“Vogliamo che si comprenda che quando si parla di tagli alla spesa pubblica delle Province, ci si riferisce alla manutenzione delle strade, alla difesa del suolo, alla tutela dell’ambiente. E anche agli interventi straordinari per la messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture cui siamo chiamati a fare fronte ogni volta, come in questi giorni, che avviene un evento meteorologico straordinario, dalle alluvioni al terremoto alle nevicate straordinarie”. Questo scrive il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, in un intervento pubblicato oggi sulle pagine del quotidiano l’Unità, che riportiamo in allegato.
Di seguito, il testo dell’Intervento.
“Nei giorni scorsi le Province hanno provato ad alzare un velo su quello che sta accadendo nel Paese a causa dei tagli devastanti che il Governo ha imposto agli Enti locali. Il nostro grido d’allarme è partito dalle scuole, un tema che ci sta particolarmente a cuore, visto che come Province ci troviamo a gestire più di 5000 edifici scolatici in cui studiano oltre 2 milioni e mezzo di ragazzi. Per loro, perché il tema della scuola pubblica italiana sia riportata al centro delle priorità del Paese, abbiamo voluto alzare al voce, perché ci sembra che in questo momento, con Governo e Parlamento concentrati su operazioni di spending review, ci si dimentichi che quando si parla di spesa pubblica ci si riferisce ai servizi essenziali per i cittadini. E che, intervenendo con tagli così pesanti sui bilanci di Province e Comuni, se nega ai cittadini il diritto ad avere servizi pubblici efficienti e di qualità. Nessuno di noi vuole lasciare gli studenti al freddo, ma vogliamo si comprenda che in alcune Province rischiamo di non essere in grado di assicurare i servizi. Nei prossimi giorni incontreremo il Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, e a lui chiederemo di essere sostenendo nel Governo le nostre richieste per assicurare agli studenti la scuola che meritano. Chiederemo che il taglio imposto ai bilanci delle Province, che per il 2013 è di 1,3 miliardi di euro, sia dimezzato, perché non ci permette di assicurare ai cittadini i servizi essenziali. Chiederemo che sia permesso alle Province di escludere dal patto di stabilità gli interventi per la messa in sicurezza degli oltre 5000 edifici scolastici che rientrano nelle nostre competenze, per assicurare a tutti gli studenti di accedere in classi calde, accoglienti, sicure. Abbiamo 2,4 miliardi di euro fermi nelle nostre casse, che non possiamo usare per pagare le imprese impegnate per lo più proprio in opere di manutenzione e messa in sicurezza degli edifici scolastici: è assurdo che non ci sia concesso di utilizzarli per continuare gli interventi e pagare, come giusto, chi ha lavorato. Ma il Paese ha anche bisogno che su questo tema si compia un passo in avanti: il 40% delle scuole italiane è vecchio di oltre un secolo, e su molte strutture ormai non basta la semplice manutenzione. C’è bisogno di lanciare un vero e proprio Piano triennale, che assegni all’edilizia scolastica almeno 3 miliardi di euro per costruire nuove scuole moderne, efficienti, dotate di infrastrutturazione tecnologica adeguata e collegamenti alla rete wi fi che permetta agli studenti di utilizzare il web come strumento di conoscenza, senza alcun tipo di barriera che ne ostacoli la fruizione, con impianti fotovoltaici che consentano di attuare politiche di risparmio energetico. E’ il momento di porre questo tema al centro delle scelte delle scelte politiche, di mettere insieme tutte le risorse disponibili per fare ripartire i cantieri, per dare il via ad una grande opera di ricostruzione che non solo servirà a chi nella scuola vive, lavora e studia, ma rimetterà in moto le imprese delle costruzioni, oggi tra le più colpite dalla crisi economica. Il Governo sa bene che non si tratta né di ricatti né di polemiche vuote, tant’è che i Ministri cui abbiamo rappresentato le nostre preoccupazioni hanno compreso le nostre ragioni. Vogliamo che anche il Parlamento prenda coscienza che questa è la situazione in cui siamo costretti se non si interviene a modificare tagli tanto insensati quanto iniqui. Per questo abbiamo deciso di avviare una serie di incontri Regione per Regione, con i Parlamentari eletti, e con i Capigruppo dei Partiti in Parlamento: vogliamo che si comprenda che quando si parla di spesa pubblica delle Province, ci si riferisce alla manutenzione delle strade, alla difesa del suolo, alla tutela dell’ambiente. E anche agli interventi straordinari per la messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture cui siamo chiamati a fare fronte ogni volta, come in questi giorni, che avviene un evento meteorologico straordinario, dalle alluvioni al terremoto alle nevicate straordinarie. Su questo stanno operando la spending review, questa la scelta politica che il Governo ha fatto. Ci resta da capire se anche il Parlamento la condivide e sostiene”.
Redattore: Barbara Perluigi