In attuazione delle prescrizioni governative per il contenimento della diffusione del virus Covid19, la Provincia ha configurato i propri apparati e sistemi di comunicazione già in dotazione, per supportare il lavoro dei propri dipendenti senza la necessità di recarsi in ufficio.
Una procedura messa in campo grazie alle deroghe previste dai decreti emanati in questi giorni dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dalla circolare 1/2020 del ministro per la Pubblica Amministrazione,
Non un vero e proprio sistema di smart working, né di telelavoro, perché l’amministrazione che ha sede in Castello Estense non ha potuto investire in progetti ad hoc, date le note difficoltà finanziarie delle Province in questi anni.
Nello specifico, i dipendenti dotati di un computer con connessione a internet potranno collegarsi da casa alla postazione di lavoro che normalmente utilizzano in ufficio, per svolgere la propria attività.
Non ci sono specifiche tecniche particolari per la postazione domiciliare. Potenzialmente si potrebbero utilizzare anche smart phone o tablet, anche se a scapito della funzionalità.
Questa modalità di lavoro agile per il personale è stata attuata, in costante confronto con le organizzazioni sindacali, a tutela dei lavoratori dal rischio contagio, senza alcun onere finanziario e grazie al livello di digitalizzazione raggiunto dall’ente, la cui gran parte della documentazione amministrativa e contabile nel frattempo è già digitalizzata e quindi fruibile on line.
Per verificare i servizi di connettività alcuni funzionari della Provincia stanno già collaudando da remoto, e con successo, queste modalità di lavoro, che da martedì 17 marzo potranno essere utilizzate dal personale amministrativo e contabile.
Ferme restando le misure di massima flessibilità dell’orario di servizio, già introdotte dal 26 febbraio scorso, un modello organizzativo innovativo, dunque, che terminata l’emergenza da Coronavirus la Provincia, in osservanza anche del Piano delle azioni positive, ha intenzione di definire con un apposito progetto tecnico come normale modus operandi, coinvolgendo a regime almeno il 10% del personale, come peraltro previsto dalle attuali disposizioni normative in materia.
“Ringrazio il personale informatico – commenta la presidente della Provincia Barbara Paron – che ha reso possibile tutto questo facendo ricorso a tutte le possibilità offerte dall’attuale dotazione tecnologica. Stiamo anche pensando – prosegue – come rendere disponibile questa esperienza con un documento sintetico per illustrare le soluzioni finora adottate, pur tenendo conto che l’attuale dotazione organica del nostro Ced, unitamente all’attuale fase di emergenza, non consentono di garantire assistenza puntuale per ogni Comune, anche se non escludiamo che con un po’ di tempo si riesca a migliorare anche questo aspetto”.