“Se definiamo le zone franche come zone “urbane” rischiamo di lasciare fuori dalle politiche di sviluppo tutte quelle aree, rurali o industriali, che gravitano al di fuori delle città e che invece spesso, nel mezzogiorno, sono le prime ad avere bisogno di interventi di sostegno”.
Lo ha sottolineato il Vice Presidente dell’Upi e Presidente della Provincia di Siracusa, Bruno Marziano, intervenendo oggi a Palazzo Chigi, al tavolo di lavoro nel quale il Governo ha illustrato a istituzioni locali e forze sociali le iniziative per la ripresa del Mezzogiorno, quali l’individuazione di 10 o 15 “zone franche”, lo sviluppo delle infrastrutture, gli incentivi agli investimenti.
“L’obiettivo strategico delle zone franche è pienamente condiviso – ha detto Marziano – purchè queste non siano individuate solo tra le aree urbane, anche perché al sud esistono numerose aree rurali o industriali in declino, sulle quali sarebbe possibile fare confluire diverse opportunità di sostegno alla ripresa”.
“Quanto agli strumenti che il Governo intende mettere in campo per attrarre investimenti nel sud Italia, credo che si debba fare uno sforzo ulteriore per favorire la nascita dell’autoimprenditoria. Nel Sud – ha detto Marziano – sono molti i giovani costretti a lasciare le loro città per trovare lavoro: è nostro dovere mettere in campo tutte le opportunità possibili per garantire occupazione, ma anche per fare impresa, a chi ha determinazione e idee per scegliere questa strada”. Marziano ha poi sottolineato la necessità di avviare un monitoraggio e una verifica puntuale sugli strumenti di programmazione e di sviluppo locale. “E’ vero – ha detto – che i Contratti di programma non hanno riscosso il successo che speravamo, ma è vero anche che accanto a questi sono stati messi in campo altri strumenti di programmazione dal basso, che , se pur con fatica, hanno dato buoni frutti. Interromperli adesso, senza averne verificato con cura i risultati ottenuti, priverebbe il Mezzogiorno di importanti e preziose opportunità”.