Categoria: Bilanci e Finanza

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Tagli ai bilanci: l’Upi incontra la Corte dei Conti

Su 74 Province monitorate dall’Upi, solo 21 dichiarano di potere garantire equilibri di bilancio per il 2013, prefigurando un disavanzo di quasi 300 milioni di euro. Quanto al patto di stabilità, sono solo 10 le Province che già oggi possono affermare con certezza di poter garantire gli obiettivi di patto di stabilità interno. In questo caso lo sforamento stimato nelle 64 province è di 690 milioni di euro. 

 

Questi i dati presentati oggi dal Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, e dal Vice Presidente dell’Upi, Angelo Vaccarezza, ricevuti oggi dal Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino. “Quando diciamo che non siamo in grado di sostenere il taglio di 1,2 miliardi di euro per il 2013 non facciamo facile allarmismo – sottolinea il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta. “I dati raccolti nel monitoraggio – aggiunge – dimostrano con chiarezza che le nostre richieste sono fondate. E che, se non cambiano i numeri, ci apprestiamo ad avviare il riordino delle Province con bilanci al dissesto”.

“Non abbiamo risorse per finanziare le nostre funzioni – ha ribadito ai giudici contabili il Vice Presidente Vaccarezza – e non siamo più in grado di assicurare servizi alle comunita’. Paradossalmente poi – ha aggiunto – i criteri adottati per attuare il taglio vanno a incidere con maggiore crudezza su quelle Province che hanno fatto un’operazione delle spese del personale o che non hanno affidato all’esterno servizi”.  

“I tagli – ha detto Saitta – devono essere dimezzati, perche’ cosi non siamo in grado di sostenerli. Se non si faranno modifiche alla Legge di Stabilita’ lo sforamento del patto delle Province avra’ un impatto disastroso sull’intero complesso della finanza pubblica”.

Tagli ai bilanci: l’Upi chiede un incontro alla Corte dei Conti

Un incontro urgente con il Presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, per portare l’attenzione su un taglio complessivo ai bilanci delle Province, che per il solo anno 2012 ammonta a 1.415 milioni di euro, che diventeranno 2.115 milioni di euro dal 2013. Ma anche per sollevare la questione dei 2,8 miliardi di residui perenti passivi che lo Stato deve alle Province.

 La richiesta in una lettera inviata oggi dal Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, al Presidente Giampaolino, per ribadire come: “le Province, interessate da un delicato processo di riordino, hanno subito con le ultime manovre economiche tagli alle risorse che stanno producendo effetti deleteri sulla concreta capacità di offrire servizi qualitativamente e quantitativamente sufficienti alle collettività e ai territori amministrati dalle Province. Numeri abnormi che tagliano fondi destinati a servizi per strade, scuole, tutela ambientale e protezione civile, ma anche per l’esercizio di funzioni delegate o trasferite dalle Regioni e dunque spese non discrezionali dell’ente”. 

Da qui la richiesta di un incontro “in virtù dell’importante e fondamentale ruolo della Corte dei Conti sugli equilibri e sulla qualità della finanza pubblica, soprattutto in vista del rafforzato ruolo che la Corte assumerà ai sensi del decreto legge n.174/12, ora in fase di conversione in Parlamento”.

Il Vice Presidente dell’Upi, Angelo Vaccarezza, “Con un decreto non si può impedire al ghiaccio di formarsi”

«Per decreto si avrà la possibilità di impedire alla neve di scendere, alla pioggia di cadere, al ghiaccio di formarsi. Con i tagli imposti dal governo Monti la Provincia non potrà garantire interventi di asfaltatura delle strade, sgombero neve e ghiaccio, sicurezza delle strutture scolastiche, agibilità e riscaldamento delle aule». A dirlo il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza. Da pochi giorni è diventato vicepresidente vicario dell’Upi, l’Unione delle Province italiane, una nomina giunge nel momento più delicato perla storia delle province italiane, il cui destino è strettamente legato al piano di riordino «imposto» dal Governo. Dice Vaccarezza: «E’ un riordino che, di fatto, afferma il loro continuare ad esistere, ad essere governate e ad essere elette. Nel Ponente vi sarà la cosiddetta “Provincia lunga” nata dall’accorpamento di Savona con Imperia. Tutto già fatto. Tutto già deciso. Non stiamo più ragionando su questo, che è oramai storia, ma su ben altro: sui servizi che questi Enti dall’oggi al domani, cesseranno di erogare ai loro cittadini. Sono inaccettabili i tagli di 500 milioni di euro per l’anno 2012 e di un miliardo e duecento milioni per il 2013. Cifre impressionanti, che non mettono solo a rischio i servizi, ma li annulleranno del tutto. Dati che confermano l’impossibilità da parte delle province di svolgere le funzioni per le quali sono state istituite, percentuali che variano dal 60 al 70% delle quote messe a bilancio per l’erogazione di servizi fondamentali per la comunità. Servizi a rischio a causa di un decreto arrogante». Aggiunge: «Il nostro tanto celebrato Governo tecnico ha fatto della razionalizzazione delle province il simbolo del taglio dei costi della politica. Ebbene vorrei che fosse chiaro ai cittadini che i costi della parte politica del nostro Ente equivalgano allo 0,47%. I tagli invece previsti riguardano ben il 60-70% delle quote a bilancio. Evidente quindi che questo decreto dipinto come una legge “anti-casta” rappresenterà so- lo un ulteriore impoverimento della qualità di vita dei cittadini. Ho sempre ritenuto che fare l’amministratore locale fosse il modo migliore per rendere un servizio alla comunità, ed è per spirito di responsabilità che ho intenzione di portare avanti il mio mandato. Una considerazione che prescinde dal ruolo istituzionale che sono a ricoprire, sono un presidente, è vero, ma sono anche un cittadino, un padre che vuole vedere i propri figli andare in scuole calde e sicure. Una doppia responsabilità che da padre di famiglia e amministratore vive nella pro- pria quotidianità il profondo disagio che milioni di famiglie si troveranno ad affrontare». Termina Vaccarezza: «In questo momento, grazie al consenso di migliaia di cittadini che hanno creduto in me tre anni fa, ho la possibilità di tutelare i diritti di una comunità e sarò in prima fila in tutte le sedi competenti per difenderli. Non mi tirerò indietro per future prospettive professionali più appetibili. Sono, con orgoglio, il presidente di tutti i savonesi»

Le Province costrette a ridurre i servizi per i tagli ai bilanci

La nostra protesta non vuole colpire la scuola, anzi, vuole sollevare il velo su un tema drammatico, quello della sicurezza nelle scuole, che ci pare sia poco considerato quando si parla di tagli ai bilanci”.
Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino, che annuncia “nei prossimi giorni contatteremo l’Associazione dei Presidi e dei dirigenti scolastici, perche’ sappiamo che sono loro i primi a soffrire delle gravissime carenze nella manutenzione delle scuole. Vogliamo che i nostri ragazzi studino in scuole sicure e se possibile moderne, le Province vogliono continuare ad investire nelle scuole, ma se il Governo ci impedisce di utilizzare le risorse per investire e addirittura ci taglia i fondi per la manutenzione ordinaria, non siamo in grado di assicurare il servizio. Facciamo un appello al Ministro dell’istruzione, Profumo, perche’ sostenga nel Governo la nostra richiesta di liberare risorse per l’edilizia e di togliere dal blocco del patto questi investimenti. Questa – chiude Saitta – e’ una protesta per ricordare al Governo e al Paese che quando si tagliano risorse in maniera cosi drammatica agli Enti locali, sono i cittadini che perdono”.

In allegato, il Dossier sulle scuole delle Province e il Dossier sullo stato dell’edilizia scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione

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Tagli alle Province: Saitta “Chiedo che l’edilizia scolastica diventi una priorità per il Governo”

“Fino ad oggi le Province italiane hanno sempre sopperito con risorse proprie alla totale mancanza di stanziamento di fondi destinati all’edilizia scolastica da parte dei Governi che si sono succeduti nel tempo. Ora il taglio lineare applicato dal ministro dell’economia Grilli ai nostri bilanci ci impedirà addirittura di pagare le bollette. Siamo pronti a ridurre ogni altra spesa, pur di assicurare ai ragazzi scuole calde e sicure, ma non posso permettere che si continui a tenere sottovoce una questione così drammatica, che lo stesso Ministero della Pubblica istruzione ha dovuto mettere nero su bianco nel suo ‘focus sulla scuola’ pubblicato all’inizio dell’anno scolastico”.

 Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, sottolineando che “il Governo ci toglie 500 milioni di euro e ci impedisce di investire per scuole più sicure, moderne ed efficienti. Chiedo a studenti, famiglie, insegnanti e presidi di sostenere con noi questa battaglia per riportare la sicurezza della scuola pubblica al centro delle priorità del nostro Paese”.

“Come è possibile – aggiunge Saitta –  che il Governo, dopo aver pubblicato un dossier nel quale ammette che il 40% delle scuole italiane dovrebbero essere abbattute e ricostruite perché vecchie di 200 anni, insicure e non adatte ad accogliere i nostri ragazzi, poi non investa un solo euro per intervenire su questa emergenza e tolga mezzo miliardo di euro alle Province, che hanno il compito di presiedere proprio all’edilizia scolastica?”.

 

In allegato, il dossier sulle scuole delle Province e il dossier sull’edilizia scolastica del MIUR

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Tagli ai bilanci: le Province ai Ministri Grilli e Cancellieri

“Le Province hanno già ridotto il proprio debito nel 2012, e in piena autonomia. I 100 milioni che la spending review ha destinato a questo scopo devono essere utilizzati per ridurre i 500 milioni di tagli imposti”.

Lo chiede il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, in una lettera inviata al Ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e al Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri.

Nel testo il Presidente dell’Upi chiarisce che “nel 2012, secondo un primo monitoraggio Upi, le Province hanno già abbondantemente realizzato un abbattimento del proprio debito di oltre 140 milioni di euro. I 100 milioni che la spending review assegna a questo scopo non servono, mentre è indispensabile che siano utilizzati per ridurre l’ammontare dei tagli”. 

Il Presidente ribadisce poi “situazione di estrema difficoltà in cui versano i bilanci provinciali a seguito della riduzione di risorse per l’anno 2012 per 500 milioni” e le “fortissime perplessità in ordine alla metodologia e all’utilizzo dei dati contenuti nella banca dati Siope così come emersi dall’esame del Commissario Enrico Bondi”, tanto che “molte province saranno in difficoltà nella fase di equilibrio dei bilanci e soprattutto nella previsione di rispetto degli obiettivi di patto di stabilità interno assegnati.            

La riduzione di 500 milioni nel 2012 e addirittura di 1 miliardo per l’anno 2013 – scrive Castiglione ai Ministri –  segna di fatto la volontà di vanificare non solo il pluriennale percorso di efficientemento delle spese delle Province, che le ha viste sempre assai più che rispettose degli obiettivi di comparto in termini di patto, ma anche coerenti e puntuali nelle politiche di riduzione di spesa per ambiti specifici (auto, personale, ecc).

Occorre infatti ricordare che il 2012 per le Province si apre con una riduzione di risorse di 915 milioni di euro, per le manovre finanziarie del 2011, che diventerebbero quasi due miliardi dal 2013! Una cifra – sottolinea il Presidente Castiglione –  assolutamente abnorme e non congrua rispetto al volume di risorse che le Province gestiscono. Basti pensare che la riduzione di 500 milioni di euro per il 2012 è la medesima che viene richiesta ai Comuni che hanno una spesa per consumi intermedi 8 volte superiore ed  una spesa corrente che è 6 volte quella delle Province”.

            Da qui la richiesta di alleggerire il taglio, per “mantenere il comparto in equilibrio di bilancio, soprattutto non creando le condizioni per uno sforamento generalizzato del patto da parte delle Province, il cui onere per la finanza pubblica – conclude il Presidente Castiglione – potrebbe essere assai più ingente della riduzione di taglio”.

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Conferenza Stato Città: tagli ai bilanci

“Abbiamo chiesto al Governo di alleggerire i 500 milioni di tagli ai bilanci delle Province imposti dalla spending review, quantomeno anche  utilizzando i 100 milioni che la spending ci ha concesso spostandone la destinazione dall’abbattimento del debito all’alleggerimento del taglio. Il Governo non è stato in grado di fornirci risposte certe, abbiamo solo stabilito di attivare da subito un tavolo tecnico per rivedere funzione per funzione i parametri dei consumi intermedi stabiliti dal Commissario Bondi, e su cui sono stati definiti i tagli”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, al termine della riunione della Conferenza Stato Città che si è tenuta al Ministero dell’Interno, cui ha preso parte anche il Commissario straordinario per la spending review Enrico Bondi.

“Ci sono evidenti anomalie – sottolinea il Presidente Castiglione –  che lo stesso Governo ha riconosciuto, che hanno portato a considerare come spese comprimibili capitoli di bilancio destinati a servizi ai cittadini, dai contratti del trasporto pubblico locale ai fondi per assicurare la gestione delle scuole provinciali”.

All’incontro è intervenuto anche il Vice Presidente Vicario, Antonio Saitta, che ha sollevato il tema del mancato gettito dell’Imposta Provinciale di Trascrizione.

“Le Province autonome ci hanno sottratto per il 2012 tra i 100 e i 150 milioni di euro di entrate. Il Governo deve intervenire risolvendo questa emergenza” – ha detto il Vice Presidente Saitta, che ha infatti ricordato che il problema dei bilanci delle Province, oltre ai tagli insostenibili operati dal Governo, sono le entrate tributarie che diminuiscono ogni anno. “A questo dobbiamo aggiungere l’emorragia drammatica che i nostri bilanci stanno subendo a causa del dumping fiscale operato dalle Province autonome di Trento, Bolzano e sull’Imposta Provinciale di Trascrizione”.

Il Governo Berlusconi, infatti, nel 2011 ha varato una norma che impone per le immatricolazioni soggetti ad IVA una imposta calcolata in proporzione ai kilowatt del veicolo. 

“Ma le Province Autonome di Trento, Bolzano e Aosta, schermandosi dietro la loro ‘autonomia’ – ha spiegato Saitta alla Conferenza Stato Città –  hanno deciso di non adeguarsi a questa norma, che vale invece per tutto il resto del territorio nazionale,  e hanno stabilito di mantenere una tariffa fissa per tutte le immatricolazioni.

La conseguenza è stata che le  grandi aziende di noleggio e leasing a partire dal gennaio 2012 hanno deciso di spostare la loro sede legale, e quindi le immatricolazioni,  nelle tre province autonome.

Con una perdita di gettito per le Province a statuto ordinario che stimiamo tra i 100 e i 150 milioni di euro. Risorse che le Province avevano considerato nei propri bilanci, e quindi nelle risorse ai fini del patto di stabilità.

Sono soldi che, in maniera del tutto impropria, ci sono stati sottratti. Per questo abbiamo chiesto oggi al Sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani, di intervenire a correggere quella che lui stesso ha definito oggi una distorsione, che ha gravi ripercussioni sui bilanci degli Enti.

La soluzione, che abbiamo prospettato alla Conferenza Stato Città e su cui ci è stata confermata la massima attenzione – conclude Saitta –  è che si spostino quote di patto di stabilità corrispondenti alle cifre del mancato introito dai bilanci delle tre Province autonome a quelli delle Province. Anche questo sarebbe un modo per alleviare i tagli imposti alle Province”.

 

                                                

STATO/CITTÀ – PROROGATO AL 31 OTTOBRE IL TERMINE DI APPROVAZIONE DEL BILANCIO DI PREVISIONE PER IL 2012

Si ricorda che era stato già approvato un differimento del termine, precedentemente fissato al 31 agosto.

Spending review, Scuole, Castiglione – Positiva apertura Ministro Profumo a incontro

“Apprendiamo con piacere che il Ministro dell’istruzione Profumo ha ritenuto opportuno un incontro con l’Upi sull’emergenza edilizia scolastica. Avevamo chiesto questo incontro tre mesi fa, e fino ad ora non era stato possibile. Aspettiamo una comunicazione ufficiale, che faccia seguito alle dichiarazioni rilasciate alla stampa”.  Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, commentando le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal Ministro Francesco Profumo, secondo cui domani ci sarebbe un incontro con l’Upi sul tema della sicurezza nelle scuole gestite dalle province.

“Noi avevamo già dal mese di maggio chiesto ufficialmente un incontro al Ministro Profumo, al quale sottolineavamo la necessità di aprire un confronto sulla questione della manutenzione e della messa in sicurezza dei 5000 edifici scolastici delle Province. Lo avevamo fatto proprio perché, come afferma  il Ministro, siamo certi che per risolvere i problemi la cosa essenziale sia sedersi attorno ad un tavolo e trovare soluzioni condivise” .

Per quanto riguarda il rischio segnalato dall’Upi sulla riapertura delle scuole, Castiglione ribadisce che “non si tratta di fare polemiche o di lanciare allarmi ingiustificati. Sono anni ormai che aspettiamo di avere fondi destinati a finanziare l’edilizia scolastica, ma ogni stanziamento previsto non arriva mai ad essere liquidato. Mi riferisco ai 350 milioni di fondi del Cipe indirizzati alla manutenzione delle scuole, su cui la Conferenza Unificata ha espresso parere favorevole da un anno, che sono solo la prima tranche di uno stanziamento complessivo di 700 milioni di euro.

Non solo – prosegue Castiglione – abbiamo sollevato questa questione in tutti i tavoli, perché la riteniamo la vera emergenza del Paese. Per questo abbiamo chiesto, anche a questo Governo, di togliere i vincoli del patto di stabilità per le risorse destinate dalle Province negli investimenti in sicurezza, senza mai ottenere la minima apertura.

Anzi, per tutta risposta, nel decreto sull’emergenza sisma del nord Italia, varato dal Governo Monti, l’esclusione dal patto è stata concessa alle solo scuole dei Comuni, come se la questione non interessasse le centinaia di scuole superiori colpite dal sisma la cui gestione è affidata alle Province.  Adesso, con i nuovi 500 milioni di tagli, che si vanno ad aggiungere ai 915 milioni già stabiliti dalle manovre dello scorso anno, si paralizza qualunque possibilità di intervento delle Province. Ribadisco – conclude Castiglione – che il nostro appello non nasce da alcuna volontà di fare polemica: speriamo davvero che nell’ incontro con il Ministro Profumo, quando si farà, questi nodi verranno sciolti”.

SPENDING REVIEW, L’ALLARME DELL’UPI: A RISCHIO SERVIZI ESSENZIALI

“Le Province subiranno, a causa della spending review, un taglio di 500 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro per il 2013 perché il Governo considera come consumi intermedi un totale di 3,7 miliardi di euro: in realtà questa cifra include voci di bilancio delle Province che non sono consumi intermedi aggredibili, bensì servizi”. E’ Ll’allarme lanciato oggi nel corso di una conferenza stampa dal Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, dal presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e dal presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza. Dati alla mano, che trovate nel dossier allegato, i presidenti hanno spegato come “i parametri scelti dal Govenro per definire i costi aggredibili sono sbagliait, perchè si considerano come consumi intermedi anche servizi essenziali come la manutenzione delle scuole, delle strade, la formazione professionale. Se togliamo questi, che non sono costi ma servizi ai cittadini, l’ammontare totale della spesa ggredibile delle province scende dai 3,7 miliardi stabiliti dalla spending review a 1,3 miliardi. “Parametrando 1,3 miliardi ai 500 milioni previsti dalla spending, il taglio reale che dovrebbe spettare alle Province – ha detto stamane Castiglione – è pari a 176 milioni di euro per il 2012 invece dei 500 milioni previsti e 352 milioni di euro per il 2013 invece del miliardo previsto”. “Non siamo in grado di garantire che i 5000 edifici scolastici che gestiamo possano iniziare l’anno scolastico”, ha lanciato l’allarme Saitta, secondo cui inoltre “se il Governo non dovesse cambiare idea la metà delle province andrà in dissesto finanziario: il commissario Bondi non ha considerato che noi svolgiamo funzioni che non sono tagliabili”. Per Lacorazza “i tagli avranno un impressionante impatto umano. Inoltre non si può tagliare sulle manutenzioni di strade e scuole ad anno già iniziato. Tecnicamente siamo già al dissesto”. “Perché invece non si riesce ad intaccare le 3.127 società ed enti partecipati regionali che costano 7 miliardi l’anno? – si è chiesto Castiglione -. Due miliardi e mezzo è il costo dei soli Consigli di amministrazione”.

A confermare l’errore è una email inviata dal Ministro Giarda al Presidente Saitta, nella quale il Ministro scrive
“Caro Presidente, ho cercato invano di far cambiare quella norma. E’ contraria a tutto quello che ho sempre pensato in materia di finanza locale. Speriamo che il Senato sia più saggio del Governo”.

L’allarme è stato confermato e rilanciato dai Presidenti delle Province del nord, riuniti in Veneto.

Tra le dichiarazioni rilasciate il presidente dell’UPI Veneto, Muraro ha sottolineato l’importanza del fatto che: “Oggi, per la prima volta i territori provinciali del Nord (Veneto, Lombardia e Piemonte) si sono riuniti ad un tavolo unico per discutere le istanze del nord da presentare al Governo. Queste tre Regioni, insieme, rappresentano interessi e numeri importanti che vanno ad influire a livello nazionale. Parlando di PIL rappresentiamo il 38,2 % del valore nazionale, il 32% della popolazione italiana vive nelle tre Regioni, infine le nostre esportazioni sono pari al 51% di quelle nazionali. Riteniamo che questi territori debbano essere non solo rappresentanti, ma anche tutelati di fronte alle prossime azioni che intraprenderà il Governo, inserite nella spending review. Due, a mio avviso, i punti determinanti: la richiesta del mantenimento dell’elezione diretta degli organi amministrativi degli enti di area vasta che resteranno e la definizione di competenze certe e tributi propri. Oggi a Verona abbiamo discusso quali le azioni possibili da intraprendere come segnale ‘eclatante’: innanzittutto, lo sfratto di quegli Enti statali

in affitto dalle Province che in base alla spending review non verseranno più l’affitto. Ma altre sono le proposte fatte dai presidenti che hanno fatto emergere tutto il malessere e le difficoltà di queste rappresentanze territoriali di fronte a certe scelte del Governo. Credo che questo sia solo l’inizio della sinergia fra enti del nord e auspico il coinvolgimento anche delle Regioni interessate. Perchè questa è una battaglia per la collettività!”

 

Ha aggiunto il Presidente UPI Piemonte – Nobili: “Qui non c’è in gioco tanto il futuro delle Province, quanto soprattutto quello dei servizi per la cittadinanza. Entro fine anno, infatti, si rischia di non garantire importanti attività per i cittadini come ad esempio la manutenzione delle scuole e delle strade,il trasporto scolastico, senza dimenticare la gestione dei rifiuti, tema di grande attualità. Non siamo qui per difendere i nostri ruoli, ma l’erogazione di questi servizi. Ci auguriamo che i cittadini comprendano la nostra battaglia e ci supportino. Se su questi tagli lineari non si interverrà con maggiore cognizione di causa i bilanci di tutte le Province – senza aspettare il riassetto che non ci trova concordi nelle modalità con cui questo sta avvenendo – porterà al disavanzo dei bilanci nel corso di questo esercizio, e al dissesto nel prossimo”.

 

“Come UPP – ribadisce Nobili abbiamo dimostrato grande volontà nell’intervenire in un riordino che produca reali risparmi e insieme reale efficienza, ma chiediamo che restino enti di primo grado con competenze e funzioni ben definite, eliminando organismi di secondo grado che in questi anni hanno svolto compiti di cui le Province possono benissimo farsi carico in prima persona”.

 

Infine, il Presidente UPI Lombardia – Sertori ha ribadito: “I tagli che il Governo vuole portare avanti vanno a ‘premiare’ le Regioni che hanno gestito male finora i fondi stanziati e vanno invece a penalizzare le Province virtuose come le nostre che hanno sempre agito con lungimiranza e capacità. È necessario che le elezioni del Presidente e degli organi provinciali rimangano dirette per garantire il principio di rappresentatività democratica, salvaguardare l’indipendenza dei territori e il contatto diretto con i cittadini. Una delle principali funzioni delle Province, infatti, rimane quella di essere enti in grado di fare sintesi tra comuni e Regioni”.

In allegato, il dossier spendind review dell’Upi, con i tagli alle Province aggregati per Regioni

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Spending review: i tagli alle Province intervengono sui servizi

“I parametri scelti dal Governo per definire i ‘consumi intermedi’ sono  sbagliati: non si taglia la spesa improduttiva, si tagliano i servizi”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione analizzando, in un documento che l’Upi ha inviato al Governo, al Parlamento e ai Partiti politici, gli effetti dei tagli previsti dalla spending review sui bilanci delle Province.

Il Decreto legge approvato dal Governo, che da oggi inizia ufficialmente il suo iter di valutazione in Senato, assegna infatti alle Province un taglio ai consumi intermedi di 500 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo per il 2013.

Per le Province i consumi intermedi ammontano a circa 3,7 miliardi di euro, ma alcune delle voci significative ricomprese nel consumo intermedio oggetto di ‘review’ sono evidentemente servizi ai cittadini, come 1 miliardo e 134 milioni di euro che sono Contratti di servizio per il trasporto pubblico locale, 367 milioni di euro che sono corsi di formazione, 243 milioni di euro che sono invece spese per la manutenzione ordinaria e la riparazione degli immobili, compresi gli edifici scolastici.

“Queste tre voci prese ad esemplificazione,  che assommano a circa la metà dei consumi intermedi – spiega Castiglione –  rappresentano servizi ai cittadini, non sprechi aggredibili: stiamo infatti parlando di trasporto pubblico locale e di formazione professionale, ovvero di due rilevanti funzioni assegnate da quasi tutte le Regioni alle Province con propria legge; ma stiamo anche parlando di manutenzione degli immobili ovvero degli  oltre 5000 edifici scolastici nonché dell’intero patrimonio immobiliare delle Province”.

Alcuni esempi concreti: per la Provincia di Genova il totale dei consumi intermedi ritenuti aggredibili dalla spending è pari a 25 milioni e 500 mila. Di questi, il decreto ne taglierà 22 milioni: vuol dire che il taglio di questi consumi corrisponderebbe alla pressocchè totalità degli acquisti di beni e servizi della Provincia che si riferiscono a manutenzione degli istituti scolastici, manutenzione delle strade provinciali, sgombero neve, taglio erba, segnaletica, carburante per i mezzi meccanici, Centri per l’Impiego,  manutenzione immobili adibiti ad uffici, utenze di energia elettrica, gas, acqua, telefono, ecc. Per la Provincia di Torino i consumi intermedi finanziati con fondi dell’Ente per formazione professionale, trasporto pubblico locale, mercato del lavoro, tutela dell’ambiente, etc, sono pari a 61.192.901 che, secondo il dl 95/12  dovrebbero essere decurtati per quasi la metà entro la fine dell’anno e completamente azzerati il prossimo anno.

 “E’ evidente – sottolinea Castiglione – che si tratta di un taglio di risorse, e non di un efficientamento della spesa, come ci si sarebbe aspettato. Parametrare il taglio ai consumi intermedi attesta di fatto la volontà di  non voler  tenere conto né della razionalizzazione già avviata e realizzata da parte di alcuni enti, né della  incapacità di individuare, effettivamente quella ancora  da fare . Un taglio così oneroso e assolutamente sproporzionato non solo all’interno dei diversi comparti della PA, ma anche e soprattutto tra i livelli di governo locale, si traduce nella impossibilità di mantenere gli equilibri di bilancio, mettendo in serio rischio anche il pagamento delle retribuzioni del personale. Resta il dubbio – conclude il Presidente dell’Upi – che l’eccessivo carico della manovra in capo alle Province non sia frutto di una ponderata riflessione tecnica o il risultato di una analisi delle spese delle autonomie locali, quanto piuttosto un modo per operare, attraverso la stretta finanziaria, lo svuotamento delle Province, in linea con l’art. 23 del Decreto Salva Italia. Questo nonostante, sul tavolo delle riforme istituzionali, si stia avviando con il Governo un processo di profondo riordino delle Province. Processo che, stante questi tagli, rischia di essere vanificato”.

In allegato, i documenti Upi sulla spending review inviati alla Commissione bilancio del Senato

 

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Spending review: tagli insostenibili, colpiti gli enti virtuosi

Una Assemblea straordinaria dei Presidenti di Provincia e una lettera aperta a tutti i partiti politici per denunciare l’insostenibilità dei tagli agli Enti locali previsti dalla spending review, che colpiscono principalmente gli enti virtuosi.

Lo ha deciso l’Ufficio di Presidenza dell’Upi, che si è riunito oggi a Roma per discutere delle norme contenute nel decreto che il Governo varerà questo pomeriggio.

“Si tratta di tagli lineari a Regioni, Province e Comuni, che non premiano l’efficienza degli enti e incidono direttamente sui servizi ai cittadini – si legge nella lettera che l’Ufficio di Presidenza invierà ai segretari dei partiti politici.

“Non c’è nessuna riqualificazione della spesa – prosegue il testo – ma l’ennesima manovra che fa pagare i conti della crisi agli Enti locali, e quindi direttamente ai cittadini.

Per quanto riguarda le Province, il taglio di 500 milioni di euro per quest’anno e di 1 miliardo l’anno prossimo porterà al sicuro dissesto degli enti. A settembre poi, rischiamo di non potere riaprire le scuole, perché non avremo i soldi perché non potremo garantire la messa in sicurezza e non potremo pagare le utenze.

Ma il taglio è strutturale, e comporta, di fatto, l’impossibilità per le Province di assolvere alle loro funzioni: non avremo più risorse per la manutenzione delle strade, per le scuole, per effettuare i servizi di salvaguardia e tutela del territorio, dovremo chiudere i Centri per l’impiego.

Come si può proprio in  un momento come quello che stiamo attraversando, privare i cittadini sempre più colpiti dalla crisi, anche dei servizi pubblici essenziali?”.

Nel corso della riunione sono stati inoltre nominati quali nuovi componenti dell’Ufficio di Presidenza dell’Upi,  il Presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, che riveste la carica di Vicepresidente Upi, il Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, il Presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza e l’Assessore al Bilancio della Provincia di Torino, Marco D’Acri.

 

 

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