La difficile situazione finanziaria delle Province piemontesi, le incognite sul riordino delle funzioni loro assegnate, il futuro della Città Metropolitana di Torino, che erediterà dal 1° gennaio 2015 funzioni e attribuzioni di quella che fu la prima Provincia italiana (istituita nel 1859); ma soprattutto il destino di servizi fondamentali di area vasta(dalla viabilità ai Centri per l’Impiego, dalle scuole medie superiori alla regolazione del trasporto pubblico) che le Province hanno sinora assicurato ai territori e ai cittadini e che ora sono nel limbo di un processo di riforma tutt’altro che concluso
Sono gli argomenti su cui l’Unione Province Piemontesi ha chiamato oggi pomeriggio al confronto i nuovi Presidenti, eletti il 12 ottobre scorso con il voto dei Sindaci e dei Consiglieri comunali dei rispettivi territori. All’incontro che si è tenuto a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Provincia di Torino, hanno partecipato il Sindaco Metropolitano e Presidente dell’ANCI, Piero Fassino, il Presidente dell’Unione Province Italiane Alessandro Pastacci, il Vice-Presidente della Provincia di Torino, Alberto Avetta e l’Assessore provinciale alle Attività Produttive, Sergio Bisacca.
Il confronto è stato dedicato ad una ricognizione della situazione finanziaria ed organizzativa degli Enti piemontesi di area vasta, in vista dell’insediamento di un tavolo regionale di confronto sulle risorse e sulle competenze delle Province e della Città Metropolitana, previsto all’inizio di novembre. L’Unione Province Italiane, l’ANCI e l’UNCEM intendono fare fronte comune per chiedere al Governo di ridurre il taglio di risorse per un miliardo e 300 milioni di Euro alle Province, previsto dalla Legge di Stabilità all’esame del Parlamento. L’Unione Province Italiane e l’ANCI chiedono inoltre al Governo una riduzione di 100 milioni di Euro del prelievo forzoso di risorse e l’azzeramento delle sanzioni agli Enti locali che sforano il Patto di Stabilità. I tagli operati dal Governo vanno peraltro ad aggiungersi alla riduzione dei trasferimenti regionali per l’esercizio delle funzioni delegate alle Province ed al calo degli incassi provenienti dall’IPT e dall’addizionale sull’assicurazione RC auto, delineando un quadro allarmante. La Provincia di Biella già oggi è in dissesto finanziario e potrebbe essere presto seguita da quelle di Verbania e di Asti. Non se la passano molto meglio anche le altre amministrazioni provinciali. La Provincia di Torino ha deciso recentemente di sforare il Patto di Stabilità per appaltare interventi di messa in sicurezza di zone in dissesto idrogeologico. L’equilibrio dei conti della costituenda Città Metropolitana potrebbe venir meno nel 2015, se venissero confermati i tagli ai trasferimenti statali e regionali ed il prelievo forzoso di risorse, stabilito quest’anno dal Governo e rinviato dal 31 luglio scorso al 30 aprile prossimo. C’è il rischio che neanche le programmate dismissioni immobiliari e di partecipazioni azionarie siano sufficienti a far quadrare i conti.
Durante le riunione odierna è anche emerso come i tagli dei trasferimenti statali non abbiano colpito in modo omogeneo tutte le Province italiane, perché le realtà territoriali sono molti diverse tra loro. Non si può, ad esempio parlare di costi standard per il riscaldamento delle scuole e la manutenzione della viabilità, perché da Nord a Sud le condizioni climatiche variano molto. Quello che è certo è che, oltre a vedersi praticamente azzerata la possibilità di effettuare scelte discrezionali sulle spese, le Province rischiano di non riuscire più a garantire il livello minimo di servizi. La Provincia di Cuneo, ad oggi, ha risorse per appaltare lo sgombero neve solo nel 50% della viabilità di propria competenza. Senza contare il problema degli eventuali esuberi di personale, che alcune Province chiedono di poter affrontare con il prepensionamento dei dipendenti con maggiore anzianità.
A monte dei problemi finanziari sta però la questione della ricognizione e del riordino delle funzioni, su cui UPI, ANCI e UNCEM chiedono un confronto serrato con il Governo e con le Regioni. Perché le questioni delle risorse e del personale sono direttamente collegate con il tema delle funzioni, che debbono comunque essere esercitate e finanziate da un Ente. Oltre all’approvazione di un emendamento al Decreto “Sblocca Italia” che ridurrebbe di 100 milioni il prelievo di solidarietà imposto alle Province, UPI, ANCI e UNCEM chiedono quindi al Governo una valutazione complessiva delle risorse umane e finanziarie adeguate alle funzioni da riassegnare. E’ in fase di elaborazione un documento con precise proposte di semplificazione e razionalizzazione amministrativa, su cui gli Enti locali si stanno confrontando, per poterlo sottoporre in tempi rapidi all’esecutivo.
Redattore: Ufficio stampa Provincia Torino