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Le Province per i territori, equità e sostenibilità

Successo per l’evento organizzato da Provincia di Piacenza, UPI nazionale e Upi regionale.

In evidenza, Istituzioni e Riforme    5/05/2025

 Il ruolo che le Province potranno avere nella programmazione strategica e operativa a supporto dei territori e delle risposte alle loro esigenze, soprattutto nella complessa ma necessaria conciliazione tra benessere e sostenibilità: è il focus del convegno “Le Province per i territori – Benessere, equità e sostenibilità”, organizzato dalla Provincia di Piacenza con UPI Nazionale e UPI Emilia-Romagna e ospitato questa mattina dalla sala consiliare dell’ente di Corso Garibaldi.

La presidente della Provincia di Piacenza, Monica Patelli, ha introdotto i lavori con i saluti istituzionali e ha osservato che l’incontro è stato organizzato da un lato per illustrare i risultati relativi al BES delle province (progetto – al quale la Provincia di Piacenza partecipa sin dal 2019 – che valuta il progresso di una società non soltanto dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista sociale e ambientale), e dall’altro lato per discutere con autorevoli interlocutori il ruolo delle Province, in specifico con riferimento ai temi del benessere e della sostenibilità dei territori.  

Per il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, “Leggere statisticamente e analizzare i dati come si fa con studi come il Bes delle Province offre l’opportunità di cambiare i numeri in meglio a vantaggio dei cittadini, ma bisogna dare anche alle Province l’effettiva possibilità di incidere in questo senso. Per questo occorre che facciano la propria parte sia lo Stato (Governo e Parlamento), che deve intervenire con un riordino o una revisione organica della normativa, sia le Regioni: noi, come Regione Emilia-Romagna insieme a Upi e Anci regionali, stiamo lavorando alla revisione della legge regionale che regolamenta il rapporto tra Regione e enti locali. Attraverso questo percorso intendiamo restituire funzioni e ruolo alle Province”.

La sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, ha evidenziato l’importanza per le amministrazioni locali del lavoro svolto dagli uffici statistici: “I numeri possono essere ‘tirati’ a seconda delle diverse posizioni, ma se analizzati con responsabilità e professionalità sono strumenti molto utili per capire in che direzione si sta andando e per individuare cosa si può fare per migliorarli”.

Il direttore generale della Provincia, Vittorio Silva, ha ripercorso il mutare del concetto di PIL (da Robert Kennedy alla cosiddetta Commissione “Stiglitz-Sen-Fitoussi”) e ricordato gli indicatori che gli sono stati via via affiancati per affinare la definizione di benessere di una comunità, percorso in cui si inserisce anche il lavoro che porta anche alla redazione del BES: “Le Province sono Enti che soffrono per gli effetti della legge Delrio, la quale – lo dicono i numeri – non ha portato risparmi ma incrementi di costi e non ha prodotto economie ed efficienze ma disfunzioni ed inefficienze. Occorre pertanto una revisione del quadro normativo, sia a livello statale sia a livello regionale, per ridare piena forza alle Province intese come capitale territoriale”.

I dati del BES relativi al Piacentino sono stati illustrati da Antonio Colnaghi dell’Ufficio Statistica della Provincia di Piacenza: in estrema sintesi, nel 2024 il posizionamento del nostro territorio (il documento completo è in allegato) è risultato soddisfacente soprattutto nelle dimensioni Sicurezza, Politica/Istituzioni e Relazioni sociali, mentre le aree di miglioramento sono legate ad Ambiente, Istruzione/Formazione e Ricerca/Innovazione.

A seguire si è poi aperta la tavola rotonda dal titolo “Il ruolo delle Province oggi e domani” moderata da Gian Luca Rocco, direttore di Libertà.

Pasquale Gandolfi, presidente Unione Province d’Italia, ha rilevato che “Senza immaginare un puro e semplice ritorno al passato, è necessaria una norma – attraverso una legge specifica o una modifica del TUEL – per ridare dignità e centralità al ruolo delle Province. Alle Regioni lanciamo una proposta: apriamo sui territori tavoli tra Regioni, Upi e Anci e cominciamo a rivedere le leggi regionali che dieci anni fa hanno dovuto dare attuazione alla Legge 56/14. Ci sono funzioni che sono di livello provinciale perché solo a quel livello possono offrire servizi efficienti e risposte efficaci ai territori e ai cittadini”.

Il presidente regionale UPI Giorgio Zanni ha osservato che “Dalla legge Delrio sono trascorsi dieci anni, che hanno lasciato incompiuto il cammino di riordino istituzionale: un vulnus politico da sanare. Se le Province continuano a funzionare bene, è nonostante la riforma e grazie alla dedizione e al buon lavoro degli amministratori, delle persone: Stato, Regioni, Province e Anci dovranno lavorare insieme anche per rivedere i contratti dei dipendenti della P.A. in modo da superare le difficoltà di oggi nel reclutamento di nuovi collaboratori”.

Claudia Ferrari, in veste di coordinatrice Anci piccoli Comuni Emilia-Romagna, ha sottolineato le diverse esigenze delle realtà più piccole: “Nel personale della Provincia i piccoli Comuni hanno un riferimento professionale ma anche umano: lo svuotamento delle Province avvenuto con la Delrio ha avuto conseguenze negative che stiamo pagando anche in termini di riduzione del numeri di giovani che si avvicinano alla politica e all’attività amministrativa, perché ci si trova ad avere una percezione di sempre maggiore lontananza delle realtà istituzionale”.

Per Tommaso Bonetti, professore ordinario di Diritto Amministrativo UNIBO, la legge Delrio – anche considerandola nel contesto in cui era nata – non ha funzionato “Per un tema di dignità Costituzionale, e penso all’articolo 114, ma anche per una serie di interessi pubblici di rilievo provinciale – dai quali non si può prescindere – che solo l’Ente Provincia può soddisfare: ecco perché, senza voler tornare indietro ma al contrario guardando in prospettiva, non si può eludere il problb ema di restituire alle Province certe specifiche funzioni: dalla pianificazione strategica provinciale alla gestione integrata della difesa del suolo, dalla polizia locale alla valorizzazione dei sistemi turistici, eccetera”.

L’intervento conclusivo è stato del Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione Tommaso Foti, che ha tracciato un quadro del contesto attuale (anche in relazione ai paletti del PNRR), delle complesse dinamiche – soprattutto in termini di dialettica sulle competenze – tra i vari livelli istituzionali e dei nodi della limitata attrattività dei contratti della P.A., che rende difficile reperimento e sostituzione del personale: “La storia delle Province è legata alla storia d’Italia, e non a caso le Province hanno sempre svolto un ruolo fondamentale per quanto riguarda soprattutto la vicinanza agli amministratori locali e ai territori. La riforma Delrio era nata in un momento in cui si pensava che le Province dovessero essere cancellate, ma con le Province pienamente presenti nella Costituzione siamo di fronte ad una scelta di campo: occorre ripensare quella riforma per ridare alla Province competenze e risorse per far fronte alle sfide del futuro in termini strutturali e infrastrutturali”.



Redattore: Ufficio stampa Provincia Piacenza
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