Si è svolto il Consiglio Direttivo dell’Unione Province del Veneto al Sant’Artemio, sede della Provincia di Treviso: al centro della discussione, i pesanti tagli confermati dalla Legge di Bilancio 2024 che graveranno sulle Province venete per ben 8.340.354 solo quest’anno. Sommati ai tagli fissati per i prossimi anni, fino al 2028, le risorse in meno ammontano complessivamente a 29.670.956 euro. Una manovra che graverà ancor di più sui bilanci già precari degli Enti locali, affaticati dalle spese sostenute per coprire gli incrementi dei costi dei materiali nei cantieri avviati con il PNRR, dai costi energetici e dalle fluttuazioni del mercato dell’auto, dal momento che i soli tributi IPT e RCAuto costituiscono per le Province oltre la metà delle entrate e negli ultimi anni hanno registrato una riduzione di 47.515.492 euro in Veneto.
“Già da tempo le Province, insieme ai Comuni, avevano espresso forte preoccupazione per i tagli imposti dalla nuova Legge di Bilancio – sottolinea Stefano Marcon, presidente UPI Veneto – speravamo che la manovra prevedesse la cancellazione della spending review come avvenuto nel 2023, ma purtroppo così non è stato. Per il 2024 e il 2025 peseranno nelle casse delle Province venete 8 milioni di taglio, risultato della Legge di Bilancio 2024 e delle rimanenze della Legge di Bilancio 2021. Seguiranno ulteriori tagli fino al 2028, parzialmente compensati dal 2026 con rimborsi per spese COVID sostenute durante la pandemia, ma comunque 29 milioni in meno a disposizione renderanno ancor più difficile per gli Enti garantire servizi efficienti e adeguati per la manutenzione di scuole, strade e tutela ambientale. Facendo riferimento al solo 2024, i tagli sono così ripartiti: 402.212 in meno per la Provincia di Belluno, 1.361.624 euro per la Provincia di Padova, 443.688 in meno per la Provincia di Rovigo, 1.449.668 per la Provincia di Treviso, 1.704.653 per la Provincia di Verona, 1.384.625 per la Provincia di Vicenza e 1.593.885 per la Città Metropolitana di Venezia”.
“Una mazzata per le Province – commenta Marcon – che potrebbe essere compensata solo dalla realizzazione della riforma che attendiamo da tempo. I tempi sono maturi e riprendere la discussione sul Testo unico sottoposto all’esame della Commissione Affari Costituzionali in Senato, che raccoglie le proposte di legge avanzate congiuntamente dai gruppi parlamentari di minoranza e di maggioranza, permetterebbe di ridare nuove risorse alle Province e superare così uno scenario incerto e difficile per i territori, a discapito dei cittadini. Quest’anno ricorrono i 10 anni dalla legge 56/2014 e l’Assemblea Nazionale delle Province Italiane in autunno potrebbe ridare nuova speranza ai nostri Enti”.
Redattore: Ufficio stampa UPI VENETO