Il 23 giugno i Presidenti di Provincia, gli Assessori e i Consiglieri provinciali si mobiliteranno a Roma al fianco dei Sindaci per contestare i tagli imposti ai bilanci degli Enti locali dalla manovra finanziaria.
Lo ha deciso oggi il Consiglio Direttivo dell’Upi, riunito a Treviso per discutere di federalismo fiscale e manovra finanziaria in occasione del Convegno “Le Province e la sfida del federalismo: autonomia e responsabilità”. “Non vogliamo tirarci indietro – dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione – ci rendiamo conto che c’è bisogno di fare la nostra parte per contribuire al risanamento del Paese. Ma la manovra, per come è stata definita oggi, è troppo squilibrata nei tagli tra Stato e Autonomie locali. Ai Ministeri si tagliano 3 miliardi e 5 milioni di euro: a Regioni, Province e Comuni si tagliano 14 miliardi e 800 milioni di euro.” Tagli, ricordano gli amministratori provinciali, che andranno a colpire il livello dei servizi ai cittadini il che, per quanto riguarda le Province, comporta il blocco degli investimenti in sicurezza stradale, manutenzione degli edifici scolastici, difesa del paesaggio e interventi di contrasto al dissesto idrogeologico. “L’assurdo – aggiunge Castiglione – è che secondo le analisi che abbiamo fatto come Upi, le Province hanno 2 miliardi e 600 milioni di euro di residui passivi che potrebbero essere messi in campo per gli investimenti, ma i vincoli imposti dalla manovra finanziaria ci permetteranno di utilizzarne solo lo 0,78%. E’ impensabile che in un momento di crisi economica non ci sia permesso di sostenere la ripresa liberando tutte queste risorse. Per questo – aggiunge Castiglione – abbiamo deciso di mobilitarci, insieme all’Anci, per chiedere che siano accolte le nostre proposte di modifica”. Le Province – si legge nell’ordine del giorno votato all’unanimità, che annuncia la mobilitazione – chiedono una manovra che sia sostenibile, ridotta nell’importo complessivo e soprattutto riconsiderata all’interno del patto di stabilità interno; chiedono dunque che si ridefiniscano le regole del patto di stabilità interno per gli anni 2011-2013, attraverso l’individuazione di una nuova base di calcolo, nuovi coefficienti ed una nuova ripartizione dell’onere della manovra su tutti gli enti, salvaguardando gli investimenti per i delicati settori dell’edilizia scolastica, viabilità e dissesto idrogeologico. Chiedono sia tutelata “l’autonomia finanziaria ed organizzativa, in relazione ai singoli tagli imposti a singole voci di spesa, che sono di fatto lesivi dell’autonomia dell’ente nonché penalizzanti in maniera indifferente rispetto a quegli enti che nell’anno 2009 hanno già significativamente ridotto le medesime voci di bilancio”.
Il Consiglio Direttivo chiede che siano individuati criteri che possano premiare gli enti virtuosi e sanzionare gli enti non virtuosi prendendo a riferimento il livello di indebitamento, il rispetto del patto di stabilità, le spese di personale, rigidità di bilancio. Le Province chiedono inoltre che sia garantito, in sede di attuazione del federalismo fiscale, il livello di finanziamento attuale, rispetto al quale si dovrà costruire l’autonomia finanziaria degli enti.
“Una manovra che penalizza le province e gli enti locali è una manovra antifederalista che abbassa il livello dei servizi ai cittadini e alle imprese da parte di comuni e province. Il taglio ai trasferimenti per le province, così come previsto nel decreto legge 78 è iniquo e determina effetti regressivi sui bilanci degli enti locali. Quello che i cittadini e le imprese ci chiedono è di liberare risorse per lo sviluppo e l’occupazione, questi sono i motivi per cui i presidenti di provincia staranno accanto ai sindaci nella mobilitazione prevista a Roma per mercoledì 23 giugno”. È quanto ha dichiarato Antonio Saitta Vicepresidente dell’UPI e presidente della Provincia di Torino al convegno “Le Province e la sfida del federalismo, autonomia e responsabilità” svoltosi oggi nella sede della Provincia di Treviso.
“Le Province nel 2009 hanno rispettato il patto di stabilità – ha detto Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso e presidente dell’Upi Veneto – Anzi, abbiamo migliorato 275 milioni di euro il limite imposto dal Governo, contribuendo alla perequazione nazionale. Ci sono Province del Veneto che non ricevono da tempo trasferimenti dallo stato. Chiedere un sacrificio su quello che non arriva sarebbe davvero assurdo”.
In allegato, l’ordine del giorno approvato dal Consiglio Direttivo Upi il 18 giugno a Treviso.
Redattore: Barbara Perluigi