione 2003 – e che il Ministro del Tesoro sia stato l’oppositore ad oltranza, oltre ogni legittima ragione, del rispetto di quest’intesa, dimostra inequivocabilmente che in Italia tutti i Ministri sono di fatto commissariati.
Questa circostanza dimostra anche che, a prescindere dalla personale disponibilità del Ministro Pisanu – cui va il rispetto e la stima per essere un interlocutore rigoroso e responsabile del mondo delle Autonomie – ogni accordo di Upi e Anci con i legittimi rappresentanti del Governo è scritto sulla sabbia.
Sino a ieri abbiamo potuto fare affidamento anche sull’impegno d’onore o sul patto tra gentiluomini sottoscritto con i tecnici ministeriali. Oggi non possiamo contare neppure sugli accordi sottoscritti con il Ministro.
Il voltafaccia del Governo alle proposte del Ministro dell”Interno lascia aperte ed irrisolte diverse gravi questioni.
La modifica dei criteri applicativi del patto di stabilità interno per il 2002, da cui calcolo del saldo finanziario dovrebbero essere escluse le spese correlate alle integrazioni per legge delle funzioni delle province, nei limiti delle maggiori entrate connesse all’esercizio delle nuove funzioni. In assenza di tale modifica, il 90% delle Province, pur rigorosamente rispettose degli obiettivi del Patto di stabilità interno, sarebbe formalmente fuori del patto 2002.
Le coperture dei maggiori costi connessi al rinnovo contrattuale. L’accordo Governo OO.SS del febbraio 2002, ha previsto un incremento aggiuntivo dei costi contrattuali che, per il solo anno 2003, ammonta al 1%. Province e Comuni non hanno risorse per coprire l’impegno conseguente all’intesa assunta dal Governo e chiedono perciò l’intervento dello Stato. L’importo contrattuale aggiuntivo dovrebbe naturalmente essere escluso dal Patto di Stabilità Interno.
L’Unione delle Province d’Italia ritiene particolarmente grave la scelta operata dal Governo e, pur esprimendo apprezzamento e solidarietà al Ministro dell’Interno, rileva che da domani in poi non ha alcun senso siglare intese con lui che non siano state preventivamente autorizzate dal Ministro del Tesoro.
Intanto i problemi finanziari e contabili di Province e Comuni diventano insostenibili. A tali problemi il Ministro Tremonti propone sostanzialmente di far fronte con operazioni cosmetiche ed elusive.
Dinanzi a tanta insensibilità, l’Unione delle Province d’Italia ha il dovere di appellarsi al Parlamento, ai Gruppi Parlamentari ed alle forze politiche.
Roma, 31.03.2003