“Rivoli non è zona sismica. Il liceo Darwin di Rivoli non è fatiscente. L’Italia è un paese moderno. Eppure una famiglia viene colpita dalla tragedia più grande; eppure un ragazzo muore nel posto che i suoi genitori considerano il più sicuro. Non ci sono parole per esprimere il cordoglio e la rabbia che ognuno di noi prova in questo momento e siamo certi di parlare a nome di tutto il consiglio provinciale nell’esprimere una profonda solidarietà e vicinanza alla famiglia di Vito.
In Italia le tragedie innescano una girandola di interrogativi ed esternazioni, poi si comincia a ragionare su ciò che andrebbe fatto per prevenire nuove disgrazie. Invece, la sicurezza dei luoghi dove i nostri ragazzi trascorrono molta parte del loro tempo dovrebbe essere, sempre, la prima preoccupazione di qualunque amministratore. L’edificio che ospita una scuola necessita di un controllo costante, di monitoraggio dell’invecchiamento delle strutture, rimozione di ogni pericolo, inserimento dei materiali più moderni, di igiene e sicurezza degli ambienti, degli strumenti adeguati a prevenire e gestire eventuali emergenze. Tutti aspetti che non riguardano l’istruzione e la didattica ma che sono altrettanto importanti della preparazione degli insegnanti e di una programmazione coerente.
Questa amministrazione investe ogni anno 400 mila euro per la manutenzione ordinaria e altri 400 mila per la manutenzione straordinaria delle scuole di sua competenza. Abbiamo investito nel corso del mandato circa 4 milioni di euro: il 70 per cento di queste risorse sono state stanziate direttamente dalla Provincia, e ciò significa che su questo tema la nostra attenzione non è mai venuta meno. Gli interventi che abbiamo programmato in ambito di edilizia scolastica hanno privilegiato la sicurezza degli edifici. Il problema che più di ogni altro necessitava di un rimedio era la presenza delle coperture in amianto nelle scuole superiori, un materiale nocivo dal quale dobbiamo tenere lontani i ragazzi. Oggi quel materiale è sparito da tutte le scuole. Gli altri lavori a cui abbiamo dato priorità riguardano l’adeguamento alle norme di sicurezza e l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Crediamo che la strategia degli interventi e i risultati ottenuti siano un segno di eccellenza del lavoro svolto. Lo si può verificare visitando le scuole locali, che, per citare un risultato ufficiale, si sono classificate al terzo posto in Italia per la qualità dei livelli di istruzione, la gestione del personale, le dotazioni didattiche e informatiche, per le politiche finanziarie virtuose degli enti locali e la buona funzionalità dei servizi e degli edifici. Lo dice il Rapporto sulla qualità nella scuola realizzato da Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti; la graduatoria è stata stilata in base a 152 indicatori tratti dalle rilevazioni ufficiali del Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Istat, del Ministero dell’Interno, della Ragioneria Generale dello Stato.
Ma questo è un percorso, non un arrivo; è un lavoro quotidiano, non un dato sul quale gongolare: testimonia un impegno ma non è sufficiente. Perché il nostro compito è di continuare a vigilare e scoprire cosa è possibile migliorare, quali nuovi problemi si presentano, quali criticità impediscono di realizzare pienamente quel diritto allo studio che è nostro dovere garantire.
Non possiamo incolpare nessuno per il crollo che ha investito Vito. Non possiamo guardare in faccia l’assassino, additarlo pubblicamente. Perché la realtà è anche peggio: siamo tutti responsabili. E in questo strano Paese dove tutti non facciamo che ripetere quanto sono belli bravi e intelligenti i nostri figli ci dimentichiamo di loro continuamente. Mettiamo a loro disposizione i più moderni ritrovati elettronici perché si esprimano poi non li ascoltiamo, gli diamo i mezzi necessari a divertirsi e non ci accorgiamo che sono tristi, controlliamo cosa hanno addosso ma non cosa hanno dentro, li proteggiamo con le parole e nei fatti li lasciamo al loro destino.
Siamo tutti responsabili. E la nostra categoria, quella degli amministratori locali, si deve sentire anche più responsabile. Perché spetta a noi il compito di prevenire episodi come quello di Rivoli. Spetta a noi creare le condizioni perché un episodio come quello non rientri nemmeno nelle nostre preoccupazioni di cittadini, di studenti, di genitori. Secondo alcune statistiche 6 scuole italiane su 10 sarebbero a rischio. Lo scorso anno nelle scuole italiane ci sono stati 13mila incidenti con oltre 90 mila feriti. Com’è possibile tutto questo? Sono numeri impressionanti, assurdi, indegni di un Paese civile.
L’attenzione di questa Provincia alla sicurezza dei nostri ragazzi all’interno della scuola è stata costante, puntuale. Sappiamo che molti giovani biellesi sono rimasti scossi da quanto è avvenuto a Rivoli. Vorremmo aggiungere che noi non smetteremo di essere attenti alle condizioni degli edifici e degli ambienti scolastici e che, proprio come abbiamo fatto fino a oggi, vigileremo quotidianamente sulla loro sicurezza, con la collaborazione degli insegnanti e degli studenti stessi.
Una frase impressa su uno striscione dai compagni di scuola di Vito ritrae con sconsolante precisione la realtà che offriamo ai nostri ragazzi. È al suo significato che tutti dovremmo pensare prima di dimenticare tutto quanto e lasciare che le cose continuino come prima, come sempre: “Come facciamo a crepare in fabbrica se ci ammazzate prima?”.
È un paradosso, ma ai ragazzi chiediamo di perdonare il cinismo che a volte percepiscono nelle istituzioni e di continuare a credere nel futuro”.
Redattore: Anna Fazzari e Claudio Marampon