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PROVINCE, L’UFFICIO DI PRESIDENZA UPI: PROPOSTA INUTILE E DEMAGOGICA

"Il Governo non ha voluto ascoltarci. Pronti alla mobilitazione per fare ascoltare le nostre ragioni in Parlamento"

Istituzioni e Riforme    8/09/2011

“In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia il governo cancella le Province”: ha esordito così il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, nella conferenza stampa di questa mattina non risparmiando le polemiche al Governo per il disegno di legge costituzionale di soppressione delle Province approvato oggi dal Consiglio dei ministri. “Questo è un atto molto grave – ha detto Castiglione – anche perchè si è scelto di non intaccare gli enti strumentali che, con i 25 mila posti nei vari consigli di amministrazione, costano circa 7 miliardi di euro”.

“Noi – ha annunciato Castiglione – trasferiremo questa battaglia in Parlamento, certi di trovare ascolto. Del resto, la nostra non è una difesa d’ufficio delle Province: abbiamo presentato una proposta di accorpamento ma il governo ha deciso di scegliere la strada dell’abolizione, che oggi ‘fa tendenza’. Io credo però che i cittadini siano più maturi, che vogliano servizi di qualità e sanno che la Provincia assicura tutto questo”.

“Il testo approvato oggi – ha aggiunto il Presidente del Consiglio direttivo dell’Upi, Fabio Melilli – sancisce la sovranità delle Regioni sullo Stato, perchè – ha fatto notare Melilli – all’art. 7  si dice che lo Stato, con propria legge, provvede a razionalizzare la presenza dei propri organi periferici, adeguandola alla determinazione delle leggi regionali adottate ai sensi del comma 1 della presente legge costituzionale.  Un fatto questo – commenta Melilli – mai accaduto finora. Il Governo oggi – ha aggiunto – ha scelto non di abolire le province ma di cambiare loro il nome. Le Province passeranno dalle attuali 108 a un numero molto più alto: si creeranno tra le 150 e le 250 associazioni di comuni che gestiranno le funzione che un tempo erano delle Province. Ci avviamo, insomma, a costruire in Italia un ‘modello Sardegna”.  Melilli ha poi lanciato una provocazione “Succederanno cose divertenti nei prossimi mesi – ha detto –  per esempio un presidente di Provincia potrebbe decidere di dimettersi presto, per farsi rieleggere e durare quindi fino al 2017.

Secondo  il Vice Presidente Vicario dell’Upi,  Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino, ” questo ddl costituzionale parte da un inganno: dall’idea, cioé, che sopprimendo le province si risparmiano 12 miliardi. I 12 miliardi – spiega Saitta – sono quanto viene speso dalle Province per gestire i servizi che devono essere comunque erogati. Il provvedimento approvato oggi non porterà a una riduzione ma a un aumento della spesa: le Province hanno 60.000 dipendenti che, se passeranno alle Regioni, costeranno circa 600 milioni in più. Temiamo, inoltre, che le risorse che un tempo le Province spendevano per strade e servizi possano essere assorbite dal buco della sanità

“Io sono il Presidente di una Provincia istituita nel 2004 e diventata operativa nel 2009” ha detto Fabrizio Cesetti , Presidente della Provincia di Fermo, sottolineando la contraddizione di aver creato delle nuove Province in tempi recenti per poi abolirle.  “E’ un provvedimento gravissimo sotto il profilo istituzionale – ha aggiunto – Quanto a me – ha concluso conclude – sono in grado di dimostrare, con numeri inoppugnabili, che due Province amministrate bene costano meno di una sola”.

Molto duro il commento del Presidente dell’Upi Veneto, Leonardo Muraro “C’é poco da girarci intorno – ha detto –  l’abolizione delle Province è una sconfitta anche della Lega. Politicamente la considero una sconfitta del federalismo, cioé del principio sempre sostenuto in primis dalla Lega secondo il quale il governo del territorio va svolto il più vicino possibile al territorio stesso. Così invece alle province venete vengono rubate risorse proprie che vengono mandate a Roma o a Venezia”. Muraro è irritato in particolare per il cambiamento di impostazione della manovra rispetto alle rassicurazioni che sostiene di aver ricevuto pochi giorni fa dai ministri Roberto Calderoli e Roberto Maroni, secondo le quali i nuovi enti che avrebbero sostituito le province sarebbero rimasti a carattere elettivo. “Invece – rileva – con il testo licenziato oggi diventiamo vassalli della Regione”. Muraro si è soffermato quindi sul carattere “demagogico” della misura. “Si neutralizza l’unica traccia di federalismo – spiega – per dare una pillola alla gente che ha il mal di pancia contro i costi della politica, quando sono stati tolti dalla manovra la riduzione dei parlamentari, la loro incompatibilità con la carica di sindaco ed i tagli alle indennità”. “Le Province tutte insieme – ricorda Muraro – costano come dieci anni di pensione di un funzionario della Regione Sicilia di cui si è scritto pochi giorni fa sui quotidiani”.

 



Redattore: Redazione
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