Se il Senato non accoglierà le indispensabili richieste di correzione, il giudizio delle Province sulla manovra finanziaria si confermerà negativo.
E’ quanto stabilito oggi dall’Ufficio di Presidenza dell’Unione delle Province d’Italia, e contenuto in un ordine del giorno inviato ai capigruppo, alla commissione bilancio e al Presidente del Senato.
Il documento richiama gli impegni presi dal Governo nell’incontro del 10 ottobre, nel quale l’Upi aveva segnalato non solo l’insostenibilità della manovra in termini quantitativi (circa 650 milioni di euro), ma anche l’inaccettabilità e la inadeguata collocazione di norme inerenti lo status degli amministratori locali. Norme che, si legge nell’odg, “violano l’autonomia degli Enti locali”.
“La manovra approvata alla Camera – sottolinea il Presidente dell’Upi Fabio Melilli – peggiora di 40 milioni di euro il peso a carico delle Province. Per contro, le norme ordinamentali, che l’Upi ritiene assolutamente inaccettabili in una legge di bilancio statale, continuano a permanere, mentre l’unica richiesta accolta è l’eliminazione del vincolo alla crescita dello stock del debito”.
“La Legge finanziaria – aggiunge il Vicepresidente dell’Upi e Presidente della Provincia di Brescia, Alberto Cavalli – contiene norme inaccettabili e neppure conformi alle assicurazioni fornite dal Presidente del Consiglio nell’incontro del 10 ottobre scorso. In particolare le Province chiedono al Senato di modificare i vincoli che comporteranno il blocco delle opere pubbliche, non solo di quelle programmate ma anche di quelle già in corso, nonché una drastica riduzione dei servizi offerti. Non vi è nessuna speranza di sostegno alla crescita economica, se mancheranno le azioni di sviluppo locale che le Province sono in grado di realizzare”.
Per questo l’Upi ripropone con forza all’attenzione del Senato le proprie richieste, tra le quali prioritarie: lo stralcio di tutte le norme ordinamentali; lo stralcio di quelle inerenti la riduzione dell’onere di miglioramento dei saldi e la compartecipazione dinamica all’Irpef anche per le Province.
“Ci aspettiamo che il Senato dia attenzione alle nostre richieste – conclude Melilli – ma se ciò non avverrà il giudizio negativo già espresso dall’Upi sulla manovra finanziaria per il 2007 non potrà che confermarsi”.