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Aumento contratti: Regioni, UPI e ANCI scrivono ai Ministri Brunetta e Franco

Bilanci e Finanza, In evidenza, Organizzazione e Personale    16/02/2022

Preoccupazione per l’impatto economico-finanziario sulle Amministrazioni degli oneri necessari per procedere ai rinnovi contrattuali: la hanno espressa i Presidenti della Conferenza delle Regioni, UPI e ANCI –  Massimiliano Fedriga, Michele de Pascale, Antonio Decaro – in una lettera unitaria inviata ai MiniStri della PA, Renato Brunetta e dell’Economia, Daniele Franco.
“Come noto – si legge nella lettera – le leggi di Bilancio degli ultimi anni hanno stanziato le risorse per finanziare i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 per le sole amministrazioni centrali, lasciando a carico dei bilanci degli Enti territoriali gli oneri per il rinnovo del contratto nazionale del Comparto delle Funzioni locali.
Tale rinnovo ha un impatto diretto di circa 1,3 miliardi di Euro ed è così suddiviso: a carico di Comuni e Unioni di Comuni per circa 940 milioni, a carico delle Città metropolitane per circa 26 milioni, a carico delle Province per circa 70 milioni e a carico delle Regioni per circa 145 milioni di euro, non compensato da trasferimenti statali.
Peraltro – prosegue il testo – tenuto conto che il triennio contrattuale 2019-2021 è già trascorso, gli arretrati  contrattuali dovranno essere obbligatoriamente e integralmente corrisposti al momento della firma definitiva dell’imminente CCNL.

A ciò si aggiunge quanto stabilito dai commi 604 e 612 dell’ultima legge di Bilancio, relativi rispettivamente al finanziamento dei trattamenti accessori e degli ordinamenti professionali, destinati a pesare sul comparto per ulteriori 130 milioni di Euro, e l’indennità di vacanza contrattuale, che inciderà per altri 90 milioni di Euro, oltre alle risorse per il rinnovo 2022-2024 che dovranno essere accantonate nei bilanci. Deve inoltre tenersi conto del costo per il rinnovo del contratto della dirigenza, triennio 2019-2021.

L’allarme per l’impatto sui bilanci

“Un simile impatto sui bilanci non può essere trascurato- scrivono Fedriga, de Pascale e Decarp –  ed è destinato non solo a tradursi per tutti gli Enti Territoriali in un incremento della rigidità strutturale, ma molto
probabilmente a determinare anche per molti una condizione di deficitarietà, se non di squilibrio finanziario.
Ciò che preoccupa ulteriormente, nell’attuale fase di dispiegamento delle risorse stanziate attraverso il PNRR, è che, tenuto conto delle modalità di calcolo della capacità assunzionale in base alla regola della sostenibilità finanziaria introdotta con il D.L. n. 34/2019, un così forte incremento della spesa del personale implicherà già nel 2022 l’immediata contrazione della possibilità di assumere diverse decine di migliaia di dipendenti, vanificando gli effetti delle norme espansive approvate dal Governo”.

La richiesta

“Ferma l’esigenza di individuare una copertura statale degli oneri contrattuali attraverso appositi trasferimenti, assume oggi dunque massima urgenza la richiesta da noi più volte formulata di neutralizzare gli oneri per i rinnovi contrattuali dal computo della spesa di personale ai fini della determinazione delle facoltà assunzionali, come peraltro già previsto dalla legislazione previgente”.

QUI IL TESTO INTEGRALE Brunetta Franco Rinnovi contrattuali

 



Redattore: Redazione
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