Riparte da Napoli una riflessione sullo stato dell’arte dell’editoria scolastica di genere, a 7 anni dall’adozione del codice europeo di autoregolamentazione Polite– Pari Opportunità nei Libri di Testo.
“Ci troviamo di fronte ad un nuovo inizio – si è detto nel corso degli incontri – Il senso frustrante di ricominciare ogni volta daccapo è dato dal fatto che alle affermazioni normative o di principio non corrisponde un avanzamento reale nella società del ruolo della donna. Sono ancora troppi e sempre più forti gli ostacoli che le donne trovano nel cammino verso l’ affermazione della propria personalità nel mondo del lavoro, nella società e nella famiglia. Si deve partire dalla scuola, dall’educazione, dalla formazione, per produrre quello scatto culturale capace di realizzare un cambiamento reale dei rapporti tra uomini e donne”. Questi , in sintesi, gli spunti di riflessione ed i contenuti dell’incontro organizzato dalla Provincia di Napoli in collaborazione con il Dottorato in Studi di Genere dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, su impulso dell’UPI– Consulta Nazionale per le Pari Opportunità e Coordinamento Nazionale degli Assessori all’Istruzione – con l’obiettivo di riaprire il dibattito sulla trasmissibilità degli studi di genere, dalle università alle scuole, e promuovere politiche editoriali tese ad adeguare i testi rivolti all’utenza scolastica, così come accade da tempo in altri contesti europei. “I saperi – si è detto – sono la chiave dello sviluppo futuro nella società della conoscenza: senza l’apporto decisivo delle donne questa nuova frontiera della democrazia sarà meno raggiungibile per tutti. In Italia la situazione per quel che concerne i testi scolastici di genere è ancora molto penalizzante; le indicazioni della Commissione Europea e il Codice di Autoregolamentazione approvato a conclusione della prima fase del progetto Polite non hanno prodotto risultati concreti, mentre gli altri Paesi partner del progetto transnazionale, Portogallo, Spagna e Paesi Baschi, registrano significativi passi avanti oltre la sperimentazione. Nell’anno europeo delle pari opportunità – hanno sottolineato i partecipanti – occorre rilanciare il progetto Polite, riprendere il tema dei saperi di genere all’interno dei curricoli scolastici, richiedere impegni concreti al Governo”.
I lavori, introdotti da Angela Cortese ed Arianna Censi, si sono sviluppati nella mattinata intorno alle relazioni di Federico Sanguineti, docente di letteratura italiana, Anna Maria Lamarra docente di letteratura straniera, Laura Guidi docente di Storia e Simona Marino docente di Filosofia. Sono infatti questi i filoni su cui si sono maggiormente sviluppati gli studi di genere in Italia, grazie alle storiche, alle filosofe di Diotima, alla Società Italiana delle letterate e alla rivista Leggendaria. Ma non va dimenticato il contributo del filone delle sociologhe e delle antropologhe, né sottovalutato il problema del campo delle Scienze, nel quale le poche donne partecipi della ricerca, salvo eccezioni, non decidono della ricerca.
Case editrici locali e nazionali hanno poi discusso di criticità e prospettive del codice di autoregolamentazione in una tavola rotonda condotta da Maria Cuffaro, con il contributo di Luciana Di Mauro per il Ministero della Pubblica istruzione e le conclusioni di Graziella Pagano- Consigliere Politico del Ministro per i Diritti e le Pari Opportunità.
In chiusura gli Assessori all’Istruzione e le componenti della Consulta dell’UPI hanno annunciato l’intenzione di avviare una nuova stagione di mobilitazione, e di richiedere ai due Ministeri impegni precisi per l’ introduzione della cultura di genere nel processo di insegnamento – apprendimento, in questo delicato momento del passaggio dai programmi alle indicazioni.
Al termine dell’incontro, il Vice Ministro della Pubblica Istruzione ha annunciato l’intenzione di raccogliere le provocazioni e le proposte scaturite a Napoli, per rilanciare la questione dei saperi di genere in una giornata di studi in programma per i primi giorni di marzo.