Categoria: Bilanci e Finanza

Esplora tutte le news

Tagli ai bilanci, Saitta “I dati della Ragioneria confermano l’iniquità della spending”

Quasi il 20% della riduzione della spesa pubblica prevista dalla spending review è in capo alle Province. A confermarlo sono i dati riportati nel rapporto di febbraio della Ragioneria Generale dello Stato sulle manovre di finanza pubblica del 2012.  Secondo la nota, infatti, il taglio della spesa pubblica per il 2013 a seguito della spending review sarà pari a 6,4 miliardi di euro. Di questi 1,2 miliardi sono quelli chiesti alle Province, il 18,8% del totale.

“Ancora una volta – commenta il Presidente dell’Upi Antonio Saitta – è confermato l’allarme che l’Upi ha lanciato sulla assoluta iniquità di queste manovre, che colpiscono i servizi ai cittadini garantiti dalle Province e non riducono la spesa pubblica, quanto piuttosto il sistema del welfare locale. Un sistema che invece, in tempi di crisi andrebbe piuttosto confermato, perché indispensabile per sostenere le famiglie e le comunità. All’indomani delle elezioni – conclude Saitta – ci aspettiamo che il nuovo Governo e il nuovo Parlamento riaprano immediatamente il confronto con le Province ed autonomie territoriali, per trovare soluzioni che permettano a tutte le istituzioni di contribuire al taglio della spesa pubblica in maniera equa ed equilibrata, senza intaccare i servizi essenziali”.


Investimenti Province: in cinque anni 44% in meno

“I tagli ai bilanci e i vincoli imposti dal patto di stabilità hanno fatto crollare la capacità di investimento delle Province di oltre il 44% in meno in soli 5 anni. Il risultato di queste scelte è stato il progressivo impoverimento del tessuto economico dei territori e il continuo indebolimento della rete di servizi sociali garantiti ai cittadini. Con un crollo degli investimenti locali  di questa portata non c’è alcuna possibilità di ripartire”.

Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, ribadendo le proposte al futuro Governo, che l’Associazione ha voluto rilanciare anche attraverso la campagna di informazione su quotidiani, web e radio.

“Facciamo ripartire gli investimenti delle Province – dice Saitta – è il messaggio che abbiamo voluto fare arrivare ai futuri candidati a Governo e Parlamento, ed è un messaggio che va a sostegno, prima di tutto, della rete delle piccole e medie imprese italiane, che sono le prime vittime di questo assurdo patto di stabilità che lascia oltre 2 miliardi di euro inutilizzati nelle casse delle nostre amministrazioni. Abbiamo progetti pronti nei cassetti che non possiamo fare partire e opere ferme o rallentate perché non ci è permesso pagare gli stati di avanzamento lavoro. Se potessimo utilizzare le risorse bloccate dal patto per aprire i cantieri otterremo il duplice risultato di sostenere lo sviluppo locale, salvando migliaia di posti di lavoro, e assicurare l’ opera indispensabile di manutenzione e messa in sicurezza di strade e scuole. Anche perché le Province hanno già avviato una operazione importante di riqualificazione della spesa: dal 2008 ad oggi il nostro livello di spesa corrente, quella cioè più rigida, destinata al pagamento degli stipendi del personale e alla gestione ordinaria della macchina amministrativa è scesa di ben oltre il 12%. Non ci sembra  ci siano altre istituzioni che abbiano fatto lo stesso, anzi, nel resto della Pubblica amministrazione questo capitolo continua a salire”.

Per questo le Province hanno definito alcune proposte indispensabili  per sostenere la ripresa degli investimenti, a partire da un radicale ripensamento del patto di stabilità interno, che è il primo freno per le amministrazioni locali. “E’ necessario liberare almeno parte dei residui di parte capitale che sono nelle casse degli enti –  spiega Saitta – e prevedere il patto che sia allentato a fronte di operazioni di riduzione del debito che gli enti hanno realizzato in questi anni, almeno per far fronte alla ripresa degli investimenti. Così come occorre rivedere i tagli imposti dalle manovre economiche alle Province, che rischiano di mandare in dissesto gli enti, e abbandonare la strada dei tagli lineari, prevedendo piuttosto criteri che tengano conto dei diversi ruoli e delle funzioni svolte nelle diverse Regioni.

“Dopo l’appello che abbiamo lanciato sulla messa in sicurezza delle scuole pubbliche – conclude il Presidente dell’Upi – ci sembra che questo tema stia cominciando ad entrare nei dibattiti dei candidati alle prossime elezioni , fin qui troppo poco centrati sui servizi ai cittadini. Anche sulla ripresa degli investimenti ci auguriamo che sia compreso il legame imprescindibile che queste misure avrebbero per favorire lo sviluppo economico locale

STOP AI CANTIERI SENZA FONDI: IL SOLE 24 ORE RILANCIA L’ALLARME UPI SUGLI INVESTIMENTI

Una inchiesta del Sole 24 Ore rilancia oggi l’allarme Upi sugli investimenti bloccati dal patto di stabilità. Nell’articolo, in cui sono raccontati alcuni casi di lavori bloccati, in particolare nelle Province di Arezzo, Ravenna, Padova, Treviso e Verbano Cusio Ossola, il commento del Presidente dell’Upi Antonio Saitta “Ci hanno tagliato due miliardi dal 2011 al 2013, ma paraddoslamente i cantieri non si stanno bloccando per questo”.

Documenti allegati:

Crisi Edilizia: Saitta “Ascoltare allarme dell’Ance.

“Il nuovo Governo e il nuovo Parlamento devono ascoltare il grido d’allarme lanciato dall’Ance, che le Province non possono che sottoscrivere. Bisogna sbloccare subito le risorse degli enti locali per avviare un piano di opere pubbliche, dando la massima priorità alla messa in sicurezza, all’ammodernamento e alla riqualificazione delle scuole pubbliche”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi Antonio Saitta, commentando le dichiarazioni del Presidente dell’Ance Paolo Buzzetti sulla gravissima crisi del settore edile.

“Fino ad oggi – sottolinea Saitta – si è scelta la strada dei tagli alle risorse degli Enti locali, che ha colpito i bilanci delle Province in modo drammatico.

La capacità di produrre investimenti delle nostre amministrazioni è crollata di oltre il 44% in soli 5 anni. Se non si inverte immediatamente questa tendenza e non si liberano le tante risorse bloccate inutilmente dal patto di stabilità non sarà possibili agire per fare ripartire la crescita.

I Governi passati non hanno voluto ascoltare questo allarme: noi lo riproporremo con forza a chi prenderà la guida del Paese per i prossimi 5 anni.

Abbiamo bisogno di riprendere ad investire nelle piccole opere, che sono quelle che possono nell’immediato sostenere le imprese locali; e abbiamo bisogno di mettere in sicurezza le nostre scuole, di renderle moderne, di ricostruirle perché possano offrire agli studenti il luogo ottimale in cui crescere e apprendere.

La piattaforma delle proposte delle Province, che la settimana prossima presenteremo alla stampa e che nei prossimi giorni porteremo a tutti i candidati al Parlamento, parte proprio da queste priorità”.

 

 

 

Legge di stabilità: alle Province tagliate del 31% risorse per servizi

“Governo e Parlamento approveranno, consapevolmente,  una Legge di stabilità che manda in dissesto le Province, come dimostrano le dichiarazioni dei relatori. Evidentemente hanno deciso che la sicurezza nelle scuole, la manutenzione delle strade, gli interventi per la difesa del territorio sono diritti di cui i cittadini potranno fare a meno”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, sottolineando come “Governo e Parlamento – aggiunge – hanno scelto di tagliare del  31% le risorse destinate ai servizi. E’ evidente che si è scelto di adottare una linea iniqua, ben sapendolo. Avevamo infatti rappresentato al Governo, alla Corte dei Conti, al Commissario Straordinario Bondi e a tutti i gruppi parlamentari quali sarebbero state le conseguenze di questa scelta assurda, presentando, dati alla mano, l’elenco delle Province che nel 2013 andranno al default. Ci chiediamo in che modo riusciremo a tutelare per il prossimo anno i 57 mila dipendenti delle Province, e come ci sarà possibile continuare a garantire i servizi ai cittadini. Non possiamo che ribadire – conclude Saitta – che questa scelta avrà conseguenze drammatiche e porterà ripercussioni immediate sia sui cittadini che sul bilancio del Paese, perché il dissesto del 70% delle Province non potrà che incidere pesantemente sul complesso della finanza pubblica”. 

 

 

Legge di stabilità: lo Stato sottrae 260 milioni alle Province

“Con questa Legge di Stabilità ha vinto chi voleva affossare definitivamente il federalismo e fare ritornare il Paese indietro di venti anni ad un centralismo che credevamo ormai superato. L’autonomia delle Province e degli Enti locali è definitivamente cancellata, con tagli ai bilanci di portata tale da non consentire agli enti alcun margine per svolgere le loro funzioni e con la sottrazione da parte dello Sato perfino delle risorse che sono dei territori e che sui territori dovrebbero essere usati”.

Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, commentando il maxiemendamento alla legge di stabilità, che non solo conferma per le Province il taglio di 1,2 miliardi di euro, ma non  intervien sulla scelta del Governo di prelevare 260 milioni di euro dalle entrate relative alle imposte RcAuto delle Province e riportarle nelle casse dello Stato.  

“Cosa resta dell’autonomia delle Province, garantita dalla stessa Costituzione, se ci vengono tolte perfino le tasse che i cittadini pagano e che sono destinati a garantire servizi essenziali?”.

“Non è ammissibile – conclude Saitta – che il Parlamento, che per voce dei due relatori alla Legge di Stabilità ieri in aula ha ammesso le gravi difficoltà in cui si troveranno le Province e l’impossibilità di garantire i servizi ai cittadini, non abbia nemmeno provato a risolvere questa emergenza, lasciando al prossimo Governo e Parlamento  l’onere di farsene carico”.  

 

Legge di stabilità e Tagli ai bilanci delle Province

“Siamo fortemente delusi dalle decisioni prese dalla Commissione Bilancio del Senato sui tagli ai bilanci delle Province. Ci saremmo aspettati più coraggio nel difendere i territori e i cittadini dai drammatici tagli imposti dal Governo”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, commentando le ultime decisioni prese dalla Commissione Bilancio del Senato che non ha ridotto in alcun modo i tagli ai bilanci delle Province. 

“L’iniquità della manovra a carico delle Province è palese, e Governo e Parlamento hanno dovuto ammetterlo, ma non hanno voluto affrontare e risolvere questa emergenza. Gli emendamenti approvati dalla Commissione bilancio ne sono la prova: alle Province restano 1,2 miliardi di tagli ai bilanci, un peso insostenibile che manderà in dissesto il 70% degli enti nel 2013”.

 

 

Legge stabilità e Tagli ai bilanci delle Province

E’ drammatico che oggi si sia stabilito con la Legge di stabilità che andare a scuola oltre i 14 anni  sia meno sicuro, che dovere percorrere strade provinciali sia  più rischioso  che percorrere quelle nazionali, che vivere nell’entroterra voglia dire non essere certi di trovare strade libere dalla neve o dal ghiaccio”. Lo dichiara il Vicepresidente Vicario dell’Upi, Angelo Vaccarezza, Presidente della Provincia di Savona. “Di queste scelte  – sottolinea Vaccarezza – sono responsabili i senatori di questa legislatura, che non hanno voluto trovare soluzioni per ridurre un taglio drammatico ed ingiusto ai bilanci delle Province. Il paradosso è avere salvato le poltrone e umiliato le funzioni. Evidentemente hanno scambiato noi che siamo amministratori del territorio per dei semplici parlamentari”.

 

Tagli ai bilanci delle Province: le decisioni dell’Assemblea dei Presidenti di Provincia

Ricorso al Tar contro i tagli ai bilanci previsti dalla spending review, che ammontano a 500 milioni di euro per il 2012 e decreti ingiuntivi per ottenere i 2, 8 miliardi di crediti le Province devono avere dallo Stato. Saranno queste le azioni che tutte le Province italiane porteranno avanti per intervenire contro i drammatici tagli ai bilanci operati dal Governo con le manovre economiche.

A deciderlo è stata una assemblea straordinaria dei Presidenti di Provincia convocata oggi a Roma dall’Upi per definire le iniziative che, da qui ai prossimi giorni, saranno messe in campo per chiedere modiche sulla Legge di stabilità.

 “Abbiamo cercato fino ad oggi un confronto franco con il Governo – sottolinea il Presidente dell’Upi Antonio Saitta –  facendo valere le ragioni che emergono chiaramente dai dati reali e che dimostrano come queste manovre non ci permettano di garantire i servizi essenziali.

Con i 500 milioni di euro di tagli previsti dalla spending review – ha aggiunto Saitta – le Province non hanno più i soldi nemmeno per pagare le bollette, e la legge di stabilità che si sta discutendo, che ci impone 1,2 miliardi di tagli¸ ci porterà al dissesto. Dobbiamo tutelare le nostre comunità, dobbiamo continuare a garantire i servizi ai cittadini e vogliamo potere pagare le imprese che lavorano per le nostre amministrazioni. Non abbiamo altra strada che rivolgerci ai giudici – conclude Saitta –  perché sia dimostrata l’iniquità di questi provvedimenti e per riavere quei 2,8 miliardi di euro che lo Stato ci deve e che sono delle Province”.

Legge di stabilità, tagli ai bilanci delle Province

Non è accettabile che il Governo continui a non farci avere nessuna risposta sulla nostra richiesta di confronto sulle modifiche ai tagli dei bilanci delle Province imposte dalla Legge di stabilità. Non si tratta solo di rispetto istituzionale, che pure riteniamo di potere pretendere, ma di un atteggiamento di chiusura totale che avrà effetti drammatici sia per la cancellazione di servizi essenziali ai cittadini, sia sullo stato del bilancio pubblico”. 

Lo dichiara il Presidente dell’Upi Antonio Saitta, sottolineando come “ sono passati ormai venti giorni da quando il Ministro Grilli, dichiarando a parole la comprensione per le nostre proteste e la volontà di avviare un confronto costruttivo, aveva preso con noi impegni puntuali. Nei fatti però dal Governo ci viene solo un assordante silenzio. Ribadiamo che se non si interviene sul testo, dimezzando i tagli alle Province che per il 2013 ammontano a 1,2 miliardi di euro, oltre 70 amministrazioni non saranno in grado di rispettare il patto di stabilità e andranno in dissesto, con conseguenze gravissime sul bilancio dello Stato.

E ribadiamo che se vanno in dissesto le Province, sono i cittadini a pagarne le conseguenze perché non sarà più possibile erogare servizi fondamentali, dalle opere di manutenzione delle strade alla messa in sicurezza delle scuole, dagli interventi per contrastare il dissesto idrogeologico ai servizi per l’impiego.

Il Governo –conclude Saitta –  non può continuare a fare finta di ignorare la portata di questo problema. Riapra il confronto prima che la Legge di stabilità sia definitivamente approvata”.

 

Patto di stabilità, Saitta scrive a Monti: “Senza modifiche, il sistema è al dissesto”

Le Province italiane hanno monitorato il reale impatto sui bilanci che i tagli imposti dal Governo stanno producendo al sistema degli enti locali: nel 2013 soltanto 21 Province saranno in grado di garantire gli equilibri di bilancio, prefigurando un disavanzo di quasi 300 milioni di euro. Ancora più grave è l’allarme sul Patto di stabilità 2013: solo 10 Province affermano con certezza di poter garantire il rispetto degli obiettivi.

Lo sforamento stimato è di 690 milioni di euro.

Numeri preoccupanti, che il presidente dell’Upi Antonio Saitta ha descritto in una lettera inviata questa mattina al capo del Governo: “per rispettare il patto di stabilità – ha scritto tra l’altro Saitta a Mario Monti –  le Province sono costrette al blocco dei pagamenti alle imprese: 60 Province su 74 hanno dichiarato di aver bloccato i pagamenti nel corso dell’anno (in alcuni casi già nel mese di giugno), per un totale di fatture liquidate e non pagate pari a 500 milioni di euro. Il rispetto del patto di stabilità  produce quindi effetti disastrosi sullo stato dell’economia locale. I tagli colpiscono direttamente i servizi in capo alle Province, tra cui la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici, delle strade provinciali e il mantenimento di un adeguato livello di sicurezza dei territori a rischio dissesto idrogeologico”.

Saitta aggiunge: “Aspettiamo da oltre due settimane una risposta dal ministro Grilli, con il quale avevamo avuto disponibilità quantomeno ad analizzare la situazione dei bilanci e l’impatto dei tagli per il 2013 attraverso l’apertura di un tavolo di confronto per definire modifiche al  disegno di legge di stabilità. Da allora, nonostante i continui e ripetuti solleciti, ancora nessuna riunione è stata convocata dal Ministero dell’Economia e nel frattempo il Governo alla Camera dei Deputati ha posto la fiducia sulla legge di stabilità. Chiedo al presidente Monti se questo silenzio sia accettabile nei confronti di istituzioni della Repubblica che hanno mostrato piena consapevolezza della necessità di contribuire al risanamento del Paese, anche riguardo al proprio processo di riordino”.

Incontro tra il Presidente della Corte dei Conti e l’Upi

Di seguito, riportiamo il Comunicato diramato dall’Ufficio stampa della Corte dei Conti a seguito dell’incontro con il Presidente dell’Upi Antonio Saitta, e il Vice presidente Vicario Angelo Vaccarezza.

“Oggi, presso la sede della Corte dei Conti, si è tenuto l’incontro tra il Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino e il Presidente dell’Upi Antonio Saitta.

L’incontro, chiesto dall’Upi, ha riguardato i possibili effetti sui bilanci delle Province dei tagli stabiliti dalle manovre economiche.
L’associazione delle Province ha avviato un monitoraggio dettagliato sullo stato dei bilanci degli enti associati per valutare le ripercussioni provocate dalla riduzione dei trasferimenti.
Il Presidente Saitta ha rappresentato che il taglio per il 2013 si eleva 1,2 miliardi in quanto dal 2013 lo Stato sostanzialmente non erogherà più risorse alle Province, ma anzi chiederà loro la restituzione di parte del tributo proprio RCA.
A giudizio dell’associazione questa situazione provoca serie difficoltà alla gestione finanziaria, si ripercuoterà sulla qualità e sulla quantità dei servizi erogati dalle Province e addirittura potrà condurre al dissesto molte amministrazioni nel 2013.
Il Presidente Saitta ha ritenuto opportuno portare all’attenzione della Corte dei Conti le difficoltà delle Province ed evidenziare che la possibilità di default di tali enti ora non è tanto da imputare a cattiva gestione degli amministratori, ma ad una riduzione delle disponibilità finanziarie.
Il Presidente Giampaolino ha preso atto di quanto rappresentato, ha assicurato che la Corte dei conti continuerà a seguire attentamente le gestioni degli enti locali e delle Province in particolare, per verificare la sussistenza di difficoltà e criticità anche in relazione ai servizi che devono prestare ai cittadini.
Si è, altresì, ricordato che in occasione dell’audizione in Parlamento sulla Legge di stabilità è stato sottolineato come le recenti manovre e le riduzioni di spesa imposte con la spending review, incidono in misura rilevante sul sistema delle autonomie locali”.

 

 

Cerca