Categoria: Bilanci e Finanza

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Spending review, tagli alle Province

“Come si fa a dire che 7,2 miliardi di tagli a Regioni, Province e Comuni, non sono una manovra? Altro che spending review, ancora una volta si sceglie la via di fare pagare ai cittadini e agli Enti locali il conto della crisi”.

Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, annunciando per domani una riunione straordinaria dell’Ufficio di Presidenza dell’Upi in cui decidere le iniziative da mettere in campo contro i tagli della manovra.

“Tra l’altro – sottolinea Castiglione – troviamo davvero scorretto dovere apprendere i contenuti del provvedimento dalla stampa, dopo essere stati convocati ad un tavolo ufficiale con il Governo in  cui invece nulla ci è stato detto né sulle modalità che si intende adottare né sui numeri cui fare riferimento.

Se ci atteniamo alle bozze circolate sui media, è chiaro che le cifre dei tali che vengono addebitate alle Province sono del tutto inaccettabili: 500 milioni di taglio nel 2012 e 1 miliardo nel 2013, che si aggiungono a quelli già stabiliti dalle manovre precedenti, tutte durissime, che ci hanno ridotto di 3,3 miliardi i bilanci da qui al 2014.

Si continua poi a suddividere il peso dei tagli in maniera del tutto sproporzionata, con un carico sempre maggiore sulle Province.

Questo è evidente, calcolando l’incidenza del taglio sulla spesa corrente: per il 2012 per le Province si tratta del 5,9%, contro il 2,6% delle Regioni e lo 0,97% dei Comuni.

E nel 2013 arriviamo ad un taglio del 11,8% per le Province contro il 4,33% delle Regioni e il 3,8% dei Comuni.

A questo punto diventa perfino ridicolo continuare a parlare di razionalizzazione delle Province: con queste cifre almeno la metà delle Province andrà in dissesto nel 2012 e nel 2013 tutte le altre”.

Tagli: le Province al Governo Monti

“La spending review è un’operazione di riqualificazione della spesa necessaria su cui c’è piena disponibilità di ciascuno a fare la propria parte. Cosa diversa è se si trasforma nell’ennesima manovra di tagli alle Province e agli Enti locali”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, chiarendo:  “non abbiamo ancora avuto  nessuna informazione ufficiale dal Governo, ma le notizie che oggi circolano sulla stampa ci preoccupano.  Intervenire ancora sulle Province con nuovi tagli lineari e così pesanti – se le cifre su cui si sta ragionando sono quelle pubblicate dai media –  vuol dire mandare in dissesto le Province e gli enti locali, e con essi tutti i servizi che queste istituzioni assicurano ai cittadini, dalla manutenzione delle strade alla messa in sicurezza delle scuole, dal trasporto pubblico  alle politiche per l’ambiente e il territorio. Ci auguriamo davvero che non sia questo che il Governo ci presenterà domani. Noi – conclude il Presidente Castiglione – siamo stati chiamati a discutere di riforme, di riduzione in default gli enti nessuna riorganizzazione sarà possibile, e non è certo di Province e Comuni con bilanci al dissesto che il Paese ha bisogno”.

CREDITI IMPRESE, UFFICIO PRESIDENZA UPI CHIEDE MODIFICHE IN CONFERENZA UNIFICATA

“Gli obiettivi che il Governo si pone con il decreto sui crediti alle imprese sono decisivi e pienamente condivisi dalle Province, che su questo tema si sono spese da tempo.  Ma il rischio è che il provvedimento che oggi discuteremo in Conferenza Unificata  non solo non dia risposte reali agli imprenditori, ma porti al collasso i bilanci degli Enti locali”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, al termine della riunione dell’Ufficio di Presidenza nel quale sono stati analizzati i provvedimenti in agenda in Conferenza Unificata. “Oggi chiederemo modifiche al Governo, perché riteniamo che  a questo decreto manchino quegli interventi strutturali che noi chiediamo da tempo, e che sono la vera risposta alle richieste dell’economia. Altrimenti la nostra preoccupazione è che, nonostante l’impegno di tutti, non si dia alle imprese quello che ci chiedono e tutto ricada, ancora una volta, sui soli bilanci degli Enti locali”. “Il decreto – spiega il Presidente del Consiglio Direttivo dell’Upi, Fabio Melilli – non scioglie i veri nodi: non si sbloccano i 4 miliardi fermi nelle casse delle Province a causa del Patto di stabilità, non si restituiscono i 2, 5 miliardi di crediti che lo Stato deve alle Province. C’è poi il problema dei ritardi dei pagamenti delle Regioni verso le Province e i Comuni. Se non si liberano queste risorse gli Enti locali non saranno materialmente in grado di rispondere alle richieste di pagamento. Per questo l’ufficio di Presidenza dell’Upi ha deciso che presenterà oggi in Conferenza unificata un documento con emendamenti di modifica, per introdurre interventi strutturali”. 

Crisi: Le Province al D Day Ance

“Condividiamo la scelta dell’Ance di inviare i decreti ingiuntivi agli Enti locali per ottenere i pagamenti dalla Pubblica Amministrazione, perche’ la situazione e’ drammatica. Ma deve essere chiaro che quando i giudici imporranno i pagamenti, salteranno i patti di stabilita’ di gran parte di Province e Comuni. Non e’ più tempo di attendere, bisogna intervenire subito per risolvere l’emergenza delle imprese che falliscono di cui noi, province ed enti locali, non vogliamo essere complici”. Lo ha detto il Vice presidente dell’Upi, Antonio Saitta, intervenendo al Dday dell’Ance a Roma. “Noi abbiamo progetti pronti e risorse ferme, 3 miliardi per il 2012: le imprese in questo momento stanno facendo da cassa per lo Stato e questo non accettabili. Non si illuda il Governo – ha poi sottolineato Saitta – che la ripresa possa partire aprendo alle grande opere. Il problema, la sofferenza vera, e’ nelle piccole imprese, quelle su cui le Province potrebbero intervenire immediatamente, con tanti piccoli e medi investimenti su strade, scuole, contrasto al dissesto paesaggistico. Abbiamo progetti fermi nei cassetti e soldi fermi in cassa, negli ultimi quattro anni siamo stati costretti a ridurre i nostri investimenti del 50%. E’ il momento di agire e trovare una soluzione a livello nazionale ed europeo al blocco del patto di stabilita’”.

Crisi, pagamenti alle imprese. Martedì 15 maggio l’Upi insieme all’ANCE per il DDAY

“Le misure di semplificazione che il Governo ha annunciato ieri per liberare i pagamenti dei crediti alle imprese sono un primo segnale importante.

Ma senza lo sblocco delle risorse delle Province e dei Comuni continueremo ad avere soldi fermi in cassa,  a non potere pagare le imprese e soprattutto a non potere aprire nuovi cantieri. Per questo il 15 maggio l’Upi sarà al fianco dei costruttori edili”.

Lo dichiara il Vice Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, che il 15 maggio interverrà a Roma  a rappresentare le Province alla manifestazione organizzata dall’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili con il sostegno dell’Upi,  per ribadire che “servono misure urgenti ed immediate per consentire agli Enti locali di potere investire sui territori e riaprire i cantieri.  Dobbiamo rivedere il patto di stabilità interno– sottolinea  Saitta –  e  liberare almeno uno quota dei 5 miliardi e mezzo che le Province non potranno spendere tra il 2012 e il 2013 perché in questo momento le imprese, soprattutto le piccole, hanno bisogno di una sferzata di liquidità che interrompa la drammatica spirale dei fallimenti e permetta al Paese di fare ripartire la crescita.

Solo invertendo la rotta degli investimenti degli enti locali, che ormai stanno crollando a causa dei tagli ai bilanci e dei vincoli del Patto, potremo sostenere davvero la ripresa: ricordo che le sole Province negli ultimi 4 anni sono state costrette a diminuire le spese per investimenti del 47 % , che vuol dire oltre 2 miliardi di euro in meno per lo sviluppo economico e per le piccole e medie imprese, infrastrutture che invecchiano e si degradano, opere di manutenzione ferme ”.  

Patto di stabilità: le Province chiedono confronto con Governo

Aprire anche alle Province il tavolo di confronto al Ministero dell’Interno sulla riforma del patto di stabilità, dopo le modifiche a favore dei Comuni nella legge sulle semplificazioni che hanno di fatto creato una  “finanza pubblica di serie A e una finanza pubblica di serie B”.

Lo chiede il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, Mario Monti, in qualità di Ministro dell’Economia. 

“Il Parlamento – scrive Castiglione – ha apportato modifiche importanti alla legge sulle semplificazioni, tra cui il  patto di stabilità orizzontale nazionale, che viene accompagnato da 500 milioni di euro di incentivi a favore dei soli Comuni, e il riconoscimento di un miliardo di euro a valere sui residui perenti da assegnare in via prioritaria ai Comuni. Ma anche le Province, al pari dei Comuni, hanno collaborato fattivamente agli obiettivi di patto di stabilità, e vantano, nei confronti dello Stato circa 2,8 miliardi di residui attivi (a fronte di 1,3 mld dei Comuni), senza contare che hanno la medesima difficoltà dei pagamenti bloccati in cassa dai vincoli del patto.

E’ evidente – scrive Castiglione –  che la legittimazione parlamentare successiva ad un accordo con il Governo, della disciplina di maggior favore individuata per i Comuni sembrerebbe configurare una finanza pubblica di ‘serie A’ ed una finanza pubblica di ‘serie B’, non meritevole quest’ultima  della stessa considerazione quando si tratta di individuare forme di allentamento dei vincoli o addirittura incentivi finanziari, ma comunque uguale quando si tratta di accentrare a livello statale tutte le risorse disponibili.

Quanto accaduto resta difficile da spiegare alle imprese che attendono di essere pagate per interventi di manutenzione di una scuola o di una strada, ovvero per opere di messa in sicurezza di un reticolo idrico o di un versante soggetto ad eventi franosi, quasi avessero avuto la sventura di aver svolto lavori per conto di una Provincia anziché di un Comune. Non è superfluo ricordare ancora una volta che il problema dei ritardati pagamenti è divenuta ormai un’emergenza nazionale, il cui esito sul fronte della crisi economica è sotto gli occhi di tutti. Per questo – conclude il Presidente Castiglione rivolgendosi al Presidente Monti – le chiedo, ancora una volta, di  convocarci quanto prima per affrontare il nodo dei vincoli del patto di stabilità per le Province”.

CRISI: L’UPI ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DELL’ANCE

“Non si può più aspettare, c’è bisogno di un accordo tra tutte le istituzioni e i partiti politici per cambiare il patto di stabilità e permettere a Province e Comuni di pagare le imprese. Stiamo mandando in rovina interi settori dell’economia italiana, perdendo posti di lavoro che potrebbero essere salvati, per i vincoli assurdi del patto di stabilità.

Abbiamo fermi dallo scorso anno 2,5 miliardi che servono proprio per pagare le spese dei cantieri per lavori che le imprese hanno già fatto e nel 2012 questa cifra salirà a 3 miliardi. Soldi che le imprese hanno diritto a ricevere subito. Per questo come Upi diamo pieno sostegno alla manifestazione dell’ANCE  ”.

Lo ha detto il Vice Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, annunciando  a Vicenza, nel corso di una Conferenza stampa sullo stato delle riforme sulle Province, la “piena e convinta adesione dell’Upi alla giornata del D DAY indetta dall’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili per il 15 maggio prossimo”.

 

“Questo Paese si sta fermando: in 4 anni le Province sono state costrette a tagliare gli investimenti del 47% , e se si bloccano gli investimenti degli Enti locali, si ferma l’economia, che in Italia è fondata sulle piccole e medie imprese.

E’ impensabile – ha detto Saitta – che in una situazione drammatica come quella che si trova a vivere il Paese, con la conta giornaliera di migliaia di posti di lavoro persi e di imprenditori che si suicidano per i debiti, non si riesca a trovare una soluzione per sbloccare almeno una parte dei soldi fermi nelle casse delle Province e dei Comuni. Non possiamo stare fermi ed aspettare che passi la crisi: dobbiamo intervenire subito a dare risposte.

 

E’ da questi interventi che si può ricominciare, che si può restituire ai cittadini la fiducia sulla buona amministrazione: tagliamo tutte le spese inutili, interveniamo con forza sui consumi della pubblica amministrazione, ma sblocchiamo subito gli investimenti, paghiamo le imprese che hanno lavorato e ripartiamo con un piano di piccole infrastrutture, sulle strade e le scuole pubbliche, per la difesa del suolo, di cui l’Italia ha un incredibile bisogno. Il buon governo di un Paese si giudica anche da questo”.

“Non sono sole le imprese a dovere avere soldi dallo Stato. Le Province sono creditrici  per quasi 3 miliardi. Non vorremmo essere costretti a inviare anche noi un decreto ingiuntivo con la richiesta di pagamento immediato – ha poi aggiunto il Vice Presidente dell’Upi, spiegando come – dai bilanci delle Province ci risulta che lo Stato ci deve, per mancati trasferimenti, 2 miliardi e 864 milioni di euro. Si tratta di vecchi trasferimenti erariali che spettavano alle Province e che non sono mai stati erogati, con cui noi abbiamo costruito i bilanci ma che, di fatto, sono rimasti fermi nelle casse dello Stato. Sono soldi che vogliamo usare per pagare le imprese e i fornitori, per sostenere l’economia locale, per fare ripartire gli investimenti. Se il Governo non provvede  al pagamento – ha concluso Saitta –  siamo pronti a mandare i decreti ingiuntivi”.

Secondo i dati Upi (vedi schede alla pagina seguente –  spese conto capitale) a causa dei tagli ai bilanci e dei vincoli al patto di stabilità, le spese per investimenti delle Province sono diminuite del – 47%  dal 2008 al 2011 (oltre 2 miliardi e 200 milioni in meno).

 

Nel 2011,  a causa dei vincoli del patto di stabilità, sono stati bloccati nelle casse delle Province 2,5 miliardi destinati alle imprese per lavori già eseguiti (vedi tabella stato avanzamento lavori). Secondo le stime Upi questa cifra arriverà a 3 miliardi nel 2012.

In allegato, le schede con le tabelle finanziarie

Documenti allegati:

Province: pagamenti alle imprese

“Continuo a leggere sui giornali notizie di ritardi o mancati pagamenti alle imprese da parte della Pubblica Amministrazione. Vorrei avanzare al governo la proposta di consentire agli enti locali virtuosi, che hanno sempre rispettato il Patto di stabilità, di pagare fino al 20% delle opere già realizzate”. E’ la richiesta del Coordinatore nazionale degli Assessori al bilancio delle Province, Antonio Rosati, Assessore della Provincia di Roma, secondo cui “questo consentirebbe di immettere liquidità e, per lo Stato, di recuperare l’IVA. Ricordo che ad oggi Comuni e Province hanno nelle proprie casse circa 8 miliardi di euro. Mi permetto di ricordare – sottolinea Rosati – che in questo momento di crisi generale gli enti locali con bilanci solidi sono gli unici a fornire servizi ai cittadini e a dare ossigeno alle imprese attraverso pagamenti puntuali: la Provincia di Roma ha finito di pagare i fornitori del 2011 con una media di 59 giorni. Temo tuttavia che per il 2012 la situazione sarà fortemente compromessa nonostante la solidità finanziaria recentemente rilevata anche dalla Corte dei Conti. Non è più possibile andare avanti con questo atteggiamento miope che evidentemente rifiuta di vedere una realtà fatta di imprese che chiudono, disoccupazione e disperazione. Per il Paese – conclude Rosati – l’imperativo è lo sviluppo”. 

 

 

 

Maltempo: Manifestazione Marche a Roma

“Pieno sostegno dell’Upi ai Presidenti di Provincia che oggi sono venuti a Roma per tutelare i diritti delle loro comunità.
Il Governo apra subito un tavolo per discutere insieme agli amministratori locali le soluzioni possibili. Certo che non si può immaginare di lasciare sole queste comunità , gli imprenditori, gli agricoltori che hanno perso tutto sotto la neve”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, a proposito della manifestazione in corso in Piazza Montecitorio a Roma, che vede centinaia di amministratori locali delle Marche, guidati dalle Province, per sollevare l’attenzione sui gravi danni subiti dalla Regione a seguito dell’emergenza neve del 2012.
“Ci sono stati danni per centinaia di migliaia di euro e il dramma vissuto da questi territori è anche il risultato dei tanti tagli di risorse e vincoli imposti con le ultime finanziarie a Province e Comuni. Se gli Enti locali non possono investire nella tutela del territorio, nella messa in sicurezza delle infrastrutture, nella salvaguardia idrogeologica, il Paese è sempre più fragile. Il patto di stabilità va cambiato, bisogna permettere a Province e Comuni di riprendere ad investire.
La manifestazione di oggi – conclude Castiglione – è l’ennesima dimostrazione del lavoro e dell’impegno delle Province per rappresentare le comunità che amministrano e sostenere le ragioni dei territori”.

Manifestazione Marche a Roma

“Domani a Roma ci sarà una grande manifestazione civile di tutti gli amministratori delle Marche, dai rappresentanti della Regione a tutti Presidenti di Provincia, che guideranno una delegazione di centinaia di cittadini che aspettano risposte. Chiediamo al Governo, che ancora non ha dato un segnale, di ricevere una delegazione di questi amministratori e di ascoltare le ragioni delle comunità, dei cittadini, degli imprenditori che rappresentano”. E’ l’appello che il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione,  rivolge al Governo in vista della manifestazione che vedrà domani a Roma, in piazza Montecitorio, centinaia di cittadini da tutta la Regione Marche per il “Marche Day”, mobilitazione indetta per richiamare l’attenzione, sensibilizzare e chiedere un gesto di solidarietà nazionale al Governo sulle gravi conseguenze avute dal territorio a seguito dell’emergenza maltempo, con l’alluvione del marzo 2011 e il “terremoto bianco” del febbraio
2012. “Credo – aggiunge Castiglione – che il Governo abbia il dovere di ascoltare questi amministratori, che sono a Roma solo per  tenere alta l’attenzione su un disastro ambientale che ha causato centinaia di milioni di euro di danni a strutture pubbliche e private, all’ economia, alle comunità che rappresentano. E che, lo ricordo,  nei giorni in cui l’Italia era ricoperta dalla neve hanno lavorato giorno e notte per cercare di limitare questi danni e di assicurare alle loro comunità servizi e  sostegno. Senza il lavoro di questi Presidenti di Provincia e di questi Sindaci ci saremmo trovati a contare danni, anche in termini di vite umane, davvero superiori. Meritano il rispetto che si deve alle istituzioni del Paese”.   

Fondo di riequilibrio: la Conferenza Stato Città accoglie le richieste Upi

Si allega la bozza di accordo recante le modalità di riparto del fondo sperimentale di riequilibrio per le Province, unitamente ai documenti UPI presentati ed accolti in sede di Conferenza Stato Città Autonomie locali svoltasi nella giornata del 1 marzo 2012.

Documenti allegati:

Dl semplificazioni tributarie: le Province chiedono modifiche in Conferenza Unificata

Il decreto sulla semplificazione fiscale taglia ulteriormente i bilanci delle Province della Sicilia e della Sardegna, perché prevede la cancellazione del gettito dovuto dall’addizionale dell’energia elettrica, senza che questo sia in alcun modo compensato da nuovi trasferimenti. Contro questa norma oggi l’Unione delle Province d’Italia, in Conferenza Unificata, ha chiesto modifiche , subordinando  il parere positivo al decreto all’accoglimento di un emendamento che preveda il reintregro dei fondi, 160 milioni di euro, alle Province di Sicilia e Sardegna.

“Non bastano i tagli già operati con le manovre finanziarie – sottolinea il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione – per le Province delle Regioni a Statuto speciale se ne aggiungono di nuovi, con il decreto fiscale. Non possiamo in alcun modo accettare un meccanismo che non garantisce a queste Province di vedere compensate queste mancate entrate. L’unica modalità accettabile è di incrementare i trasferimenti erariali da parte del Ministero dell’Interno a favore delle Province di Sicilia e Sardegna per 160 milioni di euro”.

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