Si è svolta, a Palazzo Granducale, una riunione del Tavolo delle Province toscane per la difesa del suolo. Argomento dell’incontro, promosso dall’assessore provinciale Anna Maria Marocco, era l’approfondimento delle questioni legate all’applicazione delle normative regionali in materia.
Dalla discussione è emersa la volontà di istituire un tavolo permanente delle Province, con l’obiettivo di uniformare le politiche locali relative al bilancio idrico, ai consorzi di bonifica, al demanio idrico, ai canoni concessori, agli interventi di ripascimento della costa. A tal fine è stato fissato, per la fine di maggio, un nuovo incontro sulla gestione del demanio idrico e dei rapporti di competenza fra l’Urtat (Uffici per la tutela dell’Acqua e del Territorio), le Province e i Consorzi.
Per armonizzare e razionalizzare le competenze attualmente divise tra più enti (Consorzi, Autorità di bacino, Ato, Comuni e Province) gli amministratori provinciali auspicano la definizione di una legge quadro regionale sulla difesa del suolo.
L’assessore Marrocco, dal canto suo, ha sottolineato la necessità di rafforzare i compiti di programmazione delle Province anche per la tutela della risorsa idrica.
“Tutti i partecipanti – ha detto l’assessore Marrocco – hanno espresso critiche alla proposta di legge sulla crisi idropotabile, ed hanno fatto proprio il documento che la Giunta Provinciale di Firenze ha recentemente approvato su questo tema. Le critiche riguardano, in particolare le procedure attivate per la formulazione della legge e il rischio che si perda di vista la complessità dei problemi legati alla risorsa idrica. E’ necessario – ha aggiunto l’assessore Marrocco – che si vada ad una riforma dell’attuale impostazione normativa che affidi alle Province, oltre alla competenza per il rilascio delle concessioni idriche, anche la programmazione degli usi idrici. E’, inoltre, opportuno – ha concluso l’assessore – che le Province e i Bacini Nazionali e Regionali, possano esprimere il parere sui Piani d’ambito per la gestione idropotabile e che il sistema di gestione delle emergenze tenga conto della struttura regionale di protezione civile”.