Conferenza stampa di presentazione di Euro-P.A. 2004
Intervento del Presidente dell’UPI, Lorenzo Ria
L’edizione di quest’ anno del Salone delle Autonomie Locali si apre in un momento di enormi difficoltà per Province e Comuni, che si trovano a dovere affrontare due gravissime emergenze.
La riforma della Costituzione
Come Upi non possiamo che continuare a ribadire che, sulla partita della riforma della Costituzione, abbiamo assistito al Senato ad un dibattito a dir poco scandaloso, giocato solo su tavoli politici, costellato di ricatti e insensati ultimatum, che non ha tenuto in alcun conto del ruolo assunto con la riforma del Titolo V da Province e Comuni. Una situazione di questo genere – a cui si è giunti anche a causa della posizione assunta dalle Regioni, che hanno ostinatamente respinto l’offerta degli Enti locali di presentare una proposta unitaria a Governo e Parlamento – non potrà che portare ad uno scontro tra istituzioni difficilmente colmabile, se non si riparte subito sulla strada del dialogo.
I lavori al Senato ormai sono praticamente chiusi: ci auguriamo che la Camera dei Deputati sappia riaprire il confronto ed emendare profondamente un testo altrimenti inaccettabile, ascoltando le nostre richieste. Le Province, lo ribadiamo, ritengono che sia assolutamente imprescindibile portare a compimento la riforma federale dello Stato, ma non possono considerare accettabile una proposta di Senato federale, come quella attuale, che esclude l’elemento distintivo di una vera Camera delle Autonomie: la rappresentanza diretta al suo interno di tutti i livelli di governo del territorio, Regioni, Province e Comuni.
Di questo parleremo il 24 marzo, nella giornata di apertura di Euro.P.A., durante gli Stati generali delle Autonomie locali, in un confronto, a cui interverrà a nome del Governo il Ministro La Loggia.
La mancata attuazione del federalismo fiscale e la crisi della finanza locale
Le Province pagano la mancata attuazione del federalismo fiscale su due fronti:
il primo è quello della inadeguatezza delle risorse finanziarie e della impossibilità di una previsione nella loro evoluzione collegata alla evoluzione degli andamenti ed alle esigenze conseguenti della economia dei loro tenitori; tutto ciò con particolare riferimento alle nuove competenze il cui finanziamento avrebbe dovuto trovare una soluzione adeguata nella compartecipazione del sistema fiscale.
La seconda questione riguarda la crescita della sperequazione fra le dotazioni finanziarie delle varie Province ormai del tutto casuale; ciò avrebbe la urgente necessità che si ponesse mano ad un nuovo disegno, in grado di valorizzare contemporaneamente, ai fini dello sviluppo del Paese, la “vitalità” dei singoli territori, e la “perequazione della capacità operativa” degli stessi.
Un modello efficace di federalismo fiscale dovrà basarsi su due pilastri: una compartecipazione fiscale con margini di autonomia decisionale e una quota di entrata collegata alle funzioni delle Province.
Questi modelli dovrebbero essere prodotti dall’Alta Commissione per il federalismo fiscale, i cui lavori, invece, a due anni dal suo insediamento, sono ancora bloccati. A frenarne il funzionamento è il Governo, che non vuole confrontarsi con Regioni, Province e Comuni in Conferenza Unificata per definire l’accordo quadro sulle cui basi l’Alta Commissione dovrà avviare i lavori.
Sul fronte della finanza locale, in queste settimane gli Enti locali sono stati accusati di avere aumentato il ricorso all’indebitamento.
Secondo le rilevazioni dell’Upi, invece, dal 1999 al 2002 il rapporto del debito sulle entrate è sceso del 30%, passando dal 110% del ’99 all’86% del 2002.
Questo, nonostante si sia dato forte impulso agli investimenti per garantire i servizi ai cittadini A titolo esemplificativo, riportiamo l’incremento degli investimenti operati dalle Province nel settore della politiche per il trasporto pubblico e per la viabilità (+271% nel triennio 2000–2002), e l’incremento degli investimenti per l’edilizia scolastica (+40% nel triennio 2001-2003).
Da ultimo, la maggiore fonte di preoccupazione per le Province rimane l’ assetto normativo che riguarda il Patto di Stabilità interno per il 2005.
L’ inserimento nella determinazione del saldo finanziario sia di competenza, sia di cassa del comparto delle spese di investimento è destinato a determinare un blocco della spesa in conto capitale insostenibile per gli enti locali a fronte di contratti perfezionati di lavori in corso. E’ necessario porre subito allo studio criteri di trattamento differenziato degli investimenti già perfezionati dagli enti negli anni 2004 precedenti e in corso di esecuzione e completamento, o i bilanci delle Province, strangolate dai lacci del patto di stabilità, non potranno che arrivare nel 2005 al dissesto.