Online il materiale della Giornata di Studio sull’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Province, tenutasi a Treviso il 19 luglio scorso.
Online il materiale della Giornata di Studio sull’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Province, tenutasi a Treviso il 19 luglio scorso.
“Il Tar ci dà ragione: i tagli ai bilanci delle Province decisi dal Governo Monti con la spending review sono eccessivi e del tutto insostenibili, perché frutto di un grave errore commesso nel definire i famigerati consumi intermedi. Abbiamo sostenuto da subito che nei nostri bilanci non ci fossero 1,2 miliardi di euro da tagliare e che la spending review stava incidendo direttamente su voci di costo incomprimibili, perché riferiti a risorse per funzioni traferite o delegate dalle Regioni per servizi essenziali, come la formazione o il trasporto pubblico locale. Oggi il Tar conferma le nostre ragioni”.
Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, commentando la sentenza del TAR del Lazio sul ricorso della Provincia di Genova, depositata ieri sera.
Nel testo il Tribunale Amministrativo afferma che, nella definizione dei consumi intermedi da considerare il Governo avrebbe dovuto operare una selezione eliminando le spese destinate ai servizi per la collettività.
“Questo vuol dire – afferma Saitta – che quando il Ministero ha indicato il totale dei tagli ai bilanci sulle Province in 500 milioni per il 2012 e 1,2 miliardi per il 2013 lo ha fatto partendo da una base di dati falsata dall’errore. Come d’altronde abbiamo provato in tutti i modi a spiegare allora al Governo, che però non ha voluto prendere in alcuna considerazione le nostre richieste e ha preferito imporre tagli palesemente iniqui e sproporzionati su una istituzione, a danno dei servizi ai cittadini. Non solo, per colpa di questi tagli, molte Province sono andate in predissesto, con ricadute sul personale, sui servizi erogati e sulle imprese, a causa del restringimento delle quote di patto di stabilità che ha contratto ancora di più gli investimenti.
Ora la sentenza del TAR accogliendo il ricorso delle Province annulla il decreto sui tagli 2012. Chiediamo al Governo di aprire immediatamente un confronto per sanare questa ingiustizia oggi palesemente attestata dal Tar, trovare soluzioni per ridurre il taglio di 1,2 miliardi del 2013, frutto dello stesso grave errore, e di convocarci anche in vista della definizione della prossima spending review, anche per evitare di continuare a commettere sbagli grossolani ai danni dei cittadini e dei servizi essenziali”.
“Ancora una volta abbiamo dimostrato che non si può andare contro i cittadini e togliere loro dei servizi – spiega Muraro – accogliendo il ricorso delle Province, il TAR ha dunque annullato il decreto ha ripartito tra le Province un taglio di 500 milioni di euro nel 2012, con ricadute disastrose sui servizi erogati come i Servizi per l’Impiego, l’edilizia scolastica, la viabilità…
Il Tar ha infatti sottolineato come, con le modalità dei tagli imposta dal Governo sono state penalizzate le Province che erogano più servizi, anche delegati dalla Regione, i cui costi sono appunto entrati pure nella base di calcolo sulla quale parametrare il taglio. I Giudici hanno inoltre riscontrato una violazione del principio di leale collaborazione tra Istituzioni, non avendo il Governo tenuto conto delle osservazioni delle Province stesse.
La stessa Provincia di Treviso ha presentato ricorso al Tar nel novembre 2012 e ricordo che nel marzo scorso siamo riusciti a ottenere 24 milioni di euro che lo Stato ci doveva.
Dopo queste decisioni e dopo la sentenza della Corte Costituzionale, mi auguro fortemente che questo Governo, rendendosi conto degli errori del precedente, voglia confrontarsi seriamente sulla riduzione del taglio previsto per il 2013 (1,2 miliardi), che parte dallo stesso errore di fondo che ha portato all’annullamento del decreto di Monti.
Le Province vogliono partecipare alla spending review, vogliono contribuire alla ridefinizione dell’architettura statale, ma vogliono farlo senza essere capro espiatorio e soprattutto senza che vengano a mancare i servizi erogati ai cittadini”.
Quella che si è consumata ai danni delle Province, ad opera dei tagli sproporzionati ed insostenibili contenuti nel decreto del Ministero dell’interno dell’ottobre 2012 emanato in esecuzione del decreto 95/2012 (la cosiddetta Spending review), è una vera e propria ingiustizia. A confermare l’allarme, più volte lanciato dalle Province ma puntualmente ignorato, è il Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso della Provincia di Genova, ha annullato il decreto in questione.
Lo ha dichiarato il Presidente dell’Upi Basilicata e della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, nel commentare la sentenza del tribunale amministrativo che ha dichiarato sbagliati i criteri che hanno condotto agli eccessivi ed iniqui tagli operati dal governo Monti ai bilanci delle Province. In pratica la spending review, ha confermato il Tar, incideva in maniera errata ed insostenibile su spese per servizi essenziali destinati alla collettività.
“Intanto in base a quel decreto, arrivato a pochi giorni dalla chiusura dell’esercizio 2012 e oggi annullato, la Provincia di Potenza, dopo aver tagliato sui servizi, come ad esempio la manutenzione di strade e scuole, ed aver ridotto i costi della politica e quelli per il funzionamento della macchina amministrativa, per evitare il dissesto ha dovuto adottare la procedura di riequilibrio pluriennale ai sensi degli artt. 243bis e successivi del decreto legislativo 267/2000 del Tuel. Abbiamo, dunque, accettato – ha continuato – la sfida del rigore e non quella del lamento, ma di fronte alla sentenza del Tar che ci dà ragione non si può non sottolineare come un decreto errato nel calcolo dei consumi intermedi e un atteggiamento di chiusura da parte del Governo, che ha preferito ignorare le considerazioni delle Province, abbiano provocato danni ai cittadini e grossi problemi nella garanzia dei servizi essenziali.
Per la Provincia di Potenza, ad esempio, l’azzeramento del fondo del riequilibrio, dovuto ad oltre 30 Meuro di tagli, significa difficoltà a garantire livelli minimi di servizi, a partire dalla viabilità”.
“Le Province non vogliono sottrarsi alla sfida di uno Stato più leggero, efficiente e meno costoso, nell’ottica del principio “fare meglio con meno”, ma all’interno – ha concluso Lacorazza – di un confronto serio con il Governo che, lungi dall’imporre tagli iniqui, tenga conto di fabbisogni e costi standard per definire “chi fa cosa”, eliminando inutili sovrapposizioni ed assicurando al cittadino servizi adeguati a costi sostenibili”.
Su 1 miliardo concesso dal decreto pagamenti, le Province sono arrivate a saldare oltre il 72% delle fatture alle imprese, per un totale di 737 milioni di euro.
Sono i dati che emergono dal terzo monitoraggio effettuato dall’Upi per verificare lo stato di avanzamento dei pagamenti delle fatture alle imprese.
Ad oggi 59 Province hanno saldato oltre il 70% dei loro debiti: di queste 43 Province hanno saldato tra il 90 e il 100 per cento del totale dei loro debiti (hanno raggiunto il 100%: Alessandria, Biella, Caltanissetta, Foggia, Medio Campidano, Modena, Ogliastra, Parma, Perugia, Sondrio, Taranto, Trapani, Varese, Vercelli, Vibo Valentia, Viterbo, Torino, Ancona, Piacenza, Imperia, Lucca, Potenza).
“Stiamo dimostrando – commenta il Presidente dell’Upi Antonio Saitta – di essere l’unica istituzione capace di cogliere a pieno l’occasione offerta dal decreto pagamenti: le Regioni ancora latitano e i Comuni non riescono a fare fronte alle prescrizioni previste. Le imprese che hanno lavorato con le Province sono quelle che stanno ricevendo, finalmente, quanto spettava loro. Questo perché le Province sono un ente snello, non carrozzoni burocratici – sottolinea Saitta – con personale altamente preparato, che riesce a supportare con dedizione le indicazioni che vengono dagli organi politici, che hanno immediatamente chiesto loro di mettersi al lavoro per dare risposte ai cittadini, come accade ogni giorno. Continueremo a lavorare nelle Province garantendo sempre il massimo dell’efficienza, nonostante le scelte del Governo, più interessato a rispondere ai tromboni della propaganda piuttosto che a garantire istituzioni efficienti e al servizio dei cittadini”.
Nella pagina successiva la tabella con l’elenco delle 59 Province che hanno pagato oltre il 70% dei pagamenti alle imprese: gli spazi di pagamento concessi dal decreto e la percentuale del già pagato al 9 luglio.
“La logica dei tagli lineari adottata dai passati Governi ai danni delle Province è servita solo a deprimere lo sviluppo e a bloccare gli investimenti. Occorre ristabilire un livello di concertazione e di condivisione sulle scelte economiche del Paese tra i livelli di governo per permettere a tutti di contribuire al risanamento dei conti pubblici, senza mettere in discussione i servizi essenziali ai cittadini. Ma ancora è più urgente che si proceda ad una modifica del patto di stabilità, per escludere tutti gli investimenti che servono ad garantire la sicurezza delle comunità e dei territori, dalle scuole alle strade, al contrasto al dissesto idrogeologico”. Queste le proposte avanzate oggi dal Presidente dell’Upi Antonio Saitta, insieme ad una delegazione dell’Ufficio di Presidenza composta dal Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza e dal Presidente della Provincia di Terni Feliciano Polli, in un incontro approfondito sulla situazione drammatica dei bilanci delle Province con il Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, il viceministro Stefano Fassina e il Sottosegretario Pierpaolo Baretta. “Abbiamo riportato al Ministro – dichiara il Presidente Saitta – tutti i nostri dossier sullo stato di emergenza dei bilanci delle Province, ribadendo, dati alla mano, le forti difficoltà a mantenere l’erogazione dei servizi essenziali. Al Ministro, che ha mostrato grande attenzione, abbiamo ricordato la necessità che sulla nuova fase di spending review si ristabilisca la massima condivisione e collaborazione tra tutte le istituzioni. Occorre individuare nuove modalità di condivisione delle responsabilità tra tutte le amministrazioni pubbliche, affinché si persegua con determinazione l’obiettivo comune di risparmio e razionalizzazione della spesa, senza deprimere lo sviluppo, senza bloccare gli investimenti e senza squalificare i servizi essenziali. Ma è indispensabile – e la vicenda dei ritardi nei pagamenti alle imprese da parte della Pa, lo dimostra – che si modifichi il patto di stabilità, per consentire alle amministrazioni locali di avviare un piano di opere per la messa in sicurezza delle strade e delle scuole e dare il via a programmi di contrasto al dissesto idrogeologico. Sono questioni dirimenti – conclude Saitta – perché tengono insieme la ripresa degli investimenti locali e dello sviluppo con la difesa dei diritti dei cittadini. Ci auguriamo che il Ministro sappia cogliere queste nostre proposte e che si possa da subito avviare un nuovo metodo di confronto sulle scelte di politica economica che il Governo si appresta a dovere affrontare”.
In allegato, il documento consegnato al Ministro Saccomanni, al Viceministro Fassina e al Sottosegretario Baretta
Il regolamento degli Enti locali per partecipare al premio Oscar di Bilancio 2013
Dopo aver provveduto al 100% dei pagamenti alle imprese cui ha liquidato l’intero plafond di oltre 46 milioni di euro, la Provincia di Torino ha saldato i propri debiti anche con i Comuni: sono già 173 i Comuni del territorio torinese che in queste ultime settimane hanno ricevuto i mandati di pagamento da parte della Provincia di Torino resi possibili dal DL 35 del Governo, per un totale di oltre 7 milioni e mezzo di euro.
Lo dice il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta che prosegue il monitoraggio sul rispetto della scadenza del 30 giugno per i pagamenti della pubblica amministrazione sbloccati dal Governo Letta.
“I mandati liquidati alle amministrazioni comunali sono ben 311 – aggiunge Saitta – e riguardano in particolare contributi per lavori realizzati sulla viabilità locale o edilizia scolastica: le somme più rilevanti sono state liquidate a Collegno (1milione e 300mila),Venaria (287mila euro), Moncalieri (247mila), Grugliasco (200mila), Buttigliera (172mila), Rosta (164mila euro), Piobesi (138mila euro), Lemia (132mila), San Mauro Torinese (123mila), Perrero (114 mila euro), Settimo Torinese (110mila), Pancalieri (100mila). Una boccata d’ossigeno per i bilanci di tanti Comuni in sofferenza, che hanno evitato così di sforare il patto di stabilità”.
“Abbiamo potuto farlo – aggiunge Saitta – perché avevamo liquidità di cassa sbloccata dal decreto sui pagamenti della Pubblica Amministrazione. Non abbiamo dovuto ricorrere a Cassa depositi e prestiti, da qui la nostra rapidità”.
“Le Province stanno sfruttando a pieno la finestra aperta dal decreto pagamenti e stanno continuando a saldare le fatture con le imprese. I grandi benefici si vedono nell’immediato sui territori dove le aziende che stanno ricevendo i pagamenti hanno ripreso a lavorare e ad aprire cantieri. Come avevamo detto, sbloccare le risorse di Province e Comuni è una vera e propria misura anticiclica, la prima presa dopo i troppi tagli”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi Antonio Saitta, commentando i risultati che emergono dal secondo monitoraggio effettuato dall’Associazione sullo stato di avanzamento dei pagamenti alle imprese da parte delle Province.
Al 18 giugno, risultano pagate fatture per 320.760 milioni di euro, quasi il 45% del totale degli spazi di patto liberati dal decreto per le Province, che ammonta a 718 milioni di euro.
35 Province hanno già saldato oltre il 70% dei propri debiti, e tra queste 10 (le province di Alessandria, Biella, Caltanissetta, Perugia, Sondrio, Trapani, Varese, Vercelli, Viterbo, Potenza) hanno già completato il totale dei pagamenti.
Per quanto riguarda la tipologia dei pagamenti, del totale dei 320 milioni di fatture saldate, oltre 146 milioni sono stati assegnati ad imprese che hanno realizzato opere di viabilità e trasporti; più di 78 milioni di euro sono state pagate a ditte che hanno lavorato per l’edilizia scolastica; 40 milioni sono stati saldati ad aziende che hanno lavorato per interventi nella difesa dell’ambiente e del territorio; più di 54 milioni sono stati saldati ad imprese che hanno lavorato per infrastrutture informatiche, patrimonio, beni culturali e formazione – lavoro”.
Nella tabella ALLEGATA, lo stato di avanzamento dei pagamenti delle 35 Province che hanno già saldato oltre il 70% del totale.
“Se nel 2013 le Province vanno in dissesto e non riescono a raggiungere gli obiettivi del Patto di stabilità ne risentiranno gli equilibri dei conti dello Stato. Da più di due settimana abbiamo chiesto un incontro, ma ancora nessuno si decide a riceverci. Bisogna trovare soluzioni che consentano di evitare questo scenario drammatico e di mantenere intatta la capacità degli enti di erogare i servizi essenziali ai cittadini”. Lo scrive il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, in una lettera indirizzata al Ministro dell’Economia Fabio Saccomanni, al Viceministro Stefano Fassina e al Sottosegretario Pierluigi Baretta.
La richiesta del Presidente dell’Upi al Ministro è di prevedere un incontro urgente per discutere della situazione del comparto. “Le Province – scrive Saitta – sono state oggetto di pesanti interventi finanziari che rendono ormai impossibile una corretta ed efficiente, e in alcuni casi anche minima, offerta di servizi alle collettività, e che soprattutto mettono a rischio il raggiungimento degli equilibri di bilancio già nel 2013. Con i tagli operati, lo Stato non solo non contribuisce più in alcun modo al finanziamento del comparto Province, ma recupera ed incassa oltre 70 milioni di tributi propri provinciali . In questa situazione è evidente che non si hanno più a disposizione le risorse necessarie allo svolgimento dei compiti e delle funzioni delle Province, perfino per pagare gli stipendi ai dipendenti, ed è a rischio la sicurezza degli edifici scolastici e della rete viaria in primo luogo, ma anche la tutela e manutenzione del territorio e gli interventi di urgenza a fronte di calamità naturali. L’assurdo poi – scrive ancora l’Upi al Ministero dell’Economia – è che mentre si continuano a tagliare i bilanci, continuano ad esserci fondi destinati alle Province bloccati negli uffici del Ministero.
Questo a fronte di una situazione fotografata da Bankitalia la scorsa settimana secondo cui le Province sono l’istituzione che in 1 anno ha ridotto maggiormente il proprio debito: mentre le Regioni dall’aprile 2012 all’aprile 2013 hanno fatto lievitare il loro debito del + 14,8% e quello dello Stato è cresciuto di + 4 punti percentuali, quello delle Province nello stesso periodo è diminuito, scendendo del -11% e quello dei Comuni del -9,9%. Non possiamo più accettare il silenzio del Ministro – conclude Saitta – ci aspettiamo di essere convocati con la massima urgenza”.
In allegato, la lettera con la richiesta incontro e le lettere ai dirgenti per le quote di risorse delle Province bloccate al Ministero
Sono 20 le Province che, all’11 giugno, hanno già pagato in media il 70% delle fatture non estinte all’8 aprile scorso rimaste bloccate dal patto di stabilità, grazie agli spazi aperti dal decreto pagamenti. I dati emergono dal primo monitoraggio avviato dall’Upi il 6 giugno scorso e verranno aggiornati settimanalmente per verificare lo stato di avanzamento dei pagamenti delle fatture alle imprese fino al completo utilizzo degli spazi di patto di stabilità a disposizione delle Province, che, per i debiti non estinti all’8 aprile, ammonta a 718 milioni di euro.
Nel dettaglio, le 20 Province che hanno già pagato il 70% del loro totale (vedi tabella) , hanno saldato fatture per oltre 104 milioni di euro.
Più di 52 milioni di euro sono stati destinati a imprese che hanno eseguito opere per viabilità, trasporti; quasi 25 milioni di euro per aziende che hanno eseguito lavori per l’edilizia scolastica; più di 14 milioni di euro sono stati pagati ad imprese che hanno lavorato per investimenti a tutela dell’ambiente e del territorio; più di 12 milioni, infine sono stati saldati alle aziende che hanno eseguito opere per il settore del turismo, della cultura e dello sport.
“Abbiamo voluto avviare questo monitoraggio – spiega il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta – per tenere costantemente aggiornate le imprese e i cittadini sullo stato di avanzamento dei pagamenti delle Province. Abbiamo ottenuto con grande fatica e dopo una battaglia durata più di un anno questo decreto – sottolinea Saitta – e vogliamo che sia del tutto evidente quanto fosse indispensabile per il sistema economico locale. Lo stato di avanzamento dei pagamenti delle Province non solo dimostra la grande capacità amministrativa di queste istituzioni, ma conferma l’estrema necessità di modificare vincoli e regole del patto di stabilità che ci hanno di fatto impedito di pagare le imprese per i loro lavori, pur avendone la possibilità. Siamo convinti che le Province riusciranno già alla fine di giugno ad esaurire tutto il margine di pagamenti di fatture concesso in questa prima fase del decreto. Ci aspettiamo – aggiunge – che, completato il pagamento di questi 718 milioni di euro, ci siano assegnati gli altri 200 milioni che avevamo richiesto, anche valutando le performance di tutte le istituzioni coinvolte dal provvedimento. Se le altre istituzioni non saranno in grado di pagare – conclude il Presidente dell’Upi – gli spazi di patto rimasti liberi dovranno esserci assegnati, permettendoci di garantire alle imprese che hanno lavorato con le Province di ottenere il totale di quanto loro spetta”.
NEL FILE ALLEGATO, LA TABELLA CON LE 20 PROVINCE
“Abbiamo fatto una rilevazione: per quanto riguarda il piano programmatico delle opere, le Province per il 2013 avevano definito impegni di spesa per investimenti nelle scuole pari a 727.894.774 euro. A causa dei tagli imposti e degli obiettivi di patto di stabilità, che stanno azzerando la capacità di programmazione in opere e infrastrutture, le Province sono state costrette a ridurre questi impegni di 513.272.984 euro
Pertanto, a fronte di una necessità di interventi pari a oltre 727 milioni di euro, potranno essere realizzate opere solo per 212.080.789 euro”. E’ l’allarme lanciato oggi dal Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, che ha presentato alla stampa i risultati di un monitoraggio sull’emergenza scuole relizzato dall’associazione, che trovate in allegato.
“Le Province sono state responsabili e in questi anni hanno fatto la loro parte nonostante i pesanti tagli di risorse subiti. Ma nell’agenda politica dei Governi che si sono succeduti come in quella dei Parlamenti, la Scuola e l’edilizia scolastica non sono state considerate una priorità per il Paese.
Piuttosto che intervenire in maniera organica in un settore così importante per il futuro del Paese, sono stati operati tagli sostanziosi al personale ed è mancato un investimento reale, in particolare sull’edilizia scolastica.
Occorre dunque necessariamente invertire questa tendenza e considerare la Scuola pubblica quale priorità del Paese su cui occorre investire”.
Queste le richieste delle Province al Governo:
• la riduzione del taglio alle Province di 400 milioni di euro per il 2013;
• l’esclusione dai vincoli del Patto di stabilità interno relativamente agli interventi per l’edilizia scolastica, per assicurare la manutenzione ordinaria e garantire nell’immediato la ripresa degli investimenti in opere e infrastrutture
• la previsione di un Piano triennale straordinario per Province e Comuni di almeno 1 miliardo di euro l’anno per la messa in sicurezza degli edifici e per gli interventi di ammodernamento della scuola secondaria superiore che superi il concetto dell’emergenza per quello della programmazione che consenta, attraverso procedure snelle, un intervento tempestivo da parte dell’ente locale e una reale programmazione territoriale.