Il presidente della Provincia di Genova, coordinatore nazionale UPI delle Province Portuali, respinge il decreto legge del Governo, che cancella il ruolo degli enti locali nelle nomine dei presidenti delle Autorità Portuali, avocate al Ministro.
“Sbandierano la ‘devoluzione’, ma poi cercano di cancellare in ogni modo l’autonomia degli enti locali e delle Regioni tagliando non solo risorse, ma anche competenze essenziali e strategiche per il governo locale e lo sviluppo del territorio, come quelle sulle nomine dei presidenti delle Autorità Portuali, avocate con un iniquo e arrogante atto d’imperio dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti che cancella la concertazione con gli enti locali e la Regione, al quale ci opporremo in ogni sede istituzionale chiedendo che il Parlamento continui, come ha già fatto in più occasioni, a respingere gli attacchi alle autonomie locali e portuali e non converta il decreto”. Alessandro Repetto, presidente della Provincia di Genova e coordinatore nazionale UPI delle Province Portuali respinge e stigmatizza con parole forti e decise il decreto ‘blitz’ approvato il 29 dicembre scorso dal Governo, su proposta del ministro Pietro Lunardi, che capovolge l’impianto della legge vigente (la 84 del 1994) nelle designazioni e scelte dei presidenti delle 12 maggiori Autorità Portuali (tra le quali Genova e La Spezia) per le quali, come ‘impianti di rilevanza nazionale, europea ed internazionale’, viene cancellato il ruolo di Provincia, Comune e Camera di Commercio nell’esprimere i candidati con una ‘terna’ di nomi e viene ridotto quello della Regione, finora un benestare vincolante per la nomina, a un semplice parere.
“Le Province Portuali italiane nel 2005 – ricorda Repetto – si sono rivolte al Governo per migliorare con proposte serissime la legge 84, una norma già buona, per favorire e accentuare l’integrazione tra porti e territorio, a partire dal collegamento e coordinamento delle rispettive pianificazioni, allo sviluppo dell’autonomia finanziaria, per mantenere a livello locale una parte del gettito delle tasse, imposte e concessioni portuali, lasciando allo Stato risorse e competenze sulle maggiori infrastrutture. Abbiamo anche chiesto di rendere più efficace e incisiva la struttura dei Comitati portuali, articolandoli su due livelli, uno per esprimere e rappresentare tutte le categorie, l’altro con pieno mandato esecutivo e questo decreto, quasi incredibile per la prepotenza accentratrice con cui vorrebbe risolvere questioni strategiche per i porti, i territori e il paese, è finora stato l’unica e beffarda risposta. D’intesa con gli altri enti e istituzioni assumeremo tutte le iniziative possibili per contrastarlo.”
“Il porto, la città, il territorio – prosegue il presidente della Provincia di Genova – sono indissolubilmente legati nelle scelte strategiche per lo sviluppo sostenibile, il rilancio economico, produttivo e occupazionale, la mobilità, la qualità ambientale e sociale e il dialogo e il confronto dei porti con il territorio sono le prime ragioni del ruolo riconosciuto agli enti locali e alla Regione nelle designazioni per i vertici delle Autorità Portuali, un ruolo che non può certo essere eliminato con il colpo di spugna di un decreto. La questione è cruciale in tutta Italia e decisiva a Genova, dove l’alleanza promossa dalla Provincia con tutte le istituzioni e il mondo del mare ha dato vita anche alla prima Accademia della Marina Mercantile in Italia per la formazione degli ufficiali per la flotta civile e per fare della nostra città la capitale della formazione marittima e logistico-portuale e rilanciare anche il porto come volano di sviluppo industriale, commerciale e turistico e la sua linfa vitale è nella piena sinergia, come deve sempre essere, tra porto ed enti del territorio”.