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Assemblea UPI Veneto al Sant’Artemio: i Presidenti Veneti Uniti per Riforma Province e Criticità Legge di Bilancio 2024

A 10 anni dalla Delrio urgente la revisione della legge 56/2014

In evidenza, Istituzioni e Riforme, UPI Regionali    9/05/2024

Oggi la Provincia di Treviso ha ospitato l’Assemblea dell’Unione Province del Veneto: riuniti al Sant’Artemio, il presidente UPI Veneto e presidente della Provincia di Treviso, con il segretario generale UPI Veneto Carlo Rapicavoli, il vicepresidente UPI Veneto e presidente della Provincia di Belluno, insieme alla segretaria generale Daniela De Carli, il vicepresidente della Provincia di Padova, insieme al vice segretario generale Carlo Sartore, il presidente della Provincia di Rovigo, il presidente della Provincia di Verona, insieme al segretario generale Francesco Corsaro, il presidente della Provincia di Vicenza, il segretario generale della Città Metropolitana di Venezia Michele Fratino, con il dirigente Area Mobilità Adriano Volpe e la referente del Servizio Trasporti Barbara Merotto. Al centro della discussione, l’urgenza di sbloccare l’iter per la riforma delle Province e definire lo stato di avanzamento dei lavori in Senato, alla Commissione Affari Costituzionali, dove attualmente è in discussione la proposta di legge che conferirebbe agli Enti nuova dignità istituzionale e democratica, reintroducendo risorse adeguate per l’adempimento delle funzioni rimaste in carico agli Enti, nonostante la Delrio, e l’elezione diretta del presidente da parte dei cittadini.

La proposta di revisione della l. 56/2014 depositata in Senato è il risultato di un complesso lavoro di confronto politico-amministrativo avviato dall’Unione Province Italiane nazionale oltre un anno fa che, grazie al coinvolgimento diretto del Governo e, in particolare, dei Ministri Calderoli e Salvini, ha permesso di raccogliere 8 disegni di legge con le richieste delle Province italiane, presentati unitamente da tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e minoranza. Disegni che sono stati riassunti in un unico schema normativo, ora al vaglio della Commissione Affari Costituzionali, per il quale le Province attendono da tempo un riscontro. L’Assemblea UPI Veneto è stata occasione per ripercorrere quanto è stato fatto dalle Province negli ultimi 10 anni per sopperire ai vuoti di mezzi e di organico garantendo comunque alla comunità i servizi e gli interventi necessari in ambito di edilizia scolastica superiore, viabilità, tutela ambientale e supporto ai Comuni, in particolare nella gestione delle gare di appalto attraverso la Stazione Unica Appaltante, e le criticità che permangono, complicate nell’ultimo triennio da una congiuntura storica ed economica di crisi a livello internazionale e ulteriormente aggravate, oggi, dai tagli previsti dalla Legge di Bilancio 2024.

Contributo delle Province alla finanza pubblica: prosegue il prelievo forzoso a carico dei bilanci locali. Nel dettaglio, i nodi critici riguardano, innanzitutto, il permanere del prelievo forzoso da parte dello Stato a carico dei bilanci locali, disposto dalla legge di bilancio 2015 che, nonostante l’attuale e complesso scenario socio-economico, determinato dalla crisi del mercato dell’auto, dai rincari energetici e dei costi dei materiali continua a pesare sulle casse provinciali e metropolitane senza tenerne conto: le Province venete e la Città Metropolitana hanno versato complessivamente, nel 2022 e nel 2023, 249 milioni di euro; ulteriori 123 milioni dovranno essere versati nel 2024.

Riduzione delle entrate da IPT e RCAuto.
In secondo luogo, la riduzione delle entrate: per quanto riguarda le entrate da IPT e RCAuto, che da sole costituiscono oltre la metà delle entrate di Province e Città Metropolitane, si registra una riduzione complessiva, riferita a tutte le Province d’Italia, di 400 milioni, riduzione che, dal 2019 al 2022, per le Province del Veneto ammonta a 47.515.492 euro. Solo l’anno scorso è stato registrato un lieve segnale di ripresa del mercato dell’auto: la Provincia di Treviso, per esempio, ha rilevato un incremento di circa 4 milioni di euro complessivamente sui due tributi rispetto al 2022, numeri che restano comunque al di sotto del 5,5% rispetto a quelli pre-Covid (2019).

Tagli Legge di Bilancio 2024 e rimanenze Legge di Bilancio 2021: 100 milioni in meno sui bilanci 2024-2025. Pur partendo da queste premesse, la Legge di Bilancio 2024 stabilisce che gli Enti locali assicurino un ulteriore contributo alla finanza pubblica di 250 milioni di euro dal 2024 al 2028: di questi, 50 milioni annui sono a carico di Province e Città Metropolitane. Ma non solo: proprio l’anno scorso, le Province erano riuscite a ottenere per il 2023 la cancellazione della “spending digitale”, fissata dalla precedente Legge di Bilancio, evitando di perdere altri 50 milioni; purtroppo, però, l’emendamento emanato a novembre prevedeva l’eliminazione solo per l’anno scorso, pertanto ai 50 milioni imposti dalla nuova Legge di Bilancio si aggiungono quest’anno anche i 50 milioni già inseriti nella Legge di Bilancio 2021, per un totale di 100 milioni che incideranno sui bilanci delle Province nel biennio 2024-2025. Questa manovra provocherà immediati effetti negativi sulla capacità di intervento degli Enti, che non hanno ancora riassorbito completamente i pesanti tagli operati dalla legge 190/2014: una situazione di squilibrio finanziario che è pari a -841.946.661 euro per il 2021, sulla base dello schema elaborato dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard che fotografa la capacità fiscale, i fabbisogni e il contributo alla finanza pubblica di tutte le Province italiane. Attualmente, gli strumenti di sostegno messi a disposizione delle Province dallo Stato contribuiranno, fino al 2031, ad assegnare risorse pari solo al 50% dello squilibrio: eppure, gli Enti sono chiamati a garantire i medesimi livelli di efficienza e servizi per il territorio. Questi i motivi per i quali UPI Veneto chiede al Governo che la costruzione del nuovo sistema fiscale del Paese, che avverrà con la legge 111/2023, sia l’occasione per tornare sulla riforma delle Province e segnare un punto di svolta, permettendo così di sbloccare una situazione sempre più insostenibile attraverso una profonda revisione del sistema tributario e finanziario degli Enti.

PNRR, ottimi risultati in Veneto: Province venete e Città Metropolitana hanno aggiudicato 130 interventi per finanziamenti totali di 223.232.098 euro. Nonostante le criticità, UPI Veneto ha registrato una risposta straordinaria delle Province venete e della Città Metropolitana di Venezia rispetto alle opportunità di finanziamento del PNRR: gli Enti sono riusciti a presentare progetti validi nel rispetto delle stringenti tempistiche fissate dal Ministero, avviando nell’ultimo anno 130 interventi per la riqualificazione delle scuole superiori e urbanistica in tutto il territorio, per un valore complessivo di 223.232.098 euro.

Stazione Unica Appaltante: il modello della Provincia di Treviso primo in Italia per importi di appalto gestiti dal 2000 sino a oggi: 5 miliardi. In questi anni le Province hanno continuato a svolgere un’importante funzione di supporto e assistenza ai Comuni. Tra i servizi, riveste un ruolo di punta la Stazione Unica Appaltante, che si occupa di gestire le procedure di gara per l’appalto di lavori e servizi. La Stazione Unica Appaltante della Provincia di Treviso è risultata la più operativa d’Italia per importi appaltati sino a oggi attraverso le gare per lavori e servizi gestite dal Sant’Artemio: dallo studio di UPI nazionale sui dati ANAC risulta che dal 2000 al 31 agosto 2023, la Provincia ha appaltato complessivamente circa 5 miliardi di euro. Gli importi sono progressivamente aumentati da quando, dal 2013, la Provincia ha avviato il servizio anche per i Comuni e gli altri Enti del territorio: solo nel 2023, l’Ente ha svolto 80 gare per lavori, gestendo procedure di appalto per oltre 110 milioni, e 65 gare per servizi, per oltre 68 milioni.

Le richieste delle Province al Governo. “Alla luce del percorso svolto finora, UPI Veneto ribadisce unitamente l’urgenza di una legge di riordino delle Province – le parole del presidente UPI Veneto – nel rispetto sia dei principi costituzionali, che riconoscono le Province quali Enti intermedi di coordinamento tra Regione e Comuni, sia della raccomandazione che il Consiglio d’Europa ha inviato all’Italia a seguito Quarto Rapporto di Monitoraggio della Carta europea delle Autonomie locali, che il nostro Paese ha ratificato ma che al momento resta inattuata. L’auspicio è che la discussione sul Testo Unificato sulle Province da parte della Commissione Affari Costituzionali in Senato possa riprendere subito dopo le elezioni di giugno, anche tendendo conto delle prossime scadenze dei Consigli provinciali, che, per il Veneto, coinvolgeranno il prossimo 29 settembre le Province di Rovigo, Treviso e Vicenza. Quello che speriamo è che si tratti dell’ultimo rinnovo con il sistema elettorale di secondo grado e che si possa finalmente tornare, dal prossimo anno, alla piena rappresentatività con l’elezione diretta del Presidente e dei Consiglieri”.



Redattore: Ufficio stampa UPI VENETO
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