“Signor Presidente, signori consiglieri, assessori
mi appresto ad esporre in questa relazione i punti salienti del programma che ispirerà l’attività politico-amministrativa della nuova consigliatura che oggi qui solennemente inauguriamo.
Porgo innanzitutto il mio deferente saluto al presidente del Consiglio e a tutti i consiglieri.
Rivolgo inoltre un saluto a tutti coloro che hanno condiviso con me l’esperienza amministrativa del quinquennio 2004-2009. Il mio pensiero va ai consiglieri provinciali che non ritrovo in questa aula, agli assessori che hanno fatto parte della mia squadra di governo, a tutti i collaboratori.
A tutti, indistintamente, va la mia sincera gratitudine per la leale collaborazione ed il contributo di idee che hanno saputo offrire alla comunità di Terra Ionica.
Vorrei poi rivolgere un pensiero particolare al professor Domenico Rana, al quale riconfermo i sentimenti di stima e di amicizia.
Pur nella distinzione e nel rispetto dei ruoli, sono convinto che sapremo inaugurare, tutti insieme, una nuova stagione politica caratterizzata dal comune desiderio di contribuire al bene della nostra terra. I toni aspri e a tratti infuocati della competizione elettorale sono ormai alle nostre spalle.
L’auspicio – credo condiviso – è che la dialettica politica, d’ora in avanti, si attesti solo ed esclusivamente sul merito dei problemi da discutere e mai su questioni di carattere personale.
Esprimo un sentito ringraziamento agli elettori di Terra Ionica che con il loro consenso mi hanno permesso di continuare a guidare la Provincia di Taranto.
Un ringraziamento che estendo ovviamente a tutti gli elettori che con la loro partecipazione hanno comunque espresso un giudizio, esercitando così il diritto-dovere di concorrere alla scelta degli amministratori pubblici.
Le elezioni ci consegnano un altro dato che deve diventare oggetto della nostra comune riflessione: l’astensionismo. Un numero non irrilevante di persone non si è recato alle urne.
È un sintomo di disaffezione verso le istituzioni ed in particolare, credo, verso la classe politica.
È un segnale che abbiamo il dovere di non sottovalutare, è un fenomeno che merita di essere analizzato sotto diversi profili.
Concretamente, la migliore risposta possibile che ognuno di noi e tutti insieme possiamo dare è un esempio di buona politica.
E la buona politica è quella, a mio modesto avviso, che sa riconoscere i limiti della propria azione, sforzandosi, nel contempo, di offrire soluzioni chiare ai problemi comuni.
È la fatica di costruire, giorno dopo giorno, condizioni di vita migliori, è la politica che sa rinunciare all’applausometro, quindi alla popolarità, parlando invece il linguaggio della verità.
È la politica che sa progettare senza per questo ignorare le questioni dell’oggi, è la politica che guarda soprattutto alle nuove generazioni, dunque al futuro.
Su questo terreno – ne sono assolutamente persuaso – non sono le differenti opinioni politiche a fare la differenza, ma l’onestà intellettuale e l’ambizione di operare nell’esclusivo interesse della comunità.
Iniziamo questa avventura amministrativa fissando nuovi importanti obiettivi. Il percorso è stato tracciato, in molti casi si tratta di portare a compimento i numerosi progetti già messi in cantiere.
In questi cinque anni, come ho ripetuto più volte, abbiamo governato in un mare di detriti istituzionali. Ciò ha determinato, per la Provincia di Taranto, una condizione di sostanziale solitudine istituzionale, appena attenuata dalla stretta e feconda collaborazione con la Prefettura di Taranto, i cui rappresentanti, a partire dai prefetti Alecci prima e Pironti dopo, non hanno mai fatto mancare la loro sincera vicinanza e qualificata mediazione quando si è trattato di affrontare vertenze sociali particolarmente delicate che, in un modo o nell’altro, hanno finito per coinvolgere l’Amministrazione provinciale.
La situazione, fortunatamente, è ora ben diversa: la stagione dei commissariamenti è finita ed una nuova classe dirigente è già al lavoro per cercare di recuperare il terreno perduto.
Questo scenario, che potremmo definire di ritrovata normalizzazione, sollecita e per certi versi facilita scelte importanti per il futuro del nostro territorio. Ciò vale innanzitutto per il Comune capoluogo.
Taranto ha oggi una classe politica fortemente legittimata che sta operando in un mare di oggettive difficoltà. Noi vogliamo aiutare questo percorso di rinascita della città, lavorando in comunità di intenti con il sindaco Stefàno e la sua Amministrazione.
Rilancio produttivo e sviluppo del territorio, porto, logistica e trasporti, università e innovazione tecnologica, sport e cultura: sono questi i principali temi su cui, ne sono certo, avvieremo un lavoro comune.
Nell’immediato, siamo pronti a favorire una stretta collaborazione, anche e soprattutto dal punto di vista operativo, dei due corpi di Polizia provinciale e comunale in materia di igiene urbana e lotta al triste fenomeno del randagismo.
La Polizia provinciale, come già avvenuto in passato, nel periodo estivo, quindi in queste settimane, controllerà il traffico nelle isole amministrative del comune di Taranto.
I due enti locali si impegneranno, d’altro canto, ad avviare tutte le iniziative utili al recupero e alla ristrutturazione degli edifici pubblici di comune interesse, come ad esempio gli immobili che ospitavano il liceo Ferraris e la scuola Nitti al quartiere Tamburi.
Insieme al mondo dell’associazionismo, ai comuni, all’università, alla scuola, ai sindacati e al sistema delle imprese, dovremo costruire un nuovo modello di rappresentanza.
La Provincia di Taranto diventerà il sindacato del territorio, insieme a quanti, evidentemente, vorranno condividere questa nuova impostazione.
La territorialità, dunque, come discrimine principale per valutare scelte ed opportunità di sviluppo, la difesa degli interessi della comunità ionica come valore fondante di un nuovo modello di relazioni istituzionali, da sperimentare soprattutto nella interlocuzione con la Regione Puglia ed il governo nazionale.
L’ultimo Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno – come sapete, è notizia di questi giorni – “fotografa un Meridione in recessione, colpito particolarmente dalla crisi nel settore industriale, che da sette anni consecutivi cresce meno del centro-nord, cosa mai avvenuta dal dopoguerra ad oggi”. Questi sono dati a dir poco allarmanti che non possono lasciarci indifferenti, interrogano le nostre coscienze di donne e di uomini impegnati nella vita pubblica.
Il Sud, nei Palazzi dove si decide il futuro di questo Paese, è ormai considerato un problema, quasi un fastidio.
Credetemi, non voglio fare polemica, ma questo argomento merita davvero una riflessione approfondita.
È giusto dividersi su altri temi, ma non possiamo più consentire che un pezzo d’Italia continui ad essere penalizzato da scelte che umiliano i cittadini meridionali e da decisioni che fanno aumentare le disuguaglianze sociali ed economiche anziché combatterle. Un nord sempre più ricco, un sud sempre più povero ed emarginato. No, noi non ci stiamo più. E che il problema sia serio lo dimostra il fatto che in tutti i partiti – e dunque in maniera trasversale – si discute con sempre maggiore preoccupazione della mai risolta questione meridionale.
Non rinunceremo – e come potrei farlo proprio io – ad azioni di moral suasion, nel tentativo, a tutti i livelli, di far valere le nostre ragioni. Ma quando giudicheremo insufficienti le risposte che ci verranno fornite, dovremo essere pronti a battere i pugni sul tavolo e a mobilitare la popolazione. Sul tema dello sviluppo, appunto, non faremo sconti a nessuno.
Il porto di Taranto è la vera priorità per il sistema-Paese. Per effettuare le opere necessarie al reale potenziamento dello scalo ionico un ruolo di primo piano lo gioca proprio il governo nazionale, considerata l’entità degli investimenti necessari. Questa ovvia quanto incontrovertibile affermazione non ci sottrae, ovviamente, alle nostre precise responsabilità.
Dovremo perciò nei prossimi mesi, d’intesa proprio con il comune capoluogo, approntare la sottoscrizione di un protocollo con i governi nazionale e regionale che indichi con chiarezza i fondi, le procedure e i tempi per effettuare i dragaggi e provvedere al raddoppio del quarto sporgente e alla costruzione del quinto. E lo stesso ragionamento vale per la piattaforma logistica Agromed ed il Distripark.
Questo complesso di opere, infatti, darà un impulso straordinario a comparti produttivi di primaria importanza per la nostra economia come l’agricoltura, la pesca ed il commercio.
Un’altra opportunità di assoluto rilievo è offerta dalla programmazione di Area Vasta. Com’è noto, abbiamo proposto diversi progetti, tra i quali vorrei ricordare la realizzazione del Polo Scientifico-Tecnologico che dovrà occuparsi principalmente di ricerca avanzata in campo ambientale.
Dovremo inoltre sfruttare al meglio i fondi comunitari per aiutare i giovani e per finanziare progetti a beneficio del sistema delle piccole e medie imprese locali.
La Provincia di Taranto è un ente finanziariamente sano. La corretta gestione dei bilanci, pure messa a dura prova dal continuo e progressivo taglio dei trasferimenti agli enti locali, è condizione indispensabile per assicurare certezza degli investimenti a favore del territorio.
La nostra azione sarà tesa ad eliminare gli sprechi e a valorizzare le risorse umane di cui dispone questa Amministrazione. Renderemo ancora più efficiente la macchina amministrativa per migliorare i servizi e le prestazioni resi alla cittadinanza e al mondo delle imprese.
Il primo passo di questo percorso lo abbiamo già compiuto, ridefinendo le deleghe assessorili sulla base del criterio di coerenza tra aree tematiche, tracciando così le linee-guida per la riorganizzazione degli uffici.
Abbiamo modernizzato l’ente, innovando in molti settori tra cui la comunicazione. Rendere conto ai cittadini dell’attività svolta è un dovere per chi amministra la cosa pubblica. Noi abbiamo dimostrato che è possibile farlo quando la volontà politica si muove in questa direzione.
La trasparenza ed il cambiamento – per mutuare una bella espressione di don Tonino Bello – non si predicano, si praticano.
Alla Provincia di Taranto sono affidati compiti importantissimi in campo ambientale. I cittadini hanno il diritto di vedere migliorata la qualità della vita.
Continueremo a batterci per difendere l’occupazione e tutelare la salute dei lavoratori e della popolazione ionica. Non rinunceremo insomma all’idea di uno sviluppo ecocompatibile, anche perché in questa senso incoraggianti passi avanti sono stati compiuti.
L’emblema di questo processo virtuoso è stata l’inaugurazione, lo scorso 1° luglio, dell’impianto di urea dello stabilimento siderurgico per il drastico abbattimento delle emissioni di diossina.
La compattezza delle istituzioni e l’applicazione delle nuove tecnologie dimostrano come sia possibile ottenere risultati concreti nella lotta all’inquinamento.
Va rafforzata la rete dei controlli, come pure occorre verificare periodicamente il rispetto degli accordi sottoscritti. Indietro non si torna, perché su questo versante abbiamo voltato pagina, grazie anche al prezioso contributo delle associazioni ambientaliste e di un’opinione pubblica attenta.
Primi in Puglia, qualche mese fa abbiamo approvato il piano provinciale dei rifiuti. Ora spetta alla Regione Puglia, dopo la fase di consultazione pubblica, approvare il documento, la cui redazione, come si ricorderà, è stata affidata all’Arpa e agli esperti del Politecnico di Bari, sede di Taranto.
Non ci sarà bisogno di costruire nuovi impianti, ma sarà senz’altro indispensabile procedere ad una migliore attuazione del piano dei rifiuti.
In stretta collaborazione con gli ATO, gli Ambiti Territoriali Ottimali, continueremo a spingere la raccolta differenziata nei comuni, sollecitando anche un diverso comportamento e un cambio di mentalità da parte dei cittadini. Si potranno in quest’ottica attivare specifiche campagne di sensibilizzazione.
Mi piace ricordare alcune scelte compiute dalla nostra Amministrazione per rendere effettivamente praticabile la politica a difesa dell’ambiente e a tutela del nostro patrimonio paesaggistico.
Mi riferisco al potenziamento del Corpo di Polizia provinciale grazie alle nuove assunzioni, ad un parco mezzi all’altezza dei compiti affidati ai nostri agenti e un sistema informatizzato per gestire efficacemente le varie attività d’istituto.
Sarà compito della nuova amministrazione – ed è per questa ragione che ho trattenuto la relativa delega – riorganizzare il Corpo di Polizia Provinciale che, dotato di un suo comandante, sarà materialmente allocato nel Palazzo del governo.
Abbiamo fatto molto nel settore dell’edilizia scolastica, ma siamo ben consapevoli che sono ancora tantissime le cose da fare.
Scrissi, nella relazione di insediamento che presentai in quest’aula nel 2004, che avremmo costruito i licei di Mottola e Massafra. Stiamo mantenendo fede agli impegni assunti, si tratta di completare il De Ruggeri.
È nostro compito dare una risposta definitiva alle legittime aspettative della comunità grottagliese e della popolazione studentesca del versante orientale della nostra provincia. Costruiremo la nuova sede del liceo Moscati e porteremo a completamento gli istituti Sforza di Palagiano e Del Prete di Sava.
Anche in questo caso, il senso di responsabilità ci impone di parlare il linguaggio della verità. La gran parte degli edifici che ospitano le scuole di nostra competenza versa in condizioni alquanto precarie.
Si rendono perciò necessari ulteriori massicci investimenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli istituti scolastici, in continuità, appunto, con l’azione svolta in questi anni.
Chiederemo un’accelerazione delle procedure per avviare quanto prima la ristrutturazione di Palazzo degli Uffici che ospita il liceo Archita, progetto per il quale l’Amministrazione provinciale ha già stanziato, com’è noto, 8 milioni e mezzo di euro.
L’attenzione verso il mondo dell’istruzione dovrà esplicitarsi anche attraverso un confronto costante e qualificato con le varie articolazioni del mondo della scuola, a partire dagli insegnanti, dai dirigenti scolastici e dalle organizzazioni studentesche.
Lo sviluppo ed il consolidamento del polo universitario ionico è un altro degli obiettivi che abbiamo perseguito con passione in questi anni. L’attivazione di tre facoltà autonome – Scienze, Giurisprudenza ed Economia – rappresenta il segno tangibile di un mutato e positivo rapporto tra istituzioni locali e università di Bari.
Altre due facoltà, secondo quanto prevede l’ultima convenzione stipulata con l’ateneo del capoluogo pugliese, dovranno essere attivate: Scienze della salute e Scienze Umane.
La presenza sul territorio di un corpo docente di alto profilo e la massa critica costituita da migliaia di studenti fanno ormai del polo universitario ionico una realtà consolidata, viatico migliore per l’istituzione dell’università degli studi di Taranto. A tale scopo occorrerà procedere alla trasformazione del Cuj, il Consorzio universitario ionico, in fondazione.
Il mondo della conoscenza – scuola e università su tutti – diventerà l’alleato principale della Provincia di Taranto.
Non si può progettare il futuro senza puntare innanzitutto sulla più importante delle risorse a nostra disposizione: il capitale umano.
In questi anni, abbiamo sperimentato numerose forme di coinvolgimento del mondo giovanile. Dalle mostre dedicate ai nostri artisti emergenti ai progetti del servizio civile, con i nostri giovani impegnati nel campo dei beni culturali. Sappiamo che possiamo e dobbiamo fare di più.
Ma lo sviluppo passa anche attraverso un sistema viario e infrastrutturale efficiente. La Regionale 8, la Talsano-Avetrana, cambierà volto alla viabilità provinciale e favorirà nuovi insediamenti turistici.
Una strada che correrà parallela all’attuale litoranea salentina, ricongiungendo simbolicamente, e non solo, i due versanti della Terra Ionica.
Siamo pronti per la consegna dei lavori, si parla di quest’opera da oltre trent’anni. È forse il maggiore investimento – ben 60 milioni di euro – prodotto dall’Amministrazione provinciale ionica.
Numerosi sono stati gli interventi che hanno interessato la rete stradale provinciale, lunga complessivamente 1300 chilometri. Anche in questo caso, bisogna procedere sulla base di un’attenta programmazione delle opere e dei lavori da avviare e portare a termine.
Occorre dare continuità al settore delle politiche sociali, dall’annuale rassegna del volontariato ai numerosi progetti avviati grazie anche al supporto delle associazioni.
Il sostegno alla ricerca medica, le specifiche campagne di comunicazione sul tema della sicurezza stradale ed il telegiornale per non udenti, solo per fare qualche esempio, hanno di fatto qualificato la presenza e le attività della Provincia in questo campo.
Moltissime le iniziative realizzate all’insegna della solidarietà e nell’interesse delle fasce sociali più deboli.
La Provincia di Taranto ha iniziato anche un percorso di riscoperta e valorizzazione della nostra memoria collettiva.
“Terra Ionica” è il brand territoriale che abbiamo scelto per rilanciare le ambizioni della nostra provincia, sia dal punto di vista turistico sia sotto il profilo economico e commerciale.
A tale scopo, come non ricordare che sono tantissimi gli eventi – dalle fiere alla sagre, dai riti della Settimana Santa alle rassegne musicali – che meritano di essere presi in seria considerazione nell’ambito di un progetto organico di promozione territoriale.
Noi crediamo infatti che la costruzione di un’identità collettiva sia fattore propedeutico al progresso di una comunità.
Non intendiamo mortificare le tradizioni comunali e municipalistiche, anche alla luce delle diverse tradizioni culturali presenti in Terra Ionica, ma semmai esaltare la comune appartenenza ad una provincia comunque ricca di potenzialità.
In tal senso, valuteremo attentamente l’ipotesi di sponsorizzare le società sportive – e non solo quelle di eccellenza – con il logo “Terra Ionica”. Lo sport, come sappiamo, è uno straordinario veicolo di promozione territoriale.
Ci sono decine di migliaia di cittadini – giovani e meno giovani – che reclamano più attenzione da parte delle istituzioni.
Ai disoccupati e ai precari, ai cassintegrati e a tutti coloro che il lavoro temono di perderlo, dobbiamo offrire un sostegno vero, tangibile. In quest’ottica, un ruolo fondamentale continuerà a svolgerlo il settore della formazione: i fondi ora a nostra disposizione sono sufficienti per mettere in atto una vera e propria terapia d’urto per facilitare, tra l’altro, la rioccupabilità di quelle persone espulse dal mercato del lavoro. Vorrei qui annunciare che siamo già pronti con i primi bandi.
In questi anni, tuttavia, non siamo stati a guardare. Abbiamo finanziato progetti per contrastare il caporalato, abbiamo garantito stabilità occupazionale a centinaia di ex lavoratori socialmente utili, abbiamo favorito l’incontro tra domanda e offerta di lavoro migliorando i servizi dei centri per l’impiego e attivando il portale Sintesi che ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti in campo nazionale.
Abbiamo fatto il possibile per offrire il nostro contributo, anche se sappiamo che i problemi sono tantissimi, a partire appunto dalla disoccupazione.
Una persona senza lavoro è una persona privata del più importante dei diritti sociali, di quella sacrosanta aspirazione che il giurista Gustavo Zagrebelsky ha definito un diritto di giustizia. Ritengo perciò doveroso richiamare qui il concetto di sindacato del territorio. Siamo tutti chiamati ad uno scatto di orgoglio.
I valori cui ognuno di noi si ispira possono anche essere diversi, com’è giusto che sia, ma comune deve essere l’obiettivo: operare insieme per promuovere nuove occasioni di lavoro, contrastare il fenomeno della precarietà che sta mettendo in ginocchio un’intera generazione.
Per me, che sono credente, si tratta di testimoniare, giorno dopo giorno, quell’idea di “amore operoso”, per dirla con le parole di Giorgio La Pira, che mette al primo posto la Persona e i suoi bisogni.
Più in generale vanno sostenute tutte quelle azioni tese a creare benessere sociale. L’individuo si realizza nella comunità, dunque nel rapporto con gli altri.
Il secondo libro del “De Rerum Natura” di Lucrezio si apre con un’immagine forte: uno spettatore contempla dalla riva un lontano naufragio; egli gode non tanto delle altrui tribolazioni quanto del confronto tra la propria sicurezza e il pericolo degli altri.
Questa metafora è stata scelta da alcuni studiosi, tra cui il filosofo Hans Blumenberg, per illustrare i rischi dell’esistenza umana nella «navigazione della vita».
Essa rinvia agli atteggiamenti fondamentali che si assumono nei confronti del mondo: in favore della sicurezza o del rischio, dell’estraneità o del coinvolgimento negli eventi.
Ecco, l’auspicio che mi sento di formulare in questa giornata così solenne è che nessuno di noi rimanga spettatore di fronte alle scelte che insieme saremo chiamati a compiere per il bene della Terra Ionica.
Bisogna scegliere la partecipazione e assumere qualche rischio se davvero, come credo, vogliamo essere testimoni della buona politica.
Sono sicuro che il mio appello non rimarrà inascoltato”.
In allegato, una scheda con i nuvoi assessori della Giunta
Redattore: Ufficio stampa Provincia di Taranto