Maurizio Fontanili, Presidente Provincia Mantova. “Il patto di stabilità frena le politiche di investimento delle Province. E’ lo Stato che accumula debiti, mentre enti virtuosi come i nostri sono sacrificati. Abbiamo milioni accumulati in cassa ma gli investimenti in opere pubbliche sono destinati ad essere rinviati per i vincoli del patto di stabilità interno. Le province, che hanno un bilancio complessivo di 14 miliardi, incidono sull’1,6 per cento del pil nazionale, a fronte dei comuni che incidono più del 7 per cento. Ci si chiede allora perché debbano essere ridotte le province e non i comuni. Quanto agli interventi realizzati dalla Provincia di Mantova mi preme ricordare soprattutto, l’intesa territoriale, siglata alcune settimane fa, con il comune di Mantova, le associazioni imprenditoriali e i sindacati per coordinare le azioni di contrasto alla crisi, il fondo da 200 mila euro erogato per ridurre i tassi d’interesse applicati dagli istituti bancari nei prestiti alle imprese, il coordinamento in ambito provinciale della quota mantovana del fondo regionale per la formazione (percorsi formativi per persone adulte con titoli di studio medio-bassi) e, infine, la creazione del fondo di sostegno per i lavoratori privi di ammortizzatori sociali”.
Patrizia Casagrande, Presidente della Provincia di Ancona
” La Provincia per il suo ruolo istituzionale di area vasta (un’area che produce aggregazioni mutevoli) è l’osservatorio privilegiato delle dinamiche sociali e del tessuto produttivo. Di fatto, questa crisi ha messo a nudo l’individualismo imprenditoriale frutto della globalizzazione, evidenziando la funzione di presidio, di monitoraggio e di interventi indirizzati al riequilibrio di un ente minacciato di abolizione o snaturamento. La variabilità conclamata delle odierne dinamiche dell’economia rischia di mettere a repentaglio imprese e famiglie. La coesione sociale non è indipendente dall’andamento economico ed è in questa interdipendenza che la Provincia trova il suo ruolo. Laddove lo Stato e le Regioni si configurano come enti regolatori, le Province confermano la loro funzione di cerniera con le specificità territoriali. In vista del federalismo che verrà, questa esperienza dovrà produrre effetti sul futuro disegno degli enti locali. Ce lo aspettiamo”.
Maria Teresa Armosino, Presidente della Provincia di Asti. “ Crediamo che questa provincia, i suoi abitanti, le sue imprese, la società che vive e opera su questo territorio, possano e debbano aspettarsi molto di più di quanto oggi possiedono, non solo in termini economici, ma sotto l’aspetto della bontà della convivenza civile e del miglioramento della qualità della vita. Il nostro territorio, è innegabile, sta vivendo un processo di deindustrializzazione. Vogliamo cogliere, in questa evoluzione, gli elementi di positività che pure vi sono. Vogliamo lavorare su progetti di grande respiro, mettere a sistema ciò che esiste e ricondurre ad unità le nostre politiche di promozione delle attività produttive e culturali, del territorio e del turismo. Ciò che la Provincia vuole fare è favorire la messa sistema di tutto ciò che è stato finora realizzato, cercando di ricondurlo ad unità, migliorandolo sensibilmente, insieme alle altre istituzioni, alle rappresentanze del mondo del lavoro e a tutti i soggetti economici interessati”.
Secondo il Presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti “L’accurato studio del Censis dimostra il delicato momento di crisi attraversato dal Paese e anche dal nostro territorio. Ma conferma quanto possa essere incisiva l’azione amministrativa delle Province per contrastare la crisi e accelerare lo sviluppo. Il Censis, a tal proposito, parla della Provincia di Palermo come di un “big player” in grado di coordinare e ordinare le politiche di sviluppo. Una conferma del lavoro che stiamo svolgendo come Amministrazione viene dai punti di forza del nostro Ente individuati dal rapporto: struttura burocratica dinamica e veloce negli interventi, conoscenza articolata e capillare del territorio, rapporti consolidati con enti locali e operatori economici”.
Dario Galli, Presidente della Provincia di Varese. “Siamo stati capaci di intervenire nella crisi con efficacia e immediatezza. Pur avendo disponibilità economiche irrisorie, anche a causa del blocco imposto dal patto di stabilità interno, abbiamo fatto il grosso delle opere pubbliche del territorio: questo, insieme alla manutenzione e alla costruzione di edifici pubblici ci ha permesso di intervenire subito con strumenti anticiclici. A chi fa facile demagogia, diciamo di non confondere gli investimenti pubblici con i costi delle amministrazione, perché l’indagine del Censis dimostra come le Province siano state capaci di intervenire in maniera efficiente, e soprattutto con costi, inferiori rispetto alle altre istituzioni. Nella riforma federale dello Stato in atto si dovrebbe rivedere profondamente il ruolo delle Province, dando a queste amministrazioni maggiori funzioni, ma soprattutto capacità economica diretta, eliminando la finanza derivata. Le Province, per contro, devono avere la capacità di proporre un piano autonomo di riforma che elimini quelle che, per vastità territoriale e dati demografici, non rispondono ai criteri di area vasta necessari per agire”.
Alessandro Mazzoli, Presidente della Provincia di Viterbo.“Collante tra le varie realtà del territorio, soggetto fondamentale per lo sviluppo, punto di riferimento di tutti i Comuni, ponte tra gli stessi e la Regione per accorciare le distanze tra cittadini e istituzioni. Chiamatela come volete, ma una cosa è certa: della Provincia non si può fare a meno. Sarebbe sufficiente un rapido sguardo all’indagine realizzata dal Censis per conto dell’Upi, per rendersene conto. Il ruolo che questo ente ha ricoperto nell’azione di contrasto l’attuale crisi economica ne è un ulteriore esempio. Diciamolo chiaramente: senza le Province, la strada per uscire da questo tunnel sarebbe stata molto più lunga e tortuosa. Ma leggendo attentamente tra le righe si scopre molto di più: l’ambiente sarebbe stato meno salvaguardato, il lavoro meno tutelato, il turismo meno fiorente, le scuole meno sicure, lo sviluppo meno incrementato. In breve, il futuro sarebbe stato più incerto”.
Leonardo Muraro, Presidente della Provincia di Treviso. “ La Provincia di Treviso, avvalendosi del Piano Strategico, lo strumento di governance del territorio – che vede Provincia e Camera di Commercio coordinatrici di azioni in rete con le istituzioni pubbliche e private del territorio – ha costituito una task force volta ad analizzare la situazione contingente e a monitorarne gli sviluppi. E diverse sono le misure adottate sino ad ora dalla Provincia: abbiamo istituito un fondo di 500mila euro a sostegno delle famiglie in difficoltà, messo a bilancio 280mila euro per azioni di supporto alle imprese sostenendo gli organismi di garanzia fidi (confidi). In quest’ultimo caso abbiamo voluto contribuire alla copertura del rischio di insolvenza delle aziende del territorio. Inoltre, nonostante le difficoltà economiche, anche per quest’anno sono stati lanciati i bandi in appoggio alle imprese neonascenti. Infine, avvalendoci del legame costruito in questi anni con alcune banche locali grazie al progetto Mutui Prima Casa, l’amministrazione provinciale è riuscita a chiudere con gli stessi istituti di credito partner un accordo per il blocco della rata fino a 12 mesi per i trevigiani vittime della crisi”
Redattore: Redazione Upi - Uffici Stampa Province