A dieci anni dall’entrata in vigore della Legge Delrio, un box dell’agenzia di stampa ANSA ricorda come “Con quella legge le Province diventavano enti di secondo grado, con la cancellazione dell’elezione diretta dei Presidenti e degli amministratori, con un taglio netto a funzioni e personale. E pur essendo nata con un carattere transitorio quella disposizione ancora oggi regola le attività delle Province sul territorio” .
L’Agenzia di Stampa cita il monito del Presidente della Repubblica all’ultima Assembleaa UPI “le norme attualmente in vigore, che disegnano strutture e ambiti delle Province, sono legate a una transizione interrotta”.. “creano vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, di competenze incerte, di lacune nelle funzioni di indirizzo e di coordinamento”.
Ansa prosegue riportando il richiamo del Consiglio d’Europa che “ha chiesto a Roma di ampliare il campo d’azione delle Province una volta reintrodotti gli organi eletti direttamente, garantendo risorse finanziarie adeguate e proporzionate, nel
rispetto della Carta Europea delle autonomie locali.
L’articolo evidenzia i progetti di legge in Parlamento evidenziando come “la politica italiana è conscia dell’impasse e per sbrogliare la matassa già a inizio legislatura maggioranza e opposizione hanno tentato di intervenire con una decina di disegni di legge depositati in Senato” su cui “la discussione è dapprima avanzata velocemente e si è poi bruscamente interrotta”.
In chiusura si ricorda l’appuntamento del 29 settembre prossimo, con l’ election day in almeno 41 Province.