Una campagna di screening di massa per la popolazione pratese. Il progetto, che prenderà avvio a breve, è stato presentato oggi (sabato 18 aprile) durante una videoconferenza stampa a cui hanno partecipato il presidente della Provincia di Prato Francesco Puggelli, il professor Guglielmo Bonaccorsi del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze e i sindaci di Montemurlo Simone Calamai, di Vernio Simone Morganti e di Carmignano Edoardo Prestanti.
Il progetto promosso dalla Provincia insieme ai Comuni dell’area pratese vede protagonista il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze in raccordo con il Dipartimento della Prevenzione della AUSL Toscana Centro e la Società della Salute.
La campagna di screening, che partirà già dalla prossima settimana, si basa sull’esecuzione di diecimila test sierologici donati alla Provincia di Prato dall’azienda di import/export Oulide e sviluppati da Lynher, un’azienda farmaceutica di Hanghzou, in Cina.
Obiettivo è capire quanto e come il virus abbia circolato tra alcune fasce della popolazione negli ultimi due mesi.
COME FUNZIONA. Il test darà la possibilità di avere a disposizione dati e informazioni sulla diffusione del virus nel territorio pratese utili a individuare la strada per il contenimento anche nella “fase due” e per procedere verso una riapertura delle varie attività in sicurezza.
A CHI SARANNO EFFETTUATI. I 10mila test saranno destinati ai volontari, ai professionisti e ai lavoratori che hanno affrontato l’emergenza da più vicino. Partiremo dalle associazioni di volontariato della Protezione Civile per poi estendere progressivamente lo screening alle altre figure che in queste settimane hanno continuato a lavorare perché impegnate in settori strategici ed essenziali.
“Questa, che adesso si sta trasformando in una crisi economica, è innanzitutto una emergenza sanitaria – spiega il presidente della Provincia di Prato Francesco Puggelli – e in questa emergenza la politica deve farsi accompagnare dalla scienza. Con questi 10mila test possiamo avviare una mappatura molto affidabile e contare su informazioni preziose. Fin dall’inizio del dibattito sulla fase due – continua Puggelli- ci siamo posti il problema di come creare una rete di protezione da mantenere anche quando le misure di restrizione della popolazione saranno allentate. Prima del quando dobbiamo pensare al “come” impostare la ripartenza . Per far questo abbiamo necessità di un numero di informazioni superiore a quello attualmente a nostra disposizione. Sono molti i punti interrogativi sulla capacità di contagio del virus. Per questo ho ritenuto che, – conclude Puggelli – a fronte della cospicua donazione ricevuta, l’azione forte da mettere in campo fosse quella di fare rete con tutti gli altri sindaci e con l’Università di Firenze, di concerto con Asl e Società della Salute, per costruire una seria campagna di screening in modo da non procedere in ordine sparso ma approfondire bene la realtà pratese, da cui partire per avere una solida base scientifica. Questo progetto può fare di Prato un esempio di come politica e medicina debbano andare di pari passo nella gestione di questa emergenza anche per scrivere il futuro”.
“La nostra ricerca è un piccolo mattoncino – spiega il professor Guglielmo Bonaccorsi del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze – che però può darci informazioni utili sul come affrontare il prossimo periodo. Questi 10mila test sono una potenza di fuoco e offrono la possibilità di avere una fotografia molto rappresentativa della situazione. Tra l’altro ho trovato, e lo dico con piacere, una grande disponibilità da parte del territorio che ha risposto in modo eccellente. Poi, se il test darà come risultato un dubbio di contagio recente, grazie alla collaborazione della Asl, garantiremo per quel soggetto la massima continuità assistenziale”.
Redattore: Ufficio Stampa Provincia di Prato