La primavera non teme il Covid19 e l’erba lungo i cigli e le pertinenze stradali provinciali necessita l’attivazione degli sfalci per mettere in sicurezza la circolazione.
Su banchine, scarpate, fossi divisi in 15 zone, dal 22 aprile sono partiti i primi interventi di manutenzione della Provincia di Treviso per un totale di 709 mila euro e le ditte appaltatrici iniziano a lavorare con i propri addetti, attrezzature e macchine operatrici e, a breve, altre 10 zone del territorio vedranno gli interventi di sfalcio del verde per un importo impegnato di 999 mila euro.
Sono veri e propri cantieri mobili che si snodano attraverso 1.530 chilometri di strade provinciali.
Anche questa attività appartiene alla fase di ripresa chiamata Fase2 e, come altri cantieri ed attività che rientrano nei codici Ateco delle riaperture lavorative permesse, ma l’organizzazione seria di questa programmazione prevede un corollario di servizi a sostegno ed agevolazione degli operai e maestranze impiegati in questi lavori.
“Tra questi sforzi di ripresa – sostiene Stefano Marcon vicepresidente vicario dell’UPI Nazionale e presidente della Provincia di Treviso – ho sostenuto con convinzione nella Cabina di Crisi attivata con il Governo della quale faccio parte, la necessità che anche le attività di ristorazione possano ottenere subito il via libera alla loro riapertura graduale e con il rispetto dei requisiti di sicurezza. Molte attività di ristorazione, in questi giorni, si sono adoperate con il delivery quindi sono già preparate per quanto riguarda i sistemi di sicurezza e la gestione della somministrazione pasti che tenga conto delle disposizioni sanitarie.
Al tavolo di confronto era presente anche Vittorio Colao (alla guida della task force di esperti attivata dal Presidente del Consiglio Conte) e con lui ho condiviso l’importanza di inserire tra le priorità temporali dello studio da lui presentato, di anticipare la riapertura di ristoranti e trattorie con modalità che potremmo definire “dedicate” ai lavoratori fissi e mobili che si trovino lontano da casa”.
“Le squadre degli operai delle ditte che si aggiudicano i lavori dei cantieri, infatti – aggiunge Marcon – sono spesso provenienti da fuori regione e la possibilità di trovare alloggio e vitto. È direttamente funzionale alla garanzia del servizio prestato pena la sospensione dei cantieri stessi, compresi quelli per le opere di asfaltatura e messa in sicurezza.
Le cose sono collegate e non possono prescindere l’una dall’altra.
Altro importante scoglio da affrontare nelle linee che andremo a definire – chiude Stefano Marcon – è la ripresa di tutte le altre attività legate alla Fase 2 che deve tener conto del grosso problema legato ai trasporti pubblici e a chi affidare i bambini dei genitori che riprendono il lavoro. Anche questo è imprescindibile”.
Redattore: Ufficio stampa Provincia di Treviso