La Provincia di Taranto è riuscita a rispettare il Patto di stabilità interno, cioè la definizione delle regole fissate dal Governo per assicurare la buona e sana amministrazione economica e finanziaria degli enti locali, anche nell’annualità 2009. Uno straordinario risultato che la conferma ente virtuoso nell’ambito del panorama nazionale.
“Il rispetto del patto di stabilità in un Paese normale – ha dichiarato l’assessore Mancarelli- sarebbe un evento naturale. Ma in Italia, per le amministrazioni, il rispetto di queste regole è difficile come vincere al Superenalotto, perché il patto è in realtà un gioco aleatorio, o addirittura impossibile in determinate situazioni. Soprattutto se i parametri vengono modificati a partita iniziata, come è avvenuto nel corso di quest’anno.
Per consentire questo straordinario risultato abbiamo già nell’ottobre 2009 approvato in Giunta un provvedimento che dichiarasse quale obiettivo programmatico il raggiungimento del patto mediante un atto di indirizzo preciso e rigoroso.
Ad ottobre lo scostamento rispetto al raggiungimento dell’obiettivo era pari ad € 4.360.385 e quindi si è inteso dare mandato all’assessorato al Bilancio di monitorare e dare gli indirizzi del caso e specificatamente:
1. Sospendere gli impegni per spese correnti non obbligatorie e limite agli impegni alle sole spese obbligatorie per legge o necessarie;
2. Velocizzazione delle procedure di accertamento delle entrate correnti e soprattutto sollecitazione ai settori competenti per l’incasso delle somme in conto capitale previste in sede di determinazione degli obiettivi programmatici;
3. Sospensione dei pagamenti in conto capitale facilitando comunque il ricorso alla certificazione del credito secondo le previsioni del decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 19.05.2009.
Questa deliberazione ha affidato all’assessorato al Bilancio il compito di coordinare l’attuazione degli indirizzi riferendo periodicamente in Giunta.
“Lo sforamento avrebbe comportato una serie di sanzioni: divieto di assunzione, riduzione dei trasferimenti erariali, divieto di stipulare mutui per la costruzione di opere pubbliche, nonché divieto nell’indebitamento con ovvio strangolamento dell’intera economia provinciale per tutto l’anno 2010.
Il patto è stato centrato con un saldo finanziario obiettivo in termini di competenza mista obiettivo esercizio 2009 € 3.112.000
Saldo effettivo al 31 12 2009 € 3.214.000 scostamento positivo di € 102.000
LE REGOLE DEL PATTO DI STABILITÀ E LA PERFORMANCE DELLA PROVINCIA DI TARANTO NEL 2009
Il Patto di Stabilità Interno nasce dall’esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti e condivisi a livello europeo in seno al “Patto di stabilità e crescita”, e specificamente nel trattato di Maastricht (Indebitamento netto della Pubblica Amministrazione/P.I.L. inferiore al 3% e rapporto Debito pubblico delle AA.PP./P.I.L. convergente verso il 60%) .
L’indebitamento netto della Pubblica Amministrazione costituisce, quindi, il parametro principale da controllare ai fini del rispetto dei criteri di convergenza, e la causa di formazione dello stock del debito.
L’indebitamento netto è definito come il saldo fra entrate e spese finali, al netto delle operazioni finanziarie (riscossione e concessioni crediti, partecipazioni e conferimenti, anticipazioni) desunte dal conto economico della P.A., preparato dall’ISTAT .
Un obiettivo primario delle regole fiscali che costituiscono il Patto di Stabilità interno è proprio il controllo dell’indebitamento netto degli enti territoriali (regioni ed enti locali).
Il Patto di Stabilità e Crescita ha fissato dunque i confini, in termini di programmazione, risultati e azioni di risanamento, all’interno dei quali i Paesi membri possono muoversi autonomamente. Nel corso degli anni ciascuno dei Paesi membri della UE ha implementato internamente il Patto di Stabilità e Crescita seguendo criteri e regole proprie, in accordo con la normativa interna inerente alla gestione delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.
Dal 1999 ad oggi l’Italia ha formulato il proprio Patto di Stabilità Interno esprimendo gli obiettivi programmatici per gli enti territoriali ed i corrispondenti risultati ogni anno in modi differenti, alternando diverse configurazioni di saldi finanziari a misure sulla spesa per poi tornare agli stessi saldi e, oggi, ad una nuova modalità di calcolo: la competenza mista.
Il modificarsi continuo delle modalità annuali di definizione degli obiettivi programmatici non ha reso facile, per gli enti locali, perseguire una seria attività di programmazione pluriennale.
Anche per il 2009, quindi, si è assistito ad una modifica nelle modalità di calcolo dell’obiettivo programmatico stabilito per ciascun Ente ai fini del rispetto del Patto di Stabilità Interno 2009.
Dal 2009 vige, infatti, il metodo della “competenza mista”:
• per la parte corrente, sono presi in considerazione gli “Accertamenti” per le Entrate e gli “Impegni” per la Spesa;
• per la parte d’investimento, le “Riscossioni” per le Entrate ed i “Pagamenti” per la Spesa;
Tale modalità di calcolo ha determinato non pochi problemi di bilancio in tutti gli Enti.
Infatti, come noto, l’attività degli Enti risulta essere caratterizzata e indirizzata, in particolare per la parte attinente gli investimenti, da una gestione dei “residui passivi” che attengono ad obbligazioni giuridiche perfezionatesi nelle annualità precedenti in virtù di Piani delle Opere Pubbliche approvati in occasione di precedenti bilanci.
L’opera pubblica, secondo l’Osservatorio dei LL.PP., necessita di almeno 4 anni per la sua realizzazione. Le opere inserite nella prima annualità di riferimento del Piano delle OO.PP. trovano la loro cantierizzazione nella seconda o terza annualità, attraverso il pagamento dei diversi “stati di avanzamento”.
Orbene, le attuali regole del patto di stabilità 2009 impongono serie limitazioni ai pagamenti di tali spese. L’Ente, infatti, è chiamato a ridurre e/o sospendere i pagamenti di “stati di avanzamento” già maturati a seguito di prestazioni ed opere realizzate, autorizzate e “finanziate” con i bilanci precedenti. Il mancato pagamento di tali prestazioni determinerebbe, però, una immediata e seria ricaduta sull’equilibrio finanziario complessivo dell’Ente e sull’intera collettività amministrata.
Alla luce di tali problematiche, in effetti, il Governo nel mese di luglio, a fronte dei rilievi rappresentati dall’Upi e dagli altri Enti, ha ritenuto di rivedere “in corso d’opera” le regole stabilite per il 2009, consentendo a ciascun Ente di migliorare la soglia dei propri pagamenti di una percentuale pari al 4% dell’ammontare complessivo dei residui passivi risultanti al consuntivo 2007 (da precisare come in Parlamento fosse stato proposto, a fronte di una iniziale percentuale pari al 2,7%, una percentuale del 10%. Si è poi mediato per il 4%).
Tale percentuale ha determinato, per la Provincia di Taranto, la possibilità di innalzare il proprio limite nei pagamenti di circa 5,7 milioni di euro, rimediando in parte ad una situazione rivelatisi drammatica già nel mese di giugno 2009,
Al riguardo è da evidenziarsi come, per la Provincia di Taranto, il trend storico dei pagamenti della spesa d’investimento (lavori pubblici) negli ultimi anni si sia assestato sui 23 milioni annuali.
Alla luce di tale situazione, volendo in ogni caso rispettare il patto di stabilità 2009, ci si è trovati nuovamente sul finire del 2009 dinanzi alla necessità di disporre la sospensione immediata di tutti i pagamenti attinenti il Titolo II della spesa d’investimento sino al 31 dicembre 2009.
La sospensione immediata dei pagamenti di quanto maturato nei confronti delle ditte esecutrici i lavori pubblici avrebbe determinato sia la revoca degli investimenti finanziati da programmi europei sino ad allora concessi, a seguito di mancata rendicontazione contabile, con restituzione di quanto già erogato a tal titolo nei confronti dell’ Ente e conseguente danno per le casse comunali; sia il maturare di interessi e contenziosi nei confronti delle medesime ditte creditrici; sia, infine, dirette ripercussioni sull’intera economia locale, già gravemente provata dalla difficile congiuntura economica. Tale operazione, condotta dalla Direzione della Ragioneria su impulso dell’Assessorato al Bilancio, ha permesso di raggiungere un risultato del tutto insperato e di notevole portata: il rispetto del Patto di Stabilità anche per l’annualità 2009.
Sono così state scongiurate le pesanti sanzioni che altrimenti si sarebbero dovute applicare sul Bilancio di Previsione 2010,e che di seguito si riepilogano:
• “riduzione massima del 5% dei trasferimenti”;
• “riduzione del 30% delle indennità agli amministratori”;
• “divieto di assunzioni a qualsiasi titolo”;
• “divieto di procedere ad indebitamento”;
• “tetto agli impegni di spesa corrente”
Tali sanzioni avrebbero potuto significare anche un taglio di spesa di circa 750 mila euro nel Bilancio, con conseguenze drammatiche per l’intera collettività amministrata. Ringraziamento alle aziende e agricoltori che hanno dovuto pazientare in attesa di raggiungere l’insperato risultato ed evitare ulteriori drammatiche sanzioni.
Redattore: Ufficio stampa Provincia di Taranto