Categoria: Bilanci e Finanza

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Legge di stabilità, Pastacci “Governo taglia 1 miliardo di servizi ai cittadini”

Incontri in tutte le Province con i Sindaci, con i dirigenti scolastici, con le rappresentanze degli studenti, con le Associazioni dei cittadini e con le rappresentanze delle organizzazioni sindacali ed imprenditoriali per spiegare, nel concreto, quali sono i servizi che rischiano di saltare se la Legge di stabilità sulle Province non cambia. E’ quanto hanno deciso i Presidenti di Provincia, riuniti in Assemblea a Roma, e che vedrà impegnati gli amministratori la prossima settimana, contemporaneamente all’avvio in Senato dell’iter di discussione della Legge d stabilità. “Deve essere chiaro – ha detto il Presidente dell’Upi Alessandro Pastacci – che si sta tagliano 1 miliardo di servizi ai cittadini, non alle Province. Vogliamo che i nostri cittadini sappiano quale saranno le conseguenze della scelte del Governo  contro le Province, che conoscano quali sono i servizi che rischiano di scomparire, quali le scuole che non potremo più manutenere e  quali le strade che saremo costretti a chiudere a causa dei tagli del Governo Renzi. Da oggi – ha aggiunto – iniziamo il confronto con i gruppi in Senato per chiedere con forza di ascoltare le ragioni dei territori e delle comunità: è stata approvata una legge di riforma delle Province non più tardi di 6 mesi fa, salutata anche in Parlamento come una grande riforma in grado di cambiare il modo di amministrare. Adesso questi stessi parlamentari ci spieghino perché hanno deciso che questa riforma debba morire sotto i tagli del bilancio dello Stato ancora prima di iniziare a prendere forma”.

Legge stabilità Valluzzi “ Non garantiamo l’attuazione di una riforma in cui non crede più nemmeno Governo”

“Se l’impatto della Legge di stabilità sulle Province non viene modificato in Senato, allora non possiamo che pensare che nemmeno il Governo crede più nella riforma Delrio. A questo punto neanche noi possiamo più garantirne l’attuazione” Lo ha detto il Presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, intervenendo oggi  all’Assemblea di Presidenti di Provincia a Roma. “Il  Governo sta lavorando ad emendamenti correttivi, ma a quanto abbiamo potuto constatare, si tratta di risposte inefficaci. Quello che vogliamo sia chiaro è che questo atteggiamento, incomprensibile,  non si chiudono semplicemente le Province, si chiudono i servizi , si abbandonano le infrastrutture e i cittadini”.

 

Legge stabilità: domani a Roma Assemblea Presidenti Province

“Aspettiamo ancora di conoscere ufficialmente quale sia il testo dell’emendamento che il Governo vuole portare in Senato per intervenire sulle norme per Province e Città metropolitane.  Certo è che ci aspettiamo che in Senato si apra una vera riflessione, e che non avvenga quanto accaduto alla Camera dei Deputati, dove, pur avendo i gruppi presentato emendamenti migliorativi, con l’adeguata copertura finanziaria, al momento della discussione in Aula sono stati tutti ritirati”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Alessandro Pastacci, annunciando per domani, 4 dicembre, l’Assemblea dei Presidenti di Provincia, che si riuniranno a Roma (Palazzo Santa Chiara, Piazza di Santa Chiara, 14,  ore 10,30 – 14,00) per discutere delle iniziative da intraprendere sulla Legge di stabilità e fare il punto sullo stato di attuazione della riforma Delrio sui territori. “Qualunque sia l’emendamento che il Governo intende presentare in Senato – afferma Pastacci – certo è che deve essere coerente con l’attuazione della Legge Delrio e deve  essere in grado di produrre risultati  reali nel 2015.  Non si può da una parte avviare un processo di riforma che, anche attraverso il  lavoro che si sta portando avanti negli Osservatori regionali, impegna la istituzioni nel ridisegno dell’amministrazione dei servizi a livello territoriale, e dall’altra di fatto bloccarlo prima che inizi con tagli ai bilanci che azzerano quegli stessi servizi, dalla manutenzione delle scuole e delle, strade alla tutela dell’ambiente.

Accanto a questo, vogliamo monitorare il processo di attuazione della riforma Delrio sul territorio: a quanto ci risulta quasi tutte le Province hanno completato il monitoraggio imposto dal Decreto del Presidente del Consiglio Dei Ministri del 12 novembre scorso, e hanno consegnato i dati agli Osservatori Regionali. Il 10 dicembre prossimo faremo il punto nell’Osservatorio nazionale, per capire cosa si farà ora con tutta la mole di dati che ci è stato chiesto di fornire”.

 

Legge Stabilità: l’Upi a Bruxelles per l’Assemblea Generale della Conferenza Europea Poteri Locali Intermedi

“Se la Legge di stabilità non viene modificata in Parlamento, le Province e le Città metropolitane non saranno più in grado di poter garantire un livello, seppur minimo, di esercizio dei servizi essenziali, con gravi ricadute sulla cittadinanza”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi Alessandro Pastacci, intervenendo oggi a Bruxelles l’Assemblea Generale della Conferenza Europea dei Poteri Locali Intermedi, l’organismo che raccoglie le Province di tutta Europa. Ai colleghi Presidenti delle Province Ue, Pastacci, ha spiegato come “con il taglio di 1 miliardo imposto dal Governo Renzi alle Province e alle Città metropolitane italiane, la già critica situazione finanziaria dei nostri enti, diventa insostenibile. A rischio ci sono servizi essenziali come la manutenzione e messa in sicurezza di strade e scuole, l’impossibilità di provvedere con i ‘piani neve’ ad assicurare la viabilità nella stagione invernale, l’impossibilità di assicurare la gestione ordinarie degli istituti superiori, cui le Province e le Città metropolitane devono assicurare il pagamento delle utenze, del riscaldamento, degli acquisto arredi, l’impossibilità di intervenire sul dissesto idrogeologico. Non si tratta di non volere partecipare responsabilmente al processo di risanamento dei conti pubblici del Paese, ma di essere messi nella effettiva impossibilità di erogare anche solo i servizi cui, in base alle funzioni fondamentali assegnate a Province e Città metropolitane, siamo stati chiamati a fare fronte dalla legge di riforma degli enti locali 56/14: strade, scuole, ambiente, trasporto pubblico locale e assistenza ai Comuni”.  Il Presidente dell’Upi ha poi informato i colleghi Presidenti delle Province europee di avere segnalato l’estrema gravità della situazione al Presidente della Commissione Europea, al Presidente del Parlamento europeo e al Presidente del CdR, cui sono stati inviati dossier dettagliati. “Vorremmo chiarire – ha concluso Pastacci – che, nel caso delle Province e delle Città metropolitane italiane, con la Legge di stabilità quello che si determina di fatto è un prelievo di tributi propri degli enti locali, che dovrebbero essere destinati alla garanzia di diritti fondamentali quali il diritto all’istruzione e alla mobilità, per iniziative dello Stato centrale che sono prive di copertura finanziaria”.

Legge di stabilità, Upi In Conferenza Unificata Governo annuncia emendamenti su Province.

“Oggi in Conferenza Unificata il Governo ci ha dato una prima informazione rispetto alle modifiche che afferma intende apportare in Senato alla Legge di stabilità per allentare gli effetti dei tagli alle Province: prendiamo atto di questa presa di coscienza sulla necessità di intervenire per evitare il caos sui territori, ma chiediamo si apra da subito un confronto su questo pacchetto, per capire quale sarà l’effetto delle misure e se avrà un reale riscontro nell’immediato. Certo non diamo alcune parere su questa legge di stabilità,  almeno finché non avremo letto queste norme  che il Governo ci dice starebbe scrivendo”.  Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Alessandro Pastacci, al termine della Conferenza unificata di oggi nel corso della quale il Governo ha annunciato di stare lavorando ad emendamenti alla Legge di Stabilità, tra cui alcune norme che riguarderebbero il personale delle Province. “Se non si interviene  a chiarire da subito chi dovrà gestire le funzioni ed erogare i servizi non più assegnati ai nuovi Enti di area vasta , non si può individuare correttamente il personale che deve essere ricollocato nelle altre istituzioni.  Non vorremmo però – ha sottolineato Pastacci – che continuando a parlare dei pacchetti di emendamenti governativi,  si ripetesse al Senato il paradosso cui abbiamo assistito alla Camera, dove tutti i gruppi politici hanno presentato in Commissione emendamenti che tentavano di risolvere il disastro dei tagli alle Province , salvo poi ritirarli prontamente, in attesa del testo del Governo, che ancora non esiste. Per questo chiediamo che si apra un confronto serio: vediamo insieme le norme che si stanno scrivendo, in maniera leale, e cerchiamo di trovare soluzioni che abbiano una reale praticabilità e che offrano garanzie di applicabilità da subito. Bisogna rendere compatibile l’attuazione della riforma Delrio con la Legge di stabilità,  un percorso molto complesso, che deve essere affrontato con serietà – conclude il Presidente Pastacci – L’unico obiettivo che dobbiamo avere, tutti, è di continuare ad assicurare i servizi ai cittadini, senza mandare in dissesto tutte le  Province”. 

 

LEGGE DI STABILITA’: L’ORDINE DEL GIORNO DELL’ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI E I DATI DELL’IMPATTO DELLA MANOVRA SUI SERVIZI DI PROVINCE E CITTA’ METROPOLITANE

I Presidenti di Provincia analizzata la Legge di stabilità 2015 che impone alle Province e alle Città metropolitane un taglio 1 miliardo per il 2015, 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi per il 2017, ritengono che non sia possibile garantire i servizi essenziali ai cittadini in capo alle Province e alle Città metropolitane.

In questa condizione, se il Governo non riterrà di rivedere l’attuale impostazione, non possono assumersi alcuna responsabilità per le gravi conseguenze che da questo deriveranno per le comunità amministrate.

Servizi che, con la riforma Delrio, restano confermati: dalla gestione e messa in sicurezza delle oltre 5.100 scuole superiori italiane, in cui studiano 2 milioni e 500 mila ragazzi, dei 130 mila chilometri di rete viaria nazionale, di cui 38 mila di strade montane, alla tutela dell’ambiente e agli interventi contro il dissesto idrogeologico.

Servizi che nel 2014 hanno avuto un costo di  3 miliardi e 188 milioni. Con i tagli imposti dalla legge di stabilità, nel 2015 le risorse su cui Province e Città metropolitane potranno contare per questi stessi servizi scende a 2 miliardi, per arrivare a 1 miliardo nel 2016 e all’azzeramento totale nel 2017.

Non si tratta di abolire le Province ma di chiudere servizi essenziali, di non potere assicurare il riscaldamento nelle scuole, lo sgombero della neve, la messa in sicurezza delle strade, la tutela del territorio e dell’ambiente.

I Presidenti di Provincia chiedono pertanto una presa di responsabilità da parte di tutti, e per questo,  oltre al confronto aperto con il Governo, chiedono incontri  a tutti i capigruppo in Parlamento fin dalla prossima settimana per rivedere l’attuale impostazione della manovra.

In allegato, l’OrdIne del giorno approvato dall’Assemblea dei Presidenti di Provincia, la simulazione dei tagli sui bilanci di Province e Città metropolitane, l’impatto della manovra sui servizi erogati da province e Città metropolitana

Documenti allegati:

Legge di stabilità, Province: chiesto incontro ai capigruppo Camera

“Cari Onorevoli, abbiamo simulato gli effetti dei tagli imposti dalla Legge di stabilità sui bilanci delle Singole Province e Città metropolitane, e le criticità che emergono sono gravissime, tali da non potersi che tradurre in default e nell’impossibilità di erogare i servizi che sono in capo a questi enti”.  Lo scrive oggi il Presidente dell’Upi, Alessandro Pastacci, in una lettera inviata ai Capigruppo della Camera, con la richiesta di un incontro urgente  per avviare un confronto rispetto alle misure contenute nella manovra finanziaria a carico delle Province e delle Città metropolitane, in vista dell’avvio dell’iter di discussione e approvazione della Legge di stabilità 2015.  “La simulazione che abbiamo fatto sui singoli enti evidenzia che, in media, i tagli avranno una incidenza sulla spesa di Province e Città metropolitane pari al 51% dei bilanci degli enti,  condizione che evidentemente non consente agli enti di continuare ad assicurare l’erogazione dei servizi essenziali. E’ necessario e urgente verificare l’impatto sulle funzioni fondamentali, a partire dalle funzioni esercitate oggi per arrivare a quelle che dovranno restare in capo ai nuovi enti di area vasta di secondo livello dal 1° gennaio 2015”.  “Si tratta – ricorda il Presidente dell’Upi –  della gestione e la messa in sicurezza delle scuole superiori italiane, in cui studiano i 2 milioni e 500 mila studenti medi; della gestione e la messa in sicurezza della rete viaria provinciale, che rappresenta oltre il 70% della rete nazionale, la cerniera che tiene insieme la piccole e media imprenditoria italiana e attraverso cui viaggia il commercio e l’industria del Paese, e che, con l’inverno alle porte ha bisogno di risorse certe per assicurare lo sgombero della neve e l’antigelo; delle opere di salvaguardia e tutela dell’ambiente e  di contrasto al dissesto idrogeologico. Sono temi chiave – sottolinea – su cui non si può smettere di investire. Ci auguriamo che i capigruppo in parlamento sappiano comprendere questa nostra richiesta e che ci convochino già in settimana per avviare un confronto serio in pieno spirito di collaborazione e di responsabilità”.  

Legge stabilità: Assemblea dei Presidenti di Provincia “Non garantiti i servizi essenziali: il Governo ci ascolti”

“I Sindaci neo eletti Presidenti di Provincia e gli amministratori provinciali, analizzata la Legge di stabilità 2015 che impone alle Province e alle Città metropolitane un taglio 1 miliardo per il 2015, 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi per il 2017, ritengono che non sia possibile garantire i servizi essenziali ai cittadini in capo alle Province e alle Città metropolitane. In questa condizione, se il Governo non riterrà di rivedere l’attuale impostazione, non possono assumersi alcuna responsabilità per le gravi conseguenze che da questo deriveranno per le comunità amministrate”.

Questo l’allarme lanciato dai nuovi Sindaci Presidenti di Provincia e dagli amministratori provinciali che si sono riuniti oggi in Assemblea a Roma, per discutere dell’impatto della Legge di stabilità 2015 sui servizi garantiti dalle Province e dalle Città metropolitane.

Servizi che, con la riforma Delrio, restano confermati: dalla gestione e messa in sicurezza delle oltre 5.100 scuole superiori italiane, in cui studiano 2 milioni e 500 mila ragazzi, dei 130 mila chilometri di rete viaria nazionale, di cui 38 mila di strade montane, alla tutela dell’ambiente e agli interventi contro il dissesto idrogeologico. Servizi che nel 2014 hanno avuto un costo di  3 miliardi e 188 milioni. Con i tagli imposti dalla legge di stabilità, nel 2015 le risorse su cui Province e Città metropolitane potranno contare per questi stessi servizi scende a 2 miliardi, per arrivare a 1 miliardo nel 2016 e all’azzeramento totale nel 2017.

 “Non si tratta di abolire le Province – sottolineano i Presidenti di Provincia – ma di chiudere servizi essenziali, di non potere assicurare il riscaldamento nelle scuole, lo sgombero della neve, la messa in sicurezza delle strade, la tutela del territorio e dell’ambiente. Serve una presa di responsabilità da parte di tutti, per questo,  oltre al confronto aperto con il Governo, chiediamo a tutti i capigruppo in Parlamento di incontrarci fin dalla prossima settimana per rivedere l’attuale impostazione della manovra”.

Riforma Province: Vertice tra UPI e ANCI a Palazzo Cisterna

La difficile situazione finanziaria delle Province piemontesi, le incognite sul riordino delle funzioni loro assegnate, il futuro della Città Metropolitana di Torino, che erediterà dal 1° gennaio 2015 funzioni e attribuzioni di quella che fu la prima Provincia italiana (istituita nel 1859); ma soprattutto il destino di servizi fondamentali di area vasta(dalla viabilità ai Centri per l’Impiego, dalle scuole medie superiori alla regolazione del trasporto pubblico) che le Province hanno sinora assicurato ai territori e ai cittadini e che ora sono nel limbo di un processo di riforma tutt’altro che concluso

 

Sono gli argomenti su cui l’Unione Province Piemontesi ha chiamato oggi pomeriggio al confronto i nuovi Presidenti, eletti il 12 ottobre scorso con il voto dei Sindaci e dei Consiglieri comunali dei rispettivi territori. All’incontro che si è tenuto a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Provincia di Torino, hanno partecipato il Sindaco Metropolitano e Presidente dell’ANCI, Piero Fassino, il Presidente dell’Unione Province Italiane Alessandro Pastacci, il Vice-Presidente della Provincia di Torino, Alberto Avetta e l’Assessore provinciale alle Attività Produttive, Sergio Bisacca.

 

Il confronto è stato dedicato ad una ricognizione della situazione finanziaria ed organizzativa degli Enti piemontesi di area vasta, in vista dell’insediamento di un tavolo regionale di confronto sulle risorse e sulle competenze delle Province e della Città Metropolitana, previsto all’inizio di novembre. L’Unione Province Italiane, l’ANCI e l’UNCEM intendono fare fronte comune per chiedere al Governo di ridurre il taglio di risorse per un miliardo e 300 milioni di Euro alle Province, previsto dalla Legge di Stabilità all’esame del Parlamento. L’Unione Province Italiane e l’ANCI chiedono inoltre al Governo una riduzione di 100 milioni di Euro del prelievo forzoso di risorse e l’azzeramento delle sanzioni agli Enti locali che sforano il Patto di Stabilità. I tagli operati dal Governo vanno peraltro ad aggiungersi alla riduzione dei trasferimenti regionali per l’esercizio delle funzioni delegate alle Province ed al calo degli incassi provenienti dall’IPT e dall’addizionale sull’assicurazione RC auto, delineando un quadro allarmante. La Provincia di Biella già oggi è in dissesto finanziario e potrebbe essere presto seguita da quelle di Verbania e di Asti. Non se la passano molto meglio anche le altre amministrazioni provinciali. La Provincia di Torino ha deciso recentemente di sforare il Patto di Stabilità per appaltare interventi di messa in sicurezza di zone in dissesto idrogeologico. L’equilibrio dei conti della costituenda Città Metropolitana potrebbe venir meno nel 2015, se venissero confermati i tagli ai trasferimenti statali e regionali ed il prelievo forzoso di risorse, stabilito quest’anno dal Governo e rinviato dal 31 luglio scorso al 30 aprile prossimo. C’è il rischio che neanche le programmate dismissioni immobiliari e di partecipazioni azionarie siano sufficienti a far quadrare i conti.

 

Durante le riunione odierna è anche emerso come i tagli dei trasferimenti statali non abbiano colpito in modo omogeneo tutte le Province italiane, perché le realtà territoriali sono molti diverse tra loro. Non si può, ad esempio parlare di costi standard per il riscaldamento delle scuole e la manutenzione della viabilità, perché da Nord a Sud le condizioni climatiche variano molto. Quello che è certo è che, oltre a vedersi praticamente azzerata la possibilità di effettuare scelte discrezionali sulle spese, le Province rischiano di non riuscire più a garantire il livello minimo di servizi. La Provincia di Cuneo, ad oggi, ha risorse per appaltare lo sgombero neve solo nel 50% della viabilità di propria competenza.  Senza contare il problema degli eventuali esuberi di personale, che alcune Province chiedono di poter affrontare con il prepensionamento dei dipendenti con maggiore anzianità.

 

A monte dei problemi finanziari sta però la questione della ricognizione e del riordino delle funzioni, su cui UPI, ANCI e UNCEM chiedono un confronto serrato con il Governo e con le Regioni. Perché le questioni delle risorse e del personale sono direttamente collegate con il tema delle funzioni, che debbono comunque essere esercitate e finanziate da un Ente. Oltre all’approvazione di un emendamento al Decreto “Sblocca Italia” che ridurrebbe di 100 milioni il prelievo di solidarietà imposto alle Province, UPI, ANCI e UNCEM chiedono quindi al Governo una valutazione complessiva delle risorse umane e finanziarie adeguate alle funzioni da riassegnare. E’ in fase di elaborazione  un documento con precise proposte di semplificazione e razionalizzazione amministrativa, su cui gli Enti locali si stanno confrontando, per poterlo sottoporre in tempi rapidi all’esecutivo.

 

 

Legge di stabilita’: Comuni, Province e Regioni scrivono a Renzi

‘’Un incontro nei tempi più brevi, per una valutazione comune della legge di stabilita’ e, in particolare, dei suoi effetti sulle finanze e sulle politiche delle Autonomie locali’’. Lo chiedono, in una lettera congiunta inviata al premier Matteo Renzi, i presidenti di ANCI, Upi e Conferenza delle Regioni, Piero Fassino, Alessandro Pastacci e Sergio Chiamparino.

Ribadendo apprezzamento ‘’per la scelta generale di una riduzione fiscale finalizzata a rilanciare investimenti e consumi e a creare lavoro’’, i rappresentanti di Comuni, Province e Regioni manifestano ‘’seria preoccupazione per uno sforzo finanziario che nella sola Legge di stabilita’ supera i 6 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti gli effetti di riduzione di spesa e tagli sui nostri bilanci derivanti dalle manovre degli anni scorsi’’.

Per questo motivo, pur consapevoli che ‘’il contributo delle Autonomie locali per ridurre il debito pubblico e rimettere in moto la crescita e’ ancora necessario’’, i rappresentanti di Comuni Province e Regioni chiedono ‘’di discutere e convenire con il Governo la compatibilita’ dello sforzo che ci e’ richiesto e quali siano le migliori misure per evitare sia una riduzione dei servizi offerti ai cittadini, sia il ricorso a nuovi prelievi fiscali’’.

 

Legge di Stabilità: Upi “Province in dissesto”: l’Ufficio di Presidenza Upi chiede tavolo urgente a Palazzo Chigi

Un tavolo urgente di confronto sulle ricadute dei tagli della Legge di stabilità per tutto il sistema degli Enti locali. Questo quanto deciso oggi in una riunione straordinaria della Presidenza Upi, a seguito dell’annuncio di un taglio di 1 miliardo alle Province previsto dalla Legge di stabilità. Il taglio si aggiunge a quello già stabilito dalle precedenti manovre portando in tutto a 1 miliardo e 500 milioni la riduzione dei bilanci delle Province. “A partire dal 1 gennaio 2015 molte delle funzioni attualmente esercitate dalle Province – dichiara l’Ufficio di Presidenza Upi – saranno spostate su Città metropolitane, Comuni e Regioni. Il taglio da 1,5 miliardi ricadrà direttamente sui bilanci dell’intero sistema degli enti locali. Il rischio è di un collasso complessivo del sistema, con immediate ricadute sui cittadini cui non sarà più possibile assicurare i servizi essenziali. Significa non riuscire ad assicura la minima tenuta della sicurezza nei 130 mila chilometri di strade provinciali, di non potere garantire la gestione e manutenzione delle scuole, le opere contro il dissesto idrogeologico, il trasporto pubblico locale.   Il dissesto delle Province, che con questo taglio è certo, impatterà direttamente sui conti dello Stato. Chiediamo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di aprire subito un tavolo per avviare un confronto serio con le Province e con i rappresentanti delle istituzioni che governano i territori. Il 29 ottobre prossimo – annuncia l’Ufficio di Presidenza Upi – si terrà una Assemblea di tutti i Presidenti di Provincia per definire insieme le prossime iniziative da intraprendere”.

Alluvione, la Provincia di Torino sceglie di sforare il patto di stabilità

Non possiamo rischiare un caso Genova sul nostro territorio: abbiamo da troppo tempo finanziamenti nazionali per interventi contro il dissesto idrogeologico delle valli e della montagne fermi nelle casse della Provincia di Torino per colpa del patto di stabilità, che ci impedisce di spenderli. Oggi ci assumiamo la responsabilità di far partire gli appalti per le opere indifferibili”.

Il vicepresidente della Provincia di Torino Alberto Avetta ha condiviso con il sindaco metropolitano Piero Fassino e poi questa mattina con i colleghi di Giunta la scelta, maturata nelle ultime ore, di agire anche sforando il patto di stabilità per appaltare lavori di messa in sicurezza in particolare in Val Pellice e val Germanasca.

“Abbiamo purtroppo contato morti per alluvioni e frane ancora nel maggio 2008 a Villar Pellice – ricorda Avetta – ed anche allora la Provincia di Torino come già dopo le alluvioni del 1994 e del 2000 si era attivata con grande impegno non solo per la stima dei danni, ma soprattutto per ottenere fondi nazionali e regionali contro il dissesto idrogeologico. Negli anni abbiamo fatto molto, ma ultimamente il rispetto del patto di stabilità ci ha legato le mani: oggi diciamo basta a vincoli burocratici che mettono a rischio la tenuta del territorio”.

Una delibera di indirizzo approvata questa mattina dà mandato agli uffici tecnici di completare le procedure (di fatto istruite da tempo)  per gli appalti di un  lungo elenco di interventi che somma a circa 13 milioni di euro.

“Il vero problema – commenta Avetta – sono sempre stati i pagamenti per queste opere, ma le ditte possono contare sulla nostra scelta di non aspettare più: il vincolo del patto di stabilità di fronte ad opere sulla sicurezza  pubblica non può che passare in secondo piano. Come amministratore pubblico scelgo di assumermi questa responsabilità”.

 

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