“Senza le Province meno democrazia, meno servizi per i cittadini e nessun risparmio, anzi più spesa pubblica e più costi”. Questa, in sostanza, la valutazione espressa dai Presidenti di Trieste, Maria Teresa Bassa Poropat, di Gorizia, Enrico, Gherghetta, e di Udine, Pietro Fontanini, nonché dal Vice Presidente di Pordenone, Eligio Grizzo, e dal Presidente del Consiglio provinciale di Udine, Fabrizio Pitton, al termine dell’incontro con l’Assessore regionale alla funzione pubblica e autonomie locali, Paolo Panontin, intervenuto nella sede dell’UPI per illustrare il disegno di riforma dell’ordinamento di Regione ed Enti locali.
“Un disegno superficiale, generico ed inattuabile sotto molti aspetti – hanno definito il documento della Regione – non suffragato da alcuna valutazione degli effetti organizzativi e soprattutto finanziari derivanti dalla soppressione delle Province e dal conseguente incremento dei costi determinato in primis dal passaggio della maggior parte delle competenze, e del relativo personale, alla ben più onerosa Regione”.
Regione che, anziché ridurre il proprio ruolo di ente amministrativo, si appropria di compiti ed attività in innumerevoli campi, accentrando gestioni destinate solo a produrre ulteriori disservizi, ritardi per cittadini e nuove strutture burocratiche al proprio interno.
Ma non solo. A fronte delle attuali quattro province si creeranno 17 nuovi enti intermedi. “Chi pagherà i costi dei nuovi apparati necessari al loro funzionamento”, si chiedono le Province. “E’ chiaro che a questo punto si creano le condizioni per nuove pressioni sui tributi locali in quanto i trasferimenti già destinati alle Province e in parte ai comuni non saranno in grado di sostenere i costi di ben 17 nuove realtà.
Nulla viene detto dalla Giunta regionale in concreto, poi, sui processi necessari al subentro dei nuovi organismi nelle situazioni patrimoniali e contrattuali delle Province che non possono essere certamente frazionate nei nuovi organismi intermedi senza un’attenta analisi del contesto giuridico di riferimento, che per buona parte non attiene nemmeno alle competenze della Regione!
Soprattutto, le Province si dicono preoccupate per la fretta con cui la Giunta intende dare corso al prospettato disegno di riforma.
In ogni caso, hanno ricordato i rappresentanti delle Province “bisognerà, comunque, attendere la riforma del Titolo V della Costituzione, giacché la soppressione dell’ente Provincia in Friuli-Venezia Giulia non può che seguire la modifica della Costituzione italiana: sicuramente, non può precederla in forza di alcuna modifica o integrazione delle disposizioni del proprio Statuto. E, anche in tale eventualità, risulterebbe del tutto illegittima ogni azione volta ad interrompere i mandati amministrativi in corso”.
Redattore: Ufficio stampa UPI FVG