Categoria: Ambiente e Territorio

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Provincia di Biella: Contratto di lago

Razionalizzare l’uso dei fertilizzati, ottimizzare le tecniche di irrigazione, tutelare i vigneti, consolidare il turismo di qualità e il marketing territoriale, valorizzare le risorse naturali, formare gli operatori turistici. Sono i temi affrontati ieri a Viverone nel corso dei tavoli di lavoro del Contratto di Lago, l’innovativo strumento di sviluppo locale previsto dall’accordo di programma siglato da Regione Piemonte, Province di Torino e Biella e Comune di Viverone.

L’incontro mirava a definire linee strategiche e azioni concrete per impostare un piano d’azione capace di migliorare nel lungo periodo le condizioni del lago di Viverone, dare durevolezza agli interventi previsti dall’accordo di programma e impostare un’idea di sviluppo locale condivisa in grado di creare occasioni di sviluppo socioeconomico e, al tempo stesso, tutelare il grande patrimonio ambientale, naturalistico paesaggistico dell’area.

Alcune linee di fondo sono già emerse, soprattutto dal tavolo Agricoltura, e sembrano rispondere in pieno alle esigenze di razionalizzazione dell’uso dei fertilizzanti. Per esempio, un’idea condivisa dalle associazioni di categoria e dagli altri partecipanti è quella di verificare la fattibilità di un piano di campionamenti per valutare, area per area, le esigenze di nutrienti del terreno. Spesso infatti si usa una quantità eccessiva di fertilizzanti che aumenta l’apporto negativo di nutrienti al lago. La razionalizzazione dovrebbe essere accompagnata da azioni di formazione degli operatori e da una campagna di comunicazione e sensibilizzazione.

Commenta l’assessore provinciale all’ambiente Davide Bazzini: «La nostra sfida è quella di costruire un’idea di sviluppo condivisa dagli attori locali. Come dimostrano esperienze realizzate in realtà simili alla nostra, lo sviluppo sostenibile è possibile solo se si ha una visione comune verso cui orientare gli interventi: dalla gestione territoriale allo sviluppo economico, dall’agricoltura alla tutela della natura».

Ai tavoli (il primo si occupa di agricoltura ed economia, il secondo di turismo) hanno partecipato le amministrazioni di Viverone, Roppolo, Azeglio, Piverone, il comitato Insieme per il Lago, la Coldiretti, l’Unione agricoltori, la Pro Loco, il Wwf, la Lipu, gli operatori turistici, il Circolo nautico Torino e l’Associazione Velica Nord Ovest, l’Arpa e le Province di Biella e Torino.

 

La Provincia di Treviso per le energie rinnovabili

“Non possiamo continuare ad essere schiavi della dittatura del petrolio ormai è chiaro che tutti gli enti locali devono investire seriamente sulle energie rinnovabili e sostenibili dal punto di vista ambientale”.

Lo sottolinea il Presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, che aggiunge “La Provincia sta facendo da apripista in questo tema: cito soltanto ad esempio il protocollo per la Bioedilizia oppure la Settimana Provinciale dell’Ambiente che proporremo anche quest’anno e che vede ampia sensibilizzazione sul tema del risparmio energetico. Il tutto pienamente condiviso con gli altri attori del territorio all’interno del Piano Strategico. Persino nella formazione investiamo in questo senso: a settembre partirà infatti un corso IFTS mirato proprio sulla progettazione di prodotti e processi con efficienza energetica. Anche per questo, stiamo creando un’agenzia che coordini la gestione delle energie. Infatti, l’obiettivo per il 2020 è ottenere che il 20% dell’energia trevigiana provenga da fonti ecocompatibili e rinnovabili.

Fotovoltaico, geotermico, idroelettrico e anche biomasse – conclude il Presidente Muraro -Sono queste le energie pulite che la Provincia vuole promuovere e sostenere. E non a caso, venerdì firmeremo con Veneto Agricoltura e Ascopiave un importante protocollo d’Intesa per lo sviluppo, tra le altre cose, della produzione energetica da biomasse. Il prossimo passo da compiere, infine, lo deve fare la Regione, approvando il piano energetico che riguarda il fabbisogno regionale di energia elettrica, sia di grandi che piccoli impianti”.

 

 

Provincia di Viterbo: piano d’azione per il risparmio energetico

Piano di azione del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili della Provincia di Viterbo: a cose fatte, la Tuscia viterbese avrà rispettato gli obiettivi di Kyoto. Non solo, avrà portato a un ulteriore risparmio: quello economico. Di quanto? Ben 123 milioni di euro. La proposta di piano è stata presentata stamattina al tavolo di concertazione, alla presenza delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria. Proposta che resta naturalmente aperta alle osservazioni dei presenti.

“Tutto – dicono il presidente della Provincia Alessandro Mazzoli e l’assessore all’Ambiente Tolmino Piazzai – nasce da uno studio sulle emissioni di CO2 realizzato in collaborazione col Diasfri dell’Università della Tuscia e dal finanziamento ottenuto dalla Regione Lazio pari a 830.000 euro. Da qui la ripartizione dei fondi attraverso incentivi per la costruzione di nuovi impianti.

Una parte – circa 100.000 euro – verrà destinata agli enti locali per la redazione dei piani energetici e ambientali e l’analisi energetica degli immobili comunali. Il resto è suddiviso per i seguenti generi di impianti:

Caldaie a condensazione: l’incentivo in questo caso è di 200.000 euro, per un massimo di 200 euro a impianto e del 10 per cento della spesa totale. Si prevedono quindi 1.000 impianti, tra nuovi e in sostituzione.

Biomasse: 250.000 euro andranno per impianti cogenerativi nel settore agricolo (incentivo pari al 10 per cento della spesa totale, per un massimo di 20.000 euro), 60.000 più 60.000 euro per altri in cogenerazione e trigenerazione e riscaldamento nei settori industriale, artigianale e terziario (10 per cento, fino a 20.000 euro) e in cogenerazione, trigenerazione e riscaldamento ma di potenza non superiore a 100 kWe (10 per cento, fino a 10.000 euro).

Metano o biofuel: 100.000 euro per impianti cogenerativi, l’incentivo è del 10 per cento, fino a 10.000 euro a intervento.

Micro e mini eolico: gli ultimi 60.000 euro saranno utilizzati per favorire questo genere di impianti (20 e 30 per cento, 3.000 o 5.000 euro a seconda della potenza.

“Secondo le previsioni – spiegano ancora Mazzoli e Piazzai – con la piena applicazione del piano non solo saremo dentro i dettami di Kyoto, ma avremo 414.000 kilotonnellate di CO2 in meno”.

Si fanno i conti anche col caro petrolio. “In termini energetici, avremo fatto a meno di 156.000 tonnellate equivalenti di greggio per quella elettrica e di 25.000 per quella termica”. Il risultato finale, in soldoni, è questo. “Facendo a meno di oltre un milione e 323.000 barili di petrolio – concludono – grazie alle iniziative pubbliche e private nella provincia verranno risparmiati 123 milioni di euro”.

 

Provincia di Varese: la cartografia on line

E’ stata approvata dalla Giunta provinciale di Varese la delibera per consentire il download dei dati cartografici. Ora quindi, tutti i cittadini potranno navigare e scaricare gratuitamente informazioni cartografiche inerenti al territorio collegandosi al portale. Per accedere alle informazioni servirà solo la registrazione dei propri dati.

Il nuovo servizio, che consente la consultazione on-line di piani di settore, cartografia di base e mappe tematiche è stato messo a punto dall’Ufficio S.I.T. (Sistema Informativo Territoriale) del Settore Territorio ed è rivolto in maniera particolare a studenti, ricercatori, professionisti ed Enti pubblici, quali ad esempio i Comuni, che in tal modo potranno accedere a tutto il materiale utile alla redazione dei Piani di Governo del Territorio (Pgt). Il progetto è stato realizzato sulla base delle direttive europee e risponde alle richieste della Legge n° 12 della Regione Lombardia, che chiede agli enti provinciali di mettere in rete le informazioni territoriali. Tale servizio, oltre a semplificare l’iter burocratico, migliora la trasparenza dell’attività amministrativa e tecnica. I file pubblicati sul portale saranno in formato Pdf, shape-file e dxf. Attualmente il materiale in rete, che verrà implementato nel tempo, è quello relativo al Piano Territoriale di coordinamento provinciale (PTCP).

“Si tratta di un servizio pensato e messo a punto per andare incontro alle esigenze di tutti i cittadini e gli Enti pubblici – ha dichiarato l’Assessore al Territorio Carlo Baroni – in questo modo gli utenti potranno accedere alle informazioni in modo rapido e direttamente dal proprio computer. I nostri tecnici stanno già lavorando per aumentare il materiale da consultare”.

 

Provincia di Salerno premiata da Legambiente

Alla Provincia di Salerno il riconoscimento di Legambiente quale “Provincia “Pioniera” nella raccolta differenziata del secco e dell’umido con risultati comparabili con quelli settentrionali”. Una motivazione importante che fa attestare l’Ente Provincia salernitano al primo posto nel Sud Italia.  Il Premio “Riciclone 2008”, in corso a Roma, è stato assegnato a molti centri del territorio:

Bellizzi, Comune con oltre 10mila abitanti;

Rofrano, Comune con meno di 10mila abitanti;

Battipaglia, quale Comune per essersi differenziato nella raccolta dell’imballaggio e dell’alluminio;

Eboli, quale Comune “emergente nell’emergenza”.

“Esprimo soddisfazione e compiacimento per il riconoscimento alla Provincia di Salerno e all’Assessorato di mia competenza. Una contentezza che aumenta se si pensa che siamo stati paragonati, per traguardi raggiunti, a importanti Centri del Nord Italia. Gli sforzi e l’impegno sono stati riconosciuti”, ha dichiarato l’Assessore Provinciale all’Ambiente Angelo Paladino.  

 

Le Province del Mezzogiorno unite nelle politiche energetiche.

28 Province meridionali su 40 hanno già aderito al Patto sull’energia presentato giovedì 26 giugno presso la Presidenza della Provincia di Bari, in un incontro presieduto dal presidente della Provincia di Potenza, Sabino Altobello, coordinatore nazionale Upi energia e coordinatore del Patto. Presenti anche il presidente della Provincia di Bari Vincenzo Divella, il direttore di Tecla, Mario Battello, il Responsabile dell’Autorità di Gestione del POIN (Regione Puglia), Luca Celi, e i rappresentanti delle Province aderenti.
Nato da un’iniziativa promossa dall’UPI, il Patto ha come scopo l’avvio di un confronto sul tema dello sviluppo energetico sostenibile dei territori, per analizzare le opportunità derivanti dal Programma Operativo Interregionale “Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico 2007-2013”.
«Un impegno finalizzato agli obiettivi che la stessa Europa ci pone, – ha precisato il Presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella – puntando a raggiungere il 20% in più della produzione proveniente da energie rinnovabili, il 20% in più di efficienza energetica e il 20% in meno di immissioni in atmosfera».
Il Patto porterà all’istituzione della Conferenza dei Presidenti delle Province delle otto Regioni beneficiarie dei fondi del Programma Operativo (di cui 4 beneficeranno del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e 4 dei fondi nazionali per le aree sottoutilizzate) e, come ha annunciato Altobello, consentirà di avviare immediatamente le candidature di progetti concreti, basati su modelli che abbiano i caratteri della condivisione e della interregionalità.
«Questo patto – ha sottolineato Altobello nella sua presentazione – si caratterizza come la prima vera esperienza operativa di partenariato tra Province del Mezzogiorno nell’ambito della nuova programmazione europea. Un atto che rafforza il ruolo delle Province come enti facilitatori di percorsi che puntano alla qualità, all’innovazione ed alla messa a valore delle buone pratiche. E’ questo il Mezzogiorno attivo: non un’appendice ed un peso per il Paese ma un’opportunità e una risorsa fatta di soggetti che si ritagliano protagonismo con prospettive e proposte credibili, e si caratterizzano per un “governo del fare”».
Nelle prossime settimane l’azione di Altobello e del tavolo tecnico, che si avvale del supporto dello Spazio Europa UPI-tecla di Bruxelles, sarà incentrata sulla definizione dell’accordo tra tutte le Province, con un incontro in Sicilia finalizzato proprio a far aderire le istituzioni siciliane, ancora assenti a causa della recente tornata elettorale che ha rinnovato le cariche.
Nel corso del dibattito i rappresentanti delle Province presenti hanno sottolineato l’importanza di una forma di partneriato che per la prima volta coinvolge un territorio così ampio, rivestendo un significato rilevante sia dal punto di vista istituzionale che politico. Forte è stato inoltre l’apprezzamento per l’opera svolta da Altobello capace di mettere a valore la funzione di coordinamento delle Province, per arrivare al raggiungimento di obiettivi comuni.
«Ora – hanno sottolineato gli amministratori – occorre rendere operativo il Patto, per valorizzare l’indispensabile ruolo delle Province e per implementare politiche energetiche in grado di produrre vantaggi reali nei territori».
Il Responsabile dell’Autorità di Gestione, Celi, ha fotografato il contesto nel quale opera il Programma Operativo Interregionale 2007-2013 nel Mezzogiorno, mettendone in evidenza gli eventuali scenari, le relative opportunità e criticità, dentro un’idea di governo del territorio che le Province possono svolgere al meglio favorendo un’accelerazione della spesa. Celi ha inoltre offerto la possibilità di un incontro, entro fine mese, tra il partenariato delle Province e il Comitato Tecnico di Coordinamento e Attuazione (CTCA) del Poin Energia, organo di coordinamento tra i due Ministeri di riferimento (Ambiente e Sviluppo Economico) e le Regioni.

 

Le Province del Mezzogiorno unite nelle politiche energetiche.

28 Province meridionali su 40 hanno già aderito al Patto sull’energia presentato giovedì 26 giugno presso la Presidenza della Provincia di Bari, in un incontro presieduto dal presidente della Provincia di Potenza, Sabino Altobello, coordinatore nazionale Upi energia e coordinatore del Patto. Presenti anche il presidente della Provincia di Bari Vincenzo Divella, il direttore di Tecla, Mario Battello, il Responsabile dell’Autorità di Gestione del POIN (Regione Puglia), Luca Celi, e i rappresentanti delle Province aderenti.

Nato da un’iniziativa promossa dall’UPI, il Patto ha come scopo l’avvio di un confronto sul tema dello sviluppo energetico sostenibile dei territori, per analizzare le opportunità derivanti dal Programma Operativo Interregionale “Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico 2007-2013”.

«Un impegno finalizzato agli obiettivi che la stessa Europa ci pone, – ha  precisato il Presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella – puntando a raggiungere il 20% in più della produzione proveniente da energie rinnovabili, il 20% in più di efficienza energetica e il 20% in meno di immissioni in atmosfera».

Il Patto porterà all’istituzione della Conferenza dei Presidenti delle Province delle otto Regioni beneficiarie dei fondi del Programma Operativo (di cui 4 beneficeranno del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e 4 dei fondi nazionali per le aree sottoutilizzate) e, come ha annunciato Altobello, consentirà di avviare immediatamente le candidature di progetti concreti, basati su modelli che abbiano i caratteri della condivisione e della interregionalità.

«Questo patto – ha sottolineato Altobello nella sua presentazione – si caratterizza come la prima vera esperienza operativa di partenariato tra Province del Mezzogiorno nell’ambito della nuova programmazione europea. Un atto che rafforza il ruolo delle Province come enti facilitatori di percorsi che puntano alla qualità, all’innovazione ed alla messa a valore delle buone pratiche. E’ questo il Mezzogiorno attivo: non un’appendice ed un peso per il Paese ma un’opportunità e una risorsa fatta di soggetti che si ritagliano protagonismo con prospettive e proposte credibili, e si caratterizzano per un “governo del fare”».

Nelle prossime settimane l’azione di Altobello e del tavolo tecnico, che si avvale del supporto dello Spazio Europa UPI-tecla di Bruxelles, sarà incentrata sulla definizione dell’accordo tra tutte le Province, con un incontro in Sicilia finalizzato proprio a far aderire le istituzioni siciliane, ancora assenti a causa della recente tornata elettorale che ha rinnovato le cariche.

Nel corso del dibattito i rappresentanti delle Province presenti hanno sottolineato l’importanza di una forma di partneriato che per la prima volta coinvolge un territorio così ampio, rivestendo un significato rilevante sia dal punto di vista istituzionale che politico. Forte è stato inoltre l’apprezzamento per l’opera svolta da Altobello capace di mettere a valore la funzione di coordinamento delle Province, per arrivare al raggiungimento di obiettivi comuni.

«Ora – hanno sottolineato gli amministratori – occorre rendere operativo il Patto, per valorizzare l’indispensabile ruolo delle Province e per implementare politiche energetiche in grado di produrre vantaggi reali nei territori».

Il Responsabile dell’Autorità di Gestione, Celi, ha fotografato il contesto nel quale opera il Programma Operativo Interregionale 2007-2013 nel Mezzogiorno, mettendone in evidenza gli eventuali scenari, le relative opportunità e criticità, dentro un’idea di governo del territorio che le Province possono svolgere al meglio favorendo un’accelerazione della spesa. Celi ha inoltre offerto la possibilità di un incontro, entro fine mese, tra il partenariato delle Province e il Comitato Tecnico di Coordinamento e Attuazione (CTCA) del Poin Energia, organo di coordinamento tra i due Ministeri di riferimento (Ambiente e Sviluppo Economico) e le Regioni. 

 

programma LIFE+ Ministero dell’Ambiente

In allegato pubblichiamo inoltre la documentazione illustrata in tale occasione dalla d.ssa Stefania Betti della Direzione per la  Ricerca Direzione per la Ricerca Ambientale e lo Sviluppo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Documenti allegati:

Sinergie tra le Province di Treviso e Belluno

Il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, ha ricevuto nella sede di Viale Cesare Battisti il presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reolon. Numerosi gli argomenti trattati durante l’incontro.

“Ho ricevuto volentieri il collega Reolon perché le nostre Province hanno molti argomenti comuni da trattare – spiega Muraro – innanzitutto, la questione dei danni alle foreste e all’attività agricola causata dalla eccessiva presenza di cervi nel bosco del Cansiglio. In questo senso, siamo convenuti di affidare all’Infs (Istituto Nazionale Fauna Selvatica) di Bologna un apposito studio sulla situazione per decidere eventualmente se e come intervenire. Si tratta di uno studio che rientra nell’ambito delle attività previste da una convenzione stipulata lo scorso anno tra Provincia di Treviso, Provincia di Belluno, Veneto Agricoltura e Corpo Forestale per l’istituzione del Centro Faunistico del Cansiglio che ha come obiettivi la gestione faunistica e la gestione di corsi di formazione per operatori faunistici. Lo studio Infs sarà implementato con studi già in corso da parte della Provincia di Belluno con la collaborazione dell’Università di Padova.

Restando in tema ambientale, il presidente Reolon mi ha dato la propria disponibilità a contribuire economicamente, anche se non di interesse diretto per la sua Provincia, ad acquistare il Monte Pizzoc.

Un altro punto sul quale ci siamo trovati in totale accordo è la questione dello smaltimento dei rifiuti urbani non riciclabili. Abbiamo convenuto che la produzione di secco nelle due Province di Treviso e Belluno, pari a circa 120.000 tonnellate l’anno, non giustifica la realizzazione di un inceneritore a servizio delle due Province, in quanto non sarebbe economicamente vantaggioso. Chiederemo allora in sede Urpv (Unione delle Province Venete) di valutare congiuntamente la produzione di rifiuto urbano in tutte le Province del Veneto e di individuare congiuntamente una soluzione a livello regionale.

Parlando di mobilità invece, abbiamo toccato due argomenti. Relativamente alla metropolitana di superficie, abbiamo convenuto che, una volta concluso il primo stralcio, si dovrà chiudere l’anello verso Belluno con lo stralcio che riguarda Conegliano, Vittorio Veneto, Ponte delle Alpi, Belluno, Feltre e Montebelluna. Infine – chiude Muraro – parlando di A27 e Venezia-Monaco, Reolon mi ha dato la sua disponibilità a completare il tratto sino a Macchietto, poi a redigere uno studio approfondito su quelli che potrebbero essere i vantaggi economici e gli impatti ambientali di un possibile prolungamento fino a Monaco”.

 

Saggi Paesaggi: la Provincia di Ascoli Piceno risponde a Sergio Rizzo

Avvilimento ed una profonda sensazione d’ingiustizia sono stati i sentimenti che hanno accompagnato la lettura delle considerazioni relative alle attività della provincia di Ascoli Piceno apparse in conclusione del Suo articolo “Consulenti pubblici”, pubblicato venerdì 13 giugno scorso sul “Corriere della Sera”.

Avvilimento e sensazione d’ingiustizia, forse, non dicono nulla a chi è abituato a stare -da protagonista- nelle arene del potere mediatico; essi invece sono sentimenti ancora vivi, e che contano, nella fatica quotidiana di amministratori che si mettono a servizio dei territori nella speranza di rispondere alla domanda di visione, passione e partecipazione dei cittadini; e lo fanno onestamente e testardamente, perché credono che dall’impegno nel locale possa, forse, riaccendersi un barlume di fiducia nel futuro.

Come non avvilirsi, allora, quando si vede affogare, in quel mare presentato al lettore come palude limacciosa di sperperi e clientele, uno dei progetti di punta del proprio impegno amministrativo, che ha richiesto -non ci crederà- anche un po’ di coraggio politico?

Sì, perché “SaggiPaesaggi” non è una consulenza che “si è voluto a tutti costi chiamare progetto” ma quanto sinteticamente proviamo a dirLe:

· è un’esperienza pilota in Italia di attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio ( il cui scempio siamo tutti convinti, compresa la stampa, abbia raggiunto livelli non più accettabili);
· punta a ridurre il consumo del territorio e, in quest’ottica, ha contribuito a creare le condizioni culturali e politiche per la revisione, ampiamente condivisa, del PTC (Piano di coordinamento territoriale) con l’introduzione di nuove e virtuose regole urbanistiche;
· sta realizzando la copianificazione di un’intera valle (Valdaso), di notevole pregio paesaggistico, per evitarne il degrado attraverso regole nuove che portino 24 piccoli comuni a comportarsi come una vera città diffusa;
· coinvolge le scuole, ed in particolare gli Istituti Tecnici per Geometri, in percorsi didattici e di formazione sui temi del paesaggio;
· ha avviato un piano di aggiornamento e formazione per tecnici ed amministratori locali;
· mette a sistema le attività culturali dei 73 comuni di cui è formata la provincia e le promuove in modo integrato attraverso il brand del paesaggio, che il territorio ha riconosciuto come suo bene distintivo (realizzando economie di scala);
· permette per la prima volta al Piceno di progettare e realizzare a sistema iniziative culturali di valenza nazionale, come l’attuale mostra su Osvaldo Licini, ampiamente e positivamente recensita dalla stampa nazionale, compreso il “Corriere della sera”;
· permette per la prima volta al Piceno di promuoversi in modo unitario, facendo emergere attraverso il paesaggio le sue qualità diffuse e facendo registrare, in controtendenza nazionale, un significativo incremento delle presenze turistiche sul territorio provinciale;
· apre all’esplorazione ed alla partecipazione dei cittadini luoghi la cui destinazione urbanistica è fattore di qualità nella vita delle popolazione locali, evitando che essa (come nel caso dei i 27 ettari relativi alla dismessa area industriale SGL Carbon di Ascoli Piceno) sia decisione esclusiva di pochi.

Questo ed altro è “Saggi Paesaggi” : la invitiamo con piacere a venire sul territorio per una verifica; certo, una verifica a posteriori e dunque deontologicamente non impeccabile, ma sempre utile e gradita.

Egregio dott. Rizzo, egregio Direttore, a ciò non aggiungiamo altro; anche se molto vorremmo dire sul vuoto di argomenti che è sotteso all’operazione di transfert comunicativo dal contenuto ai nomi, sull’arroganza con cui si addita, a colpa e quasi ad onta di persone e società il loro nome che, ci pare, abbiano ancora il diritto di scegliersi e che non può costituire metro di valutazione della serietà e qualità di quanto fanno.

E, neppure, come sarebbe nostro diritto, chiediamo una rettifica; perché il danno all’immagine di quanto stiamo facendo resta lì, intatto; il tarlo è attivato, e su di esso già sono al lavoro quanti, sul territorio – e sono spesso i gruppi più aderenti a quella cultura affaristica e clientelare che le operazioni di trasparenza messe in atto cercano giustamente di combattere- vedono come un ostacolo il progetto di sviluppo locale, sostenibile e partecipato, che stiamo cercando di portare avanti (anche in consonanza con tante giuste questione sollevate dalle inchieste giornalistiche) e di cui SaggiPaesaggi è una punta.

Due domande, però, vorremmo porle, chiedendo, se possibile, una cortese risposta:

la prima: perché infangare un progetto come “SaggiPaesaggi” senza alcuna verifica, volendolo far passare per forza per una vuota consulenza? Semplicemente perché il nome si prestava a chiudere brillantemente l’articolo? Per altro?

La seconda: più che una domanda è un appello alla coscienza civile di chi opera nel mondo della comunicazione: se è autentico l’impegno di professionisti come Sergio Rizzo, e di giornali come “Il Corriere della Sera” (che non vogliamo nemmeno sospettare possa rispondere ad altre logiche se non quelle dichiarate di favorire lo sviluppo democratico del nostro paese), allora perché continuare a “sparare nel mucchio”, a distruggere, senza differenziazione, tutto ciò che s’incontra sul proprio cammino, compresi quei semi di speranza che cittadini di buona volontà continuano silenziosamente ed onestamente a coltivare?

  

Sviluppo energetico e fonti rinnovabili

 
Il 14 maggio u.s. si è svolta presso l’Unione delle Province d’Italia la riunione di insediamento del Coordinamento delle Province del Mezzogiorno sulla Programmazione Interregionale 2007-2013 in tema di sviluppo energetico sostenibile.

L’incontro è stata un’occasione per fare sistema e creare un coordinamento forte e stabile tra le Province del Mezzogiorno con l’obiettivo di divenire attori di primo piano nella nuova programmazione sullo sviluppo energetico.

A tal fine è stata elaborata una proposta di Patto tra i Presidenti delle Province Italiane delle Regioni del Mezzogiorno in materia di sviluppo energetico sostenibile dei territori, che alleghiamo, insieme a tutti gli altri materiali ruiguardanti l’evento.

Documenti allegati:

Patto tra i Presidenti delle Province Italiane delle Regioni del Mezzogiorno in materia di sviluppo energetico sostenibile dei territori

Il 14 maggio u.s. si è svolta presso l’Unione delle Province d’Italia la riunione di insediamento del Coordinamento delle Province del Mezzogiorno sulla Programmazione Interregionale 2007-2013 in tema di sviluppo energetico sostenibile.

L’incontro è stata un’occasione per fare sistema e creare un coordinamento forte e stabile tra le Province del Mezzogiorno con l’obiettivo di divenire attori di primo piano nella nuova programmazione sullo sviluppo energetico.

A tal fine è stata elaborata una proposta di Patto tra i Presidenti delle Province Italiane delle Regioni del Mezzogiorno in materia di sviluppo energetico sostenibile dei territori, che alleghiamo, insieme a tutti gli altri materiali ruiguardanti l’evento.

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