Categoria: Bilanci e Finanza

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ANNULLATA LA SEDUTA DELLA CONFERENZA UNIFICATA

“Non bastava la chiusura della Camera: ora si chiudono anche le sedi della concertazione. Non comprendiamo il motivo per cui oggi non si sia potuta svolgere la riunione della Conferenza Unificata.

Questa ulteriore sospensione ci ha impedito di esprimere il nostro parere in merito al sistema tributario per le Province che il Governo ha previsto con in decreto sull’autonomia fiscale”. Lo dichiara Antonio Saitta, vice presidente Vicario Upi e Presidente della Provincia di Torino, in merito all’annullamento della Conferenza Unificata prevista per oggi.

“Avevamo pronte le nostre proposte e le richieste delle Province: in particolare avremmo chiesto assicurazioni in merito ai meccanismi per assicurare l’utilizzo delle risorse per gli investimenti nell’edilizia scolastica, nella manutenzione delle strade e nelle infrastrutture in genere. Questa mancata riunione non ci soddisfa”.

TAGLIO AI TRAFERIMENTI PER LE PROVINCE

Pubblicata sul sito del Ministero dell’Interno la tabella relativa alla riduzione dei trasferimenti erariali per l’anno 2011 per le Province, ai sensi dell’art. 14 del dl 78/10.

Per andare alla pagina, clikkate nel link.

TAVOLO TECNICO PER LA FISCALITA’ LOCALE

In allegato il Verbale del Tavolo Tecnico per la fisclaità locale del 25 novembre 2010.

Documenti allegati:

Le congratulazioni dell’Upi al nuovo Presidente della Consob, Giuseppe Vegas

“A nome dell’Ufficio di Presidenza dell’Upi e di tutte le Province rivolgo le più sentite congratulazioni a Giuseppe Vegas, per il suo incarico alla presidenza della Consob”.
E’ il messaggio di Giuseppe Castiglione, Presidente dell’Upi, che prosegue: “con Giuseppe Vegas in questi anni, nei diversi incarichi ricoperti e in particolare nel suo ruolo di Viceministro dell’Economia,  abbiamo costruito un rapporto di profonda stima e amicizia. Le sue capacità, prima di tutto umane, la sua preparazione, la grande competenza e  autorevolezza confermano la validità della scelta del Governo per questo incarico. Siamo certi che la guida del  nuovo Presidente Vegas porterà un valore aggiunto decisivo alla Consob”.

Riforma della riscossione e scadenza del periodo transitorio al 31 dicembre 2010.

“Egregio Ministro, come è noto, l’articolo 3, comma 25, del decreto legge n.203 del 2005, convertito con legge n.248 del 2005, prevede che il periodo transitorio della riforma della riscossione disposta dalla medesima norma, termini al 31 dicembre 2010. Nel corso di tale periodo veniva concessa ai Comuni ed alle Province la facoltà di prorogare i contratti di affidamento dei servizi di riscossione ed eventualmente di accertamento delle entrate locali intrattenuti con soggetti esterni abilitati a norma dell’articolo 52, comma 5, del d.lgs. n. 446 del 1997, in essere al settembre 2005.
La scadenza del 31 dicembre impone scelte difficili ed onerose a tutti gli enti locali che non abbiano proceduto, nel corso del passato quinquennio, ad assegnazioni del servizio di riscossione secondo le procedure previste ordinariamente dalla legge (d.lgs. n. 446 del 1997, art. 52 con procedure di affidamento analoghe a quelle dei servizi pubblici locali)”. Questo il contenuto della lettera inviata dal Presidente dell’Upi, Castiglione, e dal Presidente dell’Anci, Chiamparino.
“Le difficoltà – chiariscono nella missiva – risiedono, in particolare, con riferimento alla riscossione coattiva che viene tuttora effettuata dalla gran parte dei Comuni e delle Province attraverso l’emissione dei ruoli coattivi affidati agli agenti della riscossione (Gruppo Equitalia).
Stanno pervenendo in queste settimane numerose sollecitazioni da diversi enti, che segnalano tra l’altro l’esistenza di aree di incertezza nella disciplina di un comparto delicato come è quello della riscossione delle entrate locali e delle aziende abilitate ad operarvi.
Va altresì ricordato che il processo di attribuzione di nuovi e più ampi ambiti di autonomia fiscale alle regioni e agli enti locali – prosegue il testo – è ormai in corso e che anche le modalità gestionali andranno a breve armonizzate con i criteri direttivi della legge delega sul federalismo fiscale n.42 del 5 maggio 2009 e in particolare con gli articoli 25 ”Principi e criteri direttivi relativi alla gestione dei tributi e delle compartecipazioni” e 26 “Contrasto dell’evasione fiscale”, investendo necessariamente anche il campo dell’accertamento e della riscossione.
Appare pertanto urgente una riflessione circa la sostenibilità della scadenza del 31 dicembre p.v. ed una valutazione dell’opportunità di procedere ad una proroga, eventualmente limitata ai soli servizi di riscossione coattiva, che renda tecnicamente possibili gli adeguamenti normativi e regolamentari che sembrano assolutamente necessari, anche alla luce dei diversi aspetti ordinamentali, tra i quali la salvaguardia di principi di trasparenza e libera concorrenza, che l’Anci e l’UPI  ritengono inderogabili.
L’Anci e l’UPI  – sottolineano i due Presidenti al Ministro – ritengono altresì che tali principi debbano essere perseguiti nell’ambito di un sistema di regole chiare ed applicabili nelle diverse realtà locali.
Le problematiche della riscossione delle entrate pubbliche erariali e locali non possono, infatti, essere affrontate in modo avulso dalle effettive capacità dei sistemi normativi, procedurali ed organizzativi nel cui ambito esse devono trovare efficiente soluzione.
Nell’assicurare la massima collaborazione delle Associazioni per la ricerca di una positiva soluzione alle problematiche sollevate – concludono Castiglione e Chiamparino – ci auguriamo di poter acquisire l’orientamento del Governo sulla cui base attivare un utile confronto per un tempestivo intervento normativo”.

FINANZIARIA E MAXIEMENDAMENTO

“Le riposte che ci vengono dal Governo con il maxiemendamento non ci soddisfano perché sono parziali, e soprattutto non intervengono a risolvere la vera questione che avevamo sollevato e su cui c’era stato a luglio un impegno preciso del Ministro dell’economia: l’innalzamento almeno al 4% dei residui passivi da utilizzare per pagare i fornitori e rilanciare gli investimenti sul territorio”.
Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, intervenendo a Padova, all’Assemblea dell’Anci, commentando le misure previste dal maxiemendamento del Governo alla Legge di stabilità, che prevede per gli enti locali 480 milioni di euro per alleggerire il patto di stabilità di Province e Comuni. “Non solo le risorse a disposizione di Province e Comuni sono davvero poche – aggiunge Castiglione –  ma si introducono una serie di deroghe, dall’expo di Milano alle ordinanze di Protezione civile, che di fatto svuotano completamente il provvedimento. 
Torniamo a ribadire l’urgenza di sbloccare i residui passivi – conclude il Presidente dell’Upi – perché si tratta di risorse indispensabili per sostenere le economie locali e per assicurare alle imprese quella liquidità, senza cui molte rischiano il fallimento. Avevamo chiesto misure che ci permettessero di riprendere ad investire nella sicurezza delle scuole, nella manutenzione delle strade, nel contrasto al rischio idrogeologico: il maxiemendamento non offre nessuna risposta a queste che sono vere priorità del Paese”.

Federalismo fiscale e decreto sui fabbisogni standard

“Il parere espresso oggi in Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale, secondo cui alle Province e i Comuni delle Regioni a statuto speciale non si dovrebbe applicare quanto previsto dal decreto sui fabbisogni standard non ci convince, perché non è in linea con quanto stabilito dalla legge 42, ma soprattutto perché rischia, come affermato dalla stessa Copaff, di dare il via ad un federalismo fortemente mutilato, escludendo di fatto una parte importante del Paese dalla riforma”.

E’ il commento del Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, alla notizia del parere espresso sul decreto sui fabbisogni standard, che domani dovrebbe essere votato dalla Commissione per poi tornare al Consiglio dei Ministri.

“Ci sono ragioni di ordine puramente normativo che  ci fanno contestare questa posizione, e cioè che nella legge 42 mai è scritto che il federalismo fiscale non possa essere attuato nelle Province e nei Comuni delle Regioni a statuto speciale.  

Ma c’è soprattutto una considerazione di ordine prettamente politico, perché è evidente che tagliare fuori parte del Paese da questo processo significa non assicurare l’avvio del federalismo fiscale su tutto il territorio nazionale ed escludere intere comunità da un epocale processo di riorganizzazione del sistema economico e finanziario che è destinato a favorire una maggiore trasparenza, funzionalità ed efficientemente  della macchina pubblica.

E non si può pensare di lasciare un tema così determinate per il futuro del Paese in mano alle sole Regioni a Statuto Speciale, perché si rischia di incorrere in ritardi assurdi, se non nel totale blocco dell’avvio del processo. Cito il caso della Regione Siciliana, dove la fantomatica Commissione paritetica che avrebbe il compito di recepire le norme non ha nemmeno ancora iniziato a lavorare, nonostante ormai l’attuazione del federalismo fiscale abbia fatto notevoli passi in avanti con il decreto sul federalismo demaniale approvato, e quelli sui fabbisogni standard di Province e Comuni e sull’autonomia tributaria a un passo dall’approvazione.

Questo vuol dire che la Sicilia è già oggi in forte ritardo e rischia di restare al palo, mentre il resto del Paese inizia a correre. Per questo – conclude Castiglione – ci auguriamo che domani la Commissione possa esprimersi in maniera differente e ritornare su questa posizione, consentendo a tutti i gli enti locali di partire insieme nell’attuazione del federalismo”.

LEGGE DI STABILITA’: ALLARME DALLE PROVINCE

”Il patto di stabilità non ci consente di far eseguire i lavori che i vigili del fuoco chiedono di fare alle scuole e saremo costretti a chiederne una serie” . E’ l’allarme lanciato dal Vicepresidente vicario dell’Upi e presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, al termine della Conferenza Unificata. “Tutte le Province – ha spiegato Saitta ai giornalisti –  hanno la responsabilità sulle scuole medie superiori che in Italia sono circa 5 mila, ma non possono fare investimenti, nemmeno per la manutenzione, perché sforerebbero il Patto di stabilità. Insomma, non possiamo usare i soldi, anche se li abbiamo e tutto questo è illogico. Il Governo a luglio si era impegnato a trovare con noi soluzioni, ma ancora non abbiamo risposte sull’utilizzo del 4% dei residui passivi, che corrispondono a 300 milioni di euro”.
La richiesta è stata rilanciata anche dal Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che in una nota alla stampa ha dichiarato “Il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta lancia un allarme che non possiamo ignorare. Allentare almeno per gli enti virtuosi il Patto di stabilità consentirebbe infatti agli enti locali di avviare nuove opere e di promuovere occupazione. Lo slittamento del parere sulla legge di stabilità, che la conferenza unificata avrebbe dovuto formulare oggi, non è quindi  di buon auspicio per le Province e i Comuni che hanno un enorme bisogno di nuova linfa per mettere in moto gli investimenti. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo la revisione del patto di stabilità è un mezzo indispensabile per rimettere in circolo immediatamente ingenti somme di denaro da parte degli enti locali e per intervenire su alcuni settori strategici come infrastrutture, sicurezza stradale e sicurezza delle scuole. I Comuni e le Province italiani – conclude Zingaretti – hanno risorse in cassa ma non possono spenderli e questo è un fatto inaccettabile”.

In allegato, il documento con la richiesta di emendamenti consegnato dall’Upi nella Conferenza Unificata

Documenti allegati:

Finanziaria: Interventi su risorse agli Enti locali

“Non possiamo che sostenere la richiesta avanzata oggi dall’On. Armosino, di aprire immediatamente un tavolo per intervenire sulla difficile situazione dei bilanci degli Enti locali, a partire dal decreto milleproroghe”.
Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, commentando la richiesta presentata oggi in Commissione Bilancio dal deputato Maria Teresa Armosino, Presidente della Provincia di Asti, di aprire un tavolo con il Governo in vista del decreto mille proroghe, attraverso cui trovare le risorse necessarie ad alleggerire i tagli agli Enti locali.
“E’ indispensabile – prosegue Castiglione – trovare risposte adeguate alle richieste degli Enti locali. Le Province  presenteranno le proprie proposte anche nella Conferenza Unificata di domani, quando saremo chiamati a dare parere sulla Legge di stabilità,  a partire dall’alleggerimento dei tagli sui bilanci delle Province e dalla richiesta di sbloccare almeno il 4% dei residui passivi per consentire il pagamento dei fornitori e di riavviare gli investimenti sul territorio. E’ sotto gli occhi di tutti la necessità del Paese di avviare una opera di interventi locali per prevenire il rischio idrogeologico, per mettere in sicurezza scuole e strade, per fare ripartire lo sviluppo: se ci fosse permesso di utilizzare il 4% dei residui, potremmo liberare immediatamente quasi 300 milioni di euro nel circuito economico”.

RIFORMA FISCALE: COINVOLGERE REGIONI, PROVINCE E COMUNI IN PROCESSO RIFORMA FISCALE

‘’Un coinvolgimento effettivo ed immediato delle Regioni, dei Comuni e delle Province nel processo di elaborazione delle proposte in materia di riforma fiscale’’. E’ questa la richiesta contenuta nella lettera che Sergio Chiamparino, Giuseppe Castiglione e Vasco Errani, rispettivamente Presidenti di ANCI, UPI e Conferenza delle Regioni, hanno inviato al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Dopo aver condiviso l’intenzione del Governo di avviare una riforma fiscale che ‘’consideriamo necessaria’’ e dopo aver preso atto che l’esecutivo ‘’ha avviato il confronto su tali temi coinvolgendo le parti sociali’’ i tre Presidenti ritengono pero’ necessario ‘’richiamare l’attenzione sull’importanza di tenere insieme la riforma fiscale con l’attuazione in corso del federalismo fiscale, che riconosce agli Enti territoriali autonomia finanziaria e fiscale’’.

‘’Questo – sottolineano Chiamparino, Castiglione ed Errani – e’ un obiettivo fondamentale per migliorare le condizioni di funzionamento dell’intero sistema fiscale ed amministrativo in ambito centrale e locale e per assicurare un graduale alleggerimento della pressione fiscale sui cittadini e le imprese’’.

Da qui la richiesta di un coinvolgimento di ANCI, Upi e Regioni con l’auspicio ‘’che si possano condividere proposte, idee e dati per approfondire le principali questioni e ricercare le possibili soluzioni in un quadro di leale e reciproca collaborazione con tutti i livelli di governo’.

ASSEMBLEA 2010: LE PUBBLICAZIONI DISTRIBUITE NEL CORSO DEI LAVORI

Pubblichiamo alcuni dei testi distribuiti in occasione dell’Assemblea Nazionale dell’Upi 2010.

In particolare, cliccando nel link è possibile scaricare

La finanza provinciale 2008, testo che contiene una analisi dei bilanci delle Province

L’Analisi di alcune funzioni Fondamentali delle Province per l’individuazione del fabbisogno standard, una ricerca sull’attuazione del federalismo fiscale nelle province prodotta dall’Upi e dalla Scuola Superiore per la Pubblica Amministrazione Locale, coordinata da Francesco Delfino. Premessa di Baldovino de Sensi e Piero Antonelli

Documenti allegati:

ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE PROVINCE ITALIANE 2010: APPROVATO UN ORDINE DEL GIORNO

L’assemblea dell’UPI, a conclusione dei suoi lavori, auspica un incontro urgente con il Presidente del Consiglio per la verifica dell’accordo del 9 luglio, per presentare le proposte approvate con il presente ordine del giorno e per aprire un confronto sui contenuti del Piano per il Sud annunciato dal Governo.
Questo l’ordine del giorno approvato all’unanimità dall’Assemblea Nazionale dell’Upi, che si è conclusa oggi a Catania.

“Una assemblea partecipata – ha detto concludendo i lavori il Presidente Castiglione – ricca di momenti di spunto e di riflessione, in cui le Province hanno saputo parlare al Paese e presentare con forza le proprie proposte. Abbiamo approvato un ordine del giorno che pone con forza quelle che sono le nostre richieste, le criticità che come Province abbiamo di fronte e su cui vogliamo trovare insieme al Governo e al Parlamento soluzioni condivise e fattive”.
Le Province italiane, si legge nell’Ordine del Giorno, richiedono al Governo e al Parlamento

– che venga approvato dal Senato in tempi rapidi il disegno di legge recante sulle funzioni fondamentali di Province e Comuni  e la Carta delle Autonomie, “che individua le funzioni di Comuni, Province e Città metropolitane e avvia un necessario processo di riordino delle istituzioni della Repubblica, anche grazie alla delega al Governo per approvare la nuova Carta delle autonomie locali e dare finalmente coerente attuazione alla Costituzione”;

– che sia data attuazione alla legge delega sul federalismo fiscale, in particolare attraverso  i decreti che riguardano la fiscalità delle Province, all’interno dei quali occorre prevedere:
o la copertura integrale delle funzioni fondamentali delle Province attraverso la definizione della spesa e dei fabbisogni standard per consentire il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle amministrazioni e dei servizi provinciali;
o il riconoscimento dell’autonomia tributaria delle Province attraverso la riconduzione in capo ad esse dei tributi sul trasporto su gomma  e la previsione di una compartecipazione al gettito di un grande tributo erariale per garantire il finanziamento in tutto il territorio delle funzioni fondamentali;
o la compartecipazione ai tributi regionali per coprire integralmente sia le spese correnti che le spese in conto capitale alle funzioni trasferite dalle Regioni alle Province;

– che sia data attuazione all’accordo sancito con il Governo nella Conferenza unificata del luglio scorso per giungere alla revisione del patto di stabilità in modo da renderlo più sostenibile e equilibrato e per consentire alle Province di raggiungere i previsti obiettivi di contribuzione alla riduzione della spesa pubblica senza penalizzare i servizi e gli investimenti essenziali per i territori;

– che sia consentito al sistema delle Province italiane di utilizzare almeno il 4% dei residui passivi per liberare risorse pari a 300 milioni di euro da immettere immediatamente nel circuito economico del Paese;

– che si operi  un alleggerimento dei tagli operati sui trasferimenti alle Province per garantire risorse adeguate per l’edilizia scolastica, la viabilità provinciale, il trasporto pubblico locale, la sicurezza dei territori e lo sviluppo locale.

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