Per il quadro logistico del Nord-Ovest italiano si prospetta un cambiamento epocale. Per decenni le grandi aree logistiche della Pianura Padana e in particolare di Piemonte e Lombardia, sono state la base di lancio per spedire e ricevere merci italiane utilizzando per il loro sbarco e imbarco, porti, quelli del Nord Europa, a oltre 1200 km di distanza.
Per la prima volta, nei prossimi anni, grazie ad importanti interventi infrastrutturali, come la Diga del Porto di Genova (in grado di abilitare l’ingresso delle navi porta container giganti), o
il Terzo Valico ferroviario (che abbatterà i tempi di percorrenza dei treni fra Genova e Milano da oltre un’ora e 40 minuti a meno di 50 minuti) si potrebbe però registrare una decisiva virata
di bordo. Nel convegno ” organizzato a Genova presso l’Autorità di Sistema 𝑳𝒂 𝑪𝒐𝒓𝒐𝒏𝒂 𝑷𝒂𝒅𝒂𝒏𝒂 Portuale del Mar Ligure Occidentale dalla Fondazione Slala si è infatti evidenziata la necessità, ormai improrogabile di creare una ‘corona padana’ di retroporti oltre l’Appennino, collegati ai porti ligure, per gestire l’incremento dei traffici generato da queste nuove infrastrutture.
La rete di retroporti si rivelerà fondamentale per la competitività del sistema portuale ligure, integrando le aree logistiche del Nord Ovest italiano.
In quest’ottica il Presidente Provincia di Savona Pierangelo Olivieri ha sottolineato l’urgenza concorrente e complementare di investire concretamente nelle infrastrutture viarie e ferroviarie, integrando al massimo il trasporto su gomma e ferro, per aumentare, snellire e velocizzare la circolazione di merci e persone e potenziare di conseguenza la competitività commerciale dei porti di Genova e Savona-Vado, definiti dallo stesso Viceministro Rixi “il più punto di contatto del Mediterraneo più vicino al cuore dell’Europa”
Dalla bretella autostradale di collegamento A10 – A6 – A26, all’adeguamento strutturale dei caselli di Millesimo, Albisola e Bossarino (quest’ultimo di prossima realizzazione), all’incremento dei collegamenti ferroviari piemontesi a e per Savona, le prospettive di crescita dei volumi di traffico, impongono urgenti investimenti infrastrutturali per estendere oltre l’Appennino e
fino alla bassa Lombardia il necessario collegamento ai retroporti liguri. Questo approccio permetterà di evitare la saturazione delle banchine, consentendo loro di operare come scali portuali anziché come depositi, migliorando così la fluidità delle operazioni e aumentando la capacità di gestione, sviluppi fondamentali per consolidare il ruolo di Genova e Savona-Vado come principali hub logistici efficienti e robusti al servizio dell’economia europea.