Categoria: Bilanci e Finanza

Esplora tutte le news

Valorizzazione del patrimonio pubblico, UPI alla Cabina di Regia al MEF

“La valorizzazione e dismissione del patrimonio statale non è solo un’operazione economica di finanza pubblica, ma è anche l’occasione di portare avanti una rilevante opera di rigenerazione urbana. Servono però strumenti e procedure amministrative semplificate, soprattutto di ordine urbanistico, che consentano la riconversione dei beni dismessi”.

Lo ha detto il Vicepresidente di UPI, Angelo Caruso, Presidente della Provincia dell’Aquila, intervenendo alla seduta di insediamento della Cabina di Regia per l’individuazione delle direttive in materia di valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, riunita oggi a Ministero dell’Economia alla presenza del Ministro Giorgetti.

“Le Province – ha detto il Vicepresidente UPI al Ministro Giorgetti – possono avere un ruolo chiave nella rideterminazione delle destinazioni utili per fini pubblici ma anche per altri fini di natura privatistica. Questo tavolo – ha concluso Caruso – è strategico perché ci permetterà di dare impulso al programma di dismissioni in maniera coordinata tra Governo e istituzioni locali”.

Valorizzazione del patrimonio pubblico, UPI alla Cabina di Regia al MEF

“La valorizzazione e dismissione del patrimonio statale non è solo un’operazione economica di finanza pubblica, ma è anche l’occasione di portare avanti una rilevante opera di rigenerazione urbana. Servono però strumenti e procedure amministrative semplificate, soprattutto di ordine urbanistico, che consentano la riconversione dei beni dismessi”.

Lo ha detto il Vicepresidente di UPI, Angelo Caruso, Presidente della Provincia dell’Aquila, intervenendo alla seduta di insediamento della Cabina di Regia per l’individuazione delle direttive in materia di valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, riunita oggi a Ministero dell’Economia alla presenza del Ministro Giorgetti.

“Le Province – ha detto il Vicepresidente UPI al Ministro Giorgetti – possono avere un ruolo chiave nella rideterminazione delle destinazioni utili per fini pubblici ma anche per altri fini di natura privatistica. Questo tavolo – ha concluso Caruso – è strategico perché ci permetterà di dare impulso al programma di dismissioni in maniera coordinata tra Governo e istituzioni locali”.

Manovra, Upi Lazio si associa alle richieste dell’UPI

Questa mattina, durante l’audizione in Commissione Bilancio di Camera e Senato sulla Manovra 2025, l’UPI ha chiesto che sia cancellato il taglio del turn over e che venga previsto un piano triennale di investimenti sull’Edilizia scolastica a partire dal 2026 per proseguire la costruzione di nuove scuole e palestre, e un piano triennale di investimenti sulla viabilità provinciale per la messa in sicurezza della rete viaria che possa disporre infrastrutture in grado di contrastare il dissesto idrogeologico e gli effetti dei cambiamenti climatici.

La legge di bilancio non prevede risorse per attuare la riforma delle Province, da tutti evocata ma ancora una volta rinviata. Parlamento e Governo hanno espresso la necessità di avviare una riforma per restituire forza alle Province. Occorre che traducano questi impegni in interventi e atti puntuali.

Il Presidente di UPI Lazio, Alessandro Romoli, esprime criticità e preoccupazione: “non troviamo all’interno della manovra norme che promuovano la riforma della PA e il rafforzamento della capacità amministrativa, in particolare delle Province. Occorre dare alle Province, anche dopo il PNRR, per la caratterizzazione che esse hanno avuto in questi anni – prospettive di rilancio degli investimenti che permettano di promuovere uno sviluppo sostenibile dei territori”.

 

Manovra, Upi Lazio si associa alle richieste dell’UPI

Questa mattina, durante l’audizione in Commissione Bilancio di Camera e Senato sulla Manovra 2025, l’UPI ha chiesto che sia cancellato il taglio del turn over e che venga previsto un piano triennale di investimenti sull’Edilizia scolastica a partire dal 2026 per proseguire la costruzione di nuove scuole e palestre, e un piano triennale di investimenti sulla viabilità provinciale per la messa in sicurezza della rete viaria che possa disporre infrastrutture in grado di contrastare il dissesto idrogeologico e gli effetti dei cambiamenti climatici.

La legge di bilancio non prevede risorse per attuare la riforma delle Province, da tutti evocata ma ancora una volta rinviata. Parlamento e Governo hanno espresso la necessità di avviare una riforma per restituire forza alle Province. Occorre che traducano questi impegni in interventi e atti puntuali.

Il Presidente di UPI Lazio, Alessandro Romoli, esprime criticità e preoccupazione: “non troviamo all’interno della manovra norme che promuovano la riforma della PA e il rafforzamento della capacità amministrativa, in particolare delle Province. Occorre dare alle Province, anche dopo il PNRR, per la caratterizzazione che esse hanno avuto in questi anni – prospettive di rilancio degli investimenti che permettano di promuovere uno sviluppo sostenibile dei territori”.

 

Zanni, UPI E-R “stretta alle risorse e limiti alle assunzioni di Province ed enti locali: cosi’ non va”

I numeri non sono definitivi, visto che la manovra di bilancio non è ancora legge definitiva dello Stato, ma sono già in forte allarme gli amministratori e gli enti locali dopo aver appreso dell’ipotesi del Governo di introdurre nuovi vincoli di bilancio, tagli economici e tetti alle assunzioni del personale di Regioni, Province, Comuni e Città Metropolitane.

Molto preoccupato Giorgio Zanni, il Presidente di UPI Emilia-Romagna e della Provincia di Reggio-Emilia: “Il disegno di legge di bilancio, così come si presenta oggi, non solo non prevede risorse economiche in grado di sanare gli squilibri certificati dalla stessa commissione tecnica nazionale in tema di mancate risorse destinate a tutte le province italiane per far fronte alle funzioni fondamentali attribuite per legge, ma va ben oltre. Al momento, infatti, sarebbero imposti “accantonamenti obbligatori” sulla spesa corrente per circa 1,5 miliardi nei prossimi 5 anni – 140 milioni per il 2025, 290 milioni per il 2026, 2027, 2028 e di 490 milioni per il 2029 – risorse che saranno fisicamente in disponibilità di Province, Comuni, Regioni e Città metropolitane, ma che non potrebbero essere utilizzate e non potrebbero dunque finanziare servizi pubblici a favore di cittadini ed imprese. A tali limitazioni si aggiungerebbero poi quelle sull’assunzione di nuovo personale, con l’introduzione del turnover al 75%, che, in un momento decisamente molto delicato e di intenso lavoro, derivante anche dalla gestione straordinaria di risorse e rendicontazioni del PNRR, rischia di minare il lavoro e la stabilità di Province ed enti locali”.

La partita, tuttavia, non è ancora chiusa, il 4 novembre dovrebbero iniziare le audizioni sulla manovra in commissione bilancio alla Camera.

“Auspichiamo che l’atteggiamento emerso da questi primi documenti del Governo rispetto a Province ed Enti Locali trovi una profonda correzione nell’iter parlamentare che porterà all’approvazione della definitiva legge di bilancio – commenta Zanni – perché, se così non fosse, è evidente che tali scelte graverebbero pesantemente sulla capacità di erogazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali e sui cittadini che hanno il diritto di beneficiarne.

E, ancora: “leggiamo con preoccupazione di tagli al fondo per la messa in sicurezza di scuole, strade ed edifici pubblici, di tagli al fondo per la progettazione e per gli studi di fattibilità di nuove opere e infrastrutture, tagli che rischierebbero di bloccare gli investimenti una volta ultimate le opere relative alle risorse del PNRR. Misure – prosegue Zanni – che, se non profondamente riviste, si aggiungerebbero a quelle della passata manovra e rischierebbero di trascinare Province ed enti locali al collasso. Uno scenario inaccettabile per enti ed amministratori locali che rappresentano, ogni giorno, l’interlocutore più vicino e di maggior fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato.”

 

Zanni, UPI E-R “stretta alle risorse e limiti alle assunzioni di Province ed enti locali: cosi’ non va”

I numeri non sono definitivi, visto che la manovra di bilancio non è ancora legge definitiva dello Stato, ma sono già in forte allarme gli amministratori e gli enti locali dopo aver appreso dell’ipotesi del Governo di introdurre nuovi vincoli di bilancio, tagli economici e tetti alle assunzioni del personale di Regioni, Province, Comuni e Città Metropolitane.

Molto preoccupato Giorgio Zanni, il Presidente di UPI Emilia-Romagna e della Provincia di Reggio-Emilia: “Il disegno di legge di bilancio, così come si presenta oggi, non solo non prevede risorse economiche in grado di sanare gli squilibri certificati dalla stessa commissione tecnica nazionale in tema di mancate risorse destinate a tutte le province italiane per far fronte alle funzioni fondamentali attribuite per legge, ma va ben oltre. Al momento, infatti, sarebbero imposti “accantonamenti obbligatori” sulla spesa corrente per circa 1,5 miliardi nei prossimi 5 anni – 140 milioni per il 2025, 290 milioni per il 2026, 2027, 2028 e di 490 milioni per il 2029 – risorse che saranno fisicamente in disponibilità di Province, Comuni, Regioni e Città metropolitane, ma che non potrebbero essere utilizzate e non potrebbero dunque finanziare servizi pubblici a favore di cittadini ed imprese. A tali limitazioni si aggiungerebbero poi quelle sull’assunzione di nuovo personale, con l’introduzione del turnover al 75%, che, in un momento decisamente molto delicato e di intenso lavoro, derivante anche dalla gestione straordinaria di risorse e rendicontazioni del PNRR, rischia di minare il lavoro e la stabilità di Province ed enti locali”.

La partita, tuttavia, non è ancora chiusa, il 4 novembre dovrebbero iniziare le audizioni sulla manovra in commissione bilancio alla Camera.

“Auspichiamo che l’atteggiamento emerso da questi primi documenti del Governo rispetto a Province ed Enti Locali trovi una profonda correzione nell’iter parlamentare che porterà all’approvazione della definitiva legge di bilancio – commenta Zanni – perché, se così non fosse, è evidente che tali scelte graverebbero pesantemente sulla capacità di erogazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali e sui cittadini che hanno il diritto di beneficiarne.

E, ancora: “leggiamo con preoccupazione di tagli al fondo per la messa in sicurezza di scuole, strade ed edifici pubblici, di tagli al fondo per la progettazione e per gli studi di fattibilità di nuove opere e infrastrutture, tagli che rischierebbero di bloccare gli investimenti una volta ultimate le opere relative alle risorse del PNRR. Misure – prosegue Zanni – che, se non profondamente riviste, si aggiungerebbero a quelle della passata manovra e rischierebbero di trascinare Province ed enti locali al collasso. Uno scenario inaccettabile per enti ed amministratori locali che rappresentano, ogni giorno, l’interlocutore più vicino e di maggior fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato.”

 

Manovra, la Presidente Scarpellini (Livorno) : La riforma delle Province assente dai piani del Governo

“Nei prossimi giorni inizierà  la discussione sulla legge di bilancio dello Stato, ma ancora una volta dobbiamo registrare la totale assenza della riforma delle Province dai piani dell’Esecutivo e del Parlamento”. Così la presidente della Provincia di Livorno, Sandra Scarpellini, commenta la notizia sull’avvio delle procedure di esame relative alla Manovra di bilancio, il cui testo ufficiale è stato rilasciato nei giorni scorsi dal Governo.

“Come Provincia stiamo facendo i conti sulle risorse necessarie agli interventi per la viabilità distrutta dalle alluvioni, senza alcuna certezza sulle coperture finanziarie. Le scuole superiori necessitano di interventi costanti e di investimenti in prospettiva, ma non abbiamo possibilità di accendere mutui, perché ce lo vieta la legge, né di poter effettuare una reale programmazione dei lavori.
In questo quadro di incertezza, emerge invece con costante evidenza la necessità di ridare forza al livello di governo intermedio tra comuni e regione. Si pensi, per esempio, all’imprescindibile ruolo della protezione civile provinciale, in particolare  per i comuni più piccoli, e i recenti e recentissimi eventi meteo avversi, l’ultimo proprio la notte appena trascorsa, ne sono una testimonianza concreta.

Ma la presenza di un ente intermedio, capace di armonizzare le politiche di sviluppo tra  territori, si rende necessaria in tutti gli ambiti: dal trasporto pubblico locale all’ambiente, dall’agricoltura alle infrastrutture. Se solo fossero ascoltati gli amministratori locali, non credo ci sarebbero dubbi nel chiedere il rafforzamento dell’ente provinciale. La sua importanza la si apprezza ancora di più ora, dopo  anni in cui il forzato (e subìto) abbandono del presidio della Provincia ha fatto emergere una somma di guai su vari fronti.

Eppure, nella manovra di bilancio dello Stato non una riga è dedicata alla riforma delle Province. B

adate, ciò non significa che lo Stato si è dimenticato della nostra esistenza. Infatti, non a caso, si dà corso ai prelievi forzosi alle casse delle Province: per la nostra si tratta di 700 mila euro, prelevati a luglio dalla spesa corrente del 2024 con la ultima spending review, che nei prossimi 5 anni diventeranno oltre 1.700.000 euro. A questi, poi, si sommeranno le risorse che la prossima legge di bilancio impone agli enti locali di congelare  come accantonamenti obbligatori. Al momento, se non interverranno modifiche in sede di approvazione definitiva della legge da parte del Parlamento, per le Province si parla complessivamente di 10 milioni nel 2025 e altri  30 milioni per il biennio successivo. Risorse finanziarie che dovremo tenere ferme e inutilizzate perché ce lo chiede lo Stato. Lo stesso Stato che lascia le Province in un eterno limbo di indeterminazione finanziaria, operativa ed istituzionale, ma si ricorda benissimo di noi quando ci chiede di contribuire al pareggio di bilancio generale. Un bel paradosso che spero, prima o poi, trovi una soluzione, soprattutto per il bene dei cittadini e delle comunità locali.

Manovra, la Presidente Scarpellini (Livorno) : La riforma delle Province assente dai piani del Governo

“Nei prossimi giorni inizierà  la discussione sulla legge di bilancio dello Stato, ma ancora una volta dobbiamo registrare la totale assenza della riforma delle Province dai piani dell’Esecutivo e del Parlamento”. Così la presidente della Provincia di Livorno, Sandra Scarpellini, commenta la notizia sull’avvio delle procedure di esame relative alla Manovra di bilancio, il cui testo ufficiale è stato rilasciato nei giorni scorsi dal Governo.

“Come Provincia stiamo facendo i conti sulle risorse necessarie agli interventi per la viabilità distrutta dalle alluvioni, senza alcuna certezza sulle coperture finanziarie. Le scuole superiori necessitano di interventi costanti e di investimenti in prospettiva, ma non abbiamo possibilità di accendere mutui, perché ce lo vieta la legge, né di poter effettuare una reale programmazione dei lavori.
In questo quadro di incertezza, emerge invece con costante evidenza la necessità di ridare forza al livello di governo intermedio tra comuni e regione. Si pensi, per esempio, all’imprescindibile ruolo della protezione civile provinciale, in particolare  per i comuni più piccoli, e i recenti e recentissimi eventi meteo avversi, l’ultimo proprio la notte appena trascorsa, ne sono una testimonianza concreta.

Ma la presenza di un ente intermedio, capace di armonizzare le politiche di sviluppo tra  territori, si rende necessaria in tutti gli ambiti: dal trasporto pubblico locale all’ambiente, dall’agricoltura alle infrastrutture. Se solo fossero ascoltati gli amministratori locali, non credo ci sarebbero dubbi nel chiedere il rafforzamento dell’ente provinciale. La sua importanza la si apprezza ancora di più ora, dopo  anni in cui il forzato (e subìto) abbandono del presidio della Provincia ha fatto emergere una somma di guai su vari fronti.

Eppure, nella manovra di bilancio dello Stato non una riga è dedicata alla riforma delle Province. B

adate, ciò non significa che lo Stato si è dimenticato della nostra esistenza. Infatti, non a caso, si dà corso ai prelievi forzosi alle casse delle Province: per la nostra si tratta di 700 mila euro, prelevati a luglio dalla spesa corrente del 2024 con la ultima spending review, che nei prossimi 5 anni diventeranno oltre 1.700.000 euro. A questi, poi, si sommeranno le risorse che la prossima legge di bilancio impone agli enti locali di congelare  come accantonamenti obbligatori. Al momento, se non interverranno modifiche in sede di approvazione definitiva della legge da parte del Parlamento, per le Province si parla complessivamente di 10 milioni nel 2025 e altri  30 milioni per il biennio successivo. Risorse finanziarie che dovremo tenere ferme e inutilizzate perché ce lo chiede lo Stato. Lo stesso Stato che lascia le Province in un eterno limbo di indeterminazione finanziaria, operativa ed istituzionale, ma si ricorda benissimo di noi quando ci chiede di contribuire al pareggio di bilancio generale. Un bel paradosso che spero, prima o poi, trovi una soluzione, soprattutto per il bene dei cittadini e delle comunità locali.

UPI LAZIO: – Il Consiglio direttivo ha evidenziato che nel 2024 si aggrava il prelievo forzoso a carico dei bilanci provinciali

La Provincia di Latina ha ospitato il 6 settembre 2024 il Consiglio direttivo dell’Unione Province del Lazio in una riunione che ha visto la partecipazione di Gerardo Stefanelli (presidente della Provincia di Latina) Alessandro Romoli (presidente UPI Lazio e presidente della Provincia di Viterbo, Roberta Cuneo (presidente della Provincia di Rieti) Gianluca Quadrini (Presidente del consiglio provinciale di Frosinone), Gaetano Palombelli (Direttore di UPI Lazio). Al centro della discussione la situazione finanziaria delle Province, il dimensionamento scolastico, l’aggiornamento sulle proposte di riforma delle Province, l’assemblea nazionale dell’UPI, I giochi interprovinciali di Latina del 5-7 ottobre 2024.

Il Consiglio direttivo ha evidenziato che nel 2024 si aggrava il prelievo forzoso a carico dei bilanci provinciali, con il permanere del prelievo forzoso da parte dello Stato a carico dei bilanci locali, disposto dalla legge di bilancio 2015 che, nonostante l’attuale e complesso scenario socio-economico, determinato dalla crisi del mercato dell’auto, dai rincari energetici e dei costi dei materiali continua a pesare sulle casse provinciali a cui si aggiunge la spending review prevista nella legge di bilancio 2024: le Province del Lazio nel 2024 versano complessivamente allo Stato come contributo alla finanza pubblica oltre 44 milioni di euro.

A questa difficoltà dei rapporti finanziari con lo Stato si aggiunge una situazione critica dei rapporti con la Regione Lazio che, ad oggi, deve ancora corrispondere alle Province oltre 23 milioni di euro per le funzioni delegate che sono state svolte nei territori dal 2015 al 2022,

Questi tagli ai bilanci provocano immediati effetti negativi sulla capacità di intervento degli Enti, con un rischio di portare ad aggravare la situazione di squilibrio finanziario che la Commissione tecnica per i fabbisogni standard ha fotografato pari a 841.946.661 euro per il 2021, per tutte le Province italiane.

 

“Negli ultimi dieci anni altre regioni italiane hanno fatto molto di più rispetto alla Regione Lazio in merito al riordino delle province – commenta Alessandro Romoli, Presidente della Provincia di Viterbo e di UPI Lazio -. Negli ultimi anni, soprattutto durante l’emergenza da Covid-19, ci è stato chiesto di svolgere competenze ed erogare servizi nonostante i tagli economici e di personale subiti a seguito della riforma Delrio. Abbiamo dunque anticipato dei soldi alla Regione Lazio, che però ancora non ci ha ridato indietro. Tutto ciò ha un peso negativo molto elevato sulle nostre casse, che comporta inevitabili disservizi per i cittadini. È ora dunque che la Regione Lazio e il governo ci ascoltino e intavolino con noi una discussione seria e costruttiva sul riordino delle competenze delle Province e sull’erogazione da parte degli Enti sovraordinati sia dei fondi anticipati che di risorse adeguate”.

 

Per questi motivi il Consiglio direttivo di UPI Lazio chiede al Governo di superare questa situazione di difficoltà finanziaria delle Province, nella legge di bilancio per il 2025 o attraverso l’attuazione della delega prevista nell’articolo 14 della legge 111/2023 di riforma del sistema fiscale del Paese, per introdurre un sistema tributario e finanziario delle Province coerente con i principi costituzionali e con le prospettive di riforma delle Province e di revisione del TUEL su cui stanno lavorando il Parlamento e il Governo.

UPI LAZIO: – Il Consiglio direttivo ha evidenziato che nel 2024 si aggrava il prelievo forzoso a carico dei bilanci provinciali

La Provincia di Latina ha ospitato il 6 settembre 2024 il Consiglio direttivo dell’Unione Province del Lazio in una riunione che ha visto la partecipazione di Gerardo Stefanelli (presidente della Provincia di Latina) Alessandro Romoli (presidente UPI Lazio e presidente della Provincia di Viterbo, Roberta Cuneo (presidente della Provincia di Rieti) Gianluca Quadrini (Presidente del consiglio provinciale di Frosinone), Gaetano Palombelli (Direttore di UPI Lazio). Al centro della discussione la situazione finanziaria delle Province, il dimensionamento scolastico, l’aggiornamento sulle proposte di riforma delle Province, l’assemblea nazionale dell’UPI, I giochi interprovinciali di Latina del 5-7 ottobre 2024.

Il Consiglio direttivo ha evidenziato che nel 2024 si aggrava il prelievo forzoso a carico dei bilanci provinciali, con il permanere del prelievo forzoso da parte dello Stato a carico dei bilanci locali, disposto dalla legge di bilancio 2015 che, nonostante l’attuale e complesso scenario socio-economico, determinato dalla crisi del mercato dell’auto, dai rincari energetici e dei costi dei materiali continua a pesare sulle casse provinciali a cui si aggiunge la spending review prevista nella legge di bilancio 2024: le Province del Lazio nel 2024 versano complessivamente allo Stato come contributo alla finanza pubblica oltre 44 milioni di euro.

A questa difficoltà dei rapporti finanziari con lo Stato si aggiunge una situazione critica dei rapporti con la Regione Lazio che, ad oggi, deve ancora corrispondere alle Province oltre 23 milioni di euro per le funzioni delegate che sono state svolte nei territori dal 2015 al 2022,

Questi tagli ai bilanci provocano immediati effetti negativi sulla capacità di intervento degli Enti, con un rischio di portare ad aggravare la situazione di squilibrio finanziario che la Commissione tecnica per i fabbisogni standard ha fotografato pari a 841.946.661 euro per il 2021, per tutte le Province italiane.

 

“Negli ultimi dieci anni altre regioni italiane hanno fatto molto di più rispetto alla Regione Lazio in merito al riordino delle province – commenta Alessandro Romoli, Presidente della Provincia di Viterbo e di UPI Lazio -. Negli ultimi anni, soprattutto durante l’emergenza da Covid-19, ci è stato chiesto di svolgere competenze ed erogare servizi nonostante i tagli economici e di personale subiti a seguito della riforma Delrio. Abbiamo dunque anticipato dei soldi alla Regione Lazio, che però ancora non ci ha ridato indietro. Tutto ciò ha un peso negativo molto elevato sulle nostre casse, che comporta inevitabili disservizi per i cittadini. È ora dunque che la Regione Lazio e il governo ci ascoltino e intavolino con noi una discussione seria e costruttiva sul riordino delle competenze delle Province e sull’erogazione da parte degli Enti sovraordinati sia dei fondi anticipati che di risorse adeguate”.

 

Per questi motivi il Consiglio direttivo di UPI Lazio chiede al Governo di superare questa situazione di difficoltà finanziaria delle Province, nella legge di bilancio per il 2025 o attraverso l’attuazione della delega prevista nell’articolo 14 della legge 111/2023 di riforma del sistema fiscale del Paese, per introdurre un sistema tributario e finanziario delle Province coerente con i principi costituzionali e con le prospettive di riforma delle Province e di revisione del TUEL su cui stanno lavorando il Parlamento e il Governo.

La Provincia di Varese approva l’assestamento 2024

Il Consiglio provinciale di Varese ha approvato l’assestamento generale di bilancio e la salvaguardia degli equilibri finanziari per l’esercizio 2024.

Ogni anno, entro il 31 luglio, l’Ente verifica tutte le voci di entrata e di uscita per garantire il pareggio di bilancio. Questo processo, disciplinato dal Testo Unico Enti locali, include il controllo del fondo di riserva e del fondo di cassa.

Per la Provincia di Varese, le verifiche effettuate sull’andamento generale delle entrate e delle spese, alla data attuale, non hanno evidenziato particolari criticità.

Il Settore Finanze e Bilancio ha provveduto a adeguare i principali fondi iscritti a bilancio, come il fondo crediti dubbia esigibilità, sia per la parte di competenza sia per la parte accantonata al risultato di amministrazione 2023, sia il fondo per rischi, a fronte di quanto segnalato dal Settore Avvocatura. Anche il fondo di riserva e il fondo cassa sono stati aggiornati.

L’Ente ha registrato maggiori entrate grazie a un accordo di collaborazione con Regione Lombardia per le attività connesse alla riattivazione dell’impianto di prelievo ipolimnico, previste dal programma d’azione dell’AQST “Salvaguardia e risanamento del Lago di Varese”, e una convenzione per la gestione dei servizi per il Lavoro e delle Politiche attive del Lavoro.

Tra le spese maggiori si segnala l’aumento dei controlli e delle ispezioni sugli impianti termici, come previsto dalla Legge Regionale.

L’Ente ha assicurato il mantenimento degli equilibri finanziari anche per gli anni 2025 e 2026.

La salvaguardia degli equilibri di bilancio ha ricevuto parere favorevole dal revisore dei conti. Al momento della votazione, il Consiglio ha votato con 9 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astenuto, con immediata eseguibilità.

La Provincia di Varese approva l’assestamento 2024

Il Consiglio provinciale di Varese ha approvato l’assestamento generale di bilancio e la salvaguardia degli equilibri finanziari per l’esercizio 2024.

Ogni anno, entro il 31 luglio, l’Ente verifica tutte le voci di entrata e di uscita per garantire il pareggio di bilancio. Questo processo, disciplinato dal Testo Unico Enti locali, include il controllo del fondo di riserva e del fondo di cassa.

Per la Provincia di Varese, le verifiche effettuate sull’andamento generale delle entrate e delle spese, alla data attuale, non hanno evidenziato particolari criticità.

Il Settore Finanze e Bilancio ha provveduto a adeguare i principali fondi iscritti a bilancio, come il fondo crediti dubbia esigibilità, sia per la parte di competenza sia per la parte accantonata al risultato di amministrazione 2023, sia il fondo per rischi, a fronte di quanto segnalato dal Settore Avvocatura. Anche il fondo di riserva e il fondo cassa sono stati aggiornati.

L’Ente ha registrato maggiori entrate grazie a un accordo di collaborazione con Regione Lombardia per le attività connesse alla riattivazione dell’impianto di prelievo ipolimnico, previste dal programma d’azione dell’AQST “Salvaguardia e risanamento del Lago di Varese”, e una convenzione per la gestione dei servizi per il Lavoro e delle Politiche attive del Lavoro.

Tra le spese maggiori si segnala l’aumento dei controlli e delle ispezioni sugli impianti termici, come previsto dalla Legge Regionale.

L’Ente ha assicurato il mantenimento degli equilibri finanziari anche per gli anni 2025 e 2026.

La salvaguardia degli equilibri di bilancio ha ricevuto parere favorevole dal revisore dei conti. Al momento della votazione, il Consiglio ha votato con 9 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astenuto, con immediata eseguibilità.

Cerca