“La delega fiscale conteneva due articoli specifici sulla fiscalità territoriale per Regioni, Province e Comuni, che sono successivamente stati espunti per definire un testo più condiviso con ANCI e UPI. Ora, dopo la discussione in Conferenza unificata, abbiamo raggiunto un sostanziale accordo su modifiche mirate a rafforzare questioni chiave, a partire dal consolidamento dell’autonomia finanziaria e dalla piena attuazione del federalismo fiscale. Chiediamo che questa norma, che è stata concertata con il Governo, venga inserita nel corso della discussione e dell’approvazione degli emendamenti presso la Commissione Finanze del Senato”.
Lo ha detto il Presidente di UPI Michele de Pascale, intervenendo in audizione sulla delega fiscale alla Commissione Finanze del Senato.
“Le Province – ha evidenziato de Pascale – rispetto agli altri livelli di governo, rappresentano l’ente locale che è il più lontano dal vedere realizzati i principali obiettivi previsti dalla legge sul federalismo fiscale, perché il finanziamento delle funzioni non è legato ad un grande tributo erariale, ma esclusivamente ai tributi connessi al trasporto su gomma, RCAuto e IPT. Tributi su cui non c’è spazio di manovrabilità e che sono in costante calo: tra il 2019 e il 2022 abbiamo perso entrate per oltre 250 milioni di euro, di cui 155 per minor gettito dell’IPT, e quasi 100 milioni di minor gettito da Rcauto”.
“Per questo – ha sottolineato il Presidente UPI – la riforma del fisco, per quanto riguarda le Province, dovrà contenere principi di delega e criteri direttivi per rivedere il sistema dei tributi provinciali, costruendo per questi enti una reale autonomia finanziaria e tributaria, in grado di sostenere i fabbisogni standard delle funzioni esercitate e la perequazione territoriale. Occorre individuare un tributo proprio legato alle funzioni fondamentali esercitate dalle Province, con spazi di manovrabilità e prevedere la compartecipazione ad un tributo erariale di carattere generale – IRPEF o IVA – al posto di uno dei due tributi propri (RCAuto o IPT). Questo assicurerebbe una sostanziale stabilità e una solida base di riferimento per una corretta, sostenibile e reale autonomia tributaria fondata anche su disciplinati spazi di manovra da parte degli enti. Occorre poi prevedere un fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale, così da assicurare a tutte le Province la possibilità di finanziare le funzioni di competenza e di garantire uguali diritti a tutti i cittadini”.
“E’ chiaro – ha concluso de Pascale – che questi interventi di revisione del sistema delle entrate diventano ancora più urgenti e ineludibili, considerata la riforma della disciplina ordinamentale delle Province in discussione alla Commissione Affari costituzionali del Senato – su cui auspichiamo un’accelerazione – per la cui piena attuazione occorrono maggiori risorse che rendano stabili i bilanci di parte corrente, ancora in condizioni di criticità a causa dei pesanti tagli subiti negli anni passati”.
Nel link, la nota illustrata e consegnata alla Commissione Audizione delega fiscale – Nota UPI