L’Italia non è un paese per giovani. A questa drastica e amara conclusione giunge il Docu-film “Italia addio, non tornerò” prodotto dalla Fondazione Paolo Cresci per l’emigrazione italiana di Lucca, a cura della giornalista Barbara Pavarotti, che sarà presentato in anteprima venerdì prossimo 26 ottobre, alle 17, nella sala Tobino di Palazzo Ducale a Lucca.
Il video documentario è il risultato di una trentina di interviste ad altrettanti giovani italiani che negli ultimi anni, sono partiti per trasferirsi all’estero in cerca di lavoro. Per individuare i giovani emigrati in tre continenti, la Fondazione Cresci ha contattato 70 Gruppi Facebook di Italiani nel mondo ed è entrata in contatto con circa 350.000 persone. Le interviste, realizzate a Barcellona, Londra, Los Angeles, Melbourne, Monaco di Baviera, New York e Tallinn, offrono uno spaccato su un fenomeno che sta assumendo numeri significativi: l’emigrazione italiana oggi, che dagli ultimi dati, nel 2017, ha coinvolto 285.000 persone.
Diversi da quelli del secolo scorso e del precedente, che partivano con una valigia di cartone e con nel cuore lo strazio del distacco e il dolore per la terra perduta, nell’epoca della globalizzazione e degli spostamenti facili, questi ragazzi partono consapevoli di se stessi e delle proprie capacità che in Italia non hanno potuto applicare. L’Italia, paese invecchiato e pessimista, non sembra più un posto per giovani.
Secondo l’Ocse, l’organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’Italia è oggi all’ottavo posto nel mondo come Paese di emigrazione. Questa nostra patria vorrebbe essere lasciata da quasi un terzo dei residenti. Circa un giovane su due, secondo la fondazione Migrantes, vorrebbe andarsene.
Se l’Italia è vittima del pessimismo, della depressione, della rassegnazione e della sfiducia, i giovani che vivono e lavorano all’estero raccontano una realtà diversa da quella sperimentata in patria: meno stress, più meritocrazia. Tutti dicono che si sono rimboccati le maniche e hanno tirato fuori le loro migliori energie, quelle che i laccioli italiani e soprattutto il clima di scoraggiamento generale non gli hanno permesso di esprimere.
Questo esodo ha un costo molto alto. Perché il nostro Stato forma giovani nel percorso scolastico e universitario che poi portano le loro competenze ed energie all’estero. Un danno che Confindustria ha calcolato in 14 miliardi di euro all’anno. Una perdita di “capitale umano” stimata in un punto di Pil ogni anno. Ecco, il filmato “Italia addio, non tornerò” intende proporre una riflessione su questo fenomeno e invitare i giovani ad una ponderata valutazione delle scelte di vita all’estero.
Ad inquadrare il fenomeno emigratorio nel più vasto e complesso contesto economico italiano sarà la giornalista economica di SkyTg24 Mariangela Pira, mentre il prof. Amos Bertolacci, della Scuola IMT Alti Studi Lucca, racconterà il successo di un’esperienza per certi versi al contrario: un centro di studi e ricerca lucchese che attrae moltissimi giovani dall’estero.
Il Docu-film è una produzione della Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana di Lucca realizzata grazie al contributo della Regione Toscana e della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Curato dalla giornalista Barbara Pavarotti con la collaborazione di Marinella Mazzanti, il montaggio di Riccardo Lazzarini e il coordinamento generale di Pietro Luigi Biagioni. Le musiche originali sono del compositore Massimo Priviero che sarà presente il 26 ottobre a Lucca per eseguire un concerto con brani tratti dal suo ultimo cd “All’Italia”.
In occasione della proiezione saranno presenti a Lucca alcuni dei giovani protagonisti delle interviste del documentario.
Redattore: Ufficio stampa Provincia Lucca