Documento contro l’abolizione delle Province
I sottoscritti dipendenti della Provincia di Ravenna di fronte alla pervicace volontà politica di procedere alla cancellazione di una delle articolazioni più antiche dello Stato Italiano, manifestano un senso di profonda amarezza e di sconcerto per l’ottusità con la quale si intende perseguire questo obiettivo.
Pur consapevoli della necessità di una riforma della pubblica amministrazione che garantisca ai cittadini l’erogazione ottimale dei servizi attraverso un corretto utilizzo delle risorse, non si può non osservare l’approssimazione e la superficialità con la quale questa opera di riforma viene condotta.
Consapevoli altresì della necessità di migliorare il funzionamento delle province stesse, eliminando anacronismi e privilegi ben noti, aumentando la produttività e semplificando la normativa, i firmatari della presente auspicano che venga finalmente colta l’occasione per una vera riforma che, eliminando incoerenze e sovrapposizioni di competenze, consenta tuttavia di mantenere servizi essenziali per il cittadino e di migliorare tanti altri servizi che attualmente la provincia eroga.
L’aver assecondato la deriva populista, portata avanti da un certo tipo di stampa, oltre a danneggiare l’immagine dei dipendenti che, nonostante le difficoltà organizzative e i tagli di bilancio e di personale, si impegnano tutti i giorni nello svolgimento del proprio lavoro, non fa altro che nascondere i veri problemi ed evita di dare risposte concrete al Paese
I sottoscritti dipendenti della Provincia di Ravenna mettono in evidenza come l’idea che le Province siano una delle principali fonti di spreco della Pubblica Amministrazione venga smentita da tutti documenti ufficiali sia di fonte governativa che di studi e associazioni (relazioni di accompagnamento ai disegni di legge, stime dell’ufficio studi della camera, indagini dell’Università Bocconi). Infatti l’abolizione delle province, pur essendo una misura spettacolare e di alto valore simbolico per chi intende metterla in atto, risulta di basso impatto economico.
Inoltre l’abolizione delle province andrebbe in una direzione contraria a quanto avviene nel resto dell’Europa dove in 19 stati su 28 (tra cui Francia, Germania e Spagna) il governo del territorio è affidato a tre livelli istituzionali. Per questo consideriamo sia sicuramente più opportuno conservare in funzione l’ente intermedio tra comuni e regioni, l’unico in grado di gestire le funzioni troppo grandi per i primi e troppo territorialmente limitate per le seconde
I firmatari della presente ritengono pertanto che la strada giusta per giungere ad una riforma organica che punti alla semplificazione reale e alla modernizzazione del nostro sistema sia quella di procedere ad una coerente individuazione delle funzioni fondamentali dei comuni, delle province e delle regioni e a un profondo ripensamento dell’adeguatezza dimensionale di ogni livello di governo, affinché le istituzioni territoriali possano esercitare effettivamente le loro funzioni in autonomia e responsabilità.
Per tutte queste considerazioni (e ce ne sarebbero tante altre da aggiungere) i sottoscritti dipendenti della Provincia di Ravenna accolgono la richiesta del presidente dell’UPI dott. Antonio Saitta, aderiscono integralmente al documento e chiedono a tutti gli esponenti politici rappresentativi dell’Emilia Romagna un incontro urgente, affinché si discuta con spirito leale, costruttivo, sereno e di verità, in merito alle ripercussioni che tale eliminazione comporterebbe sulla collettività.
In allegato il documento inviato a Governo, Parlamento, Partiti politici ed organi di stampa
Redattore: Redazione