Le spese sostenute dalle Province per le funzioni trasferite o delegate dal 1 gennaio 2004 sono escluse da patto di stabilità. Lo ha stabilito oggi il Senato, approvando in Aula un emendamento nel decreto sugli Enti locali, che era stato proposto dall’Upi a Governo e Parlamento, e sul quale l’Associazione aveva più volte sollecitato, in diversi incontri, maggioranza ed opposizione.
“Possiamo certamente parlare di un successo per l’Associazione – commenta il Presidente dell’Upi Fabio Melilli – visto quanto ci siamo spesi per fare comprendere ai nostri interlocutori la fondatezza della nostra richiesta. Purtroppo però, questo risultato da solo non basta ad allentare le nostre preoccupazioni sullo stato dei bilanci delle Province”.
“Restano aperte tutte le questioni legate alle eccessive rigidità introdotte con questa finanziaria – commenta Andrea De Maria, responsabile Finanza per l’Upi e Vicepresidente della Provincia di Bologna – né si è voluto intervenire sulla nostra richiesta di escludere le spese per gli investimenti quelle per le funzioni delegate già dal 2002, dal Patto di stabilità interno”.
“In questo modo – continua De Maria – vengono colpite proprio le Province che, per mole di investimenti, rappresentano un vero e proprio volano per l’economia dei territori. Vogliamo credere che la flessibilità che si prospetta per il patto di stabilità europeo trovi adeguato riscontro anche a livello interno”
“Ci aspettiamo che queste prime, timidissime aperture, dimostrate nei confronti del sistema delle Autonomie Locali – conclude il Presidente Melilli – siano confermate da qui a breve, quando si aprirà la discussione sul nuovo DPEF.
Noi torneremo a chiedere risorse per la sicurezza degli edifici scolastici, per garantire la manutenzione delle strade, per mettere in campo interventi di tutela del territorio, per contribuire alla ripresa economica dei territori.
Ma ancora di più, ribadiremo al Governo la necessità di assicurare una vera e compiuta autonomia finanziaria: una diritto che ormai da anni ci viene negata da un federalismo fiscale che continua a non essere realizzato e da regole che disegnano un patto di stabilità imperniato sulla logica inaccettabile del tetto alla spesa”.