La pronuncia della Corte Costituzionale segna il sistema istituzionale italiano e per l’equilibrio dei poteri tra Stato e Regioni. La dichiarazione di incostituzionalità di alcune specifiche disposizioni della legge sull’autonomia differenziata è una notizia che accogliamo positivamente, soprattutto per il fatto che la Toscana è stata tra le promotrici del ricorso. La decisione della Corte evidenzia l’importanza di bilanciare l’autonomia regionale con i principi fondamentali di unità nazionale, solidarietà, uguaglianza e tutela dei diritti dei cittadini, valori irrinunciabili della nostra Costituzione.
UPI Toscana ha svolto un ruolo rilevante nel ricorso presentato insieme alla Regione Toscana, portando avanti le istanze delle Province e tutelando il principio di sussidiarietà sottolineato dalla Corte Costituzionale. La legge Calderoli sull’autonomia differenziata, per come attuata, rischia di creare squilibri nel finanziamento delle Regioni e a cascata degli enti locali, generando diseguaglianze nei servizi ai cittadini e nelle funzioni, comprese quelle delle Province. Province che, infatti, si finanziano anche attraverso compartecipazioni e trasferimenti regionali e statali. Una cattiva gestione delle risorse da parte dello Stato e delle Regioni si ripercuoterebbe direttamente sul finanziamento delle funzioni provinciali, già oggi in crisi per i tagli dovuti alla riforma Delrio, mettendo a rischio servizi essenziali per le comunità. UPI Toscana sta quindi lavorando con determinazione per evitare che un’autonomia mal gestita possa compromettere l’efficienza e l’equità del sistema istituzionale, garantendo invece il rispetto dei principi costituzionali.
Il presidente di UPI Toscana, Gianni Lorenzetti, ha espresso il suo apprezzamento per l’esito del ricorso: “La sentenza della Corte Costituzionale conferma che il percorso verso l’autonomia differenziata non può e non deve minare la coesione del Paese. L’autonomia non è una concessione di potere fine a sé stessa, ma deve essere uno strumento per rispondere meglio ai bisogni delle nostre comunità, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e solidarietà, come sancito dalla nostra Costituzione. Il fatto che la Toscana sia stata tra le regioni promotrici del ricorso è un segno della nostra determinazione a tutelare i diritti di tutti i cittadini e garantire un sistema di autonomie equilibrato e responsabile”.
Lorenzetti ha inoltre sottolineato l’importanza del ruolo del Parlamento nel processo di approvazione delle leggi di differenziazione: “Il Parlamento è e resta il garante dell’equità e dell’efficienza delle politiche pubbliche, e la Corte ha ben chiarito che le Camere possono e devono esercitare il loro potere di emendamento. Questa prerogativa consente di evitare l’approvazione cieca delle intese e di assicurare un’attenta valutazione delle norme, affinché siano realmente orientate al bene comune”.
La sentenza della Corte evidenzia come sia necessario che le risorse assegnate alle Regioni siano basate su fabbisogni e costi standard, e non sulla spesa storica, un principio che anche UPI Toscana sostiene da tempo. La Corte ha infatti chiarito che l’attribuzione delle risorse deve rispondere a criteri di efficienza, per garantire un servizio equo e sostenibile per tutti, senza favorire le inefficienze o penalizzare le Regioni più virtuose. Lorenzetti ha concluso: “UPI Toscana si impegna a vigilare attentamente sul processo di attuazione della legge sull’autonomia differenziata, affinché si mantengano saldi i principi di giustizia e di equità tra tutti i territori. L’autonomia deve servire a migliorare la vita dei cittadini, non a frammentare il Paese.”
In questo contesto, la decisione della Corte è un passo positivo per UPI Toscana, che proseguirà il proprio lavoro al fianco delle istituzioni, affinché l’autonomia possa effettivamente rappresentare un valore aggiunto per i cittadini, senza minare i pilastri fondamentali dell’unità nazionale e della solidarietà tra i territori.
Redattore: Redazione UPI Toscana