“Ora che la Corte Costituzionale , con sua sentenza, ha sancito che il governo nella Finanziaria, non può dire su cosa gli Enti locali devono tagliare nelle spese, è bene che il Governo faccia un passo indietro e ridiscuta la manovra con Regioni, Province e Comuni”.
E’ quanto dichiara il Presidente della Provincia di Siracusa Bruno Marziano , anche nella sua qualità di vice presidente nazionale delle Province Italiane ( UPI) , alla luce della sentenza della Corte che boccia la manovra finanziaria del governo 2004. “Dobbiamo evitare l’errore lo stesso errore per la Finanziaria 2005 che metterà gli enti locali in grossissime difficoltà di bilancio”, aggiunge Marziano “Ancora un esempio degli errori del Governo che da un lato rischia di spaccare l’Italia con il federalismo non solidale, dall’altro si fa condannare per eccesso di centralismo. Un altro esempio della finanziaria creativa del Ministro Tremonti che viene sanzionato dalla Corte Costituzionale. Viene bocciata una manovra che non solo devasta i bilanci ma entra nel merito delle scelte che sono di competenza di regioni, province e comuni , facendo emergere sempre di più il taglio politico di una manovra finanziaria , sia quella del 2004 che quella del 2005 in discussione, che scaricano su Regioni ed Enti locali, la grande maggioranza governati dal centrosinistra, il peso delle scelte finanziare del Governo Nazionale. Come tutti possono constatare con i propri occhi, tranne il coordinatore di Siracusa di Forza Italia che continua a negare l’evidenza, il fondo nazionale delle politiche sociali del 2005 è stato tagliato del 50 per cento, da un miliardo di euro a 500 milioni di euro, con una perdita secca per la Sicilia di oltre 48 milioni di euro, che incidono pesantemente anche sui bilanci di comuni e province guidati dalla coalizione dei centrodestra .
Ma la sentenza della Corte Costituzionale non può restare senza conseguenze , il governo riapra il confronto con gli enti locali, si trovino le soluzioni per evitare gli ulteriori tagli previsti del 6,7 per cento in media, e che per alcuni settori determinano decurtazioni di spesa del 50 per cento. Tagli che possano portare gli enti locali tutti, a prescindere dalla loro guida politica, alla paralisi operativa”