Allentare la stretta sui tagli alle Province, per evitare il dissesto degli enti e lo sfondamento del patto di stabilità e dare il via agli accorpamenti assicurando vere funzioni alle nuove Province .
Queste le principali richieste di emendamenti alla spending review che l’Upi ha presentato al Parlamento.
Per quanto riguarda le norme finanziarie negli emendamenti l’Upi ribadisce l’impossibilità per le Province di sostenere i tagli loro assegnati. “Il taglio di 500 milioni per il 2012 e di 1 miliardo per il 2013 sul fondo sperimentale di riequilibrio delle Province è assolutamente insostenibile – spiega Castiglione. “Un impatto così forte – aggiunge – porta di fatto gli enti al dissesto e allo sforamento del patto di stabilità interno, perché la norma interviene quando la programmazione dei bilanci è già più che avanzata”. A questo proposito, lunedì 23 luglio (ore 12,30 Piazza Cardelli 4 – Roma) l’Upi terrà una Conferenza stampa, per illustrare nel dettaglio l’impatto dei tagli sui bilanci delle Province e sui servizi essenziali nei singoli territori.
Per quanto riguarda invece le norme ordinamentali della spending review, che introducono la riforma delle Province attraverso gli accorpamenti, gli emendamenti dell’Upi sono mirati a consentire la maggiore partecipazione possibile dei territori, a partire dalle Regioni, nel processo di ridefinizione dei territori.
“Chiediamo al Governo – sottolinea il Presidente Castiglione – di procedere, nel Consiglio dei Ministri di domani, all’approvazione della delibera che definirà i nuovi parametri per ridisegnare le Province. Il processo ormai è avviato e senza la delibera si rischia di scatenare inutili discussioni. C’è bisogno però di modificare le norme per potere assicurare una procedura che porti alla istituzione delle nuove Province tenendo conto della volontà dei territori come espressa dai Consigli regionali delle autonomie locali e dei pareri delle Regioni, secondo le indicazioni contenute nell’articolo 133 della Costituzione”.
Resta poi ferma per l’Upi la necessità di assicurare alle nuove Province funzioni di area vasta, che non potrebbero essere esercitate dai Comuni. Così, accanto a quelle previste dalla spending, negli emendamenti si chiede di aggiungere: la programmazione dell’offerta formativa e la gestione dell’edilizia scolastica delle scuole secondarie di secondo grado; l’organizzazione e la gestione dei servizi per l’impiego e le politiche per il lavoro; l’organizzazione e la gestione delle attività di formazione professionale; la gestione integrata degli interventi di difesa del suolo.
“Ribadiamo – sottolinea Castiglione – l’importanza delle funzioni relative all’istruzione e all’edilizia scolastica delle scuole superiori: le Province oggi gestiscono oltre 5000 edifici di istituti scolastici di scuola secondaria con una spesa annua di circa 1,5 miliardi di euro. Il trasferimento di queste funzioni dalle Province ai Comuni pone in seria difficoltà il funzionamento di un servizio essenziale per il Paese come quello relativo all’istruzione secondaria superiore, con gravi ripercussioni sugli studenti e sulle famiglie”.
Per quanto riguarda l’istituzione delle Città metropolitane, l’Upi chiede di emendare il testo allineando la data di soppressione delle Province alla scadenza dei mandati elettivi degli organi di governo attuali, e di prevedere per il Sindaco metropolitano una legittimazione popolare che assicuri forza all’azione di governo”.
Redattore: Barbara Perluigi