Dibattito sull’abolizione delle Province
Il Presidente della Provincia della Spezia Marino Fiasella risponde a Susanna Camusso: “Il costo delle Province è la pagliuzza rispetto alla trave dell’evasione fiscale, vero ‘cancro’ di questo Paese”
Marino Fiasella, Presidente della Provincia della Spezia e dell’URPL (Unione delle Province Liguri) e membro del Direttivo dell’UPI, risponde alla segretaria generale della Cgil Susanna Camusso che ha recentemente rilasciato al quotidiano “La Stampa” una dichiarazione sulla possibile abolizione delle Province.
“Susanna Camusso – dice Fiasella – ha dichiarato in una intervista al quotidiano “La Stampa” di essere disponibile a ragionare sull’abolizione delle Province se si trova il modo di attribuire in maniera funzionale i compiti “non irrilevanti” da esse ad oggi svolti. Mi sembra però che continuare ad alimentare il dibattito sull’abolizione delle Province senza dare rilievo non solo all’importante ruolo di presidio territoriale che esse svolgono ma anche su quanto poco esse incidano sulla spesa pubblica in termini di costi, sia inaccettabile. Che la spesa pubblica in Italia debba essere necessariamente ridimensionata è incontestabile nella stessa misura in cui è inconfutabile il fatto che, conti alla mano, il costo delle Province incide in maniera risibile su di essa. Questi sono i dati: a fronte di una spesa pubblica di 815 miliardi di euro, la spesa per le Province è di 12 miliardi, l’1,5 % del totale. La parte “politica” delle Province costa 113 milioni di euro: l’1% di una spesa che è già a sua volta l’1,5% della spesa pubblica totale. Credo quindi che il taglio di un Ente che costa così poco ai cittadini non possa davvero rappresentare una risposta decisiva alla necessaria razionalizzazione delle spese. Proprio Susanna Camusso faceva riferimento ad una delle tante mansioni importanti svolte dalle Province ovvero quella legata ai Centri per l’Impiego, evoluzione dei vecchi Uffici di Collocamento, che nel corso degli anni si sono migliorati e nei momenti di profonda crisi economica come quella che stiamo attraversando svolgono l’insostituibile ruolo di ammortizzatori sociali sui territori. Le Province svolgono poi altre funzioni essenziali: gestiscono ad esempio 125.000 km di strade, pari all’84% della rete stradale nazionale, oltre 5000 edifici scolastici, 3600 palestre, hanno competenze in materia di urbanistica, difesa del suolo e Protezione Civile. L’abolizione delle Province oltre che non risolvere il problema dei costi pubblici significherebbe quindi tagliare importanti servizi al cittadino ed al territorio.
Se davvero vogliamo affrontare il problema del taglio dei costi e del ridimensionamento del debito pubblico perché non ragioniamo seriamente sull’anomalia italiana relativa all’evasione fiscale? Il fisco italiano incassa solo il 10% dell’evasione accertata contro il 94% degli USA, il 91% dell’Inghilterra, l’87% della Francia e l’81% della Spagna. Occorre migliorare i meccanismi di riscossione che potrebbero avere un’immediata produzione sul gettito evitando manovre economiche fantasiose all’italica maniera come quelle che prevedono la soppressione delle Province, con il rischio che si taglino non spese ma servizi ai cittadini e lavoro a chi paga le tasse. L’evasione fiscale è la vera priorità del Paese e rappresenta un problema che ha bisogno di risposte serie e risolutive. Per questo motivo faccio un appello a tutti i Presidenti delle Province affinché proprio da loro nasca la proposta di un patto nuovo tra Governo, Istituzioni, Enti Locali, Sindacati e classe politica che elabori una soluzione corale allo scandalo dell’evasione che ha raggiunto livelli inaccettabili per un Paese civile. Tutti insieme abbiamo il dovere morale di curare questo “cancro”, nel rispetto e nella tutela di quei lavoratori, compresi i 61.000 dipendenti delle Province, che pagano per intero le tasse. Mi sembra invece che continuare a proporre l’abolizione delle Province ogni qual volta si affronta il giusto tema dei tagli alla spesa pubblica sia fare solo demagogia, mi sembra che si dia evidenza solo alla pagliuzza dei costi ridicoli di questi Enti e non si voglia guardare la trave dell’evasione fiscale. Un Paese che non affronta il problema dell’evasione fiscale è un Paese in cui faccio fatica a riconoscermi.”