“Occorre ripensare l’educazione ai media cominciando a prendere sul serio le mediaculture dei giovani, altrimenti si corre il rischio di una ‘grande disgiunzione’, persino nell’educazione ai media, tra la generazione degli insegnanti e quella degli studenti”. (Geneviève Jacquinot-Delaunay, decennale dell’associazione Med. Roma, 2006)
È questo il tema della terza edizione di Medi@tando, convention nazionale sulla media education, che si terrà a Bellaria Igea Marina dal 30 novembre al 2 dicembre 2006. La Jacquinot sarà con noi per discutere e approfondire le pratiche mediali dei giovani al fine di ripensare alcune metodologie della media education.
Attraverso la pluralità e molteplicità di idee, attori e necessità che fanno vivere la media education oggi, in Italia, cercheremo di capire se è possibile proporre un nuovo paradigma per l’educazione ai media. Le ultime generazioni si stanno impossessando rapidamente dei nuovi mezzi, stanno elaborando nuovi codici, e occorre pertanto osservare attentamente, mettersi in ascolto, predisporsi a cogliere questa espressività frutto di percorsi autonomi e autodidatti, difficilmente intercettata dalla media education che fino ad oggi abbiamo proposto.
Pensiamo e proponiamo che le esperienze di media education con ragazzi stranieri, con studenti border-line o con alunni disabili, possano essere portatrici di un nuovo paradigma fondamentale ad impostare il lavoro. Sono questi progetti e laboratori ad aver obbligato i tanti media educator italiani a mettere al centro le pratiche mediali di questi ragazzi e le loro appropriazioni. Più che in altri casi e contesti. Quando alcuni codici espressivi e comunicativi mancano (ad esempio, per difficoltà dell’uso della lingua, dovuta a tante ragioni), altri codici diventano fondamentali (ad esempio, l’immagine, la musica, il segno grafico). Proponiamo di spostare il focus da una conoscenza dei mezzi per un uso critico degli strumenti (sicuramente necessaria, indispensabile e irrinunciabile) ad una conoscenza dei ragazzi che usano i media in maniera sempre più convergente e cross-mediale.
Chiederemo ai relatori italiani e stranieri di riflettere con noi su questa proposta lasciandoci guidare in ricerche e progetti che arrivano da Olanda, Finlandia, Francia, Belgio, Germania.
Saranno presenti le associazioni che hanno fatto la storia dell’educazione ai media in Italia: dal Med (che patrocina la biennale Medi@tando) al CIAS, alle nuove reti che stanno nascendo, come quella promossa dalle Province di Rimini e Roma che coinvolgerà le amministrazioni pubbliche. Ci saranno le organizzazioni non governative per riflettere sugli spazi che l’educazione ai media può creare per facilitare l’incontro tra culture. Le tante culture: da quelle migranti a quelle della disabilità che possono trovare, con la media education, nuove modalità di racconto. Una serata sarà dedicata a questa tematica. Ci saranno i media educator, persone che su questa sfida spendono tanta parte delle proprie energie. A loro verrà chiesto di riflettere insieme a docenti e attraverso progetti europei, sugli strumenti didattici della media education. Per poter rendere sempre più concreto un percorso di scoperta, conoscenza e consapevolezza dei mezzi di comunicazione attraverso strumenti educativi e supporti alla didattica.
Scrive infatti Pier Cesare Rivoltella: “una ricerca ancora tutta da fare è quella relativa ai materiali didattici, ai quaderni operativi, alla manualistica scolastica” .
Ci saranno anche educatori e insegnanti che vorrebbero avvicinarsi a questi temi, ma non ne hanno ancora avuto l’opportunità: attraverso i seminari e i laboratori, esperti da tutta Italia li aiuteranno a muovere i primi passi nella media education.
Il premio Alberto Manzi giunge alla seconda edizione e continua la sua opera di valorizzazione del maestro premiando i migliori progetti di comunicazione educativa, grazie al lavoro dell’Università di Bologna – Centro Alberto Manzi, della Rai e della Regione Emilia Romagna.
La tavola rotonda finale avrà invece come protagonisti gli operatori dei mass media per poter dialogare con chi, dall’altra parte dello schermo, può fare media education con noi.
Ad ogni partecipante verrà chiesto il contributo di un’esperienza o un progetto, una ricerca o un percorso, all’interno dei workshop, dei seminari e dei laboratori.
Medi@tando vive di poche risorse economiche, ma di tante passioni. Come la tua.
E’ una iniziativa del Centro Zaffiria