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La Provincia di Viterbo e il protocollo di Kyoto

L'assessore Piazzai illustra le politiche della Provincia per la riduzione delle emissioni

Ambiente e Territorio    21/05/2009

Le opportunità di sviluppo per la Tuscia legate alle fonti rinnovabili e all’uso razionale delle energie. E’ il fulcro del convegno che l’assessore all’Ambiente, Tolmino Piazzai, ha organizzato questa mattina a palazzo Gentili. Intorno al tema “Abbiamo un “Kyoto” fisso – Lo sviluppo ecosostenibile della provincia di Viterbo – Le fonti rinnovabili e il risparmio energetico”, si sono confrontati i massimi esperti del settore per fare il punto sui programmi avviati e sulle possibilità aperte dai bandi attivati o in fase di attivazione da parte dell’ente di via Saffi, nell’ambito di una politica avviata in collaborazione con Università della Tuscia, Camera di commercio, Esco Tuscia e Cirps, il consorzio interuniversitario di ricerca per lo sviluppo sostenibile.

In base ai dati illustrati, è emerso che l’impiego delle energie rinnovabili permetterà al Viterbese, grazie agli investimenti e alle politiche avviate dalla Provincia, di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, come stabilito dal protocollo di Kyoto.

L’assessore Piazzai, aprendo i lavori, ha illustrato le linee di azione dell’ente in materia di eco-sostenibilità. “Fondamentale in questo campo – ha spiegato – sono gli incentivi derivanti dalla campagna di attuazione della Legge 10 del ’91 che prevede piani di azione per il risparmio energetico e le fonti rinnovabili per un totale di 800.000 euro di investimenti disponibili”. Alcuni esempi dei fondi messi a bando dalla Provincia, sono i 200 mila euro per la campagna di rottamazione delle vecchie caldaie di privati, i 30 mila per gli audit energetici degli enti pubblici e i 70 mila i cosiddetti Peac delle Fenr, ovvero i piani energetici ambientali comunali delle fonti alternative.

“Per quanto riguarda le domande tese a ottenere un risparmio energetico e per le quali nel Lazio è previsto un beneficio fiscale del 55% – ha proseguito Piazzai – le iniziative presentate nel Viterbese sono ben 282. Il potenziale attuale delle fonti rinnovabili della provincia è di 528 megawatt, in previsione al 2020 si arriverà a 858”. L’assessore ha quindi ricordato l’impegno a favore della diffusione dell’edilizia sostenibile, grazie alla collaborazione coll’Istituto nazionale di Bioarchitettura, l’approvazione del piano di azione locale di Agenda 21, l’applicazione sempre più diffusa tra gli enti della certificazione Emas – per la quale a breve verrà pubblicato un bando rivolto alle imprese in accordo con la Camera di commercio – e ancora il turismo eco-sostenibile. “Tutte azioni – ha concluso – tese a creare un patto di sviluppo per la definizione del distretto di eco-compatibilità per la provincia di Viterbo”.

A portare i saluti per l’Università della Tuscia, il professor Giuseppe Nascetti della facoltà di Scienze. Ferdinando Suraci, consulente della Provincia di Viterbo, ha quindi illustrati la pianificazione energetica e ambientale dei Comuni della Tuscia. “La legge 10 del ’91 – ha ricordato – permette di attivati bandi che aprono enormi opportunità”. In base alle stime, al 2020 in tutto il Lazio si arriverà a una produzione di energia da fonti rinnovabili pari a 2.750 megawatt di cui ben 858 nel Viterbese. “Le proposte arrivate – ha continuato Suraci – ammontano già a 518 megawatt, in maggioranza per impianti fotovoltaici ed eolico”. Il consulente di palazzo Gentili ha poi illustrato il Peac, piano energetico e ambientale comunale delle fonti rinnovabili che punta a fotografare lo stato attuale della diffusione di queste fonti per poi definire i piani di azione realmente cantierabili in breve tempo e che i Comuni possono realizzare. Al bando, al 20 aprile avevano aderito Canino, Oriolo Romano, Lubriano, Marta, Celleno, Faleria, Castel Sant’Elia, Farnese, Bomarzo, Monte Romano e Corchiano.

A illustrare “Gli audit energetici strumenti per il risparmio nei comuni della Provincia”, ovvero come gli enti locali possono sopperire ai propri fabbisogni energetici in maniera sostenibile, è stato Fabrizio Giamminuti del Cirps (Centro di ricerca per lo sviluppo sostenibile). Quindi la parola è passata a Riccardo Valentini dell’Università della Tuscia che ha relazionato su “Analisi del bilancio della CO2 nella provincia di Viterbo”. “Le emissioni annuali pro-capite di un cittadino del Viterbese, conteggiando anche quelle della centrale elettrica di Montalto di Castro – ha detto – sono pari a 32 tonnellate, a fronte di una media nazionale di 2,8. Senza la centrale elettrica, la cifra scende a 8 tonnellate per abitante. Il punto è cosa può fare un cittadino per diminuire le emissioni e come la Provincia può intervenire”. Gli obiettivi posti sono di arrivare a 26,5 tonnellate pro-capite contando la centrale e 2,46 senza. “In base alle stime – ha concluso – l’impatto futuro delle politiche avviate permetterà di ridurre le emissioni di un milione di tonnellate, rispettando appieno il protocollo di Kyoto”.

A seguire, Sandro Meschini del Servizio energia di palazzo Gentili ha presentato lo “Sportello energia” e il bando “Rottamazione di 1000 caldaie per il riscaldamento” mentre Niccolò Geronzi, dello stesso ufficio, ha parlato del bando “1000 gazebi fotovoltaici”. Infine, Raffaella Graziotti della Esco ha illustrato i progetti regionali su illuminazione pubblica e fotovoltaico nelle scuole.

A partire da domani, i bandi provinciali saranno consultabili sul sito www.provincia.vt.it, mentre quelli regionali sono già pubblicati all’indirizzo www.sviluppolazio.it.

 



Redattore: Ufficio stampa Provincia di Viterbo
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