Categoria: Bilanci e Finanza

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Decaro (Anci) e De Pascale (Upi): “Intervenire subito per fermare i rincari dell’energia”

Decaro (Anci) e De Pascale (Upi): “Occorre intervenire subito per fermare i rincari dell’energia. Per Comuni e Province 350 milioni di euro, altrimenti dovremo tagliare i servizi pubblici”

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e il presidente dell’Upi, Michele De Pascale, sono tornati a premere per un intervento urgente che fermi il rincaro dei prezzi dell’energia.
“Famiglie e imprese stanno già soffrendo le conseguenze del continuo aumento dei costi dell’energia – hanno affermato in una dichiarazione congiunta Decaro e De Pascale – e sappiamo che il governo sta mettendo a punto provvedimenti urgenti. È indispensabile che fra questi sia compresa una misura di sostegno per i Comuni e le Province, in assenza della quale i bilanci degli enti locali sono destinati a saltare. È necessario uno stanziamento straordinario di almeno ulteriori 350 milioni di euro per compensare l’impennata delle nostre spese energetiche, altrimenti i sindaci saranno costretti a tagli dolorosi dei servizi pubblici a tutto danno dei cittadini, in vista di un autunno che già si prospetta molto difficile e preoccupante”.

Aiuti bis: Province “Il Governo non rispetta impegni: mancano le risorse per coprire il crollo delle entrate. Servizi a rischio”

“Il Decreto aiuti bis non rispetta gli impegni presi dal Governo con le Province: non c’è traccia del fondo di 30 milioni annui dal 2022 al 2024 per compensare il crollo delle entrate, che ci era stato assicurato anche a seguito di un ordine del giorno, accolto dal Governo, presentato dai Capigruppo alla Camera in sede di conversione del primo decreto aiuti. Per questo non possiamo dare intesa sul decreto di riparto”.

Lo ha dichiarato il Presidente dell’UPI Michele de Pascale nel corso della Conferenza Stato Città di oggi nella quale, per evitare la mancata intesa delle Province, il Governo ha ritirato l’esame del provvedimento.

“Ci auguriamo – dichiara de Pascale – che in queste ore il Governo trovi la soluzione: tra il 2019 e il 2021 il calo delle entrate proprie RCAuto e IPT registrato da Province e Città metropolitane è stato di 225 milioni, di cui 148 milioni in meno per le Province e 77 milioni in meno per le Città metropolitane. A fronte di questa cifra impressionante, con il primo decreto aiuti le uniche risorse a disposizione di Province e Città metropolitane per compensare il crollo delle entrate, che incide direttamente sulla possibilità di garantire i servizi, sono stati 20 milioni. Intanto il calo delle entrate da RCAuto e IPT  prosegue, tanto che ora, tra il primo semestre 2022 e il primo semestre 2021, abbiamo già registrato un’emorragia di quasi 125 milioni, di cui 73 per le Province e 52 per le Città metropolitane. Così rischiamo di non poter garantire i servizi: per questo – ha concluso de Pascale – torniamo a chiedere un impegno chiaro e certo del Governo rispetto alla effettiva volontà di fare fronte a questa situazione drammatica, assicurando le risorse necessarie in questo decreto aiuti bis”.

 

Aiuti bis: Province “Il Governo non rispetta impegni: mancano le risorse per coprire il crollo delle entrate. Servizi a rischio”

“Il Decreto aiuti bis non rispetta gli impegni presi dal Governo con le Province: non c’è traccia del fondo di 30 milioni annui dal 2022 al 2024 per compensare il crollo delle entrate, che ci era stato assicurato anche a seguito di un ordine del giorno, accolto dal Governo, presentato dai Capigruppo alla Camera in sede di conversione del primo decreto aiuti. Per questo non possiamo dare intesa sul decreto di riparto”.

Lo ha dichiarato il Presidente dell’UPI Michele de Pascale nel corso della Conferenza Stato Città di oggi nella quale, per evitare la mancata intesa delle Province, il Governo ha ritirato l’esame del provvedimento.

“Ci auguriamo – dichiara de Pascale – che in queste ore il Governo trovi la soluzione: tra il 2019 e il 2021 il calo delle entrate proprie RCAuto e IPT registrato da Province e Città metropolitane è stato di 225 milioni, di cui 148 milioni in meno per le Province e 77 milioni in meno per le Città metropolitane. A fronte di questa cifra impressionante, con il primo decreto aiuti le uniche risorse a disposizione di Province e Città metropolitane per compensare il crollo delle entrate, che incide direttamente sulla possibilità di garantire i servizi, sono stati 20 milioni. Intanto il calo delle entrate da RCAuto e IPT  prosegue, tanto che ora, tra il primo semestre 2022 e il primo semestre 2021, abbiamo già registrato un’emorragia di quasi 125 milioni, di cui 73 per le Province e 52 per le Città metropolitane. Così rischiamo di non poter garantire i servizi: per questo – ha concluso de Pascale – torniamo a chiedere un impegno chiaro e certo del Governo rispetto alla effettiva volontà di fare fronte a questa situazione drammatica, assicurando le risorse necessarie in questo decreto aiuti bis”.

 

Fondo Progettazione Enti Locali, disponibili sul sito MIMS le domande per accedere alle Risorse

Sul sito del MIMS sono stati pubblicati il 13 luglio u.s. i decreti direttoriali n. 8860 del 08 luglio 2022 per Città Metropolitane e Province e n. 8862 del 08 luglio 2022 per i Comuni, che disciplinano le modalità e i termini di accesso, di ammissione al finanziamento statale, di erogazione nonché di recupero delle risorse di cui al decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili n. 322 del 10 agosto 2021.

Il Fondo progettazione Enti Locali, a suo tempo istituito dalla legge di bilancio 2018 (comma 1079, legge 27 dicembre 2017, n. 205), è destinato a finanziare i progetti finalizzati alla messa in sicurezza degli edifici e delle strutture pubbliche e con destinazione d’uso pubblico, con priorità agli edifici e alle strutture scolastiche.

Lo stanziamento è di complessivi 90 milioni per il triennio 2021-2023 (37 milioni per Comuni e Province e 15 milioni per le Città metropolitane). Gli enti beneficiari possono presentare la domanda di ammissione dei progetti al finanziamento statale utilizzando esclusivamente l’applicazione informatica predisposta da Cassa depositi e prestiti S.p.A. e accessibile all’indirizzo https://www.mit.gov.it/progetto/fondo-progettazione-enti-locali-programmazione-triennale-2021-2023, a partire dal giorno 15 luglio 2022, previa procedura di accredito e autenticazione.

Le Province e le Metropolitane devono presentare domanda entro il 15 settembre 2022 per le risorse relative alle annualità 2021 e 2022 e dal 1° febbraio 2023 al 31 marzo 2023 per le risorse relative all’annualità 2023.

Tutte le informazioni sono reperibili al link:

https://www.mit.gov.it/progetto/fondo-progettazione-enti-locali-programmazione-triennale-2021-2023

Decreto aiuti: da Province parere negativo al Governo: “Inaccettabili le misure contro il crollo entrate delle Province”

” Il decreto aiuti non risolve in alcun modo le gravi problematiche che le Province stanno affrontando a causa del crollo delle entrate da RCAuto e IPT e all’aumento delle spese dovuti alla situazione internazionale. Il Govenro ha previsto misure con un fondo di 20 milioni per le Province e le Città metropolitane,  a fronte di un fabbisogno accertato dal Ministero dell’economia di 210 milioni.

Il Decreto risponde solo alle richieste della Città metropolitana di Roma, cui vengono assegnati 60 milioni. È evidente che così il provvedimento è fortemente sperequato e dunque inaccettabile”.

Lo dichiara il Presidente dell’UPI Michele de Pascale spiegando la decisione dell’associazione di rappresentanza delle Province di esprimere parere negativo sul provvedimento in Conferenza Unificata.

“Ci auguriamo – conclude de Pascale – che questa criticità emerga in Parlamento durante la discussione sulla fiducia e che il Governo intervenga a favore di tutte le Province e Città metropolitane con un nuovo provvedimento prima della pausa estiva per integrare il fondo di 20 milioni in maniera adeguata e rispondente al fabbisogno “.

Decreto aiuti: da Province parere negativo al Governo: “Inaccettabili le misure contro il crollo entrate delle Province”

” Il decreto aiuti non risolve in alcun modo le gravi problematiche che le Province stanno affrontando a causa del crollo delle entrate da RCAuto e IPT e all’aumento delle spese dovuti alla situazione internazionale. Il Govenro ha previsto misure con un fondo di 20 milioni per le Province e le Città metropolitane,  a fronte di un fabbisogno accertato dal Ministero dell’economia di 210 milioni.

Il Decreto risponde solo alle richieste della Città metropolitana di Roma, cui vengono assegnati 60 milioni. È evidente che così il provvedimento è fortemente sperequato e dunque inaccettabile”.

Lo dichiara il Presidente dell’UPI Michele de Pascale spiegando la decisione dell’associazione di rappresentanza delle Province di esprimere parere negativo sul provvedimento in Conferenza Unificata.

“Ci auguriamo – conclude de Pascale – che questa criticità emerga in Parlamento durante la discussione sulla fiducia e che il Governo intervenga a favore di tutte le Province e Città metropolitane con un nuovo provvedimento prima della pausa estiva per integrare il fondo di 20 milioni in maniera adeguata e rispondente al fabbisogno “.

Provincia di Latina: il Presidente Stefanelli firma gli atti del Bilancio

Il Presidente della Provincia di Latina  Gerardo Stefanelli ha firmato la proposta di Bilancio annuale e triennale 2022/2024 che sarà sottoposta all’esame del Consiglio Provinciale con il parere dell’Assemblea dei Sindaci. Il documento contiene il Piano triennale delle opere pubbliche, il Piano del fabbisogno di personale e il piano di alienazione degli immobili e rappresenta il risultato di un lavoro di analisi e valutazione delle esigenze della Provincia coniugato con le sue disponibilità economico-finanziarie ma anche una chiara formalizzazione delle scelte politiche e gestionali che danno contenuti ai programmi futuri.

“Questo Bilancio- sottolinea Stefanelli – che arriva a 60 giorni dalla mia elezione a Presidente, esprime l’impegno che il governo dell’ente assume nei confronti sia dei cittadini che degli altri utilizzatori del sistema di bilancio stesso. Abbiamo proceduto in maniera particolarmente veloce per restituire alla macchina amministrativa efficienza e celerità: sul fronte del personale l’esigenza è quella di procedere con l’assunzione di nuove unità per colmare la consistente carenza di organico e consentire quindi agli uffici di poter lavorare al pieno delle loro possibilità in particolare nella gestione delle scuole e della viabilità che richiedono il massimo dell’impegno. Vogliamo assicurare la disponibilità qualitativa e quantitativa di risorse umane necessarie alla realizzazione delle funzioni istituzionali che ci competono e dei relativi piani.

“Approvare un bilancio dell’ente entro i termini significa dimostrare anche di avere le idee chiare rispetto a ciò che si intende fare – prosegue Stefanelli – e tradurre in atti concreti lo scenario futuro perseguito da una amministrazione avendo per oggetto sempre e comunque la comunità locale. In definitiva questo documento di programmazione definisce ciò che si vuole e si deve fare. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza lo straordinario apporto e le straordinarie qualità delle risorse umane dell’ente, in primis i dirigenti, a cui va il mio ringraziamento per la collaborazione e l’impegno dimostrato nell’abbracciare con rinnovato entusiasmo questo nuovo corso politico amministrativo. La Provincia ha bisogno di tornare a correre e trainare l’intero territorio pontino – conclude – e l’azione che stiamo mettendo in campo vuole essere caratterizzata da velocità, efficienza e modernizzazione per restituire all’ente quel ruolo che merita”.

Provincia di Latina: il Presidente Stefanelli firma gli atti del Bilancio

Il Presidente della Provincia di Latina  Gerardo Stefanelli ha firmato la proposta di Bilancio annuale e triennale 2022/2024 che sarà sottoposta all’esame del Consiglio Provinciale con il parere dell’Assemblea dei Sindaci. Il documento contiene il Piano triennale delle opere pubbliche, il Piano del fabbisogno di personale e il piano di alienazione degli immobili e rappresenta il risultato di un lavoro di analisi e valutazione delle esigenze della Provincia coniugato con le sue disponibilità economico-finanziarie ma anche una chiara formalizzazione delle scelte politiche e gestionali che danno contenuti ai programmi futuri.

“Questo Bilancio- sottolinea Stefanelli – che arriva a 60 giorni dalla mia elezione a Presidente, esprime l’impegno che il governo dell’ente assume nei confronti sia dei cittadini che degli altri utilizzatori del sistema di bilancio stesso. Abbiamo proceduto in maniera particolarmente veloce per restituire alla macchina amministrativa efficienza e celerità: sul fronte del personale l’esigenza è quella di procedere con l’assunzione di nuove unità per colmare la consistente carenza di organico e consentire quindi agli uffici di poter lavorare al pieno delle loro possibilità in particolare nella gestione delle scuole e della viabilità che richiedono il massimo dell’impegno. Vogliamo assicurare la disponibilità qualitativa e quantitativa di risorse umane necessarie alla realizzazione delle funzioni istituzionali che ci competono e dei relativi piani.

“Approvare un bilancio dell’ente entro i termini significa dimostrare anche di avere le idee chiare rispetto a ciò che si intende fare – prosegue Stefanelli – e tradurre in atti concreti lo scenario futuro perseguito da una amministrazione avendo per oggetto sempre e comunque la comunità locale. In definitiva questo documento di programmazione definisce ciò che si vuole e si deve fare. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza lo straordinario apporto e le straordinarie qualità delle risorse umane dell’ente, in primis i dirigenti, a cui va il mio ringraziamento per la collaborazione e l’impegno dimostrato nell’abbracciare con rinnovato entusiasmo questo nuovo corso politico amministrativo. La Provincia ha bisogno di tornare a correre e trainare l’intero territorio pontino – conclude – e l’azione che stiamo mettendo in campo vuole essere caratterizzata da velocità, efficienza e modernizzazione per restituire all’ente quel ruolo che merita”.

Aumento contratti: Regioni, UPI e ANCI scrivono ai Ministri Brunetta e Franco

Preoccupazione per l’impatto economico-finanziario sulle Amministrazioni degli oneri necessari per procedere ai rinnovi contrattuali: la hanno espressa i Presidenti della Conferenza delle Regioni, UPI e ANCI –  Massimiliano Fedriga, Michele de Pascale, Antonio Decaro – in una lettera unitaria inviata ai MiniStri della PA, Renato Brunetta e dell’Economia, Daniele Franco.
“Come noto – si legge nella lettera – le leggi di Bilancio degli ultimi anni hanno stanziato le risorse per finanziare i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 per le sole amministrazioni centrali, lasciando a carico dei bilanci degli Enti territoriali gli oneri per il rinnovo del contratto nazionale del Comparto delle Funzioni locali.
Tale rinnovo ha un impatto diretto di circa 1,3 miliardi di Euro ed è così suddiviso: a carico di Comuni e Unioni di Comuni per circa 940 milioni, a carico delle Città metropolitane per circa 26 milioni, a carico delle Province per circa 70 milioni e a carico delle Regioni per circa 145 milioni di euro, non compensato da trasferimenti statali.
Peraltro – prosegue il testo – tenuto conto che il triennio contrattuale 2019-2021 è già trascorso, gli arretrati  contrattuali dovranno essere obbligatoriamente e integralmente corrisposti al momento della firma definitiva dell’imminente CCNL.

A ciò si aggiunge quanto stabilito dai commi 604 e 612 dell’ultima legge di Bilancio, relativi rispettivamente al finanziamento dei trattamenti accessori e degli ordinamenti professionali, destinati a pesare sul comparto per ulteriori 130 milioni di Euro, e l’indennità di vacanza contrattuale, che inciderà per altri 90 milioni di Euro, oltre alle risorse per il rinnovo 2022-2024 che dovranno essere accantonate nei bilanci. Deve inoltre tenersi conto del costo per il rinnovo del contratto della dirigenza, triennio 2019-2021.

L’allarme per l’impatto sui bilanci

“Un simile impatto sui bilanci non può essere trascurato- scrivono Fedriga, de Pascale e Decarp –  ed è destinato non solo a tradursi per tutti gli Enti Territoriali in un incremento della rigidità strutturale, ma molto
probabilmente a determinare anche per molti una condizione di deficitarietà, se non di squilibrio finanziario.
Ciò che preoccupa ulteriormente, nell’attuale fase di dispiegamento delle risorse stanziate attraverso il PNRR, è che, tenuto conto delle modalità di calcolo della capacità assunzionale in base alla regola della sostenibilità finanziaria introdotta con il D.L. n. 34/2019, un così forte incremento della spesa del personale implicherà già nel 2022 l’immediata contrazione della possibilità di assumere diverse decine di migliaia di dipendenti, vanificando gli effetti delle norme espansive approvate dal Governo”.

La richiesta

“Ferma l’esigenza di individuare una copertura statale degli oneri contrattuali attraverso appositi trasferimenti, assume oggi dunque massima urgenza la richiesta da noi più volte formulata di neutralizzare gli oneri per i rinnovi contrattuali dal computo della spesa di personale ai fini della determinazione delle facoltà assunzionali, come peraltro già previsto dalla legislazione previgente”.

QUI IL TESTO INTEGRALE Brunetta Franco Rinnovi contrattuali

 

Aumento contratti: Regioni, UPI e ANCI scrivono ai Ministri Brunetta e Franco

Preoccupazione per l’impatto economico-finanziario sulle Amministrazioni degli oneri necessari per procedere ai rinnovi contrattuali: la hanno espressa i Presidenti della Conferenza delle Regioni, UPI e ANCI –  Massimiliano Fedriga, Michele de Pascale, Antonio Decaro – in una lettera unitaria inviata ai MiniStri della PA, Renato Brunetta e dell’Economia, Daniele Franco.
“Come noto – si legge nella lettera – le leggi di Bilancio degli ultimi anni hanno stanziato le risorse per finanziare i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 per le sole amministrazioni centrali, lasciando a carico dei bilanci degli Enti territoriali gli oneri per il rinnovo del contratto nazionale del Comparto delle Funzioni locali.
Tale rinnovo ha un impatto diretto di circa 1,3 miliardi di Euro ed è così suddiviso: a carico di Comuni e Unioni di Comuni per circa 940 milioni, a carico delle Città metropolitane per circa 26 milioni, a carico delle Province per circa 70 milioni e a carico delle Regioni per circa 145 milioni di euro, non compensato da trasferimenti statali.
Peraltro – prosegue il testo – tenuto conto che il triennio contrattuale 2019-2021 è già trascorso, gli arretrati  contrattuali dovranno essere obbligatoriamente e integralmente corrisposti al momento della firma definitiva dell’imminente CCNL.

A ciò si aggiunge quanto stabilito dai commi 604 e 612 dell’ultima legge di Bilancio, relativi rispettivamente al finanziamento dei trattamenti accessori e degli ordinamenti professionali, destinati a pesare sul comparto per ulteriori 130 milioni di Euro, e l’indennità di vacanza contrattuale, che inciderà per altri 90 milioni di Euro, oltre alle risorse per il rinnovo 2022-2024 che dovranno essere accantonate nei bilanci. Deve inoltre tenersi conto del costo per il rinnovo del contratto della dirigenza, triennio 2019-2021.

L’allarme per l’impatto sui bilanci

“Un simile impatto sui bilanci non può essere trascurato- scrivono Fedriga, de Pascale e Decarp –  ed è destinato non solo a tradursi per tutti gli Enti Territoriali in un incremento della rigidità strutturale, ma molto
probabilmente a determinare anche per molti una condizione di deficitarietà, se non di squilibrio finanziario.
Ciò che preoccupa ulteriormente, nell’attuale fase di dispiegamento delle risorse stanziate attraverso il PNRR, è che, tenuto conto delle modalità di calcolo della capacità assunzionale in base alla regola della sostenibilità finanziaria introdotta con il D.L. n. 34/2019, un così forte incremento della spesa del personale implicherà già nel 2022 l’immediata contrazione della possibilità di assumere diverse decine di migliaia di dipendenti, vanificando gli effetti delle norme espansive approvate dal Governo”.

La richiesta

“Ferma l’esigenza di individuare una copertura statale degli oneri contrattuali attraverso appositi trasferimenti, assume oggi dunque massima urgenza la richiesta da noi più volte formulata di neutralizzare gli oneri per i rinnovi contrattuali dal computo della spesa di personale ai fini della determinazione delle facoltà assunzionali, come peraltro già previsto dalla legislazione previgente”.

QUI IL TESTO INTEGRALE Brunetta Franco Rinnovi contrattuali

 

Aumento contratti: Regioni, UPI e ANCI scrivono ai Ministri Brunetta e Franco

Preoccupazione per l’impatto economico-finanziario sulle Amministrazioni degli oneri necessari per procedere ai rinnovi contrattuali: la hanno espressa i Presidenti della Conferenza delle Regioni, UPI e ANCI –  Massimiliano Fedriga, Michele de Pascale, Antonio Decaro – in una lettera unitaria inviata ai MiniStri della PA, Renato Brunetta e dell’Economia, Daniele Franco.
“Come noto – si legge nella lettera – le leggi di Bilancio degli ultimi anni hanno stanziato le risorse per finanziare i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 per le sole amministrazioni centrali, lasciando a carico dei bilanci degli Enti territoriali gli oneri per il rinnovo del contratto nazionale del Comparto delle Funzioni locali.
Tale rinnovo ha un impatto diretto di circa 1,3 miliardi di Euro ed è così suddiviso: a carico di Comuni e Unioni di Comuni per circa 940 milioni, a carico delle Città metropolitane per circa 26 milioni, a carico delle Province per circa 70 milioni e a carico delle Regioni per circa 145 milioni di euro, non compensato da trasferimenti statali.
Peraltro – prosegue il testo – tenuto conto che il triennio contrattuale 2019-2021 è già trascorso, gli arretrati  contrattuali dovranno essere obbligatoriamente e integralmente corrisposti al momento della firma definitiva dell’imminente CCNL.

A ciò si aggiunge quanto stabilito dai commi 604 e 612 dell’ultima legge di Bilancio, relativi rispettivamente al finanziamento dei trattamenti accessori e degli ordinamenti professionali, destinati a pesare sul comparto per ulteriori 130 milioni di Euro, e l’indennità di vacanza contrattuale, che inciderà per altri 90 milioni di Euro, oltre alle risorse per il rinnovo 2022-2024 che dovranno essere accantonate nei bilanci. Deve inoltre tenersi conto del costo per il rinnovo del contratto della dirigenza, triennio 2019-2021.

L’allarme per l’impatto sui bilanci

“Un simile impatto sui bilanci non può essere trascurato- scrivono Fedriga, de Pascale e Decarp –  ed è destinato non solo a tradursi per tutti gli Enti Territoriali in un incremento della rigidità strutturale, ma molto
probabilmente a determinare anche per molti una condizione di deficitarietà, se non di squilibrio finanziario.
Ciò che preoccupa ulteriormente, nell’attuale fase di dispiegamento delle risorse stanziate attraverso il PNRR, è che, tenuto conto delle modalità di calcolo della capacità assunzionale in base alla regola della sostenibilità finanziaria introdotta con il D.L. n. 34/2019, un così forte incremento della spesa del personale implicherà già nel 2022 l’immediata contrazione della possibilità di assumere diverse decine di migliaia di dipendenti, vanificando gli effetti delle norme espansive approvate dal Governo”.

La richiesta

“Ferma l’esigenza di individuare una copertura statale degli oneri contrattuali attraverso appositi trasferimenti, assume oggi dunque massima urgenza la richiesta da noi più volte formulata di neutralizzare gli oneri per i rinnovi contrattuali dal computo della spesa di personale ai fini della determinazione delle facoltà assunzionali, come peraltro già previsto dalla legislazione previgente”.

QUI IL TESTO INTEGRALE Brunetta Franco Rinnovi contrattuali

 

Ministero dell’Interno: Richieste di contributo per spese di progettazione 2022 on line fino al 15 marzo

Pubblichiamo in allegato il Decreto del direttore centrale per la Finanza Locale del Ministero dell’interno decreto-fl-01-02-2022, che approva il modello di istanza  decreto-fl-01-02-2022-modello-istanza  con la quale gli enti locali comunicano la richiesta di contributi per la spesa di progettazione definitiva ed esecutiva, relativa ad opere pubbliche nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il decreto è stato perfezionato il 1° febbraio 2022, ed è in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Gli interventi riguardano la messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, la  messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio dell’ente, nonché  investimenti di messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti.

La richiesta da parte degli enti locali per l’assegnazione del contributo dell’anno 2022, nel limite dello stanziamento previsto di 320 milioni di euro, deve essere comunicata al ministero dell’Interno – Dipartimento per gli affari interni e territoriali, direzione centrale per la Finanza Locale, esclusivamente con modalità telematica, tramite la nuova Piattaforma di Gestione delle Linee di Finanziamento (GLF), integrata nel sistema di Monitoraggio delle Opere Pubbliche (MOP) a partire dal 2 febbraio 2022 ed entro le ore 23:59 del 15 marzo 2022, a pena di decadenza.

Il decreto è anche consultabile sul sito del Dipartimento per gli affari interni e territoriali – Finanza Locale nella sezione relativa a “I DECRETI”, unitamente al manuale utente nel quale sono definiti criteri e modalità da osservare nella redazione delle richieste di contributo, all’indirizzo https://dait.interno.gov.it/finanza-locale/documentazione/decreto-1deg-febbraio-2022

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