L’Unione delle Province d’Italia ribadisce la necessità che il Parlamento approvi una legge che dia attuazione all’articolo 118, terzo comma, della Costituzione, per coordinare le norme in materia di ordine pubblico, sicurezza e polizia locale, in aderenza a quanto sostenuto più volte, anche nelle scorse legislature, e sulla base del lavoro svolto dalla Consulta della polizia provinciale.
A questo fine, occorre prendere in considerazione il contenuto della proposta di legge elaborata congiuntamente da ANCI, UPI e Conferenza delle Regioni. Questa proposta è stata ripresa e aggiornata dai disegni di legge n. 272, n. 760 e, infine, dal disegno di legge n. 344, che ha tenuto conto dalle proposte del gruppo di lavoro appositamente costituito presso il Ministero dell’Interno nell’anno 2007, nonché delle proposte del Forum per la sicurezza urbana del 5/10/2007.
Un intervento legislativo sistematico su questa materia complessa è oggi ancor più motivato e urgente se si considera l’evoluzione in atto dell’attività della polizia municipale e provinciale che deriva dalle recenti modifiche normative sulle ordinanza dei sindaci e dai “Patti per la sicurezza” che sono stati stipulati in diverse realtà territoriali.
L’Unione delle Province d’Italia ritiene che l’argomento della riforma della polizia locale, municipale e provinciale, debba essere affrontato nella sua completezza, attraverso modifiche da apportare alla legge 65/86, ponendo attenzione alla centralità delle città e delle province sulla questione della sicurezza dei cittadini. Occorre, infatti, ribadire che l’organizzazione, l’attività, le dotazioni, l’armamento degli operatori di polizia locale restino subordinate alla normativa ed ai regolamenti dell’ente di appartenenza.
Per questi motivi non si ritiene utile una modifica al D.Lgs. 165/2001 che preveda l’eventuale inserimento degli addetti alla polizia locale nel comparto sicurezza. A tale riguardo si ribadisce l’assoluta necessità che il personale della polizia locale trovi una specifica regolamentazione nell’ambito del contratto del comparto Autonomie locali, all’interno del quale devono essere affrontate in maniera esaustiva le specificità del ruolo e dei compiti della polizia locale, anche dal punto di vista assicurativo e previdenziale, sulla base delle nuove disposizioni di legge che auspichiamo vengano approvate dal Parlamento.
L’Unione delle Province d’Italia ritiene fondamentale prevedere disposizioni che prevedano il riconoscimento delle funzioni di polizia locale come funzioni fondamentali dei Comuni e delle Province, definiscano più puntualmente le competenze e le qualifiche degli operatori di polizia locale e consentano di rendere più funzionale l’attività delle polizie locali. In tale ambito si evidenziano quelle relative al superamento del limite della temporalità e della territorialità della permanenza della qualifica di P.G. degli addetti alla polizia locale, o quelle relative alla possibilità di accedere alle banche dati del Ministero dell’Interno e della Motorizzazione civile, previste dall’art. 9 della legge 121/81.
Proprio al fine di rendere chiare ed evidenti le funzioni oggi svolte dalle polizie locali, anche in considerazione delle recenti modifiche legislative intervenute in materia di sicurezza, l’Unione delle Province d’Italia esprime infine la sua contrarietà all’attribuzione di competenze specifiche di polizia locale a soggetti interni alle amministrazioni che non possiedano le necessarie qualifiche o a soggetti esterni (privati e/o volontari).
L’Unione Province Italiane auspica che, con questi suggerimenti, si possa giungere al predisposizione di un disegno di legge unificato, tra le proposte contenute nei disegni di legge n. 272, n. 344 e n. 760, per favorire anche un confronto con il Governo su una proposta di legge organica che accompagni i provvedimenti relativi alla nuova Carta delle autonomie locali.