Categoria: Bilanci e Finanza

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CONSIGLIO PROVINCIALE APPROVA BILANCIO E PIANO TRIENNALE LAVORI PUBBLICI: 125 MILIONI PER PONTI, STRADE E SCUOLE

Il Consiglio provinciale di Chieti ha approvato a maggioranza, con il bilancio di previsione, il piano triennale dei lavori pubblici 2024-2026 che programma interventi per un totale di circa 125 milioni di euro ripartiti tra strade, ponti ed edilizia scolastica di proprietà dell’ente provinciale. Per quanto riguarda in particolare gli interventi nell’ambito del nuovo documento di programmazione finanziario, il piano triennale prevede i seguenti importi per le rispettive annualità: 29.380.453 € per l’anno 2024; 48.626.661 € per l’anno 2025; 41.488.644 € per l’anno 2026.

Di queste somme, 42.865.947 euro riguardano opere e servizi aggiudicati dalla Provincia di Chieti con progetti PNRR nell’ambito delle missioni previste, finanziati anche con fondi propri, per lavori in corso o prossimi all’avvio che riguardano la viabilità, gli edifici scolastici e la Via Verde Costa dei Trabocchi. Lo schema del programma triennale dei lavori pubblici per gli anni 2024 – 2026, adottato con decreto presidenziale n.7 del 19 gennaio 2024 e approvato oggi dal Consiglio provinciale dopo il parere favorevole espresso a larga maggioranza dall’Assemblea dei Sindaci, rappresenta un passo significativo nella pianificazione e realizzazione di opere pubbliche importanti, puntualmente elencate nel documento disponibile per la consultazione nel sito istituzionale www.provincia.chieti.it.

Gli interventi inclusi nel programma dei lavori pubblici per l’annualità 2024 riguardano la viabilità, l’edilizia scolastica e la Via Verde della Costa dei Trabocchi. In tema di viabilità, è prevista la costruzione del nuovo ponte sulla SP 133 tra Pennadomo e Villa Santa Maria (3.950.000 euro), la messa in sicurezza del ponte sulla SP 111 in Val di Sangro (3.300.000 euro), il miglioramento delle condizioni di sicurezza di numerose strade e ponti provinciali per interventi che sommano complessivamente a circa 8.800.000 euro. Un altro pilastro fondamentale dell’elenco dei lavori approvato per il 2024 è la messa in sicurezza degli edifici di proprietà provinciale dal punto di vista sismico, come ad esempio l’adeguamento dell’ITIS “Savoia” di Chieti (5.236.000 euro) e del Palazzo provinciale sede della Prefettura e della Questura di Chieti (4.000.000 euro). Oltre alla tutela e valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente, sono in programma interventi per la realizzazione di nuove strutture scolastiche come la costruzione di una nuova palestra polivalente all’ITIS “De Giorgio-Da Vinci” di Lanciano (2.500.000 euro), la realizzazione di nuovi convitti a servizio dell’istituto alberghiero “Marchitelli” di Villa Santa Maria (2.500.000 euro) e l’ampliamento dell’istituto superiore “De Titta-Fermi” di Lanciano (1.900.000 euro) per potenziare l’offerta formativa degli istituti e fornire strutture moderne e funzionali agli studenti. Nell’elenco 2024 sono previsti anche gli interventi di completamento della Via Verde della Costa dei Trabocchi attraverso la rigenerazione delle ex stazioni ferroviarie che si trovano lungo la pista ciclopedonale nei comuni di San Vito Chietino, Fossacesia, Torino di Sangro e Vasto (2.000.000 euro prima annualità).

Oltre al programma dei lavori pubblici, è stato approvato anche il programma relativo a beni e servizi, per il quale saranno investiti oltre 24 milioni di euro nel prossimo triennio: tra gli interventi del 2024, sono stati programmati i finanziamenti per la redazione dei progetti necessari alla nuova strada di collegamento Lanciano-Val di Sangro (3.200.000 euro) e al potenziamento della viabilità tra i caselli A14 Vasto Nord-Vasto Sud mediante la sistemazione e l’adeguamento funzionale delle strade di Fondo Valle e di Bonifica, Sinello-Cena-Treste (940.000 euro), nonché la progettazione per la rifunzionalizzazione delle vecchie stazioni della Via Verde (716.000 euro).

DIGITALIZZAZIONE PAGAMENTI, LA PROVINCIA DI BERGAMO TRA GLI “ENTI SPERIMENTATORI” SELEZIONATI DAL BANDO NAZIONALE

La Provincia di Bergamo partecipa, nel corso del 2024, al processo di trasformazione digitale messo in atto dalla Ragioneria Generale dello Stato per il raggiungimento di un obiettivo ambizioso: la digitalizzazione completa dei pagamenti degli Enti locali.

Il progetto rientra nel Programma complementare di Azione e Coesione per la Governance dei sistemi di gestione e controllo 2014/2020 – ASSE III – AZIONE 9, per una dotazione finanziaria complessiva di 2,65 milioni di euro, ed è promosso da Ragioneria generale dello Stato, Banca d’Italia, AgID, ANCI, UPI ed IFEL. A seguito di un avviso pubblico aperto lo scorso settembre, la Provincia di Bergamo si è candidata ed è stata selezionata tra le Province, i Comuni e le Città Metropolitane che sono chiamati ad attuare una prima fase sperimentale nel corso del 2024 per il raggiungimento di specifici obiettivi.

Il progetto prevede due linee di azione distinte:
– la Linea A riguarda prevede la riduzione, fino alla progressiva eliminazione, dell’utilizzo di documenti esterni agli ordinativi informatici per il pagamento delle spese di personale. Gli
Enti sperimentatori saranno in sostanza chiamati a superare la procedura del pagamento unico del monte stipendi corredata da allegati cartacei, in modo che tutti i documenti siano esclusivamente digitali. Ciò contribuirà alla piena digitalizzazione dei pagamenti effettuati dagli Enti Sperimentatori e, come obiettivi di sistema, al miglioramento del monitoraggio
della spesa pubblica, all’innalzamento del livello di informatizzazione degli Enti Locali e, in generale, alla crescita dell’efficienza del sistema dei pagamenti pubblici.
– la Linea B prevede la riduzione dello scostamento fra l’ammontare del debito commerciale degli Enti Sperimentatori rilevato dalla Piattaforma dei Crediti Commerciali (PCC) e l’importo risultante dai dati contabili interni alle Amministrazioni Locali. Obiettivi sono una migliore ricognizione del debito commerciale pregresso e un più accurato monitoraggio del debito commerciale di nuova formazione.

La Provincia si è candidata ed è l’ unico Ente bergamasco e unica Provincia italiana selezionata per entrambe le linee di azione. Il progetto prevede il raggiungimento di obiettivi specifici in tempi prestabiliti, monitorati da una cabina di regia che si riunisce ogni mese per analizzare le criticità: agli Enti che li raggiungeranno verrà assegnato un voucher economico a titolo di contributo che per le Province ammonta a 75.000 euro per la Linea A e 25.000 euro per la Linea B.

Dopo la sperimentazione e sulla base degli esiti tutti gli enti, Regioni, Province e Comuni dovranno garantire la piena digitalizzazione dei pagamenti.

“Tenevamo molto a entrare a far parte di questa sperimentazione – spiega il Presidente della Provincia Pasquale Gandolfi – . Alla soddisfazione per essere stati selezionati si aggiunge la consapevolezza che il mettersi a capo di progetti innovativi rafforzi il ruolo della Provincia come ente di riferimento e di supporto per i Comuni del territorio, in questo caso per quanto riguarda l’attuazione dei nuovi obiettivi di digitalizzazione”.

DIGITALIZZAZIONE PAGAMENTI, LA PROVINCIA DI BERGAMO TRA GLI “ENTI SPERIMENTATORI” SELEZIONATI DAL BANDO NAZIONALE

La Provincia di Bergamo partecipa, nel corso del 2024, al processo di trasformazione digitale messo in atto dalla Ragioneria Generale dello Stato per il raggiungimento di un obiettivo ambizioso: la digitalizzazione completa dei pagamenti degli Enti locali.

Il progetto rientra nel Programma complementare di Azione e Coesione per la Governance dei sistemi di gestione e controllo 2014/2020 – ASSE III – AZIONE 9, per una dotazione finanziaria complessiva di 2,65 milioni di euro, ed è promosso da Ragioneria generale dello Stato, Banca d’Italia, AgID, ANCI, UPI ed IFEL. A seguito di un avviso pubblico aperto lo scorso settembre, la Provincia di Bergamo si è candidata ed è stata selezionata tra le Province, i Comuni e le Città Metropolitane che sono chiamati ad attuare una prima fase sperimentale nel corso del 2024 per il raggiungimento di specifici obiettivi.

Il progetto prevede due linee di azione distinte:
– la Linea A riguarda prevede la riduzione, fino alla progressiva eliminazione, dell’utilizzo di documenti esterni agli ordinativi informatici per il pagamento delle spese di personale. Gli
Enti sperimentatori saranno in sostanza chiamati a superare la procedura del pagamento unico del monte stipendi corredata da allegati cartacei, in modo che tutti i documenti siano esclusivamente digitali. Ciò contribuirà alla piena digitalizzazione dei pagamenti effettuati dagli Enti Sperimentatori e, come obiettivi di sistema, al miglioramento del monitoraggio
della spesa pubblica, all’innalzamento del livello di informatizzazione degli Enti Locali e, in generale, alla crescita dell’efficienza del sistema dei pagamenti pubblici.
– la Linea B prevede la riduzione dello scostamento fra l’ammontare del debito commerciale degli Enti Sperimentatori rilevato dalla Piattaforma dei Crediti Commerciali (PCC) e l’importo risultante dai dati contabili interni alle Amministrazioni Locali. Obiettivi sono una migliore ricognizione del debito commerciale pregresso e un più accurato monitoraggio del debito commerciale di nuova formazione.

La Provincia si è candidata ed è l’ unico Ente bergamasco e unica Provincia italiana selezionata per entrambe le linee di azione. Il progetto prevede il raggiungimento di obiettivi specifici in tempi prestabiliti, monitorati da una cabina di regia che si riunisce ogni mese per analizzare le criticità: agli Enti che li raggiungeranno verrà assegnato un voucher economico a titolo di contributo che per le Province ammonta a 75.000 euro per la Linea A e 25.000 euro per la Linea B.

Dopo la sperimentazione e sulla base degli esiti tutti gli enti, Regioni, Province e Comuni dovranno garantire la piena digitalizzazione dei pagamenti.

“Tenevamo molto a entrare a far parte di questa sperimentazione – spiega il Presidente della Provincia Pasquale Gandolfi – . Alla soddisfazione per essere stati selezionati si aggiunge la consapevolezza che il mettersi a capo di progetti innovativi rafforzi il ruolo della Provincia come ente di riferimento e di supporto per i Comuni del territorio, in questo caso per quanto riguarda l’attuazione dei nuovi obiettivi di digitalizzazione”.

UPI TOSCANA: NON SI TAGLIA L’ERBA MA SI TAGLIANO I BILANCI. COMPROMESSO IL RAFFORZAMENTO DEGLI ENTI E I SERVIZI AI CITTADINI

In seguito al consiglio direttivo odierno, l’Unione delle Province italiane della Toscana ha espresso profonda preoccupazione riguardo ai tagli alle province previsti dalla legge di bilancio, che rischiano di minare seriamente gli sforzi per il rafforzamento degli enti e l’erogazione dei servizi ai cittadini, proprio mentre in questi giorni si ha notizia del raddoppio degli appalti di propria competenza.

Le province toscane, così come quelle di tutta Italia, si trovano di nuovo ad affrontare una situazione finanziaria precaria con una spending review di 50 milioni di euro annui per il periodo 2024-2028, che si aggiunge ai 50 milioni annui già previsti per il periodo 2024-2025 dal decreto legge 132/2023. Di conseguenza, il totale dei tagli per le province nel 2024 ammonta a 100 milioni di euro.

In Toscana si stima che ciò comporterà un aggravio di circa 6 milioni di euro nel 2024, portando a 115 milioni il totale delle risorse versate dagli enti allo Stato.

“Quando nelle prossime settimane saranno resi noti i numeri definitivi della manovra – afferma il Presidente di Upi Toscana Lorenzetti – saremo costretti a prendere decisioni drastiche. Con il riordino provinciale abbiamo tagliato al massimo la spesa di funzionamento per non penalizzare i cittadini, ma ora non abbiamo altra scelta. Non potendo assicurare asfaltature e taglio dell’erba stiamo valutando quali decisioni adottare per questioni legate alla sicurezza stradale”

“Questa situazione comporta anche un blocco delle assunzioni – affermano i Presidenti – e senza personale non siamo in grado di garantire quei servizi efficienti e di qualità che i recenti dati stavano dimostrando”.

Upi Toscana ritiene quindi fondamentale che vengano rivisti questi tagli e che si giunga quanto prima a una riforma delle province che sia in grado di assicurare migliori servizi alle comunità locali che anche in questi anni di difficoltà stiamo continuando ad amministrare e rappresentare.

UPI TOSCANA: NON SI TAGLIA L’ERBA MA SI TAGLIANO I BILANCI. COMPROMESSO IL RAFFORZAMENTO DEGLI ENTI E I SERVIZI AI CITTADINI

In seguito al consiglio direttivo odierno, l’Unione delle Province italiane della Toscana ha espresso profonda preoccupazione riguardo ai tagli alle province previsti dalla legge di bilancio, che rischiano di minare seriamente gli sforzi per il rafforzamento degli enti e l’erogazione dei servizi ai cittadini, proprio mentre in questi giorni si ha notizia del raddoppio degli appalti di propria competenza.

Le province toscane, così come quelle di tutta Italia, si trovano di nuovo ad affrontare una situazione finanziaria precaria con una spending review di 50 milioni di euro annui per il periodo 2024-2028, che si aggiunge ai 50 milioni annui già previsti per il periodo 2024-2025 dal decreto legge 132/2023. Di conseguenza, il totale dei tagli per le province nel 2024 ammonta a 100 milioni di euro.

In Toscana si stima che ciò comporterà un aggravio di circa 6 milioni di euro nel 2024, portando a 115 milioni il totale delle risorse versate dagli enti allo Stato.

“Quando nelle prossime settimane saranno resi noti i numeri definitivi della manovra – afferma il Presidente di Upi Toscana Lorenzetti – saremo costretti a prendere decisioni drastiche. Con il riordino provinciale abbiamo tagliato al massimo la spesa di funzionamento per non penalizzare i cittadini, ma ora non abbiamo altra scelta. Non potendo assicurare asfaltature e taglio dell’erba stiamo valutando quali decisioni adottare per questioni legate alla sicurezza stradale”

“Questa situazione comporta anche un blocco delle assunzioni – affermano i Presidenti – e senza personale non siamo in grado di garantire quei servizi efficienti e di qualità che i recenti dati stavano dimostrando”.

Upi Toscana ritiene quindi fondamentale che vengano rivisti questi tagli e che si giunga quanto prima a una riforma delle province che sia in grado di assicurare migliori servizi alle comunità locali che anche in questi anni di difficoltà stiamo continuando ad amministrare e rappresentare.

APPROVATO IL BILANCIO DI PREVISIONE 2024-2026 DELLA PROVINCIA DI LECCE SENZA DISAVANZO E NEI TEMPI PREVISTI. VIA LIBERA DAL CONSIGLIO ANCHE AL PEG

Via libera definitivo dal Consiglio provinciale di Lecce al Bilancio di Previsione 2024 – 2026, corredato dal Documento di unico di programmazione (Dup) e altri allegati, e al Piano esecutivo di gestione per il triennio 2024 – 2026. Quello di oggi è stato il terzo e ultimo passaggio previsto dalla legge per l’approvazione definitiva del Bilancio di previsione, dopo l’adozione, in prima lettura, da parte del Consiglio provinciale, nella seduta del 28 dicembre e poi il parere favorevole espresso all’unanimità dall’Assemblea dei sindaci, il 9 gennaio scorso.

Come già evidenziato nei precedenti passaggi del complesso iter di approvazione, per la prima volta dopo 20 anni, la Provincia ha approvato il Bilancio di previsione entro i tempi stabiliti e, sempre per la prima volta dopo 9 anni, senza la previsione del disavanzo da ripianare. “Un risultato storico”, come lo aveva già definito il presidente Stefano Minerva. La riforma Delrio del 2015, infatti, aveva portato ad complessivo indebitamento della Provincia di Lecce pari ad oltre 19 milioni di euro, costituito dal disavanzo provocato dai tagli della legge Delrio (oltre 8 milioni) e da 11 milioni circa di disavanzo tecnico per l’introduzione della contabilità armonizzata. Per quest’ultimo era stato fissato un percorso di rientro di 30 anni.

Una prudente valutazione delle entrate, un recupero di risorse e una gestione oculata della spesa hanno consentito il rientro del disavanzo in 8 anni, anziché nei 30 fissati. Con il 2023 il percorso di rientro è stato chiuso in largo anticipo dall’Ente ed il 2024 è il primo esercizio che parte senza una quota di disavanzo da recuperare”, ha spiegato nuovamente il dirigente dei Servizi finanziari Pantaleo Isceri.

Semaforo verde anche per il Piano esecutivo di gestione (Peg) 2024 – 2026, su cui è intervenuto il direttore generale dell’Ente provinciale Andrea Romano, che ha ringraziato i Servizi finanziari “per la grande capacità dimostrata nel predisporre il Bilancio nei tempi adeguati a non avere una gestione provvisoria e consentire di raggiungere gli obiettivi generali che l’Amministrazione si è data. A questa grande capacità vorremmo rispondere anche con l’approvazione in tempi brevi del Piao, il Piano integrato di attività e organizzazione, così da avere a disposizione tanti mesi per mettere in campo le azioni previste all’interno di questi strumenti programmatici”, ha affermato Romano.

A conclusione della seduta, infine, il direttore generale ha ringraziato tutto il Consiglio provinciale “per il dialogo proficuo messo in campo in questi anni”.

APPROVATO IL BILANCIO DI PREVISIONE 2024-2026 DELLA PROVINCIA DI LECCE SENZA DISAVANZO E NEI TEMPI PREVISTI. VIA LIBERA DAL CONSIGLIO ANCHE AL PEG

Via libera definitivo dal Consiglio provinciale di Lecce al Bilancio di Previsione 2024 – 2026, corredato dal Documento di unico di programmazione (Dup) e altri allegati, e al Piano esecutivo di gestione per il triennio 2024 – 2026. Quello di oggi è stato il terzo e ultimo passaggio previsto dalla legge per l’approvazione definitiva del Bilancio di previsione, dopo l’adozione, in prima lettura, da parte del Consiglio provinciale, nella seduta del 28 dicembre e poi il parere favorevole espresso all’unanimità dall’Assemblea dei sindaci, il 9 gennaio scorso.

Come già evidenziato nei precedenti passaggi del complesso iter di approvazione, per la prima volta dopo 20 anni, la Provincia ha approvato il Bilancio di previsione entro i tempi stabiliti e, sempre per la prima volta dopo 9 anni, senza la previsione del disavanzo da ripianare. “Un risultato storico”, come lo aveva già definito il presidente Stefano Minerva. La riforma Delrio del 2015, infatti, aveva portato ad complessivo indebitamento della Provincia di Lecce pari ad oltre 19 milioni di euro, costituito dal disavanzo provocato dai tagli della legge Delrio (oltre 8 milioni) e da 11 milioni circa di disavanzo tecnico per l’introduzione della contabilità armonizzata. Per quest’ultimo era stato fissato un percorso di rientro di 30 anni.

Una prudente valutazione delle entrate, un recupero di risorse e una gestione oculata della spesa hanno consentito il rientro del disavanzo in 8 anni, anziché nei 30 fissati. Con il 2023 il percorso di rientro è stato chiuso in largo anticipo dall’Ente ed il 2024 è il primo esercizio che parte senza una quota di disavanzo da recuperare”, ha spiegato nuovamente il dirigente dei Servizi finanziari Pantaleo Isceri.

Semaforo verde anche per il Piano esecutivo di gestione (Peg) 2024 – 2026, su cui è intervenuto il direttore generale dell’Ente provinciale Andrea Romano, che ha ringraziato i Servizi finanziari “per la grande capacità dimostrata nel predisporre il Bilancio nei tempi adeguati a non avere una gestione provvisoria e consentire di raggiungere gli obiettivi generali che l’Amministrazione si è data. A questa grande capacità vorremmo rispondere anche con l’approvazione in tempi brevi del Piao, il Piano integrato di attività e organizzazione, così da avere a disposizione tanti mesi per mettere in campo le azioni previste all’interno di questi strumenti programmatici”, ha affermato Romano.

A conclusione della seduta, infine, il direttore generale ha ringraziato tutto il Consiglio provinciale “per il dialogo proficuo messo in campo in questi anni”.

Ultimo Consiglio Provinciale e Assemblea dei Sindaci: approvato il bilancio 2024-2026 della Provincia di Treviso

Si sono svolti ieri, mercoledì 21 dicembre, nella sede della Provincia di Treviso l’ultimo Consiglio Provinciale del 2022 e l’Assemblea dei Sindaci, per l’approvazione del Bilancio di Previsione del triennio 2024-2026. L’ordine dei lavori prevedeva prima la discussione in Consiglio (approvato con 3 astenuti), poi il passaggio all’Assemblea negli spazi dell’Auditorium, dove il bilancio è stato approvato all’unanimità e, infine, il ritorno in Consiglio Provinciale per l’approvazione definitiva.

Il presidente della Provincia, Stefano Marcon, ha presentato gli obiettivi strategici 2024-2026 dell’attività programmatica dell’Ente, ovvero digitalizzazione e innovazione, finanza, crescita economica, sostenibilità e mobilità, rafforzare il sistema delle autonomie locali… tutti ambiti legati trasversalmente da un approccio di attenzione e riguardo alle pari opportunità e alla semplificazione delle procedure.

Passando al dettaglio dei dati di bilancio, le entrate previste nel 2024 ammontano a 100 milioni dei quali cui 63,08 milioni dai tributi (Rc Auto, IPT, tributi ambientali), 16,26 milioni da trasferimenti statali, 21,25 milioni da trasferimenti regionali. A questi però vanno sottratti i 25 milioni che la Provincia di Treviso versa allo stato in virtù della legge di riforma quale contributo alla fiscalità statale, quindi il totale di entrate reale previsto è di 38 milioni di euro.

La spesa corrente di previsione ammonta invece a 31 milioni (16,51 per le strade, 13,11 per le scuole, 1,44 per l’ambiente). In totale, dal 2016 al 2023 il totale degli investimenti ammonta a 236 milioni dei quali 165 in scuole e 71 in strade.

“Arriviamo da tre anni durante i quali la Provincia di Treviso ha investito tantissimo, ha potuto lavorare come non si faceva da tempo su scuole, strade, ambiente, servizi ai cittadini e ai Comuni – sottolinea Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso Questo ci permette dunque di varare un bilancio previsionale che, nonostante il prelievo forzoso da parte dello stato di 25 milioni e la sostanziale stabilità del mercato delle auto che è fonte della nostra unica vera entrata tributaria, vede un ammontare di entrate di circa 38 milioni di euro. Non posso che ringraziare in primis gli uffici che hanno saputo lavorare bene per intercettare fondi e ridurre le difficoltà, il Consiglio Provinciale e l’Assemblea dei Sindaci: permettetemi un ringraziamento particolare proprio ai colleghi primi cittadini, perché l’approvazione all’unanimità è una dimostrazione di fiducia nei confronti di un Ente che lavora per il bene di tutti e 94 i municipi, senza guardare colori o bandiere, ma per il bene dei nostri cittadini. Ora ci aspettano tre anni difficili, tre anni di tagli con circa 100 milioni all’anno per il comparto Province se non ci saranno cambiamenti, e con la fine dei trasferimenti Covid e PNRR. Ma la Provincia di Treviso ha dimostrato di essere un Ente solido e da bravi trevigiani, faremo di necessità virtù”.

Ultimo Consiglio Provinciale e Assemblea dei Sindaci: approvato il bilancio 2024-2026 della Provincia di Treviso

Si sono svolti ieri, mercoledì 21 dicembre, nella sede della Provincia di Treviso l’ultimo Consiglio Provinciale del 2022 e l’Assemblea dei Sindaci, per l’approvazione del Bilancio di Previsione del triennio 2024-2026. L’ordine dei lavori prevedeva prima la discussione in Consiglio (approvato con 3 astenuti), poi il passaggio all’Assemblea negli spazi dell’Auditorium, dove il bilancio è stato approvato all’unanimità e, infine, il ritorno in Consiglio Provinciale per l’approvazione definitiva.

Il presidente della Provincia, Stefano Marcon, ha presentato gli obiettivi strategici 2024-2026 dell’attività programmatica dell’Ente, ovvero digitalizzazione e innovazione, finanza, crescita economica, sostenibilità e mobilità, rafforzare il sistema delle autonomie locali… tutti ambiti legati trasversalmente da un approccio di attenzione e riguardo alle pari opportunità e alla semplificazione delle procedure.

Passando al dettaglio dei dati di bilancio, le entrate previste nel 2024 ammontano a 100 milioni dei quali cui 63,08 milioni dai tributi (Rc Auto, IPT, tributi ambientali), 16,26 milioni da trasferimenti statali, 21,25 milioni da trasferimenti regionali. A questi però vanno sottratti i 25 milioni che la Provincia di Treviso versa allo stato in virtù della legge di riforma quale contributo alla fiscalità statale, quindi il totale di entrate reale previsto è di 38 milioni di euro.

La spesa corrente di previsione ammonta invece a 31 milioni (16,51 per le strade, 13,11 per le scuole, 1,44 per l’ambiente). In totale, dal 2016 al 2023 il totale degli investimenti ammonta a 236 milioni dei quali 165 in scuole e 71 in strade.

“Arriviamo da tre anni durante i quali la Provincia di Treviso ha investito tantissimo, ha potuto lavorare come non si faceva da tempo su scuole, strade, ambiente, servizi ai cittadini e ai Comuni – sottolinea Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso Questo ci permette dunque di varare un bilancio previsionale che, nonostante il prelievo forzoso da parte dello stato di 25 milioni e la sostanziale stabilità del mercato delle auto che è fonte della nostra unica vera entrata tributaria, vede un ammontare di entrate di circa 38 milioni di euro. Non posso che ringraziare in primis gli uffici che hanno saputo lavorare bene per intercettare fondi e ridurre le difficoltà, il Consiglio Provinciale e l’Assemblea dei Sindaci: permettetemi un ringraziamento particolare proprio ai colleghi primi cittadini, perché l’approvazione all’unanimità è una dimostrazione di fiducia nei confronti di un Ente che lavora per il bene di tutti e 94 i municipi, senza guardare colori o bandiere, ma per il bene dei nostri cittadini. Ora ci aspettano tre anni difficili, tre anni di tagli con circa 100 milioni all’anno per il comparto Province se non ci saranno cambiamenti, e con la fine dei trasferimenti Covid e PNRR. Ma la Provincia di Treviso ha dimostrato di essere un Ente solido e da bravi trevigiani, faremo di necessità virtù”.

Manovra, Province “Misure insufficienti: non si risolve la crisi dei bilanci con il 10% di tagli in meno”

“Con le modifiche approvate in Senato, l’impatto dei tagli previsti dalla manovra di bilancio per le Province per il 2024 e il 2025 si riduce di appena il 10%: con uno squilibrio del comparto che si attesta a 841 milioni, è evidente che un intervento di portata così limitata non risolve in alcun modo la condizione di crisi dei bilanci delle Province, con ripercussioni sia sui servizi ai cittadini che sugli investimenti”.

Lo dichiara il Presidente di UPI Michele de Pascale rispetto alle modifiche alla manovra introdotte dal Governo, che portano ad un alleggerimento dei tagli agli enti locali, Province, Comuni e Città metropolitane, di circa 70 milioni l’anno dal 2024 al 2027.

“Nonostante il Governo, con queste modifiche e con l’istituzione di un Fondo di 10 milioni l’anno per il 2024 e il 2025 per le Province in dissesto e predissesto, dimostri di aver compreso la fondatezza delle nostre richieste – sottolinea il Presidente di UPI – le misure introdotte sono assolutamente insufficienti”.

“Avevamo chiesto al Governo Meloni e al Parlamento che in questa manovra fossero contenuti interventi strutturali per stabilizzare i bilanci delle Province e rafforzarle dal punto di vista organizzativo, anche per non compromettere gli investimenti su cui siamo impegnati, a partire dal PNRR e dal PNC.

La mancanza di queste misure, così come il non rispetto dell’impegno a rafforzare queste istituzioni dal punto di vista istituzionale con una revisione della riforma ormai bloccata da mesi – conclude il Presidente dell’UPI – evidenzia come nei fatti ci sia una scarsa attenzione per i territori. Per questo oggi in Conferenza Unificata l’UPI ha espresso parere negativo sulla legge di bilancio”.

Manovra, Province “Misure insufficienti: non si risolve la crisi dei bilanci con il 10% di tagli in meno”

“Con le modifiche approvate in Senato, l’impatto dei tagli previsti dalla manovra di bilancio per le Province per il 2024 e il 2025 si riduce di appena il 10%: con uno squilibrio del comparto che si attesta a 841 milioni, è evidente che un intervento di portata così limitata non risolve in alcun modo la condizione di crisi dei bilanci delle Province, con ripercussioni sia sui servizi ai cittadini che sugli investimenti”.

Lo dichiara il Presidente di UPI Michele de Pascale rispetto alle modifiche alla manovra introdotte dal Governo, che portano ad un alleggerimento dei tagli agli enti locali, Province, Comuni e Città metropolitane, di circa 70 milioni l’anno dal 2024 al 2027.

“Nonostante il Governo, con queste modifiche e con l’istituzione di un Fondo di 10 milioni l’anno per il 2024 e il 2025 per le Province in dissesto e predissesto, dimostri di aver compreso la fondatezza delle nostre richieste – sottolinea il Presidente di UPI – le misure introdotte sono assolutamente insufficienti”.

“Avevamo chiesto al Governo Meloni e al Parlamento che in questa manovra fossero contenuti interventi strutturali per stabilizzare i bilanci delle Province e rafforzarle dal punto di vista organizzativo, anche per non compromettere gli investimenti su cui siamo impegnati, a partire dal PNRR e dal PNC.

La mancanza di queste misure, così come il non rispetto dell’impegno a rafforzare queste istituzioni dal punto di vista istituzionale con una revisione della riforma ormai bloccata da mesi – conclude il Presidente dell’UPI – evidenzia come nei fatti ci sia una scarsa attenzione per i territori. Per questo oggi in Conferenza Unificata l’UPI ha espresso parere negativo sulla legge di bilancio”.

Bilanci Province “Positiva la cancellazione del taglio per il 2023. Si faccia lo stesso nel maxiemendamento del Governo alla Legge di Bilancio”

“Apprezziamo la decisione di Governo e Parlamento di cancellare per il 2023 la cosiddetta “spending digitale” su Province e Città metropolitane anche perché se si fosse operato il taglio previsto di 50 milioni in questa fase dell’anno si sarebbero inevitabilmente compromessi bilanci già chiusi. Accogliendo questa richiesta, che le Province avevano più volte avanzato, si dimostra attenzione alle istanze dei territori. La stessa attenzione che chiediamo nella Legge di Bilancio, nella quale invece i tagli restano ancora tutti”.

Lo dichiara il Presidente dell’UPI Michele de Pascale commentando la cancellazione, con un emendamento al decreto-legge proroghe all’esame della commissione finanze del Senato, della quota di 50 milioni per l’anno 2023 della spending review a carico delle Province e delle Città metropolitane.

“E’ chiaro – evidenzia il Presidente dell’UPI –  che questo intervento non risolve le gravi criticità finanziarie delle Province, anche perché il taglio da spending digitale di 50 milioni è confermato per il 2024 e il 2025, e a questo si aggiungono gli ulteriori 50 milioni imposti da questa manovra: un impatto sui bilanci di 100 milioni l’anno per i prossimi due anni che, come sottolineato ieri dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, interferisce con il processo di graduale ricostruzione di spazi di autonomia finanziaria degli enti, anche a causa dei segnali strutturali di debolezza delle entrate di  questi enti. Non solo: lo stesso UPB riferendosi ai tagli su Province e Città metropolitane richiama alla necessità di tenere adeguatamente conto dei fabbisogni standard in tutte le funzioni fondamentali e di salvaguardare i livelli essenziali delle prestazioni.

Un allarme – conclude de Pascale – che conferma quanto come UPI abbiamo evidenziato al Governo Meloni e al Parlamento: ci auguriamo che anche su queste richieste prevalga la ragionevolezza e che si trovi spazio per dare risposte agli enti locali nel maxiemendamento o negli emendamenti dei relatori alla Legge di Bilancio”.

 

 

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