Il Presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi fra i sette relatori all’Assemblea dei Governi Nazionali e Locali sui temi della inclusività dei gruppi sociali nelle politiche di resilienza alla Conferenza Mondiale per la Riduzione dei Rischi e dei disastri naturali di Sendai – Giappone-
Capi di Stato, Ministri e autorevoli rappresentanti delle associazioni e delle Organizzazioni umanitarie più importanti del mondo hanno presentato, oggi, le loro proposte e le visioni per rendere meno vulnerabile il pianeta, reso sempre più fragile dall’azione speculativa dell’uomo.
“Un’esperienza unica ed una soddisfazione inaspettata – ha dichiarato il Presidente Valluzzi – da condividere con i Sindaci e i 100 Comuni della Provincia, con le associazioni e i gruppi sociali del territorio che nei mesi scorsi hanno voluto aderire ed arricchire il progetto della Provincia dichiarato ruolo modello dall’UNISDR. Un’iniziativa – prosegue Valluzzi – promossa dall’ingegnere Alessandro Attolico e dall’ufficio Pianificazione dell’Ente, quale naturale prosecuzione del lavoro condotto nell’ultimo decennio sui temi della prevenzione e mitigazione dei rischi, recepiti integralmente nel Piano Strutturale Territoriale di Coordinamento approvato alla fine del 2013 ed aperto da qualche mese alla partecipazione propositiva mediante un processo di interazione e di organizzazione sociale della comunità.
Uno strumento di pianificazione territoriale e urbanistico senza una larga consapevolezza e condivisione d’intenti rischia di essere inefficace. La politica, i Sindaci e le autorità locali – ha concluso il Presidente della Provincia – senza un’ampia base di adesione sociale sulle scelte di Governo ed uso del territorio potranno più facilmente commettere errori o essere assoggettati alle pressioni speculative di interessi singoli e di gruppo”.
DI SEGUITO LA SINTESI DELL’INTERVENTO DEL PRESIDENTE NICOLA VALLUZZI
Intergovernmental Segment, High level Multi-Stakeholder Partnership Dialogues
Inclusive Disaster Risk Management: Governments, Communities and Groups Acting Together
Sessione Intergovernativa, Dialogo di Alto Livello sulle Partnership Multi-Stakeholder
Gestione Inclusiva del Rischio di Disastri: Governi, Comunità e Gruppi di interesse che agiscono insieme
Intervento di Nicola Valluzzi – Presidente della Provincia di Potenza
Strategia (inclusiva)
Grazie Signor Presidente per la parola.
Com’è noto, un disastro è il risultato di eventi innescati da pericoli naturali che superano la capacità del sistema locale di assorbirli prima che producano gravi conseguenze. Più il sistema locale è “strutturalmente vulnerabile”, più esso è esposto al grave impatto di questi eventi. La vulnerabilità del sistema gioca pertanto un ruolo fondamentale.
La natura ci sfida ad essere solleciti nella difesa del pianeta ed a prevenire, per quanto possibile, le conseguenze più temibili. Gli elementi di cui abbiamo bisogno non solo riguardano “mani” per le operazioni di soccorso ma anche “menti”, comunità e individui che sappiano trovare strategie e soluzioni su come evitare che gli eventi naturali provochino distruzione e morte, che sappiano trasformare le loro fragilità in forze e abbiano la capacità di contribuire alla costruzione di un mondo sicuro e sostenibile.
Da molti anni, la Provincia di Potenza ha deciso di investire nella prevenzione dei rischi o nella loro mitigazione e di includere le relative politiche negli strumenti di pianificazione e coordinamento dello sviluppo territoriale.
La nostra scelta di puntare sul fattore “prevenzione” deriva dai grandi disastri che abbiamo subito (soprattutto terremoti, con migliaia di vittime), e che continuiamo a sopportare per effetto dei cambiamenti climatici, per la grande fragilità del territorio e per la sua esposizione ai rischi geologici ed idrogeologici. L’opzione prescelta supporta una visione di “sviluppo” e “crescita” del territorio che vorremmo si traducesse prioritariamente in “sostenibilità ambientale” ed “equità socio-economica”.
La Provincia di Potenza, pertanto, ha inteso perseguire politiche di corretta gestione territoriale, realizzando interventi di adeguamento infrastrutturale, favorendo azioni virtuose per la mitigazione dei rischi ambientali e la pianificazione urbanistica ed energetica; negli ultimi 7 anni, sono stati sviluppati programmi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico sugli 84 edifici scolastici del territorio, realizzati interventi di manutenzione su circa 1.500 km di fiumi e predisposto un rilevante programma per la salvaguardia dal rischio geologico di gran parte dei collegamenti stradali della provincia.
Interventi e programmi che, portando a sintesi gli obiettivi di sviluppo sostenibile, di riduzione dei rischi di disastri e di contrasto ai cambiamenti climatici, costituiscono la base delle politiche di resilienza territoriale che la Provincia ha recepito nel proprio “Piano Strutturale Territoriale di Coordinamento”, un fondamentale strumento di pianificazione di area vasta che orienta e condiziona le scelte urbanistiche delle 100 Municipalità provinciali.
Senza dubbio, però, l’azione più importante è stata proprio quella di aver creato una “condivisione di intenti” con i 100 Comuni che, partendo proprio dal Piano Strutturale Territoriale di Coordinamento, ha permesso la costruzione di un network istituzionale permanente con lo scopo di lavorare sulla prevenzione mediante un processo di interazione e di organizzazione sociale delle comunità. Uno strumento di pianificazione urbanistica, infatti, anche il più adeguato, senza una larga condivisione rischia di essere inefficace. La politica, le Autorità Locali e i singoli Sindaci, senza un’ampia base di adesione sociale sulle scelte di governo ed uso del territorio saranno sempre soggetti alle pressioni ed alle tentazioni di lobby speculative. Per questo abbiamo voluto ampliare il network dei 100 Sindaci alla partecipazione propositiva delle comunità e dei gruppi sociali del territorio: giovani, donne, anziani, portatori di handicap, agricoltori, immigrati, operatori delle diverse categorie produttive e gruppi di volontariato sociale e di protezione civile. Abbiamo così inteso lavorare per garantire il coinvolgimento attivo degli stakeholder e delle comunità, nelle loro complesse articolazioni sociali e professionali, nei processi decisionali sul governo del territorio e, di conseguenza, nella prevenzione dei disastri. Un processo di inclusione partecipativa e costruttiva basato sia sull’analisi dei bisogni effettivi che sulla raccolta degli input da loro provenienti e derivanti da fattori identitari, culturali e relazionali.
Come potrete notare, il processo di inclusione si sta muovendo partendo dall’istituzione. Ciò vuol dire che abbiamo assunto un forte impegno politico-istituzionale, che stiamo trasferendo anche al livello dei singoli Comuni. La nostra scelta di concentrarci sulla resilienza inclusiva ai rischi di disastro tramite azioni di governo e l’uso del territorio prevede strategie che dovranno essere attuate nel medio-lungo termine, ma costituisce un appropriato campo di intervento per influenzare e correggere i comportamenti umani.
Riteniamo quindi che il lavoro istituzionale in rete e l’inclusione dei gruppi di interesse e dei singoli individui nei processi decisionali sull’uso e governo del territorio siano i fattori determinanti per la sicurezza e la sostenibilità.
Questo è il modello di Resilienza che abbiamo inteso proporre alle nostre comunità locali.
Elhadj As Sy, segretario generale della Croce Rossa Internazionale, che nel 2014 ha detto: “L’unica cosa certa è che avremo un impatto scarso se non prendiamo adeguatamente in considerazione le culture, le credenze e gli atteggiamenti delle persone in relazione al rischio, e se non ci basiamo sulle conoscenze delle popolazioni locali. I disastri naturali stanno diventando sempre più frequenti ed estremi. Dobbiamo includere considerazioni di natura culturale nelle strategie per la riduzione del rischio di catastrofi”.
Proposte HFA post-2015 e Impegni
Quello che abbiamo realizzato è il primo passo di un lungo percorso che sarà vincente solo se realizzato all’interno di un processo collettivo ed inclusivo. Nell’attuazione del nuovo framework sulla riduzione del rischio di catastrofi, particolare importanza dovrà essere dedicata alle azioni ed agli strumenti che aiutino ad accrescere la “volontà politico-istituzionale” e il “supporto pubblico” nell’attuare un approccio inclusivo, come l’impiego di capaci e motivati advocate. Fondamentali sono inoltre: il graduale aumento del livello di responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti, il rafforzamento del processo di inclusione e l’accrescimento delle conoscenze mediante l’acquisizione e il continuo scambio delle informazioni.
Nei prossimi mesi, saremo essenzialmente impegnati nel:
– Rafforzare l’azione di coordinamento istituzionale ed incrementare il livello di coinvolgimento attivo dei gruppi di interesse, in particolare delle comunità scientifiche, professionali e sociali, e degli individui, mediante il network creato come piattaforma locale per la resilienza territoriale inclusiva;
– definire obiettivi, proporre azioni ed implementare interventi costruiti sui bisogni effettivi e sugli input forniti dai gruppi di interesse, comunità ed individui, in particolare quelli maggiormente “sensibili e vulnerabili”;
– sviluppare idonei strumenti operativi al fine di sostenere l’azione delle autorità locali e facilitare il coinvolgimento propositivo delle comunità attraverso spazi di permanente confronto e scambio;
– ricercare e sperimentare strumenti finanziari innovativi che prevedano, in particolare, il coinvolgimento del settore privato nonché di realizzare una programmazione mirata e un utilizzo efficace delle risorse pubbliche nazionali, dell’Unione Europea e di cooperazione internazionale;
– definire indicatori specifici di performance per misurare i progressi delle azioni condotte ed apporre i necessari correttivi.
La nostra intenzione è infine investire nella sicurezza del territorio per la creazione di nuove opportunità di sviluppo e di crescita, favorendo l’avvio di percorsi analoghi in altri territori e supportando la sfida globale di comunità resilienti.
Grazie.