Categoria: Bilanci e Finanza

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Corte dei Conti: Enti Locali, linee guida su rendiconti 2019 e bilanci di previsione 2020-2022

La Sezione delle Autonomie della Corte dei conti ha approvato, con deliberazioni n. 8 e 9/2020, le Linee guida per le relazioni dei Collegi dei revisori dei conti degli enti locali sui rendiconti per l’anno 2019 e sui bilanci di previsione per gli esercizi 2020-2022, nonchè i relativi questionari.

Le indicazioni per le verifiche sul rendiconto 2019 riguardano il momento conclusivo delle analisi condotte sul ciclo di bilancio, al fine di stabilirne il grado di affidabilità e di valutarne la capacità di prevenire fenomeni di squilibrio e costituiscono il punto di partenza per la ricostruzione del quadro economico-finanziario di riferimento, entro cui vanno a collocarsi i provvedimenti adottati nell’attuale fase emergenziale.

Tra i profili sui quali si è focalizzata l’attenzione si segnalano, in particolare, le analisi sul risultato d’amministrazione, lo stato dell’indebitamento e gli equilibri di cassa, inscindibilmente collegati al mantenimento di quelli finanziari complessivi, mentre sono previsti focus specifici su modalità di ripiano delle varie componenti del disavanzo, somme incamerate e utilizzate a titolo di anticipazioni di liquidità, corretta costruzione del Fondo pluriennale vincolato e adeguatezza degli accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità. In disparte l’analisi di alcuni aspetti della gestione delle Province e degli enti colpiti da eventi sismici.

Ad analoga finalità sono ispirate le “Linee guida sui bilanci di previsione degli enti locali, per gli esercizi 2020-2022” che possono rappresentare un ausilio, per gli enti, nella predisposizione dello strumento programmatorio, ovvero nella gestione dei bilanci già adottati, tenendo conto dell’esigenza di contemperare gli effetti indotti dalla fase emergenziale (in termini di minori entrate e maggiori spese) con gli obiettivi di stabilità finanziaria. In questa prospettiva, pur a fronte di un assetto normativo in corso di definizione, la Sezione delle autonomie ha ritenuto di non differirne l’adozione.

In continuità col passato, è stato mantenuto l’impegno a ridurre al minimo gli oneri informativi di dati contabili, attraverso l’utilizzo, ormai consolidato, delle banche dati pubbliche.

Corte dei conti
Ufficio stampa

Corte dei Conti: Enti Locali, linee guida su rendiconti 2019 e bilanci di previsione 2020-2022

La Sezione delle Autonomie della Corte dei conti ha approvato, con deliberazioni n. 8 e 9/2020, le Linee guida per le relazioni dei Collegi dei revisori dei conti degli enti locali sui rendiconti per l’anno 2019 e sui bilanci di previsione per gli esercizi 2020-2022, nonchè i relativi questionari.

Le indicazioni per le verifiche sul rendiconto 2019 riguardano il momento conclusivo delle analisi condotte sul ciclo di bilancio, al fine di stabilirne il grado di affidabilità e di valutarne la capacità di prevenire fenomeni di squilibrio e costituiscono il punto di partenza per la ricostruzione del quadro economico-finanziario di riferimento, entro cui vanno a collocarsi i provvedimenti adottati nell’attuale fase emergenziale.

Tra i profili sui quali si è focalizzata l’attenzione si segnalano, in particolare, le analisi sul risultato d’amministrazione, lo stato dell’indebitamento e gli equilibri di cassa, inscindibilmente collegati al mantenimento di quelli finanziari complessivi, mentre sono previsti focus specifici su modalità di ripiano delle varie componenti del disavanzo, somme incamerate e utilizzate a titolo di anticipazioni di liquidità, corretta costruzione del Fondo pluriennale vincolato e adeguatezza degli accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità. In disparte l’analisi di alcuni aspetti della gestione delle Province e degli enti colpiti da eventi sismici.

Ad analoga finalità sono ispirate le “Linee guida sui bilanci di previsione degli enti locali, per gli esercizi 2020-2022” che possono rappresentare un ausilio, per gli enti, nella predisposizione dello strumento programmatorio, ovvero nella gestione dei bilanci già adottati, tenendo conto dell’esigenza di contemperare gli effetti indotti dalla fase emergenziale (in termini di minori entrate e maggiori spese) con gli obiettivi di stabilità finanziaria. In questa prospettiva, pur a fronte di un assetto normativo in corso di definizione, la Sezione delle autonomie ha ritenuto di non differirne l’adozione.

In continuità col passato, è stato mantenuto l’impegno a ridurre al minimo gli oneri informativi di dati contabili, attraverso l’utilizzo, ormai consolidato, delle banche dati pubbliche.

Corte dei conti
Ufficio stampa

Fase2 Il messaggio del Presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin

Questo è il momento delle idee. E del gioco di squadra. La ripartenza vera del nostro territorio passa da qui e dalla presa di coscienza che la crisi post-coronavirus, inevitabile, riserva anche delle opportunità inattese, che dovremo essere in grado di cogliere e trasformare in concretezza.
Da domani possono riaprire le attività economiche e gran parte di quelle realtà che sono chiuse dall’inizio della pandemia. È un primo passo, un primissimo passo; non certo l’ultimo. La riapertura impone ancora diverse restrizioni, che rendono sicuramente difficile l’attività di chi lavora e anche dei clienti. Servirà un po’ di pazienza, perché non possiamo pensare che tutto sarà come prima del virus, immediatamente. Ci sarà bisogno di un periodo di rodaggio e contemporaneamente di attenzione e rispetto delle norme di sicurezza, per non ripiombare nella “Fase 1”.
Però non basta dire che saremo vicini a chi riapre, a chi tenta di riprendere la propria vita lavorativa, di rimettere in moto la propria impresa. La ripartenza comincia, ma le restrizioni sono ancora tante e tali da mettere in discussione la tenuta stessa di un’attività, già provata dal lungo lockdown. È in gioco il futuro delle nostre aziende, piccole e grandi, che rappresentano un patrimonio inestimabile del nostro territorio.
Non possiamo dimenticare neanche il mondo dello spettacolo, della cultura, della musica, ancora fermo e impossibilitato a lavorare in questa “Fase 2”. Si tratta di un settore fondamentale per la vita civile di un Paese e che dà respiro anche al nostro turismo, assicurando quegli eventi e quelle occasioni di movimento delle persone in grado di generare reddito e ricchezza. Un settore che quest’estate, penso anche ai grandi appuntamenti sportivi e ciclistici sulle Dolomiti, dovrà rimanere ancora al palo.
Proprio il turismo potrebbe essere il mezzo con cui far uscire il Bellunese dalla crisi del Covid. Come ho avuto modo di dire qualche giorno fa, siamo tra le province montane dell’arco alpino con il più basso tasso di contagi. E la discesa continua dei numeri di soggetti positivi al virus è un dato estremamente positivo. Significa che siamo sulla strada giusta. Su questo dovremo costruire una stagione estiva all’insegna della salubrità – l’aria, le montagne e gli ampi spazi aperti lo consentono – e della bellezza delle nostre Dolomiti.
Per questo e per la ripartenza dei negozi, delle piccole e medie imprese, delle attività anche del Terzo Settore serviranno misure forti di sostegno da parte del Governo, dell’Europa, della Regione, per rafforzare le prime azioni già messe in campo da diversi Comuni, sempre in prima linea nell’erogazione dei servizi.
Cosa può fare la Provincia in tutto questo? Può essere la cabina di regia di un movimento di ripartenza che abbracci tutte le componenti del nostro territorio. Ed è proprio quello che intendiamo fare. È il momento delle idee, perché servono le idee di tutti. È il momento di fare squadra e forse è la chance più ghiotta che abbiamo mai avuto per accantonare i campanilismi che da troppo tempo frenano la crescita del Bellunese e dei bellunesi.
La prima occasione per fare squadra sarà giovedì prossimo. A Palazzo Piloni ci incontreremo con sindacati, mondo dell’industria e del lavoro, categorie economiche e amministrative. Ragioneremo sulle prospettive del trasporto pubblico locale, anche in funzione della ripresa della scuola a settembre. E cercheremo insieme una soluzione alle criticità che le norme di distanziamento sociale della “Fase 2” impongono per i servizi di trasporto e per l’istruzione. Potrà essere un modello di discussione su cui costruire la ripartenza anche per tutti gli altri settori.
Come dice un vecchio proverbio africano, “se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare distante, vai insieme”. Noi abbiamo bisogno di andare distanti, di disegnare il futuro della provincia di Belluno.

Fase2 Il messaggio del Presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin

Questo è il momento delle idee. E del gioco di squadra. La ripartenza vera del nostro territorio passa da qui e dalla presa di coscienza che la crisi post-coronavirus, inevitabile, riserva anche delle opportunità inattese, che dovremo essere in grado di cogliere e trasformare in concretezza.
Da domani possono riaprire le attività economiche e gran parte di quelle realtà che sono chiuse dall’inizio della pandemia. È un primo passo, un primissimo passo; non certo l’ultimo. La riapertura impone ancora diverse restrizioni, che rendono sicuramente difficile l’attività di chi lavora e anche dei clienti. Servirà un po’ di pazienza, perché non possiamo pensare che tutto sarà come prima del virus, immediatamente. Ci sarà bisogno di un periodo di rodaggio e contemporaneamente di attenzione e rispetto delle norme di sicurezza, per non ripiombare nella “Fase 1”.
Però non basta dire che saremo vicini a chi riapre, a chi tenta di riprendere la propria vita lavorativa, di rimettere in moto la propria impresa. La ripartenza comincia, ma le restrizioni sono ancora tante e tali da mettere in discussione la tenuta stessa di un’attività, già provata dal lungo lockdown. È in gioco il futuro delle nostre aziende, piccole e grandi, che rappresentano un patrimonio inestimabile del nostro territorio.
Non possiamo dimenticare neanche il mondo dello spettacolo, della cultura, della musica, ancora fermo e impossibilitato a lavorare in questa “Fase 2”. Si tratta di un settore fondamentale per la vita civile di un Paese e che dà respiro anche al nostro turismo, assicurando quegli eventi e quelle occasioni di movimento delle persone in grado di generare reddito e ricchezza. Un settore che quest’estate, penso anche ai grandi appuntamenti sportivi e ciclistici sulle Dolomiti, dovrà rimanere ancora al palo.
Proprio il turismo potrebbe essere il mezzo con cui far uscire il Bellunese dalla crisi del Covid. Come ho avuto modo di dire qualche giorno fa, siamo tra le province montane dell’arco alpino con il più basso tasso di contagi. E la discesa continua dei numeri di soggetti positivi al virus è un dato estremamente positivo. Significa che siamo sulla strada giusta. Su questo dovremo costruire una stagione estiva all’insegna della salubrità – l’aria, le montagne e gli ampi spazi aperti lo consentono – e della bellezza delle nostre Dolomiti.
Per questo e per la ripartenza dei negozi, delle piccole e medie imprese, delle attività anche del Terzo Settore serviranno misure forti di sostegno da parte del Governo, dell’Europa, della Regione, per rafforzare le prime azioni già messe in campo da diversi Comuni, sempre in prima linea nell’erogazione dei servizi.
Cosa può fare la Provincia in tutto questo? Può essere la cabina di regia di un movimento di ripartenza che abbracci tutte le componenti del nostro territorio. Ed è proprio quello che intendiamo fare. È il momento delle idee, perché servono le idee di tutti. È il momento di fare squadra e forse è la chance più ghiotta che abbiamo mai avuto per accantonare i campanilismi che da troppo tempo frenano la crescita del Bellunese e dei bellunesi.
La prima occasione per fare squadra sarà giovedì prossimo. A Palazzo Piloni ci incontreremo con sindacati, mondo dell’industria e del lavoro, categorie economiche e amministrative. Ragioneremo sulle prospettive del trasporto pubblico locale, anche in funzione della ripresa della scuola a settembre. E cercheremo insieme una soluzione alle criticità che le norme di distanziamento sociale della “Fase 2” impongono per i servizi di trasporto e per l’istruzione. Potrà essere un modello di discussione su cui costruire la ripartenza anche per tutti gli altri settori.
Come dice un vecchio proverbio africano, “se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare distante, vai insieme”. Noi abbiamo bisogno di andare distanti, di disegnare il futuro della provincia di Belluno.

Enti locali: al via dal 30 aprile un ciclo di webinar sulla rinegoziazione dei mutui per emergenza Coronavirus

In vista dell’operazione di rinegoziazione dei mutui degli enti locali con Cassa Depositi e Prestiti – il cui avvio, previsto nel mese di maggio, verrà formalizzato con una circolare attuativa di imminente emanazione – CDP, ANCI, IFEL e UPI hanno organizzato un ciclo di seminari via web, suddivisi su base territoriale, che partiranno dal prossimo 30 aprile.

I webinar saranno finalizzati a fornire supporto agli amministratori e ai servizi finanziari degli enti locali sull’iter, sugli aspetti documentali e sui termini di adesione all’operazione.

La rinegoziazione dei mutui approvata da CDP, anche su richiesta di ANCI e UPI, nell’ambito delle iniziative di supporto per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, prevede, per tutti i prestiti che saranno rinegoziati dagli enti locali, una pressoché totale riduzione delle quote capitale da corrispondere nel 2020, consentendo così di liberare ingenti risorse finanziarie per un ammontare fino a 1,1 miliardi di euro.

Nella Locandina allegata, tutti i link e le informazioni

CDP_Locandina Webinar IFEL ANCI E UPI

Enti locali: al via dal 30 aprile un ciclo di webinar sulla rinegoziazione dei mutui per emergenza Coronavirus

In vista dell’operazione di rinegoziazione dei mutui degli enti locali con Cassa Depositi e Prestiti – il cui avvio, previsto nel mese di maggio, verrà formalizzato con una circolare attuativa di imminente emanazione – CDP, ANCI, IFEL e UPI hanno organizzato un ciclo di seminari via web, suddivisi su base territoriale, che partiranno dal prossimo 30 aprile.

I webinar saranno finalizzati a fornire supporto agli amministratori e ai servizi finanziari degli enti locali sull’iter, sugli aspetti documentali e sui termini di adesione all’operazione.

La rinegoziazione dei mutui approvata da CDP, anche su richiesta di ANCI e UPI, nell’ambito delle iniziative di supporto per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, prevede, per tutti i prestiti che saranno rinegoziati dagli enti locali, una pressoché totale riduzione delle quote capitale da corrispondere nel 2020, consentendo così di liberare ingenti risorse finanziarie per un ammontare fino a 1,1 miliardi di euro.

Nella Locandina allegata, tutti i link e le informazioni

CDP_Locandina Webinar IFEL ANCI E UPI

Decreto Aprile: finito incontro ANCI UPI GOVERNO Si a fondo di 3,5 mld per Province e Comuni”

“Un incontro positivo nel quale abbiamo avuto dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri rassicurazioni importanti che nel prossimo decreto legge ci saranno risposte  chiare per Province, Comuni e Città metropolitane. A partire dal fondo di 3,5 miliardi per iniziare a coprire le entrate che stiamo perdendo a causa dell’emergenza sanitaria”. Lo dichiara il Presidente di UPI Michele de Pascale al termine dell’incontro in videoconferenza  con il Ministero dell’Economia, il Ministro Roberto Gualtieri, i Viceministri Laura Castelli e Antonio Misiani, cui ha preso parte insieme ad ANCI, nel quale si sono discusse le misure per gli Enti locali per il decreto di Aprile.

“Via libera anche al tavolo di monitoraggio,  che avevamo richiesto – aggiunge de Pascale – che andrà avanti per tutta la durata della crisi e servirà a Governo ed Enti locali per avere chiaro il quadro dei bilanci. Come UPI – conclude il Presidente – abbiamo inoltre presentato al Govenro la nostra proposta di un Piano degli investimenti su strade e scuole superiori, per  sboccare due miliardi e dare una prima forte spinta alla ripresa.”

Decreto Aprile: finito incontro ANCI UPI GOVERNO Si a fondo di 3,5 mld per Province e Comuni”

“Un incontro positivo nel quale abbiamo avuto dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri rassicurazioni importanti che nel prossimo decreto legge ci saranno risposte  chiare per Province, Comuni e Città metropolitane. A partire dal fondo di 3,5 miliardi per iniziare a coprire le entrate che stiamo perdendo a causa dell’emergenza sanitaria”. Lo dichiara il Presidente di UPI Michele de Pascale al termine dell’incontro in videoconferenza  con il Ministero dell’Economia, il Ministro Roberto Gualtieri, i Viceministri Laura Castelli e Antonio Misiani, cui ha preso parte insieme ad ANCI, nel quale si sono discusse le misure per gli Enti locali per il decreto di Aprile.

“Via libera anche al tavolo di monitoraggio,  che avevamo richiesto – aggiunge de Pascale – che andrà avanti per tutta la durata della crisi e servirà a Governo ed Enti locali per avere chiaro il quadro dei bilanci. Come UPI – conclude il Presidente – abbiamo inoltre presentato al Govenro la nostra proposta di un Piano degli investimenti su strade e scuole superiori, per  sboccare due miliardi e dare una prima forte spinta alla ripresa.”

Mutui Province Comuni: sottoscritto accordo ABI ANCI UPI

ABI, ANCI e UPI hanno sottoscritto un Accordo per la sospensione per un anno della quota capitale dei mutui dei Comuni e delle Province. I Comuni e le Province potranno chiedere alle banche, che aderiranno all’Accordo, la sospensione per un anno della quota capitale delle rate dei finanziamenti che scadono nel corso del 2020. In questo modo i Comuni e le Province potranno disporre di liquidità aggiuntiva per sostenere le maggiori spese conseguenti agli effetti indotti dalla diffusione del COVID-19.

 

L’Associazione Bancaria Italiana, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e l’Unione Province d’Italia hanno, infatti, sottoscritto nella giornata odierna l’Accordo che prevede, tra l’altro,

– la possibile sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui in essere in scadenza nel 2020, per un periodo di sospensione di 12 mesi,

– che non siano modificate le condizioni economiche previste contrattualmente (il tasso di interesse al quale viene realizzata l’operazione di sospensione è quello originariamente previsto nel contratto e le banche aderenti non applicheranno alcuna commissione all’operazione di sospensione),

– che gli interessi maturati nel periodo di sospensione siano corrisposti alla banca alle scadenze contrattualmente previste,

– che al termine del periodo di sospensione, la banca estenda la durata del piano di ammortamento originario di 12 (dodici) mesi.

L’Accordo si applica ai Comuni, alle Province e agli altri enti locali che intendono aderire: città metropolitane, comunità montane, unioni di comuni e consorzi fra enti locali.

Nell’Accordo è previsto che le banche possano applicare misure di maggior favore per gli enti locali rispetto a quelle previste nell’Accordo stesso.

Il testo integrale dell’accordo siglato accordo_mutui enti locali ABI ANCI UPI

 

Mutui Province Comuni: sottoscritto accordo ABI ANCI UPI

ABI, ANCI e UPI hanno sottoscritto un Accordo per la sospensione per un anno della quota capitale dei mutui dei Comuni e delle Province. I Comuni e le Province potranno chiedere alle banche, che aderiranno all’Accordo, la sospensione per un anno della quota capitale delle rate dei finanziamenti che scadono nel corso del 2020. In questo modo i Comuni e le Province potranno disporre di liquidità aggiuntiva per sostenere le maggiori spese conseguenti agli effetti indotti dalla diffusione del COVID-19.

 

L’Associazione Bancaria Italiana, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e l’Unione Province d’Italia hanno, infatti, sottoscritto nella giornata odierna l’Accordo che prevede, tra l’altro,

– la possibile sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui in essere in scadenza nel 2020, per un periodo di sospensione di 12 mesi,

– che non siano modificate le condizioni economiche previste contrattualmente (il tasso di interesse al quale viene realizzata l’operazione di sospensione è quello originariamente previsto nel contratto e le banche aderenti non applicheranno alcuna commissione all’operazione di sospensione),

– che gli interessi maturati nel periodo di sospensione siano corrisposti alla banca alle scadenze contrattualmente previste,

– che al termine del periodo di sospensione, la banca estenda la durata del piano di ammortamento originario di 12 (dodici) mesi.

L’Accordo si applica ai Comuni, alle Province e agli altri enti locali che intendono aderire: città metropolitane, comunità montane, unioni di comuni e consorzi fra enti locali.

Nell’Accordo è previsto che le banche possano applicare misure di maggior favore per gli enti locali rispetto a quelle previste nell’Accordo stesso.

Il testo integrale dell’accordo siglato accordo_mutui enti locali ABI ANCI UPI

 

Il presidente di Upi Lazio Pompeo: prima boccata d’ossigeno per gli enti locali

La decisione di Cassa Depositi e Prestiti di rinegoziare i mutui con Comuni e Province, in un momento drammatico come quello in corso, è un’importante, fondamentale boccata d’ossigeno per gli enti locali che, in questa emergenza, soffrono e soffriranno una notevole riduzione degli introiti, ritrovandosi con le casse ancora più magre. Ma l’operazione di Cdp deve poter essere anche un traino per ulteriori misure, che saranno messe in campo dal Governo anche successivamente alla fase emergenziale, affinché gli enti locali possano continuare a garantire servizi ai cittadini, riaprire cantieri, incentivare investimenti: in una parola, essere il motore base della ripresa economica dell’intero paese”.

Così il presidente dell’Upi Lazio, Antonio Pompeo, commenta la decisione assunta da Cassa Depositi e Prestiti, su richiesta di Upi e Anci e sostenuta dal Governo, di rinegoziare i mutui di tutti gli enti territoriali. Operazione che, concretamente, si traduce nel far pagare la sola quota di interessi per le prossime due scadenze, quelle del 30 giugno e del 31 dicembre.

In questo modo, Comuni, Province e Città metropolitane avranno a disposizione 1,1 miliardi di euro: a tanto ammonta, infatti, la riduzione della quota capitale.

Grazie a questa manovra di Cdp – continua Pompeo – il debito strutturale degli enti locali sarà notevolmente alleggerito in un momento in cui l’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova la tenuta economica di Comuni e Province, che devono fare i conti con una notevole riduzione delle entrate senza potersi permettere, però, di venir meno nella fornitura di servizi ai cittadini. Questi, a loro volta e in modo altrettanto pesante, sono costretti ad affrontare il momento di drammatica crisi che pesa come un macigno sul bilancio familiare. Ecco, allora, che è importante la decisione di Cdp, come lo saranno, altrettanto, le misure e gli strumenti che il Governo certamente varerà a favore degli enti locali: Upi e Anci hanno già avanzato una serie di proposte che vanno esattamente in questa direzione. Quello che bisogna assolutamente scongiurare – conclude il presidente di Upi Lazio – è che Comuni e Province si avvicinino pericolosamente al default finanziario: loro costituiscono un anello importante nella filiera economica del nostro Paese, la base su cui costruire la ripartenza, lo sviluppo e la nuova fase di ricostruzione alla quale abbiamo tutti il dovere di lavorare insieme“.

FOTO REPERTORIO

Il presidente di Upi Lazio Pompeo: prima boccata d’ossigeno per gli enti locali

La decisione di Cassa Depositi e Prestiti di rinegoziare i mutui con Comuni e Province, in un momento drammatico come quello in corso, è un’importante, fondamentale boccata d’ossigeno per gli enti locali che, in questa emergenza, soffrono e soffriranno una notevole riduzione degli introiti, ritrovandosi con le casse ancora più magre. Ma l’operazione di Cdp deve poter essere anche un traino per ulteriori misure, che saranno messe in campo dal Governo anche successivamente alla fase emergenziale, affinché gli enti locali possano continuare a garantire servizi ai cittadini, riaprire cantieri, incentivare investimenti: in una parola, essere il motore base della ripresa economica dell’intero paese”.

Così il presidente dell’Upi Lazio, Antonio Pompeo, commenta la decisione assunta da Cassa Depositi e Prestiti, su richiesta di Upi e Anci e sostenuta dal Governo, di rinegoziare i mutui di tutti gli enti territoriali. Operazione che, concretamente, si traduce nel far pagare la sola quota di interessi per le prossime due scadenze, quelle del 30 giugno e del 31 dicembre.

In questo modo, Comuni, Province e Città metropolitane avranno a disposizione 1,1 miliardi di euro: a tanto ammonta, infatti, la riduzione della quota capitale.

Grazie a questa manovra di Cdp – continua Pompeo – il debito strutturale degli enti locali sarà notevolmente alleggerito in un momento in cui l’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova la tenuta economica di Comuni e Province, che devono fare i conti con una notevole riduzione delle entrate senza potersi permettere, però, di venir meno nella fornitura di servizi ai cittadini. Questi, a loro volta e in modo altrettanto pesante, sono costretti ad affrontare il momento di drammatica crisi che pesa come un macigno sul bilancio familiare. Ecco, allora, che è importante la decisione di Cdp, come lo saranno, altrettanto, le misure e gli strumenti che il Governo certamente varerà a favore degli enti locali: Upi e Anci hanno già avanzato una serie di proposte che vanno esattamente in questa direzione. Quello che bisogna assolutamente scongiurare – conclude il presidente di Upi Lazio – è che Comuni e Province si avvicinino pericolosamente al default finanziario: loro costituiscono un anello importante nella filiera economica del nostro Paese, la base su cui costruire la ripartenza, lo sviluppo e la nuova fase di ricostruzione alla quale abbiamo tutti il dovere di lavorare insieme“.

FOTO REPERTORIO

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