“Con l’approvazione della delega sul Codice delle Autonomie locali, il Governo da il via alla grande stagione di riforme, dando nuova forza alle Province e rendendole ancora più capaci di rispondere alle esigenze del Paese” . Lo dichiara Fabio Melilli, Presidente dell’Upi, che sottolinea come questo fosse “un provvedimento fortemente atteso, che porterà ad una riorganizzazione dei livelli di governo intorno alle istituzioni più vicine ai cittadini e ai territori, Comuni e Province, rafforzandone ruoli e funzioni”.
“Le Province – aggiunge Melilli – vengono confermate come unico ente di governo di area vasta. A loro si assegna la competenza esclusiva nei compiti e funzioni di “area vasta”: programmazione e coordinamento di attività e servizi attinenti il governo e la gestione del territorio; regolazione dei servizi a rete con il conseguente snellimento degli attuali organismi, come gli Ato. Grazie all’individuazione delle funzioni fondamentali di Comuni e Province, poi, sarà possibile distinguere con chiarezza il ruolo di ogni livello di governo: una opera di razionalizzazione che consentirà ai cittadini e alle imprese di avere un quadro certo delle responsabilità, e potrà mettere fine a quelle sovrapposizioni che troppo spesso sono la causa primaria di inefficienze e lungaggini della pubblica amministrazione.
Fondamentale è la norma sull’ordinamento di Roma Capitale, che consentirà finalmente alla capitale del Paese di avere strumenti e risorse adeguate al proprio ruolo.
Quanto alle Città metropolitane , trovo positivo che si sia scelto la strada di non definire un modello unico, ma invece di prevedere schemi differenziati a seconda dei territori. Una richiesta che come Upi avevamo avanzato, perché tiene conto delle variabili economiche, sociali e geografiche delle realtà su cui le aree metropolitane individuate si trovano ad insistere.
Determinante è stato l’avere assicurato a questo sistema di governo una dimensione territoriale tendenzialmente coincidente con quella della Provincia.
Quanto alla norma che prevede le revisioni dei confini territoriali delle attuali Province, il tema andrà approfondito sui territori con i Comuni , con le Province e con le popolazioni interessate.
Piuttosto, resta prioritaria l’eliminazione di tutti gli enti intermedi, che si frappongono fra Comuni e Province e che oggi rappresentano il vero luogo di dispersione delle risorse, e determinano confusione nelle responsabilità e incertezza per i cittadini e le imprese”.