“L’auspicio è che sia davvero l’avvio di un processo di riorganizzazione dello Stato e di riordino dei poteri locali. Ma anche che finalmente si esca da contrapposizioni ideologiche e da dispute propagandistiche per concentrarsi su una discussione di merito su chi fa cosa”. Così il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Mazzoli, in occasione di “Un mese di sociale – Oltre l’adattamento”, convegno organizzato dal Censis e incentrato su “La sfida del federalismo”, svoltosi stamattina a Roma. Oltre a Mazzoli erano presenti il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, il sindaco di Parma Pietro Vignali, il presidente e il direttore generale del Censis, rispettivamente Giuseppe De Rita e Giuseppe Rossi, e Marco Baldi responsabile del settore Territorio e istituzioni periferiche sempre del Censis.
“Da oltre 15 anni – ha detto Mazzoli – si discute di riforme senza realizzarle: una transizione troppo lunga. Dopo l’introduzione dell’elezione diretta di sindaci, presidenti di Provincia e di Regione non c’è stata infatti una riforma per mettere gli stessi nelle condizioni di assolvere appieno a quel mandato. Il dibattito in questi anni si è quindi spostato sull’aspetto più deteriore della pubblica amministrazione: si è infatti puntato a mettere in evidenza gli sprechi negli enti locali. Allo stesso tempo, si è registrata una sempre maggiore diminuzione delle risorse. Ma l’esercizio pieno delle funzioni di governo aveva ed ha bisogno di una riorganizzazione di poteri e funzioni, oltre che di risorse. Ecco perché un federalismo maturo deve prevedere una reale autonomia finanziaria, un aumento della responsabilizzazione degli enti locali e la partecipazione al risanamento delle finanze pubbliche. Le Province sono dunque disponibili a discutere su questo tema, è però necessario superare una logica del tutto fuori luogo: quella abolizionista”.
Anche perché il ruolo fondamentale svolto è emerso ancora più chiaramente in questo periodo di crisi economica. “La Provincia può promuovere il sistema territoriale, anche nella competizione internazionale, un aspetto oggi evidente nella situazione attuale. Non c’è infatti solo l’Italia delle grandi aree urbane: c’è quella dei territori, delle comunità locali, delle piccole e medie imprese, delle eccellenze, della cultura e dell’ambiente. La crisi è grave e seria, proprio questa ha evidenziato l’importanza e l’utilità delle Province”.
E Mazzoli a supporto ha portato l’esempio di quella di Viterbo, partendo dal distretto ceramico di Civita Castellana per poi toccare il tessuto produttivo locale. “Su circa 4.000 addetti – ha spiegato – 1.600 sono in cassa integrazione e 500 espulsi: significa che la metà della forza lavoro è ferma. Abbiamo quindi firmato un protocollo d’intesa con il ministero delle Attività produttive, insieme ai Comuni e alle parti sociali; è stato dato il via a bandi regionali su innovazione e risparmio energetico che hanno messo in moto qualcosa come 34 milioni di euro; con il metodo della concertazione è stato rimodulato il Por 2007-2013 in funzione della crisi; insieme alla Camera di Commercio abbiamo messo a disposizione dei Consorzi fidi 650.000 euro per facilitare l’accesso al credito; ancora grazie alla concertazione, le convenzioni con gli istituti di credito per l’anticipazione della cassa integrazione. Quindi l’impegno di Regione Lazio e Provincia sul programma di investimenti pubblici per il 2009: per la manutenzione delle strade e delle scuole, insieme alla realizzazione di due nuovi istituti scolastici, abbiamo stanziato complessivamente 40 milioni di euro”.
Tutto questo porta a una conclusione. “La crisi c’è e sul territorio si sente, ma questi – ha concluso Mazzoli – sono solo alcuni esempi di un federalismo che parte dal basso”.
Redattore: Ufficio stampa Provincia di Viterbo